Elezioni politiche in Italia del 2006

Elezioni politiche in Italia del 2006
Stato Bandiera dell'Italia Italia
Data
9-10 aprile
Legislatura XV legislatura
Assemblee Camera dei deputati, Senato della Repubblica
Legge elettorale Legge Calderoli
Affluenza 84,24[1]% (Aumento 2,89%)
Gruppi
Camera dei deputati
Voti
19 002 598[2][3]
49,81[4]%
18 977 843[2][3]
49,74[4]%
Seggi
348 / 630
281 / 630
Differenza %
Aumento 9,31%
Aumento 0,18%
Differenza seggi
Aumento 87
Diminuzione 87
Senato della Repubblica
Voti
16 725 401[5][6]
48,96[4]%
17 153 978[5][6]
50,21[4]%
Seggi
158 / 315
156 / 315
Differenza %
Aumento 5,22%
Aumento 7,68%
Differenza seggi
Aumento 24
Diminuzione 20
Distribuzione del voto alla Camera per lista e per coalizione
Governi
Prodi II
2001 2008

Le elezioni politiche in Italia del 2006 per il rinnovo dei due rami del Parlamento Italiano – la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica – si tennero domenica 9 e lunedì 10 aprile 2006.

L'Unione, la coalizione di centro-sinistra, prese circa 25 000 voti in più della coalizione di centro-destra alla Camera e circa 500 000[5] voti in meno al Senato, a cui corrispose comunque una maggioranza - seppur di pochi seggi - per via del fatto che il numero di seggi del Senato viene distribuito su base regionale e non nazionale.[7][8][9]

L'esito della tornata elettorale è stato incerto fino alla fine dello scrutinio delle schede, attirando l'attenzione della stampa internazionale.[10][11][12][13][14]

Sistema di voto[modifica | modifica wikitesto]

Le elezioni si tennero con un nuovo sistema di voto introdotto con la legge n. 270 del 21 dicembre 2005, nota come legge Calderoli, detta Porcellum, che sostituì il precedente sistema detto Mattarellum ovvero le leggi 4 agosto 1993 n. 276 e n. 277.[15][16] Il sistema di distribuzione dei seggi è proporzionale, a coalizione, con premio di maggioranza ed elezione di più parlamentari contemporaneamente in collegi estesi, senza possibilità di indicare preferenze; erano previsti ambiti territoriali diversi per l'attribuzione del premio di maggioranza: l'intero territorio nazionale (esclusa la Valle d'Aosta) per la Camera dei deputati e la singola circoscrizione, coincidente con il territorio di una Regione, per il Senato[17], escluse Valle d'Aosta, Molise e Trentino-Alto Adige.

Francobollo del 2006 celebrativo del "Primo voto dei cittadini italiani all'estero"

Per la Camera la legge prevedeva che la lista o la coalizione di liste che avrebbe ottenuto la maggioranza relativa dei voti ma che non avesse conseguito 340 seggi, sarebbe stata assegnataria di ulteriori seggi in modo da raggiungere tale numero. I 12 seggi assegnati dalla Circoscrizione Estero e il seggio assegnato dalla Valle d'Aosta erano attribuiti secondo regole diverse: i relativi voti non sono calcolati per la determinazione della lista o coalizione di liste di maggioranza relativa.[15][16]

Per il Senato la legge prevedeva che la lista o la coalizione di liste che avrebbe ottenuto la maggioranza dei voti in una Regione ma che non avesse conseguito il 55% dei seggi da questa assegnati, sarebbe stata assegnataria di una quota ulteriore di seggi, in modo da raggiungere tale numero. I sei seggi assegnati dalla Circoscrizione Estero, il seggio assegnato dalla Valle d'Aosta, i due seggi assegnati dal Molise e i sette assegnati dal Trentino Alto-Adige sarebbero stati attribuiti secondo regole diverse.[15][16]

La legge prevedeva l'obbligo, contestualmente alla presentazione dei simboli elettorali, per ciascuna forza politica di depositare il proprio programma e di indicare il proprio capo; prevedeva inoltre la possibilità di apparentamento reciproco fra più liste, raggruppate in coalizioni e in questo caso il programma e il capo dovevano essere unici e veniva assunta la denominazione di "Capo della coalizione" il quale non era necessariamente candidato alla Presidenza del Consiglio dei ministri in quanto la sua nomina è di competenza del presidente della Repubblica.

Le elezioni parlamentari del 2006 furono le prime in cui il voto degli italiani residenti all'estero poté essere esercitato per corrispondenza, a seguito dell'approvazione della cosiddetta Legge Tremaglia del 2001. Peraltro, il voto per corrispondenza aveva già debuttato in occasione dei referendum del 2003.

Circoscrizioni[modifica | modifica wikitesto]

Il territorio nazionale italiano venne suddiviso alla Camera dei deputati in 28 circoscrizioni plurinominali ed al Senato della Repubblica in 21 circoscrizioni plurinominali, corrispondenti alle regioni italiane e alla nuova circoscrizione Estero.

Circoscrizioni della Camera dei deputati[modifica | modifica wikitesto]

Circoscrizioni del Senato della Repubblica[modifica | modifica wikitesto]

Quadro politico[modifica | modifica wikitesto]

«Se un'intera classe dirigente preferisce candidare al governo nel 2006 gli stessi contendenti di dieci anni prima e non è capace di individuare alternative, vuol dire che non c'è speranza per l'Italia. E non per colpa di Berlusconi o Prodi, che, difendendo le rispettive postazioni, fanno il loro mestiere. Ma perché gli altri giovanotti delle seconde file non hanno grandi idee o ambizioni sufficienti per volerle realizzare in prima persona.»

La tornata elettorale del 2006 si svolse dopo una legislatura durata cinque anni, segnata da una forte maggioranza parlamentare del centro-destra, che formò i governi Berlusconi II e Berlusconi III. Nel corso di questi anni, le forze politiche si consolidarono fra loro, formando un quadro più marcatamente bipolare, dando vita a due grossi schieramenti in cui erano inglobate la maggior parte delle forze politiche. Nel centro-destra, si conferma l'alleanza fra i principali partiti della coalizione (Forza Italia, Lega Nord, Alleanza Nazionale e Unione dei Democratici Cristiani e di Centro). Nel centro-sinistra, Rifondazione Comunista e Italia dei Valori si ricollocano in posizioni più vicine ai Democratici di Sinistra e a La Margherita.

Principali coalizioni e forze politiche[modifica | modifica wikitesto]

La quasi totalità dei partiti scelsero di schierarsi all'interno delle due coalizioni principali.

