Partiti politici italiani

Nella Repubblica Italiana, un partito politico, così come definito dall'articolo 49 della Costituzione della Repubblica Italiana,[1] è una libera associazione di cittadini, che questi hanno diritto di costituire al fine di determinare democraticamente la vita politica.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Fondamento costituzionale[modifica | modifica wikitesto]

Sebbene la carta costituzionale sancisca la necessità della figura del partito politico,[2] non ne delinea la personalità giuridica né tanto meno formalizza le sue modalità organizzative. Ciò è da sempre elemento di forte dibattito istituzionale ed ha evidenziato la necessità di un'attuazione legislativa del disposto costituzionale.[3] Generalmente, i partiti politici italiani sono costituiti come associazioni non riconosciute.

Il riferimento al “metodo democratico” fu invece inteso in senso puramente esterno ad ogni singolo partito: "Questo ebbe anche la conseguenza di escludere la possibilità di adire il giudice ordinario per le controversie interne ai partiti (e infatti, da allora in poi, una giurisprudenza costante ha sempre rigettato ricorsi di questo genere per “difetto di giurisdizione”). In questo modo si riproduceva l'autodichia della forma partito, anche se con ovvie differenze dovute alla forte attenuazione del principio gerarchico e della leadership personale. Dal regime di partito si passò al regime di partiti, ma pur sempre in una cornice di autoreferenzialità giuridica."[4]

Finanziamento[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Finanziamento pubblico ai partiti.
Fonte : Soldi e politica

La crisi della «Prima Repubblica», in Italia, si è prodotta anche a causa di un asservimento dell'interesse pubblico alle strategie di consenso e di potere della politica, secondo una concezione paternalistica[5] che, alla fine, ha travolto il prestigio dei partiti storici.

Alla luce del superamento dei precedenti sistemi elettorali e politici, nella cosiddetta Seconda Repubblica ci si è chiesto se i partiti italiani - in misura maggiore degli altri Paesi europei[6] - continuano a sostenere le loro attività gravando sulla legalità e sull'economia del Paese.[7]

In particolare, l'evoluzione del sistema politico[8] avrebbe inciso sulle modalità stesse della raccolta di denaro per il finanziamento alla politica.[9] Per converso, "l'indebolimento dei partiti ed il peso pubblico dei sistemi economico-finanziari ha prodotto un cambiamento di gerarchie e di forme dell'attività di corruzione. Non sono più i partiti, il sistema partitocratico a tenere in mano le briglie e ad assegnare i ruoli in un contesto fortemente centralizzato e controllato. Sono singoli imprenditori o gruppi di imprenditori che, attraverso un'azione penetrante di condizionamento e di vero e proprio orientamento delle scelte pubbliche, si appropriano delle risorse e ne distribuiscono, anche illecitamente, i vantaggi".[10]

In Italia il finanziamento pubblico ai partiti ebbe inizio[11] con la legge 195/1974, che suscitò da subito un dibattito assai acceso.[12] Nonostante l'esito favorevole del referendum abrogativo del 1993, il finanziamento è stato di fatto reintrodotto negli anni successivi con una nuova disciplina del "rimborso elettorale", cui accedono tutti i partiti che superano la soglia dell'1% dei voti, ma dalla fine del 2016 si passerà ad un sistema a contribuzione defiscalizzata.

Tuttavia, la modalità di controllo della spesa - rendicontata dai partiti per ottenere il finanziamento - ha destato ancora notevoli criticità.[13]

L'art. 9 della legge 6 luglio 2012, n. 96, che istituiva la "Commissione per la trasparenza e il controllo dei bilanci dei partiti e dei movimenti politici" con il compito di controllare i suddetti rendiconti, sostituendo il "Collegio dei revisori" precedentemente incaricato di svolgere i medesimi controlli soltanto sotto il profilo formale,[14] ha previsto una verifica per la "conformità delle spese effettivamente sostenute e delle entrate percepite alla documentazione addotta a prova delle stesse" (cfr. art.9, comma quinto).[15] La difficoltà - emersa quando la Commissione si dichiarò nell'impossibilità di effettuare i controlli, con una lettera ai presidenti delle Camere resa nota dalla stampa[16] - indusse il legislatore ad intervenire nuovamente e, dopo una lettura alla Camera nel luglio 2015[17] ed una al Senato in testo conforme, entrò in vigore[18] la legge 27 ottobre 2015, n. 175 (detta legge Boccadutri dal nome del suo primo firmatario).

Storia dei partiti in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Grafico delle elezioni politiche in Italia.

Regno d'Italia (1861-1946)[modifica | modifica wikitesto]

Grafico dell'andamento del numero di iscritti ai partiti politici italiani (1919-2022)

In Italia si può parlare di partiti politici moderni a partire dal 1892, quando venne fondato il Partito Socialista Italiano. Fino a quel momento i principali raggruppamenti politici del paese, la destra storica e la sinistra storica, non erano classificabili come partiti, ma come semplici "cartelli" di notabili (ed erano chiamati i "ministeriali"), ciascuno con un proprio feudo elettorale, che si riunivano in gruppi a seconda delle proprie idee. Questi due gruppi politici erano considerati i due poli dell'area liberale. Alla loro sinistra si schieravano i Repubblicani, che rappresentarono l'estrema sinistra parlamentare fino al 1892, e che si organizzarono in un vero e proprio partito solo nel 1895.

