Coalizione di centro-destra alle elezioni politiche in Italia del 2013

Coalizione di centro-destra del 2013
LeaderSilvio Berlusconi
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione2012
Derivato daCentro-destra 2008
Dissoluzione2013 (de facto con l'avvento del Governo Letta)
Confluito inCentro-destra 2018
PartitoIl Popolo della Libertà
Lega Nord
Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale
La Destra
Grande Sud
Partito dei Siciliani-MPA
Partito Pensionati
Moderati in Rivoluzione
Intesa Popolare
Liberi per un'Italia Equa
IdeologiaPopulismo di destra
Conservatorismo liberale
Conservatorismo nazionale
Euroscetticismo
CollocazioneDa centro-destra a estrema destra
Partito europeoPPE (PdL)
MELD (Lega Nord)
Gruppo parl. europeoGruppo PPE (PdL, FdI)
ELD (Lega Nord)
Seggi massimi Camera
125 / 630
Seggi massimi Senato
117 / 315

La coalizione di centro-destra alle elezioni politiche in Italia del 2013, nota nelle circoscrizioni estere come Centrodestra Italiano, aveva come leader Silvio Berlusconi ed includeva diversi partiti politici:

La formazione della coalizione[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 dicembre, in concomitanza con l'uscita dalla maggioranza di governo del Popolo delle Libertà, Silvio Berlusconi ha annunciato la sua "ridiscesa in campo"[1]. Il partito ha così annullato le primarie per la scelta del leader, indette il precedente 24 ottobre[2].

Il 20 dicembre, i deputati del PdL Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e Guido Crosetto lasciano il partito per fondare Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale, dichiarando che la nuova formazione politica sarebbe stata comunque alleata del PdL alle imminenti elezioni[3].

Il 7 gennaio è ufficializzato l'accordo con la Lega Nord. Quale capo della coalizione è stato indicato Silvio Berlusconi, che ha tuttavia dichiarato di non essere interessato al ruolo di premier ma a quello di ministro dell'Economia e, a nome del solo PdL, ha designato eventuale presidente del Consiglio il segretario politico Angelino Alfano[4]. Il segretario della Lega Roberto Maroni ha invece proposto per lo stesso ruolo l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti[5].

La coalizione partecipa alle elezioni con le liste del Popolo della Libertà, della Lega Nord (che forma un'unica lista con il movimento 3L di Giulio Tremonti), de La Destra[6], di Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale[7].

Nella circoscrizione estera della Camera e del Senato la coalizione si presenta sotto un unico simbolo, precisamente quello del PdL con la scritta Centro Destra Italiano nel simbolo al posto della tradizionale scritta Berlusconi Presidente che è presente nel simbolo del PdL nelle circoscrizioni della madrepatria italiana: nelle elezioni politiche del febbraio 2013 nella circoscrizione estero sono stati eletti solo 1 deputato (su un massimo di 12) e 0 senatori (su un massimo di 6).

Elezioni ed eventi successivi[modifica | modifica wikitesto]

Alle Politiche la coalizione non riuscirà ad ottenere il premio di maggioranza alla Camera per lo 0,4% di differenza dalla coalizione di centrosinistra, ottenendo il 29,18% dei consensi contro il 29,55% dell'altra forza politica. Al Senato, invece, avendo conquistato la maggioranza relativa dei voti in molte regioni, al centrodestra andrà il 36% dei seggi, risultando quindi influente per la creazione di una nuova maggioranza di governo.

Nascita del Governo Letta[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Governo Letta.

A seguito del fatto che nessuna forza politica è uscita dalle elezioni in grado di formare un governo autonomo, dopo lunghe consultazioni il neo-rieletto presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incaricherà l'esponente del Partito Democratico Enrico Letta, già sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel secondo governo Prodi e più volte ministro, di trovare una maggioranza in grado di sostenerlo a capo del governo.