Coalizione Leader[18] Foto
L'Unione
Coalizione di centro-sinistra composta da Democratici di Sinistra, Democrazia è Libertà - La Margherita, Popolari UDEUR, Partito della Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani, Federazione dei Verdi, Consumatori Uniti, Rosa nel Pugno, Italia dei Valori, Partito Pensionati, Südtiroler Volkspartei, Autonomie Liberté Démocratie, Movimento Repubblicani Europei, Lega per l'Autonomia - Alleanza Lombarda, Lista Consumatori, Democrazia Cristiana, I Socialisti, Liga Fronte Veneto, e Democratici Cristiani Uniti
Romano Prodi
La Casa delle Libertà
Coalizione di centro-destra composta da Forza Italia, Alleanza Nazionale, Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, Lega Nord-Movimento per l'Autonomia, Nuovo PSI-Democrazia Cristiana per le Autonomie, Partito Repubblicano Italiano, Riformatori Liberali, Alternativa Sociale (Azione Sociale, Fronte Sociale Nazionale e Forza Nuova), Fiamma Tricolore, Ecologisti Democratici, No Euro, Pensionati Uniti, Partito Liberale Italiano, Patto Cristiano Esteso, Nuova Sicilia, Patto per la Sicilia e S.O.S. Italia
Silvio Berlusconi

La Casa delle Libertà[modifica | modifica wikitesto]

La La Casa delle Libertà era una coalizione guidata da Silvio Berlusconi e costituita principalmente da quattro partiti: Forza Italia, con a capo Berlusconi, Alleanza Nazionale, guidata da Gianfranco Fini, l'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro, guidata da Pier Ferdinando Casini e la Lega Nord, guidata da Umberto Bossi.

A questi si aggiunsero una serie di partiti e movimenti, come il Nuovo PSI di Gianni De Michelis, la Democrazia Cristiana per le Autonomie di Gianfranco Rotondi, il Partito Repubblicano Italiano di Giorgio La Malfa[19]. Vi erano inoltre il Movimento per l'Autonomia di Raffaele Lombardo e i Riformatori Liberali[20], guidati da Benedetto Della Vedova. Alternativa Sociale era il partito di Alessandra Mussolini che ara alla guida di una sua coalizione che raccoglieva anche l'appoggio di Forza Nuova di Roberto Fiore e del Fronte Sociale Nazionale di Adriano Tilgher; questa coalizione si collegava alla Casa delle Libertà così come Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli che si presentava con una lista autonoma ma sempre all'interno della coalizione di centrodestra. Altre formazioni apparentate furono L'Ambienta-Lista (Verdi Verdi), No Euro, S.O.S. Italia, Pensionati Uniti, Patto Cristiano Esteso, Nuova Sicilia e Patto per la Sicilia.

L'Unione[modifica | modifica wikitesto]

L'Unione è il nome assunto dalla coalizione di centrosinistra, guidata da Romano Prodi designato tale in seguito alle elezioni primarie tenute il 16 ottobre 2005 nelle quali si erano candidati Clemente Mastella, Fausto Bertinotti, Alfonso Pecoraro Scanio e Antonio Di Pietro; Prodi assunse la leadership riscuotendo il 74% dei 4 300 000 voti espressi.

I partiti della coalizione furono: i Democratici di Sinistra, guidati da Piero Fassino; La Margherita, di Francesco Rutelli[21]; l'UDEUR, di Clemente Mastella, i Verdi, di Alfonso Pecoraro Scanio; i Socialisti Democratici Italiani, di Enrico Boselli; i Comunisti Italiani, con segretario Oliviero Diliberto, i Radicali Italiani, Südtiroler Volkspartei, Rifondazione Comunista e Italia dei Valori oltre al Movimento Repubblicani Europei di Luciana Sbarbati e Lista Consumatori (che si presentano in quattro regioni).

I Socialisti Democratici Italiani hanno costituito la Rosa Nel Pugno sulla base di un progetto siglato tra loro e Radicali Italiani, Associazione Luca Coscioni e Federazione dei giovani socialisti. Alla coalizione si sono aggiunti anche I Socialisti di Bobo Craxi, il PSDI di Giorgio Carta, il Partito Pensionati di Carlo Fatuzzo e altre formazioni minori.

I Democratici di Sinistra, La Margherita e i Repubblicani Europei alla Camera dei Deputati si sono presentati in una lista unica utilizzando il simbolo dell'Ulivo.

Campagna elettorale[modifica | modifica wikitesto]

Un TIR pubblicitario in piazza Maggiore a Bologna

La Commissione parlamentare di vigilanza approvò, con i voti della sola maggioranza di centrodestra, un regolamento di esecuzione della legge sulla par condicio che prevedeva due dibattiti tra Berlusconi e Prodi, leader dei principali schieramenti, tre tra i componenti dei maggiori partiti delle rispettive coalizioni, una conferenza stampa per ogni partito nei giorni precedenti le elezioni e una conferenza stampa finale del Presidente del Consiglio.[22][23]

Prodi inizialmente rifiutò di partecipare perché riteneva un'illegittima alterazione della parità di trattamento tra le forze politiche la conferenza stampa finale del premier e, solo dopo che Berlusconi vi rinunciò accettò di prendere parte ai dibattiti.[24]

Dirigibile elettorale a Pisa

Sondaggi pre-voto[modifica | modifica wikitesto]

Nel periodo precedente alle elezioni vennero realizzati molti sondaggi commissionati per lo più da giornali nazionali e canali televisivi e che hanno generalmente assegnato un vantaggio alla coalizione dell'Unione di circa il 5%.[25][26]

I risultati finale alla Camera e al Senato hanno avuto un discostamento di circa il 3% sui quelli forniti dalla quasi totalità dei sondaggi, inclusi gli exit poll.[26]

Istituto di ricerca Data L'Unione La Casa delle Libertà
IPR Marketing (exit poll) 10 aprile 50-53 46-49
Nexus per RAI e Mediaset (exit poll) 10 aprile 50-54 45-49
Istituto Piepoli per Sky TG24 (in house poll) 10 aprile 52 47
IPR Marketing 22 marzo 52 47
TNS Abacus 20 marzo 51,5 48
GfK Eurisko 20 marzo 52 46,7
Ekma Ricerche 20 marzo 53,5 46
SWG 17 marzo 52,8 46,4
IPR Marketing 16 marzo 52 47,7
GfK Eurisko 15 marzo 51 46,5
TNS Abacus 13 marzo 51,5 48
Ekma Ricerche 13 marzo 53 46,3
IPR Marketing 12 marzo 52 47,7
SWG 10 marzo 52,6 46
Penn, Schoen & Berland 9 marzo 48,3 48,8
Euromedia Research 9 marzo 49,3 50
TNS Abacus 9 marzo 51 47,5
Lorien Consulting 7 marzo 51,1 48,1
IPR Marketing 7 marzo 52,2 47,5
Ekma Ricerche 6 marzo 52 47,5
SWG 3 marzo 52 47
IPR Marketing 1º marzo 52,2 47,3
TNS Abacus 1º marzo 51,5 47
Ekma Ricerche 27 febbraio 51,8 47,2
SWG 23 febbraio 51,8 47,2
TNS Abacus 22 febbraio 51,5 47
IPR Marketing 21 febbraio 52,1 47,4
Ekma Ricerche 20 febbraio 51,2 47
SWG 17 febbraio 51 47,8
IPR Marketing 16 febbraio 52 47,5
Penn, Schoen & Berland 16 febbraio 48,2 48,4
TNS Abacus 15 febbraio 51 47
Ekma Ricerche 13 febbraio 51,5 47,5
SWG 10 febbraio 51,6 47,3
TNS Abacus 8 febbraio 51 46,5
IPR Marketing 7 febbraio 52 47
Ekma Ricerche 6 febbraio 52,5 46,5
SWG 4 febbraio 51,2 46,6
TNS Abacus 1º febbraio 51 46
Euromedia Research 1º febbraio 50,9 47,9
IPR Marketing 31 gennaio 52,2 47,2
Lorien Consulting 30 gennaio 51,5 45,9
SWG 28 gennaio 51,4 46,2
TNS Abacus 25 gennaio 51 45,5
IPR Marketing 25 gennaio 52,5 47
Lorien Consulting 23 gennaio 51,3 46
SWG 22 gennaio 51,7 45,7
TNS Abacus 18 gennaio 50,5 46
Euromedia Research 18 gennaio 51,7 48,3
IPR Marketing 18 gennaio 52 46
Lorien Consulting 16 gennaio 51,4 45,7
SWG 16 gennaio 51,4 46
IPR Marketing 11 gennaio 52 46
TNS Abacus 11 gennaio 51 46
SWG 5 gennaio 49,7 47,9
IPR Marketing 11 dicembre, 2005 52,8 44,9
IPR Marketing 7 dicembre 52,5 44,5
IPR Marketing 25 ottobre 52 45