Questi tre gruppi politici, i liberali, i repubblicani e i socialisti, si sono sempre considerati gli eredi diretti delle correnti che avevano dato vita al Risorgimento. E in effetti ciascuna di esse si ricollega ad un preciso "Padre della Patria": i liberali a Cavour, i repubblicani a Mazzini e i socialisti a Garibaldi.

Invece il Partito Socialista Italiano sin dagli inizi si prefigura come un partito di massa, la forma partitica che sarà predominante per tutto il Novecento, e viene seguito pochi anni dopo dai movimenti politici cattolici, prima con la Democrazia Cristiana Italiana di Romolo Murri, poi con il Partito Popolare Italiano fondato da don Luigi Sturzo nel 1919. Non a caso entrambi i partiti otterranno notevoli successi elettorali fino all'avvento del fascismo, contribuendo in maniera determinante alla perdita di forza e autorevolezza della vecchia classe dirigente liberale, che non era stata capace di strutturarsi in una forma partitica in grado di affrontare le nuove sfide della società.

Nel 1914 Benito Mussolini fondò il Fascio d'azione rivoluzionaria e nel 1919 costituì i Fasci italiani di combattimento e nel 1921 diede vita al Partito Nazionale Fascista.

Infine nel 1921 da una scissione del Partito Socialista nacque il Partito Comunista d'Italia. Al momento della sua fondazione, avvenuta nel 1921, il PCI non era diverso dagli altri partiti comunisti europei, molto più piccoli rispetto ai "fratelli" socialisti o socialdemocratici e privi di un radicamento effettivo nelle masse e nella classe proletaria, in quanto prediligevano il ruolo di avanguardia rivoluzionaria tracciato da Lenin nelle sue opere politiche.

Questi tre partiti, il cattolico, il fascista ed il comunista, nati nel breve periodo che intercorre fra la fine della prima guerra mondiale e l'avvento del fascismo, possono essere considerati la seconda generazione dei partiti italiani, quella dei grandi partiti di massa, tipicamente contraddistinti dai colori: i "bianchi", i "neri" e i "rossi".

Prima Repubblica (1946-1993)[modifica | modifica wikitesto]

Grafico delle elezioni politiche nella Repubblica Italiana, espressi in termini di numeri assoluti (1946-2022)

Nel secondo dopoguerra i partiti di massa furono la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista Italiano: questa fu una delle peculiarità del sistema politico italiano. Il ruolo fondamentale svolto dal movimento comunista nella Resistenza ha consentito però al PCI di prendere il posto del Partito Socialista Italiano come rappresentante della classe operaia e di diventare stabilmente, dopo il 1948, il secondo partito italiano nonché il primo della sinistra. Il PCI ha rappresentato, praticamente in maniera continua, l'opposizione ai governi centristi della DC e a quelli DC-PSI e alleati per più di quarant'anni.

Questa problematica situazione ha condizionato fortemente il sistema politico italiano, perché mentre negli altri paesi europei la presenza di forti partiti socialisti, socialdemocratici o laburisti, ma sempre privi di legami con l'URSS, consentiva l'alternanza di governo, in Italia la pregiudiziale anticomunista e antisovietica rendeva di fatto impossibile tale alternanza. Questo spiega la permanenza ininterrotta al potere per oltre mezzo secolo della Democrazia Cristiana, il partito sorto dalle ceneri del PPI di don Luigi Sturzo, dal Governo Badoglio II al Governo Ciampi. Tuttavia la DC dal 1953 in poi mai ha avuto i voti sufficienti a governare da sola il Paese, a causa del sistema elettorale italiano completamente proporzionale. Questo spiega inoltre il notevole potere che sino al 1992 hanno avuto i piccoli partiti "laici" (Partito Liberale Italiano, erede del liberalismo prefascista e ottocentesco, Partito Socialista Democratico Italiano, nato dal PSI nel 1947, Partito Repubblicano Italiano), necessari per la formazione di maggioranze parlamentari.

La necessità di accordi continui fra partiti ha portato alla cosiddetta partitocrazia, e cioè l'occupazione, da parte dei partiti, di tutti i gangli dell'amministrazione pubblica, con l'inevitabile corollario di corruzione, nepotismo, inefficienza. Questo, insieme alle crisi delle ideologie e alla fine della guerra fredda[19], ha portato ad una generale perdita di credibilità e autorevolezza dei partiti, iniziata durante gli anni ottanta con il calo graduale ma inesorabile dei consensi di PCI e DC, e culminati nel crollo successivo all'inchiesta di Mani Pulite del 1992. A questa domanda di rinnovamento proveniente dalla società italiana si deve aggiungere però il deteriorarsi del partito di massa, ormai superato: non è un caso che dopo la disgregazione di PCI e DC e la scomparsa del PSI e dei partiti laici le nuove forze politiche emergenti siano movimenti "personali" come Forza Italia, creata nel 1994 dall'imprenditore Silvio Berlusconi, e partiti di protesta come la Lega Nord di Umberto Bossi.