Risultati[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Grafico delle elezioni politiche italiane.

I risultati delle elezioni politiche furono diffusi, a titolo provvisorio, dal ministero dell'Interno, man mano che le prefetture ricevevano i verbali delle sezioni elettorali. I risultati definitivi, salvo reclami esaminati dalla giunte per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, furono forniti dalla Commissione elettorale centrale istituita presso la Suprema Corte di Cassazione. A seguito della proclamazione dei risultati nazionali, le singole commissioni elettorali circoscrizionali proclamarono i candidati eletti. La composizione del plenum di entrambe le assemblee legislative nella XV Legislatura, tuttavia, fu definita solo dopo che i parlamentari eletti in più circoscrizioni decisero per quale seggio optare lasciando che i primi dei non eletti nelle altre circoscrizioni accedessero in loro vece in Parlamento. Dal voto degli italiani all'estero l'Unione conquista quattro senatori contro uno solo della CdL riuscendo a conquistare una lieve maggioranza al Senato; tale vantaggio risulta poi rafforzato dall'appoggio di almeno quattro senatori a vita permettendo la vittoria del centrosinistra anche al Senato seppure il numero di elettori totali sia favorevole al centrodestra per oltre 200 000 (17 713 163 contro 17 511 309).

Anche il risultato elettorale del 2001 - sotto il profilo dei voti raccolti - non aveva fatto emergere una maggioranza assoluta di voti a favore della coalizione vincente: alla Camera la Casa delle Libertà raccolse il 45,40% dei voti nella quota maggioritaria e il 49,9% nella quota proporzionale, ed al Senato con il 42,53% dei voti ottenne 176 seggi su 315. Sta di fatto che nel 2006, come detto, alla Camera l'Unione ha avuto 19 001 684 voti, e il Polo 18 976 460; ma a questi dati bisognerebbe aggiungere i voti della Valle d'Aosta (calcolati separatamente perché hanno leggi elettorali diverse): 35 302 per l'Unione e 19 237 per il Polo; inoltre, occorre aggiungere i voti delle circoscrizioni estere: 459 454 per l'Unione e 369 952 per il Polo.

In tutto, quindi, l'Unione ottiene 130 801 voti in più alla Camera (19 496 450 contro 19 365 649) ma 201 854 in meno al Senato (17 511 309 contro 17 713 163).

Rispetto alle precedenti elezioni del 2001 hanno avuto luogo le seguenti variazioni:

  • La coalizione di centro-sinistra alla Camera dei Deputati ottiene ottimi risultati in Basilicata e Toscana, dove alla Camera dei Deputati supera il 60% delle preferenze, sfiorandolo in Emilia-Romagna. Ottiene buoni risultati anche in Calabria e Marche e Umbria, dove supera il 55% dei voti[27].

La coalizione di centro-destra di Silvio Berlusconi subisce una lieve erosione rispetto alla quota proporzionale della precedente elezione, con un voto più frazionato sulle liste minori, restando forte solamente in Lombardia, Sicilia e Veneto, dove supera il 55% delle preferenze alla Camera dei Deputati. Buoni risultati anche in Friuli Venezia Giulia, dove sfiora il 55% dei voti[27]. Dopo queste infatti le regioni in cui il centro-destra ottenne alla Camera i migliori risultati furono la Puglia ed il Piemonte (con però solo poco più del 50% dei voti) ed il Lazio e la Campania (dove il centrodestra era però già sotto, anche se di poco, al 50%).

Camera dei deputati[modifica | modifica wikitesto]

Risultati delle elezioni politiche italiane del 2006 (Camera dei deputati)
Coalizione Partito Italia (19 regioni) Valle d'Aosta Estero Totale
seggi
+/–
Voti % Seggi Voti % Seggi Voti % Seggi
L'Unione L'Ulivo 11 930 983 31,27 220 N.D. N.D. 0 421 414 43,39 6 226 +7
Rifondazione Comunista 2 229 464 5,84 41 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 41 +30
Rosa nel Pugno 990 694 2,60 18 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 18 +9
Italia dei Valori 877 052 2,30 16 N.D. N.D. 0 27 432 2,82 1 17 +17
Comunisti Italiani 884 127 2,32 16 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 16 +6
Federazione dei Verdi 784 803 2,06 15 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 15 +7
Popolari UDEUR 534 088 1,40 10 N.D. N.D. 0 9 721 1,00 0 10
Südtiroler Volkspartei 182 704 0,48 4 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 4 +1
Autonomie Liberté Démocratie N.D. N.D. 0 34 168 43,44 1 N.D. N.D. 0 1
Altri di centro-sinistra 588 683 1,54 0 1 135 1,44 0 N.D. N.D. 0 0 ±0
Totale coalizione 19 002 598 49,81 340 35 303 44,88 1 458 567 47,21 7 348 +77
La Casa delle Libertà Forza Italia 9 048 976 23,72 137 13 374 17,00 0 202 536 20,86 3 140 −54
Alleanza Nazionale 4 707 126 12,34 71 N.D. N.D. 0 72 −27
Per l'Italia nel Mondo con Tremaglia N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 72 105 7,42 1
Unione di Centro 2 580 190 6,76 39 2 282 2,90 0 66 456 6,84 0 39 −1
Lega Nord - MpA 1 747 730 4,58 26 1 566 1,99 0 20 211 2,08 0 26 −4
Democrazia Cristiana - Partito Socialista 285 474 0,75 4 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 4
Altri di centro-destra 608 347 1,58 0 2 017 2,57 0 8 227 0,84 0 0 ±0
Totale coalizione 18 977 843 49,74 277 19 239 24,46 0 369 529 38,05 4 281 −86
Associazioni Italiane in Sud America N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 99 817 10,28 1 1
Altre liste 172 902 0,45 0 24 119 30,66 0 43 528 4,48 0 0 −1
Totale 38 153 343 100,00 617 78 661 100,00 1 971 152 100,00 12 630

Italia (19 regioni)[modifica | modifica wikitesto]

Partiti maggioritari nelle singole circoscrizioni elettorali.
Coalizioni (e candidati leader) maggioritarie nelle singole circoscrizioni elettorali.
Partiti maggioritari nelle singole province per la Camera.
Leader Lista Voti % Seggi Differenza (%) Aumento/Diminuzione
Romano Prodi
L'Ulivo (DS-DL) 11 930 983 31,27 220 Aumento0,18 -
Partito della Rifondazione Comunista (PRC) 2 229 464 5,84 41 Aumento0,81 -
Rosa nel Pugno (RnP) 990 694 2,60 18 - -
Partito dei Comunisti Italiani (PdCI) 884 127 2,32 16 Aumento0,65 -
Italia dei Valori (IdV) 877 052 2,30 16 Diminuzione1,59 -
Federazione dei Verdi (FdV) 784 803 2,06 15 - -
Popolari UDEUR 534 088 1,40 10 - -
Partito Pensionati (PP) 333 278 0,87 0 Aumento0,69 -
Südtiroler Volkspartei (SVP) 182 704 0,48 4 Diminuzione0,06 -
I Socialisti[28] 115 066 0,30 0 - -
Lista Consumatori-Doveri Civici-DC[29] 73 751 0,19 0 - -
Lega per l'Autonomia-Alleanza Lombarda (LAL)[30] 44 589 0,12 0 - -
Altri di centro-sinistra 21 999 0,06 0 Diminuzione0,14 -
Totale coalizione 19 002 598 49,81 340 Aumento79
Silvio Berlusconi
Forza Italia (FI) 9 048 976 23,72 137 Diminuzione5,71 -
Alleanza Nazionale (AN) 4 707 126 12,34 71 Aumento0,32 -
Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC) 2 580 190 6,76 39 Aumento1,15 -
Lega Nord-Movimento per l'Autonomia (LN-MpA) 1 747 730 4,58 26 Aumento0,64 -
Democrazia Cristiana-Partito Socialista (DC-PS)[31] 285 474 0,75 4 - -
Alternativa Sociale (AS) 255 354 0,67 0 - -
Fiamma Tricolore (FT) 230 506 0,60 0 Aumento0,21 -
No Euro (NE)[32] 58 746 0,15 0 - -
Altri di centro-destra 63 741 0,16 0 - -
Totale coalizione 18 977 843 49,74 277 Diminuzione91
Giorgio Panto Progetto NordEst (PNE)[33] 92 002 0,24 0 - -
Altri Altre liste 80 900 0,21 0 - -
Totale[34] 38 153 343 100,00 617

Valle d'Aosta[modifica | modifica wikitesto]

Candidato Lista Voti % Seggi
Roberto Nicco Autonomie Liberté Démocratie (ALD) 34 168 43,44 1
Marco Vierin Vallée d'Aoste - Autonomie Progrès Fédéralisme (VdA) 24 119 30,66 0
Massimo Lattanzi Forza Italia - Alleanza Nazionale (FI-AN) 13 374 17,00 0
Luca Bringhen Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC) 2 282 2,90 0
Alessandra Mussolini Alternativa Sociale (AS) 1 587 2,02 0
Vincenzo Falco Lega Nord (LN) 1 566 1,99 0
Marco Bertone Partito Pensionati (PP) 1 135 1,44 0
Marcello Pietrantonio Fiamma Tricolore (FT) 430 0,55 0
Totale 78 661 100,00 1

Estero[modifica | modifica wikitesto]

Lista Voti % Seggi
L'Unione 421 414 43,39 6
Forza Italia (FI) 202 536 20,86 3
Associazioni Italiane in Sud America (AISA) 99 817 10,28 1
Per l'Italia nel Mondo con Tremaglia (PIMT) 72 105 7,42 1
Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC) 66 456 6,75 0
Italia dei Valori (IdV) 27 432 2,82 1
Lega Nord - Movimento per l'Autonomia (LN-MpA) 20 205 2,08 0
Unione Sudamericana Emigrati Italiani (USEI) 14 205 1,46 0
Partito degli Italiani nel Mondo (PIM) 11 250 1,16 0
L'Altra Sicilia (LAS) 10 867 1,12 0
Popolari UDEUR 9 721 1,00 0
Alternativa Sociale (AS) 7 030 0,72 0
Amare l'Italia (AI) 3 732 0,38 0
Alternativa Indipendente Italiani all'Estero (AIIE) 3 474 0,36 0
Fiamma Tricolore (FT) 1 197 0,12 0
Totale[34] 971 152 100,00 12

Senato della Repubblica[modifica | modifica wikitesto]

Risultati delle elezioni politiche italiane del 2006 (Senato della Repubblica)
Coalizione Partito Italia (18 regioni) Valle d'Aosta Trentino-Alto Adige Estero Totale
seggi
+/–
Voti % Seggi Voti % Seggi Voti % Seggi Voti % Seggi
L'Unione Democratici di Sinistra 5 977 347 17,50 62 N.D. N.D. 0 359 660 62,69 5 393 357 44,14 4 65 +1
L'Ulivo 59 498 0,17 1 N.D. N.D. 0
La Margherita 3 664 903 10,73 39 N.D. N.D. 0 43 ±0
Rifondazione Comunista 2 518 361 7,37 27 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 27 +23
Insieme con L'Unione 1 423 003 4,17 11 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 11 +1
Italia dei Valori 986 191 2,89 4 N.D. N.D. 0 26 486 2,97 0 4 +3
Popolari UDEUR 477 226 1,40 3 N.D. N.D. 0 13 507 1,52 0 3
Rosa nel Pugno 851 604 2,49 0 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 0
Partito Pensionati 340,565 1,00 0 1 046 1,42 0 16 381 2,86 N.D. N.D. 0 0 ±0
Südtiroler Volkspartei N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 117 495 20,48 N.D. N.D. 0 3 ±0
Lista Consumatori 72 199 0,21 1 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. N.D. N.D. 0 1
Autonomie Liberté Démocratie N.D. N.D. 0 32 554 44,17 1 N.D. N.D. N.D. N.D. 0 1
Altri di centro-sinistra 354 504 1,05 0 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. N.D. N.D. 0 0 −1
Totale coalizione 16 725 401 48,96 148 33 600 45,59 1 359 660 62,69 5 433 350 48,63 4 158 +22
La Casa delle Libertà Forza Italia 8 202 890 24,01 78 11 505 15,61 0 175 139 30,53 2 186 386 20,92 1 80 −8
Alleanza Nazionale 4 235 208 12,40 41 N.D. N.D. 0 41 +4
Unione di Centro 2 309 442 6,76 21 2 264 3,07 0 57 278 6,43 0 21 −8
Lega Nord - MpA 1 530 667 4,48 13 1 574 2,14 0 18 544 2,08 0 14 −3
Altri di centro-destra 875 771 2,56 0 1 191 1,61 0 14 819 2,58 0 73 630 8,26 0 0 −1
Totale coalizione 17 153 978 50,21 153 16 534 22,43 0 189 958 33,11 2 335 838 37,69 1 156 −3
Associazioni Italiane in Sud America N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 N.D. N.D. 0 85 745 9,62 1 1
Altre liste 283 236 0,85 0 23 574 31,98 0 24 092 4,20 0 121 873 13,68 0 0 −1
Totale 34 162 615 100,00 301 73 708 100,00 1 573 710 100,00 7 891 061 100,00 6 315