Tra i partiti sorti negli anni novanta (è necessario evidenziare l'evoluzione del neofascista Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale in Alleanza Nazionale e la evoluzione del PCI nel Partito Democratico della Sinistra, socialisti democratici, con la conseguente scissione della ala euro-comunista, Partito della Rifondazione Comunista) bisogna comunque notare che, a più di dieci anni di distanza dall'apparente crollo della nomenclatura della Prima Repubblica, i partiti italiani con molta difficoltà sono giunti ad un sistema bipolare.

Seconda Repubblica[modifica | modifica wikitesto]

Molti ritengono che il gran numero di partiti della Prima Repubblica fosse dovuto al sistema completamente proporzionale, e quindi con i referendum del 1991 e del 1993 di fatto si chiese di sostituirlo con un maggioritario secco (first-past-the-post). Ciò è avvenuto solo in parte, in quanto è stato creato un sistema misto (la legge Mattarella, anche noto giornalisticamente come "Mattarellum") con una quota maggioritaria per il 75% dei seggi e il restante assegnato tramite proporzionale. Tuttavia in poco tempo è stato chiaro che in un sistema come quello italiano, caratterizzato da numerosi partiti a forte base regionale e privo di forze politiche paragonabili ai grandi partiti europei, il maggioritario invece che diminuire moltiplicava il numero di partiti: il maggioritario secco infatti spinge alla formazione di coalizioni, nelle quali i partiti piccoli hanno buon gioco nel chiedere un certo numero di seggi sicuri in cambio del proprio appoggio, quasi sempre determinante. Anche l'ultima riforma elettorale del 2006, che restaura un proporzionale, ma che all'atto pratico è un maggioritario a collegio unico, ma elimina le preferenze, conferisce un grande potere alla classe dirigente dei partiti e rende impossibile una penetrazione di essi da parte della società civile.

Nel 1993, il referendum sull'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti ottiene la maggioranza dei voti. La legge n. 156 del 26 luglio 2002 abbassa dal 4 all'1% il quorum per ottenere il rimborso elettorale e abolisce il tetto massimo di spesa per lo Stato.

Contrassegni ammessi e non ammessi alle elezioni del 2018

A partire dalle elezioni del 2006 si è andato affermando un netto bipolarismo (tendente addirittura anche al bipartitismo vero e proprio) dopo la riforma della legge elettorale dell'anno precedente (Legge Calderoli, detta gergalmente il "Porcellum", che premiava le coalizioni); si presentarono due coalizioni per le elezioni politiche:

Dopo la caduta del Governo Prodi II, le alleanze sono notevolmente mutate[20]. Alle elezioni politiche del 2008 si sono presentati:

Con le elezioni politiche del 2013 lo schema politico è tornato ad allargarsi. A questa consultazione elettorale, oltre a numerosi altri partiti e movimenti minori, le principali liste erano:

Il 16 novembre 2013 il Consiglio Nazionale del Popolo della Libertà e Silvio Berlusconi, approvano la sospensione delle attività del PdL e il rilancio di Forza Italia[21], al nuovo partito però non aderiscono le cosiddette Colombe del PdL, la corrente guidata da Angelino Alfano[22], che forma il Nuovo Centrodestra[23] continuando a sostenere il Governo Letta.

Per l'evoluzione del sistema coalizionale, si veda l'articolo sulle coalizioni politiche italiane.

Evoluzione dell'iscrizione ai partiti italiani[modifica | modifica wikitesto]

Studi internazionali hanno raccolto i dati degli iscritti ai partiti politici italiani.[24] Nel corso del XX secolo l'Italia era il Paese europeo con la militanza partitica più numerosa a livello complessivo, con diversi partiti capaci di raggiungere l'ordine di grandezza dei milioni di iscritti. A inizio secolo il PSI aveva all'incirca 200 000 iscritti, mentre durante il ventennio fascista il PNF sarà capace di raggiungere il milione di iscritti (all'organizzazione principale del partito).[25]

Durante la Prima Repubblica il PCI e la DC riusciranno entrambi a raggiungere picchi di 2 milioni di iscritti in certi periodi (il primo sarà particolarmente dominante nei primi 10-15 anni di vita della repubblica, mentre la seconda otterrà maggiori sostegni popolari tra gli anni sessanta-settanta e a fine anni ottanta). Dopo il crollo dei partiti di massa, dal 1993 nessun partito è più riuscito a raggiungere stabilmente la soglia del milione di iscritti, se non momentaneamente alla nascita del partito stesso: nei primi anni della Seconda Repubblica solo il PDS, poi evoluto in DS e PD, mantenne una struttura capillare sul territorio capace di garantire mediamente mezzo milione di iscritti.