Italia (18 regioni)[modifica | modifica wikitesto]

Coalizioni maggioritarie nelle singole regioni per il Senato.
Partiti maggioritari nelle singole circoscrizioni elettorali.
Coalizioni (e candidati leader) maggioritarie nelle singole circoscrizioni elettorali.
Leader Lista Voti % Seggi Differenza (%) Aumento/Diminuzione
Romano Prodi
Democratici di Sinistra (DS)[35] 5 977 347 17,50 62 - -
Democrazia è Libertà - La Margherita (DL)[35] 3 664 903 10,73 39 - -
Partito della Rifondazione Comunista (PRC) 2 518 361 7,37 27 Aumento2,3 Aumento23
Insieme con L'Unione (FdV-PdCI-CU) 1 423 003 4,17 11 - -
Italia dei Valori (IdV) 986 191 2,89 4 Diminuzione0,5 Aumento3
Rosa nel Pugno (RnP) 851 604 2,49 0 - -
Popolari UDEUR[36] 477 226 1,40 3 - -
Partito Pensionati (PP) 340 565 1,00 0 Aumento0,06 Stabile
I Socialisti[37] 126 431 0,37 0 - -
Lega per l'Autonomia-Alleanza Lombarda (LAL)[38] 90 855 0,27 0 - -
Lista Consumatori-Doveri Civici-DC[39] 72 199 0,21 1 - -
L'Ulivo[40] 59 498 0,17 1 - -
Partito Socialista Democratico Italiano (PSDI)[41] 57 343 0,17 0 - -
Movimento Repubblicani Europei (MRE)[42] 51 219 0,15 0 - -
Altri di centro-sinistra 28 656 0,09 0 - -
Totale coalizione[43] 16 725 401 48,96 148 Aumento23[43]
Silvio Berlusconi
Forza Italia (FI) 8 202 890 24,01 78 - -
Alleanza Nazionale (AN) 4 235 208 12,40 41 - -
Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC)[35] 2 309 442 6,76 21 - -
Lega Nord-Movimento per l'Autonomia (LN-MpA)[44] 1 530 667 4,48 13 - -
Alternativa Sociale (AS) 214 526 0,63 0 - -
Fiamma Tricolore (FT) 204 498 0,60 0 - -
Democrazia Cristiana-Partito Socialista (DC-PS)[45] 190 717 0,56 0 - -
Pensionati Uniti (PU)[46] 61 681 0,18 0 - -
Partito Repubblicano Italiano (PRI)[47] 45 098 0,13 0 - -
L'Ambienta-Lista - Ecologisti Democratici[48] 36 458 0,11 0 Aumento0,01 Stabile
Nuova Sicilia[49] 33 485 0,10 0 - -
Altri di centro-destra 89 308 0,26 0 - -
Totale coalizione[43] 17 153 978 50,21 153 Diminuzione23
Giorgio Panto
Progetto NordEst[50] 93 172 0,27 0 - -
Nello Musumeci
Alleanza Siciliana 36 194 0,11 0 - -
Altri
Altre liste 153 870 0,47 0 - -
Totale[43] 34 162 615 100,00 301

Valle d'Aosta[modifica | modifica wikitesto]

Candidato Lista Voti % Seggi
Carlo Perrin Autonomie Liberté Démocratie (ALD) 32 554 44,17 1
Augusto Rollandin Vallée d'Aoste - Autonomie Progrès Fédéralisme (VdA) 23 574 31,98 0
Luigi Magnani Forza Italia - Alleanza Nazionale (FI-AN) 11 505 15,61 0
Luigi Bracci Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC) 2 264 3,07 0
Sergio Ferrero Lega Nord (LN) 1 574 2,14 0
Silvio Pedullà Partito Pensionati (PP) 1 046 1,42 0
Giancarlo Borluzzi Alternativa Sociale (AS) 775 1,05 0
Eusebio Margara Fiamma Tricolore (FT) 416 0,56 0
Totale 73 708 100,00 1

Trentino-Alto Adige/Südtirol[modifica | modifica wikitesto]

Lista Voti % Seggi
Südtiroler Volkspartei - L'Unione (SVP-Unione) 198 156 34,54 3
La Casa delle Libertà (CdL) 175 139 30,53 2
Südtiroler Volkspartei (SVP) 117 495 20,48 2
L'Unione 27 628 4,81 0
Die Freiheitlichen (DF) 16 765 2,92 0
Partito Pensionati (PP) 16 381 2,86 0
Fiamma Tricolore (FT) 14 819 2,58 0
Unione Popolare Autonomista (UPA) 7 327 1,28 0
Totale[43] 573 710 100,00 7

Estero[modifica | modifica wikitesto]

Lista Voti % Seggi
L'Unione 393 357 44,14 4
Forza Italia (FI) 186 386 20,92 1
Associazioni Italiane in Sud America (AISA)[51] 85 745 9,62 1
Per l'Italia nel Mondo con Tremaglia (PIMT) 65 055 7,30 0
Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC)[52] 57 278 6,43 0
Italia dei Valori (IdV)[53] 26 486 2,97 0
Lega Nord - Movimento per l'Autonomia (LN-MpA) 18 544 2,08 0
Popolari UDEUR[54] 13 507 1,52 0
Unione Sudamericana Emigrati Italiani (USEI)[51] 12 552 1,41 0
Partito degli Italiani nel Mondo (PIM)[53] 10 888 1,22 0
L'Altra Sicilia-Per il Sud[53] 9 497 1,07 0
Fiamma Tricolore (FT)[55] 8 575 0,96 0
Alternativa Indipendente Italiani all'Estero (AIIE)[56] 3 191 0,36 0
Totale[43] 891 061 100,00 6

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

La vittoria di misura dell'Unione[modifica | modifica wikitesto]