Agli inizi degli anni 2020, i cinque partiti principali (FdI, PD, LSP, M5S e FI) annoverano tutti tra i 50,000 e i 150,000 iscritti a testa.[26][27]

I partiti politici attuali[modifica | modifica wikitesto]

Partiti parlamentari[modifica | modifica wikitesto]

Partiti maggiori rappresentati in Parlamento[modifica | modifica wikitesto]

Partito Leader Collocazione Ideologia principale Camera dei deputati Senato della Repubblica Parlamento Europeo Consigli regionali
Fratelli d'Italia (FdI) Giorgia Meloni Destra/Estrema destra Conservatorismo nazionale
118 / 400
[N 1]
66 / 200
[N 2]
10 / 76
139 / 896
Partito Democratico (PD) Elly Schlein Centro-sinistra Progressismo
69 / 400
[N 3]
37 / 200
[N 4]
15 / 76
196 / 896
Lega per Salvini Premier (LSP)[N 5] Matteo Salvini Destra/Estrema destra Populismo di destra
66 / 400
29 / 200
23 / 76
156 / 896
Movimento 5 Stelle (M5S) Giuseppe Conte Trasversale/Centro-sinistra Populismo
51 / 400
27 / 200
5 / 76
53 / 896
Forza Italia (FI) Antonio Tajani Centro-destra Conservatorismo liberale
44 / 400
19 / 200
9 / 76
74 / 896
Italia Viva (IV) Matteo Renzi Centro Liberalismo
9 / 400
7 / 200
2 / 76
[N 6]
15 / 896
Azione (Az) Carlo Calenda Centro Liberalismo
13 / 400
4 / 200
(Nel Misto / Az-RE)
2 / 76
12 / 896
  1. ^ Include un deputato iscritto al gruppo Noi moderati-MAIE.
  2. ^ Include 3 senatori iscritti al gruppo Civici d'Italia-Noi moderati-MAIE.
  3. ^ Inculde un deputato iscritto al gruppo misto/+Europa.
  4. ^ Include un senatore iscritto al gruppo Per le Autonomie.
  5. ^ Partito successore della Lega Nord.
  6. ^ All'europarlamentare Nicola Danti si aggiunge il 1º febbraio 2020 Sandro Gozi, eletto nella lista Renaissance alle elezioni europee in Francia.

Partiti minori rappresentati in Parlamento[modifica | modifica wikitesto]

Partito Leader Collocazione Ideologie principali Camera dei deputati Senato della Repubblica Parlamento Europeo Consigli regionali
Europa Verde (EV) Angelo Bonelli Centro-sinistra Ambientalismo
5 / 400
(In AVS)
1 / 200
(Nel Misto / AVS)
0 / 76
8 / 896
Sinistra Italiana (SI) Nicola Fratoianni Sinistra Ecosocialismo
Socialismo democratico
4 / 400
(In AVS)
2 / 200
(Nel Misto / AVS)
0 / 76
4 / 896
Noi Moderati (NM) Maurizio Lupi Centro/Centro-destra Cristianesimo liberale
5 / 400
(In NM-MAIE)
0 / 200
0 / 76
13 / 896
Unione di Centro (UDC) Lorenzo Cesa Centro/Centro-destra Cristianesimo democratico
1 / 400
(In NM-MAIE)
1 / 200
(In CdI-NM-MAIE)
0 / 76
7 / 896
Coraggio Italia (CI) Luigi Brugnaro Centro/Centro-destra Liberalismo conservatore
1 / 400
(In NM-MAIE)
1 / 200
(In CdI-NM-MAIE)
0 / 76
0 / 896
+Europa (+E) Emma Bonino Centro Liberalismo
Europeismo
2 / 400
0 / 200
0 / 76
0 / 896
Democrazia Solidale (DemoS) Paolo Ciani Centro-sinistra Cristianesimo sociale
1 / 400
(Nel PD-IDP)
0 / 200
1 / 76
(Nel PD)
2 / 896
Nuovo PSI (NPSI) Stefano Caldoro Centro/Centro-destra Socialismo liberale
1 / 400
(In FI)
0 / 200
0 / 76
2 / 896
Centro Democratico (CD) Bruno Tabacci Centro Centrismo
1 / 400
(Nel PD-IDP)
0 / 200
0 / 76
0 / 896
Radicali Italiani (RI) Matteo Hallissey Centro Radicalismo
1 / 400
(Nel Misto / +Eu)
0 / 200
0 / 76
0 / 896
Movimento Animalista Michela Vittoria Brambilla Trasversale Animalismo
1 / 400
(In NM-MAIE)
0 / 200
0 / 76
0 / 896
Democrazia Cristiana con Rotondi (DCR)[N 1] Gianfranco Rotondi Centro/Centro-destra Cristianesimo democratico
1 / 400
(In FdI)
0 / 200
0 / 76
0 / 896
Centristi per l'Europa (CpE) Pier Ferdinando Casini Centro Cristianesimo democratico
0 / 400
1 / 200
(Nel PD-IDP)
0 / 76
0 / 896
  1. ^ Partito federato con Partito Valore Umano (PVU)

Partiti rappresentati solo al Parlamento europeo[modifica | modifica wikitesto]

Partito Leader Collocazione Ideologia principale Camera dei deputati Senato della Repubblica Parlamento Europeo Consigli regionali
Democrazia Cristiana (DC) Salvatore Cuffaro Centro/Centro-destra Cristianesimo democratico
0 / 400
0 / 200
1 / 76
3 / 896
Destra Liberale Italiana (DLI) Anna Cinzia Bonfrisco Centro-destra Liberalismo conservatore
0 / 400
0 / 200
1 / 76
(In LSP)
0 / 896
Movimento 24 Agosto - Equità Territoriale (M24A-ET) Piernicola Pedicini Trasversale Neoborbonismo
0 / 400
0 / 200
1 / 76
1 / 896

Partiti regionali e locali rappresentati nel Parlamento italiano o nel Parlamento europeo[modifica | modifica wikitesto]

Partito Leader Collocazione Ideologia principale Camera dei deputati Senato della Repubblica Parlamento Europeo
Südtiroler Volkspartei (SVP) Arno Kompatscher Centro Autonomismo
Popolarismo
3 / 400
(Nel Misto / Min.Ling.)
2 / 200
(in Aut)
1 / 76
Sud chiama Nord (ScN) Cateno De Luca Trasversale Meridionalismo
Autonomismo
1 / 400
0 / 200
0 / 76
Cantiere Popolare (CP)[N 1] Francesco Saverio Romano Centro-destra Regionalismo
1 / 400
(In NM-MAIE)
0 / 200
0 / 76
Fare! Flavio Tosi Centro-destra Liberalismo
1 / 400
(In FI)
0 / 200
0 / 76
Partito Progressista (PP) Massimo Zedda Centro-sinistra Progressismo
1 / 400
(In AVS)
0 / 200
0 / 76
Sud in Testa (SiT) Andrea Caroppo Centro-destra Meridionalismo
1 / 400
(In FI)
0 / 200
0 / 76
Union Valdôtaine (UV) Erik Lavévaz Centro Autonomismo
1 / 400
(Nel Misto / Min.Ling.)
0 / 200
0 / 76
Campobase (CB) Lorenzo Dellai Centro-sinistra Autonomismo
0 / 400
1 / 200
(In Aut)
0 / 76
#DiventeràBellissima (#DB) Nello Musumeci Destra Meridionalismo
0 / 400
1 / 200
(In FdI)
0 / 76
Associazione Fassa (Fassa) Luca Guglielmi Centro-destra Cristianesimo democratico
0 / 400
1 / 200
(In LSP)
0 / 76

Partiti rappresentativi degli italiani all'estero presenti nel Parlamento italiano o nel Parlamento europeo[modifica | modifica wikitesto]

Partito Leader Collocazione Ideologia principale Camera dei deputati Senato della Repubblica Parlamento Europeo
Movimento Associativo Italiani all'Estero (MAIE) Ricardo Antonio Merlo Centro Tutela degli italiani residenti all'estero
1 / 400
(In NM-MAIE)
1 / 200
(In CdI-NM-MAIE)
0 / 76

Partiti extraparlamentari[modifica | modifica wikitesto]

Partiti con rappresentanza nei consigli regionali[modifica | modifica wikitesto]

Partito Leader Collocazione Ideologia principale Consigli regionali
Italia Migliore Letizia Moratti Centro Centrismo
3 / 896
Tempi Nuovi (TN) Giuseppe Fioroni Centro Cristianesimo democratico
2 / 896
Italia in Comune (IiC) Alessio Pascucci Centro-sinistra Progressismo
1 / 896
Moderati (Mod) Giacomo Portas Centro Liberalismo
1 / 896
noi Di Centro (nDC) Clemente Mastella Centro Cristianesimo democratico
1 / 896
Nuovo CDU (NCDU) Mario Tassone Centro Cristianesimo democratico
1 / 896
Partito Socialista Italiano (PSI) Enzo Maraio Centro-sinistra Socialdemocrazia
1 / 896
Popolari per l'Italia (PpI) Mario Mauro Centro/Centro-destra Cristianesimo democratico
1 / 896
Possibile (Pos) Beatrice Brignone Sinistra Socialdemocrazia
1 / 896

Partiti senza rappresentanza nei consigli regionali[modifica | modifica wikitesto]