Urna per il voto alla Camera dei deputati

Sulla base dei risultati comunicati dal Viminale, l'Unione proclama la vittoria, ma la coalizione di centrodestra non ritiene di accettare immediatamente il risultato della consultazione elettorale. La contestazione nasce dal minimo scarto di voti che aggiudica al centrosinistra la maggioranza nei due rami del parlamento. Alla Camera dei deputati infatti il centrosinistra si aggiudica il premio di maggioranza con un vantaggio di 24 755 voti, ovvero dello 0,06% che assicura alla coalizione vincente una consistente maggioranza di seggi. La giunta per le elezioni del Senato, nel dicembre 2006, decise il riconteggio delle schede nulle, bianche, e contenenti voti nulli o contestati, partendo dalle regioni di Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Puglia, Sicilia e Toscana, oltre che alla revisione a campione delle schede valide custodite nei tribunali. Il riconteggio si sarebbe poi esteso al resto d'Italia se i risultati avessero evidenziato scostamenti significativi rispetto ai dati proclamati ufficialmente. Nonostante Deaglio avesse ipotizzato brogli a favore di Forza Italia, anche Berlusconi appoggiò la decisione del riconteggio, sostenendo che ci sarebbero stati brogli a favore del centrosinistra.[57] Il 18 settembre 2007, il presidente della Giunta delle elezioni del Senato, Domenico Nania, dichiarò conclusa la revisione iniziata il 6 dicembre 2006. I Comitati per la revisione delle schede costituiti nelle sette regioni riferirono che "gli scostamenti riscontrati rispetto ai dati di proclamazione sono assolutamente fisiologici" e quindi risulta "la legittimità delle operazioni di voto del 9 e 10 aprile 2006 per il Senato".[58]

Accuse di brogli e contestazioni[modifica | modifica wikitesto]

Lo spoglio dei voti iniziò lunedì 10 aprile 2006 dopo la chiusura dei seggi alle ore 15:00. Gli exit poll confermarono i risultati dei sondaggi con L'Unione avanti di cinque punti percentuali sulla Casa delle Libertà ma i primi dati provenienti dal Viminale e le prime proiezioni già ridimensionavano la situazione. I dati del Ministero uscirono con notevoli ritardi per problemi tecnici e poco alla volta la differenza fra i due principali schieramenti si ridusse progressivamente fino ad arrivare al sorpasso nel voto del Senato. Nella notte, a scrutini non ancora finiti, il ministro Pisanu esce dal Ministero e si reca nell'abitazione di Berlusconi per poi tornare al ministero; le ragioni dell'incontro non sono note anche se alcuni giornali hanno riportato indiscrezioni secondo le quali Berlusconi avrebbe chiesto a Pisanu di invalidare le elezioni e il ministro avrebbe risposto di non poterlo fare.[59] Il Senato sembra essere nelle mani della Casa delle Libertà, mancano soltanto da assegnare i seggi dei senatori votati dagli italiani all'estero. Per la Camera invece rimane in vantaggio l'Unione e, quando gli scrutini si concludono intorno alle 3 di notte la maggioranza dei voti verrà assegnata all'Unione per circa 25 000 voti di vantaggio.[10][26]

L'esiguità dello scarto nei risultati, le novità introdotte nella legge elettorale, nei meccanismi dello scrutinio elettronico, e nel voto degli italiani all'estero tramite posta hanno fatto sì che le elezioni del 2006 fossero oggetto di diverse gravi denunce di brogli e contestazioni da più parti dello schieramento politico, con vaste ripercussioni nell'opinione pubblica, fino alla decisione di procedere ad una revisione delle schede valide per il Senato.

L'andamento del grafico è stato oggetto di osservazioni da parte di diversi giornalisti: infatti si nota come i due grafici siano speculari e il vantaggio si assottigli sempre più con l'andare del tempo. Il giornalista Enrico Deaglio, nel suo film-reportage Uccidete la democrazia, considera questo andamento un indice dei brogli elettorali da parte del centrodestra che riusciva a dirottare costantemente una parte delle schede bianche verso la coalizione, in particolare verso Forza Italia, diminuendo gradualmente lo svantaggio[60]. Secondo altri osservatori l'andamento potrebbe essere invece spiegato dalla conclusione più rapida delle operazioni di voto e di scrutinio in alcune regioni tradizionalmente più efficienti, e cosiddette "rosse", come Toscana ed Emilia-Romagna, storicamente appannaggio della sinistra. (per approfondire vedi più avanti nella voce) In ogni caso, le regioni tradizionalmente più efficienti lo erano probabilmente anche nelle elezioni precedenti e l'andamento non mostra nessuna casualità[senza fonte].

Nel novembre 2006, pochi mesi dopo le elezioni, la questione dei brogli elettorali venne ulteriormente infiammata dall'uscita del DVD Uccidete la democrazia! che paventava l'ipotesi che alcune schede bianche possano essere state "trasformate" in voti per la Casa delle Libertà durante la trasmissione elettronica dei dati dalle prefetture al Viminale. Questa ipotesi sarebbe avvalorata dalla mancanza di dati ufficiali sul numero delle schede bianche, e dall'andamento sospetto dei dati ufficiosi ad esse relative.[60] La procura di Roma, pochi giorni dopo, ha aperto un'indagine contro Deaglio e Cremagnani per "diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico".[61]

Ricorsi[modifica | modifica wikitesto]