Partito Leader Collocazione Ideologia principale
Alleanza di Centro (AdC) Francesco Pionati Centro Cristianesimo democratico
Alleanza Liberaldemocratica per l'Italia (ALI) Franco Turco Centro Liberalismo
Alternativa (Alt) Emanuela Corda Trasversale Populismo
Alternativa Popolare (AP) Paolo Alli Centro Popolarismo
Ancora Italia per la Sovranità Democratica (AI) Marco Gallo Trasversale Sovranismo
Ancora Italia Sovrana e Popolare (AISP) Francesco Toscano Trasversale Sovranismo
Azione Civile (AC) Antonio Ingroia Sinistra Politiche anti-corruzione
Club dei Giacobini - NPA (CbG-NPA) Pino A. Quartana Sinistra Sovranismo
Democrazia Atea (DA) Carla Corsetti Sinistra Ateismo
Socialismo libertario
Democrazia Cristiana (DC) Denis Martucci Centro Cristianesimo democratico
Democrazia Cristiana (DC) Nino Luciani Centro Cristianesimo democratico
Democrazia Cristiana (DC) Angelo Sandri Centro Cristianesimo democratico
Democrazia Cristiana (DC) Franco De Simoni Centro Cristianesimo democratico
Democrazia Cristiana (DC) Antonio Cirillo Centro Cristianesimo democratico
Democrazia e Autonomia (DemA) Luigi de Magistris Sinistra Progressismo
Democrazia Liberale (DL) Vincenzo Palumbo Centro-destra Liberalismo
Dieci Volte Meglio (10VM) Enrico Maria Bozza Centro Liberalismo
Europeisti Raffaele Fantetti Centro Liberalismo
Europeismo
Forza Nuova (FN) Roberto Fiore Estrema destra Neofascismo
Fronte Verde (FV) Vincenzo Galizia Trasversale Ambientalismo
Generazioni Future (GF) Ugo Mattei Sinistra Ambientalismo
Grande Nord (GN) Roberto Bernardelli Trasversale Federalismo
Insieme Giancarlo Infante
Eleonora Mosti
Maurizio Cotta
Centro Popolarismo
Il Popolo della Famiglia (PdF) Mario Adinolfi Centro-destra Conservatorismo sociale
Italexit per l'Italia - Trasversale Euroscetticismo
Italia Reale (IR) Massimo Mallucci Destra Monarchismo
Liberal Democratici (LD) Italo Tanoni Centro Liberalismo
Liberali Democratici Europei (LDE) Andrea Marcucci Centro Liberalismo
Liberisti Italiani Andrea Bernaudo Centro-destra Liberismo
L'Italia C'è (IC'è) Gianfranco Librandi Centro Riformismo
Movimento 3V (M3V) Luca Teodori Trasversale Antivaccinismo
Movimento delle Destre Unite Massimiliano Panero Estrema destra Nazionalismo
Movimento Fascismo e Libertà (MFL) Carlo Gariglio Estrema destra Neofascismo
Movimento Idea Sociale (MIS) Raffaele Bruno Estrema destra Neofascismo
Movimento Politico Libertas (MPL) Antonio Fierro Centro Cristianesimo democratico
Movimento Repubblicani Europei (MRE) Luciana Sbarbati Centro-sinistra Repubblicanesimo
Liberalismo sociale
Movimento Sociale Fiamma Tricolore (MSFT) Daniele Cerbella Estrema destra Neofascismo
Nuovi Orizzonti per l'Italia (NOI) Elisabetta Trenta Trasversale Populismo
Nuovo MSI (NMSI) Gaetano Saya Estrema destra Neofascismo
Partito Animalista Italiano (PAI) Cristiano Ceriello Trasversale Animalismo
Partito Comunista (PC) Marco Rizzo Estrema sinistra Comunismo
Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) Marco Ferrando Estrema sinistra Comunismo
Trotskismo
Partito Comunista Italiano (PCI) Mauro Alboresi Estrema sinistra Comunismo
Partito dei CARC (P.CARC) Pietro Vangeli Estrema sinistra Comunismo
Partito del Sud (PdS) Natale Cuccurese Sinistra Meridionalismo
Partito di Alternativa Comunista (PdAC) Francesco Ricci Estrema sinistra Comunismo
Trotskismo
Partito della Rifondazione Comunista (PRC) Maurizio Acerbo Sinistra / Estrema sinistra Comunismo
Partito Gay Fabrizio Marrazzo Trasversale Tutela dei diritti LGBT
Partito Liberale Italiano (PLI) Roberto Sorcinelli Centro Liberalismo
Partito Marxista-Leninista Italiano (PMLI) Giovanni Scuderi Estrema sinistra Comunismo
Marxismo-leninismo
Partito Pensiero e Azione (PPA) Antonio Piarulli Centro Liberalismo
Partito Pensionati (PP) Carlo Fatuzzo Centro Tutela dei pensionati
Partito Pirata Italiano (PPIT) Maria Rosaria lo Muzio Trasversale Democrazia liquida
Partito Repubblicano Italiano (PRI) Corrado De Rinaldis Saponaro Centro Mazzinianesimo
Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI) Paolo Preti Centro-sinistra Socialdemocrazia
Partito Umanista (PU) Giovanna Ubaldeschi Sinistra Umanesimo Universalista
Sovranismo di sinistra
Partito Valore Umano (PVU) Maurizio Sarlo Trasversale Nuovo Umanesimo
Patria e Costituzione (PeC) Stefano Fassina Sinistra Sovranismo di sinistra
Potere al Popolo! (PaP) Giuliano Granato
Marta Collot
Estrema sinistra Anticapitalismo
Riconquistare l'Italia (RI) Stefano D'Andrea Trasversale Sovranismo
Rinascimento (Rin) Vittorio Sgarbi Centro-destra Tutela del patrimonio artistico e paesaggistico
Risorgimento Socialista (RS) Franco Bartolomei Sinistra Socialismo
Sinistra Anticapitalista (SA) Franco Turigliatto Estrema sinistra Comunismo
Trotskismo
Sinistra Classe Rivoluzione (SCR) Segreteria collettiva Estrema sinistra Comunismo
Trotskismo
Solidarietà - Libertà, Giustizia e Pace Piero Pirovano Centro Cristianesimo sociale
Valore Liberale Marco Montecchi Centro Liberalismo
Volt Italia Gianluca Guerra
Eliana Canavesio
Centro-sinistra Federalismo europeo

Partiti rappresentativi degli italiani all'estero[modifica | modifica wikitesto]

Partito Leader Collocazione Ideologia principale
Unione Sudamericana Emigrati Italiani (USEI) Eugenio Sangregorio Centro-destra Tutela degli italiani residenti all'estero