  • Nell'immediato dopo voto, Berlusconi, forte del risultato di quasi parità, poco dopo aver prospettato all'Unione l'ipotesi di formare una grande coalizione, dichiara che riconoscerà la vittoria dell'avversario solo al termine delle verifiche circoscrizionali dei voti contestati. I maggiori leader della Casa delle Libertà sottolineano pertanto l'importanza di attendere il termine della verifica delle schede elettorali contestate e provvisoriamente non assegnate. Forza Italia organizza anche un sito web dal nome "Operazione ricontiamo" contenente una petizione da inoltrare al Presidente della Repubblica per richiedere il conteggio dei voti non validi, ossia il riconteggio delle schede nulle, più di un milione. Dopo una giornata di apparente distensione, il Presidente del Consiglio uscente passa all'attacco, accusando l'esistenza di supposti brogli elettorali, che sarebbero "tanti, tantissimi", così tanti che "il risultato deve cambiare", e chiedendo tempo per controllare verbali, schede, scrutini. La legge elettorale esclude però la possibilità di ricontare le schede definitivamente assegnate. Berlusconi dichiara che telefonerà a Prodi (che nel frattempo riceve i complimenti per la vittoria da diversi capi di Stato) solamente dopo che saranno state finite di assegnare in sede circoscrizionale le circa 43 000 presunte schede contestate capaci numericamente di ribaltare il risultato elettorale alla Camera. Nelle ultime ore prima della scadenza del termine a disposizione delle Circoscrizioni per ufficializzare il voto, Silvio Berlusconi ipotizza anche la promulgazione di un decreto legge che allunghi i tempi per ricontare tutte le schede e riesaminare i verbali. La proposta secondo fonti giornalistiche viene avanzata al Quirinale che esprime forte parere negativo, incontrando anche la perplessità dello stesso Ministro dell'interno Beppe Pisanu.[62] Sia il Presidente della Repubblica che il Ministro hanno espresso soddisfazione per la correttezza della consultazione elettorale, e nessun altro esponente politico oltre Berlusconi ha denunciato brogli. Scaduti i tempi di verifica, il Viminale ammette: «È stato un errore materiale». Il numero delle schede contestate si riduce da 43 028 a 2 131 per la Camera dei deputati, e da 39 822 a 3 135 per il Senato, chiudendo la disputa sulla legittimità del responso elettorale. Berlusconi rifiuta comunque di accettare il risultato elettorale, allo stesso tempo riproponendo l'ipotesi di una grande coalizione con la sinistra. Nel frattempo forte del risultato elettorale finale Prodi dichiara "Il Premier si scusi, ha spaccato il Paese". Nello stesso tempo alcune dichiarazioni di Gavino Angius, esponente dei DS, davano adito alla possibilità di un accordo che avrebbe potuto assegnare la presidenza di una delle due camere al centrodestra. Immediatamente arriva la smentita di Romano Prodi. Nei giorni successivi, continua il balletto di dichiarazioni e controdichiarazioni. Massimo D'Alema rilascia un'intervista sul Corriere della Sera dai toni distensivi, riguardante un possibile accordo sull'elezione del Presidente della repubblica, seguita da una lettera di Silvio Berlusconi che con più decisione rilancia l'ipotesi di grande coalizione, invitando Romano Prodi a "trovare insieme soluzioni nuove", qualunque sia l'esito finale delle verifiche sullo spoglio in corso. Molte altre voci si sono espresse contro questa eventualità, da Rifondazione Comunista ma anche dalla Lega Nord e dall'UDC, fino a che essa è tramontata completamente alla vigilia delle prime importanti scadenze parlamentari (elezione dei presidenti di Camera e Senato e del nuovo Presidente della Repubblica). Lo stesso giorno dell'elezione al Quirinale di Giorgio Napolitano, da parte di Berlusconi e del ministro uscente Castelli si è invece ripreso il tema delle verifiche sulla correttezza dei risultati elettorali, preannunciando che tale questione verrà posta alla Giunta dei due rami del Parlamento.
  • A distanza di un giorno, Roberto Calderoli, interpretando a suo modo la legge che ha contribuito a scrivere lui stesso, ha sostenuto in data 15 aprile che «la cifra elettorale nazionale di ciascuna lista è data dalla somma delle cifre elettorali circoscrizionali e quindi la Lega per l'Autonomia - Alleanza Lombarda - Lega Pensionati, che si è presentata con Unione, potendo contare solo sulla somma della cifra elettorale della circoscrizione Lombardia 2, non dovrebbe concorrere coi suoi 45 580 voti al calcolo del totale per il centrosinistra». La dichiarazione di Calderoli è stata tuttavia smentita dalla Corte di cassazione il 19 aprile.[63]
  • Dopo l'assegnazione dei seggi, il partito della Rosa nel Pugno ha contestato la mancata assegnazione di quattro seggi del Senato a propri candidati[64]. Marco Pannella, in ordine alla proclamazione degli eletti, evidenziò "un solo segnale francamente più che sospetto anch’esso incredibile: alla stessa ora nello stesso giorno 8 corti d’appello italiane decisero rapidamente di applicare una mera circolare ministeriale del ministro Pisanu invece della chiarissima lettera e del chiarissimo spirito della legge elettorale. Dietro questo episodio avvertii subito e cercai di denunciare l’impossibilità di ritener questo fatto come “spontaneo”, come non organizzato, non teleguidato e teleobbedito"[65]. La controversia riguardava l'interpretazione della legge elettorale in riferimento al calcolo del quorum del 3 per cento dei voti[66] e diede luogo ad un'istruttoria nella quale, tra i pareri favorevoli al ricorso, vi fu quello di Giuliano Vassalli[67]. Dopo una trattazione durata quasi due anni in sede di verifica dei poteri, il ricorso avanzato dalla Rosa nel Pugno non fu accolto[68].

La denuncia di Paolo Rajo[modifica | modifica wikitesto]

Irregolarità anche nelle votazioni via posta degli italiani all'estero sono state denunciate nel luglio 2007 da Paolo Rajo, candidato senatore dell'UDEUR all'estero.[69]

Distribuzione del voto[modifica | modifica wikitesto]

Camera dei deputati, distribuzione del voto per comune
Distribuzione del voto di lista Distribuzione del voto di coalizione