Partiti locali e regionali[modifica | modifica wikitesto]

Valle d'Aosta[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Union Valdôtaine (UV)
7 / 35
Rassemblement Valdôtain (RV)
4 / 35
Alliance Valdôtaine (AV)
2 / 35
Pour l'Autonomie - Per l'Autonomia (PlA)
2 / 35
Area Democratica - Gauche Autonomiste
1 / 35
MOUV'
1 / 35
Rete Civica VdA
1 / 35
VdA Ensemble
1 / 35
Stella Alpina (SA)
1 / 35
Evolvendo
1 / 35

Piemonte[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Movimento 4 Ottobre (M4O)
1 / 51

Liguria[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Progresso Ligure
1 / 31

Lombardia[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Lega Lombarda
15 / 80
Lombardia Migliore
3 / 80
Lombardi Civici Europeisti
1 / 80

Trentino-Alto Adige[modifica | modifica wikitesto]

Consiglio della provincia autonoma di Trento[modifica | modifica wikitesto]
Partito Seggi
Casa Autonomia
2 / 35
Civica Trentina
2 / 35
Autonomisti Popolari
1 / 35
Associazione Fassa (Fassa)
1 / 35
Onda Civica Trentino (OCT)
1 / 35
Partito Autonomista Trentino Tirolese (PATT)
1 / 35
Progetto Trentino (PT)
1 / 35
Unione per il Trentino (UpT)
1 / 35
Consiglio della provincia autonoma di Bolzano[modifica | modifica wikitesto]
Partito Seggi
Südtiroler Volkspartei (SVP)
14 / 35
Team K (TK)
4 / 35
Verdi del Sudtirolo/Alto Adige (Verdi–Grüne–Vërc)
3 / 35
Die Freiheitlichen (dF)
2 / 35
Süd-Tiroler Freiheit (STF)
2 / 35
Enzian
1 / 35
Für Südtirol mit Widmann
1 / 35
Perspektiven für Südtirol (PfS)
1 / 35

Veneto[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Liga Veneta
33 / 51
Liga Veneta Repubblica (LVR)
1 / 51

Friuli-Venezia Giulia[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Patto per l'Autonomia (PpA)
4 / 48
Progetto FVG
2 / 48
Civica Fvg
1 / 48
Open Fvg
1 / 48
Slovenska Skupnost (SSk)
1 / 48

Emilia-Romagna[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Rete Civica - Progetto Emilia-Romagna
1 / 50

Toscana[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Toscana Domani
1 / 41

Marche[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Civici Marche
1 / 31

Umbria[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Civitas Umbria
1 / 21

Lazio[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Sinistra Civica Ecologista
1 / 51
  • POP idee in Movimento

Abruzzo[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Azione Politica (AP)
1 / 31

Molise[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Costruire Democrazia (CD)
1 / 21

Campania[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Noi Campani (NC)
2 / 51
Davvero
1 / 51
L'Italia è Popolare (L'IèP)
1 / 51

Puglia[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Con
5 / 50

Basilicata[modifica | modifica wikitesto]

Calabria[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Liberamente Progressisti
1 / 21
  • Autonomia e Diritti (AeD)
  • I Demokratici (DKR)
  • Tesoro Calabria

Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Sud chiama Nord (SCN)
6 / 70
Movimento per l'Autonomia (MpA)
4 / 70
DiventeràBellissima (#DB)
3 / 70
Sicilia Futura (SF)
2 / 70

Sardegna[modifica | modifica wikitesto]

Partito Seggi
Partito Progressista (PP)
3 / 60
Riformatori Sardi (RS)
3 / 60
Partito Sardo d'Azione (PSd'Az)
3 / 60
Sardegna 20Venti (S20V)
2 / 60

I partiti politici del passato[modifica | modifica wikitesto]

Partiti nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Partiti locali e regionali[modifica | modifica wikitesto]

Valle d'Aosta[modifica | modifica wikitesto]

Piemonte[modifica | modifica wikitesto]

Lombardia[modifica | modifica wikitesto]

Trentino-Alto Adige[modifica | modifica wikitesto]

Veneto[modifica | modifica wikitesto]

Friuli-Venezia Giulia[modifica | modifica wikitesto]

Molise[modifica | modifica wikitesto]

  • Partito Popolare Progressista (1993-2002 ca.)
  • Costruire Democrazia (2009-?)

Campania[modifica | modifica wikitesto]

Puglia[modifica | modifica wikitesto]

Calabria[modifica | modifica wikitesto]

Sardegna[modifica | modifica wikitesto]

Sicilia[modifica | modifica wikitesto]

Partiti rappresentativi degli italiani all'estero[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Partito federato in Noi con l'Italia (NcI)