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato relativo alla media delle affluenze in tutte le circoscrizioni esclusa quella Estero
  2. ^ a b Ministero dell'interno, Archivio Storico delle Elezioni - Camera del 9 Aprile 2006, su elezionistorico.interno.it. URL consultato il 28 dicembre 2017 (archiviato il 2 gennaio 2018).
  3. ^ a b Il totale comprende la somma dei voti di tutte le circoscrizioni (Italia, Valle d'Aosta ed Estero)
  4. ^ a b c d Dato relativo alla sola circoscrizione Italia
  5. ^ a b c Ministero dell'interno, Archivio Storico delle Elezioni - Senato del 9 Aprile 2006, su elezionistorico.interno.it. URL consultato il 28 dicembre 2017 (archiviato il 16 giugno 2017).
  6. ^ a b Il totale comprende la somma dei voti di tutte le circoscrizioni (Italia, Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige ed Estero)
  7. ^ Speciale elezioni 2006 - Camera - Riepilogo Nazionale, su repubblica.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 5 marzo 2018).
  8. ^ Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 21 marzo 2018).
  9. ^ Speciale elezioni 2006, su repubblica.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 12 giugno 2018).
  10. ^ a b Berlusconi: "Nel 2006 sconfitti per i brogli". Pisanu: "Bugiardo incallito e alterato" - Repubblica.it, in La Repubblica. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 21 marzo 2018).
  11. ^ Redazione Tgcom, Tgcom - Elezioni, reazioni stampa estera, su tgcom24.mediaset.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2018).
  12. ^ La stampa estera: «Schiaffo a Berlusconi», su corriere.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 21 marzo 2018).
  13. ^ Corriere della Sera --- Politiche 2006, su corriere.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 21 marzo 2018).
  14. ^ (EN) "L'Italia è sulla lama di un coltello" Il voto secondo la stampa estera - Politica - Repubblica.it, su repubblica.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 21 marzo 2018).
  15. ^ a b c Legge Calderoli (n. 270/2005), in Il Sole 24 ORE. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 22 marzo 2018).
  16. ^ a b c Come funziona il Porcellum - Repubblica.it, in La Repubblica. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 21 marzo 2018).
  17. ^ Obbligo imposto dall'art. 57, comma 1 della Costituzione italiana.
  18. ^ La legge elettorale vigente (Legge Calderoli) richiede l'indicazione di un leader della forza politica che si presenta alle elezioni.
  19. ^ il Movimento Repubblicani Europei, nato a causa del cambio di alleanza operato da La Malfa nel 2001, ora è parte integrante della coalizione avversaria di Romano Prodi
  20. ^ nati a seguito della scissione dei Radicali Italiani schierati con il centrosinistra
  21. ^ (che nelle precedenti politiche era soltanto una lista elettorale unente quattro formazioni politiche distinte, ed ora invece rappresenta un soggetto politico unitario nato dall'unione tra Partito Popolare Italiano, Democratici e Rinnovamento Italiano)
  22. ^ (EN) Repubblica.it  » politica  » Rai, approvata la par condicio due confronti Berlusconi-Prodi, su repubblica.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 5 marzo 2016).
  23. ^ Corriere della Sera - Berlusconi-Prodi, regole per duello tv stile Usa, su corriere.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 22 marzo 2018).
  24. ^ (EN) Repubblica.it  » politica  » Sfida tv, Prodi: "Hanno vinto i buoni" E Berlusconi: "Altro che rinuncia", su repubblica.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 7 marzo 2016).
  25. ^ (EN) Repubblica.it » Verso le Elezioni Politiche 2006, su repubblica.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 10 gennaio 2018).
  26. ^ a b c Redazione Tgcom, Tgcom - Elezioni: il flop dei sondaggi, su tgcom24.mediaset.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2016).
  27. ^ a b Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, su elezionistorico.interno.it. URL consultato il 21 marzo 2018 (archiviato il 3 marzo 2016).
  28. ^ Lista presentata solamente undici circoscrizioni (Piemonte 1, Veneto 1, Veneto 2, Lazio 1, Lazio 2, Campania 1, Campania 2, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia 1)
  29. ^ Lista presente in quattro circoscrizioni (Toscana, Campania 1, Calabria, Sicilia 1)
  30. ^ Lista presente in una circoscrizione (Lombardia 2)
  31. ^ Lista presentata in tutte le circoscrizioni, ad eccezione della circoscrizione Friuli Venezia Giulia
  32. ^ Lista presente solamente in quindici circoscrizioni (Piemonte 1, Piemonte 2, Lombardia 1, Lombardia 2, Veneto 1, Veneto 2, Liguria, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Campania 1, Campania 2, Puglia, Sicilia 1, Sicilia 2)
  33. ^ Lista presente in tre circoscrizioni (Veneto 1, Veneto 2, Friuli Venezia Giulia)
  34. ^ a b Ministero dell'Interno - Archivio storico delle Elezioni, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 25 maggio 2020 (archiviato il 7 novembre 2017).
  35. ^ a b c Lista non presentata in Molise
  36. ^ Lista non presentata in Friuli-Venezia Giulia e in Molise
  37. ^ Lista presentata solo in nove regioni (Piemonte, Veneto, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia)
  38. ^ Lista presentata solo in Lombardia
  39. ^ Lista presentata solo in quattro regioni (Toscana, Campania, Calabria, Sicilia)
  40. ^ Lista presentata solo in Molise
  41. ^ Lista presentata solo in dieci regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia)
  42. ^ Lista presentata solo in otto regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Calabria, Sicilia)
  43. ^ a b c d e f Ministero dell'Interno - Archivio Storico Elezioni, su elezionistorico.interno.gov.it. URL consultato il 25 maggio 2020 (archiviato il 7 marzo 2016).
  44. ^ Lista non presentata in Sardegna
  45. ^ Lista presentata solo in dodici regioni (Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sardegna)
  46. ^ Lista presentata solo in sei regioni (Lombardia, Veneto, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia)
  47. ^ Lista presentata solo in nove regioni (Emilia-Romagna, Marche, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna)
  48. ^ Lista presentata solo in cinque regioni (Piemonte, Lombardia, Marche, Campania, Sicilia)
  49. ^ Lista presentata solo in Sicilia
  50. ^ Lista presentata solo in Veneto e Friuli-Venezia Giulia
  51. ^ a b Presentata solo nella ripartizione America Meridionale
  52. ^ Non è stata presentata nella ripartizione Asia-Africa-Oceania-Antartide
  53. ^ a b c Presentata solo nella ripartizione Europa
  54. ^ Non è stata presentata nella ripartizione America Settentrionale e Centrale
  55. ^ Non è stata presentata nella ripartizione America Meridionale
  56. ^ Presentata solo nella ripartizione America Settentrionale e Centrale
  57. ^ Senato: "Ricontare le schede bianche". Berlusconi: "Primo passo positivo, in La Repubblica, 6 dicembre 2006. URL consultato il 22 novembre 2009 (archiviato il 5 luglio 2009).
  58. ^ "Elezioni 2006 furono regolari", in La Stampa, 18 settembre 2007. URL consultato il 22 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2012).
  59. ^ Lo sfogo del ministro: "Sono ore difficili, bisogna resistere", su repubblica.it. URL consultato il 16 aprile 2006 (archiviato il 15 aprile 2006).
  60. ^ a b La notte delle schede bianche scomparse. Brogli, l'inquietante ipotesi del film di Deaglio, in La Repubblica, 23 novembre 2006. URL consultato il 22 novembre 2009 (archiviato il 25 giugno 2009).
  61. ^ Elezioni, Deaglio indagato per diffusione di notizie false, in La Repubblica, 28 novembre 2006. URL consultato il 22 novembre 2009 (archiviato il 29 gennaio 2010).
  62. ^ Fonte: Articolo di Repubblica Archiviato il 19 aprile 2006 in Internet Archive. (13/04/2006)
  63. ^ La Cassazione conferma la vittoria dell'Unione, in La Repubblica, 19 aprile 2006. URL consultato il 22 novembre 2009 (archiviato il 28 luglio 2011).
  64. ^ Si aprono le Camere, la Rosa denuncia l'esclusione dal Senato, su rosanelpugno.it. URL consultato il 25 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2006).
    «Esordio alla Camera per i diciotto deputati della Rosa nel pugno. In apertura della seduta inaugurale della XV legislatura, Enrico Boselli ha denunciato un “problema politico e di legalita” rispetto alla mancata attribuzione di seggi al Senato alla Rosa nel Pugno.[...] Se si applicasse pedissequamente la legge elettorale avremmo quattro senatori.»
  65. ^ Comunicato pubblicato il 24 dicembre 2007 alla URL http://www.radioradicale.it/pannella-a-proposito-del-senato-mi-limito-a-mormorare-annatevene-tutti-a-mori-ammazzati Archiviato il 3 febbraio 2017 in Internet Archive.
  66. ^ Spiegazione della controversa interpretazione con esempio numerico, da Archiviato il 15 aprile 2007 in Internet Archive. noiseFromAmeriKa.org
  67. ^ Copia archiviata, su radioradicale.it. URL consultato il 21 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2016).
  68. ^ GIUNTA DELLE ELEZIONI E DELLE IMMUNITA` PARLAMENTARI del SENATO, seduta del 21 gennaio 2008 Archiviato l'11 giugno 2016 in Internet Archive..
  69. ^ Alessia Manfredi, Il video-denuncia su Repubblica.it "Ecco i brogli in Australia", in La Repubblica, 9 luglio 2007. URL consultato il 22 novembre 2009 (archiviato il 3 dicembre 2008).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Costituzione della Repubblica Italiana
  • L. 21 dicembre 2005, n. 270, in materia di "Modifiche alle norme per l'elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica"
  • L. 27 dicembre 2001, n. 459, in materia di "Norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero"
  • Elezione della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica (PDF), su interno.it. URL consultato il 6 aprile 2008 (archiviato dall'url originale il 9 maggio 2009)., pubblicazione elettronica a cura del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali - Direzione Centrale dei Servizi Elettorali - del Ministero dell'Interno

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