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 49
  2. ^ C. Mortati, Concetto e funzione dei partiti politici, in Quaderni di Ricerca, s. l., 1949
  3. ^ Giampiero Buonomo, Don Sturzo, la trasparenza e la democrazia nei partiti, in L'ago e il filo, 1º marzo 2011. URL consultato il 15 ottobre 2022.
  4. ^ Aldo Giannuli, Una legge sui partiti? Una premessa storica., su blog di AldoGiannuli, 4 giugno 2016. URL consultato il 15 ottobre 2022.
  5. ^ Colazingari, Silvia, "Corruption in a paternalistic democracy: Lessons from Italy for Latin America." Political Science Quarterly, vol. 113, no. 3 (Fall 1998), p. 447-470.
  6. ^ Vincenzo, Musacchio. "Corruzione e finanziamento illecito dei partiti nelle campagne elettorali in Italia: Le regole europee." Rivista penale, 2014.
  7. ^ Musumeci, Toti S. Il costo della politica ed il finanziamento ai partiti / Toti S. Musumeci. n.p.: Padova: CEDAM, 1999.
  8. ^ PIZZIMENTI, Eugenio, and Piero IGNAZI. 2011. "Finanziamento pubblico e mutamenti organizzativi nei partiti italiani." Rivista Italiana Di Scienza Politica 41, no. 2: 199-236.
  9. ^ Così il vice ministro allo Sviluppo economico, Adolfo Urso, nel dispaccio Ansa 23 febbraio 2010 "CORRUZIONE: URSO, SE LISTE PULITE AVRÀ AVUTO RAGIONE ALFANO ALTRIMENTI SI IMPONE STRADA PARLAMENTARE PER DARE SEGNALE FORTE: vi si legge che "il sistema politico ed elettorale è cambiato (...) Oggi - spiega il viceministro - chi ruba lo fa per sé e perciò per i partiti dovrebbe essere più facile espellere i corrotti".
  10. ^ Mozione n. 1-00269, presentata il 13 aprile 2010 dai senatori FINOCCHIARO, DELLA MONICA, AGOSTINI, LUSI, D'AMBROSIO, ZANDA, LATORRE, CASSON, CAROFIGLIO, CHIURAZZI, GALPERTI, MARITATI: v. testo sull'ordine del giorno della seduta dell'Assemblea del Senato del 13 e 14 aprile 2010.
  11. ^ Borioni, Paolo. Risorse per la politica: il finanziamento dei partiti fra tradizione e innovazione. Roma: Carocci, 2005.
  12. ^ Basso, Lelio, and Achille Albonetti. Il Finanziamento dei partiti: Basso, Battaglia, Capitini, Galloni, Jemolo, Ravaioli, Rossi, Sturzo : Roma: Circolo Stato e libertà, 1978.
  13. ^ Veltri, Elio, and Francesco Paola. I soldi dei partiti: tutta la verità sul finanziamento alla politica in Italia : Venezia: Marsilio, 2012.
  14. ^ Essi «non possono accorgersi di bilanci non veritieri, perché fanno un controllo solo formale» (così Francesca Schianchi, «La certificazione dei rendiconti? Solo una formalità» su «La Stampa», 4/04/2012).
  15. ^ Rimborsi elettorali, ecco le irregolarità nei bilanci dei partiti scoperte dalla Commissione di controllo della Camera, su Il Fatto Quotidiano, 8 dicembre 2015. URL consultato il 17 marzo 2022.
  16. ^ Bilanci dei partiti? Commissione garanzia: "Impossibile capire se sono veri o falsi", su Il Fatto Quotidiano, 3 luglio 2015. URL consultato il 17 marzo 2022.
  17. ^ Daniele Errera, Riecco i rimborsi elettorali ai partiti. La proposta del Pd, su Termometro Politico, 24 luglio 2015. URL consultato il 17 marzo 2022.
  18. ^ Finanziamento ai partiti, Camera vota legge che elargisce fondi senza controlli. M5s protesta, lancia banconote in Aula, su Il Fatto Quotidiano, 9 settembre 2015. URL consultato il 17 marzo 2022.
  19. ^ Natalino Irti, in La tenaglia. In difesa dell'ideologia politica, Bari, Laterza, 2008.
  20. ^ Oreste Massari, Quanto contano i partiti, in La Repubblica di Sartori, a cura di Gianfranco Pasquino, "Paradoxa", 1, 2014.
  21. ^ L’addio al Pdl (in frantumi), rinasce Forza Italia, su Corriere della Sera, 16 novembre 2013. URL consultato il 15 ottobre 2022.
  22. ^ Il gran rifiuto di Alfano: «Non aderiamo a Forza Italia, pronti i nuovi gruppi», su Corriere della Sera, 15 novembre 2013. URL consultato il 15 ottobre 2022.
  23. ^ Berlusconi lancia Forza Italia E Alfano il Nuovo Centrodestra, su avvenire.it.
  24. ^ (EN) MAPP Project - Members & Activists in Political Parties, su projectmapp.eu. URL consultato il 2 dicembre 2022.
  25. ^ Le forze fasciste al 1º maggio, in La Stampa, 4 maggio 1932, p. 1.
  26. ^ Crollano gli iscritti Pd, dagli 800mila del 2008 ai 50mila di oggi. Così i campioni delle tessere si fanno superare da tutti, M5s e FdI compresi, su Il Fatto Quotidiano, 27 dicembre 2022. URL consultato il 29 agosto 2023.
  27. ^ Tajani, siamo a 100mila iscritti, Forza Italia è in ottima salute - Notizie - Ansa.it, su Agenzia ANSA, 16 novembre 2023. URL consultato il 16 novembre 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]