Nel centrodestra, Lega Nord e Fratelli d'Italia decidono di stare all'opposizione, mentre Il Popolo della Libertà sceglierà di entrare nella maggioranza di governo, ottenendo i 5 ministeri sotto elencati, oltre alla nomina di 2 viceministri e 12 sottosegretari (tra i quali un esponente del Moderati in Rivoluzione e uno di Grande Sud):

La rinascita di Forza Italia[modifica | modifica wikitesto]

Il 29 giugno 2013 Berlusconi ha annunciato la rinascita di Forza Italia come movimento politico autonomo, mentre il nome "Popolo della Libertà" tornerà a definire la coalizione di centro-destra, confermando anche l'intenzione di continuare a sostenere il governo Letta in coalizione con il Partito Democratico.[8][9]

Ufficialmente, il cambio della denominazione, del simbolo e dell'organizzazione territoriale del movimento, che sancirà di fatto il ritorno a Forza Italia inizia con la convocazione dell'ufficio di presidenza del PdL il 25 ottobre 2013, a cui non ha comunque partecipato la delegazione dei ministri governativi azzurri, in accordo consensuale con Silvio Berlusconi assieme al quale la corrente delle colombe cerca di evitare scissioni interne al partito per il timore di derive estremiste dello stesso. Lo stesso Alfano, principale figura dei governisti e ministro dell'interno aveva dichiarato poco prima di non partecipare perché il partito restasse unito, e che si stava lavorando per questo con Silvio Berlusconi. La riunione ha deciso di sospendere quindi l'attività del Popolo della Libertà, al fine di attuare definitivamente il ritorno a Forza Italia con un azzeramento pratico delle cariche e mantenendo Berlusconi alla presidenza. Quest'ultimo ha detto di occuparsi di delegare tutte le singole funzioni del futuro movimento forzista e di affidare la segreteria ancora ad Angelino Alfano, il quale verrà sostenuto assieme agli altri membri del Governo Letta a patto che però facciano convergere le loro politiche nell'azione di governo a quelle decise a maggioranza nel partito. Viene inoltre mantenuto il sì al governo nell'esecutivo di grande coalizione, ma con alcuni paletti che riguardano l'abbassamento della pressione fiscale e una riforma costituzionale in senso presidenziale, per evitare rischi nel raggiungere il quorum dei due terzi nella votazione alla Camera sull'istituzione del comitato bicamerale. All'unanimità si chiede nel partito una riforma della giustizia, rea secondo il consiglio di attaccare dall'inizio della seconda repubblica Berlusconi assieme a parte dei media nazionali, e si pone come obiettivo quello di evitare la decadenza per conto della legge Severino dello stesso. Infine, per ufficializzare definitivamente l'avvento passaggio a Forza Italia con la carta programmatica sopra citata, si procederà formalmente alla direzione nazionale del 16 novembre 2013.

Il 16 novembre 2013 Silvio Berlusconi scioglie definitivamente Il Popolo della Libertà per farlo confluire nella nuova Forza Italia[10], al nuovo partito però non aderiscono le cosiddette Colombe del PdL, la corrente guidata da Angelino Alfano[11] che fonda il Nuovo Centrodestra[12] continuando a sostenere il Governo Letta, mentre Forza Italia passa all'opposizione.

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

Partiti Ideologia Collocazione Leader
Il Popolo della Libertà (PdL) Populismo di destra Centro-destra Silvio Berlusconi
Lega Nord (LN) Federalismo Destra Roberto Maroni
Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale (FdI-CN) Conservatorismo nazionale Estrema destra Giorgia Meloni
La Destra (LD) Neofascismo Estrema destra Francesco Storace
Grande Sud - MpA (GS-MpA) Regionalismo Centro-destra Gianfranco Micciché
Partito Pensionati (PP) Tutela dei pensionati Centro Carlo Fatuzzo

Risultati elettorali[modifica | modifica wikitesto]

Voti % Seggi
Politiche 2013 Camera[13] 9 922 850 29,18
124 / 630
Senato[14] 9 405 894 30,72
116 / 315

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il PDL lascia la maggioranza, Corriere della Sera, 6 dicembre 2012
  2. ^ Berlusconi: "Non mi ricandido, primarie Pdl il 16 dicembre", su tg24.sky.it, Sky TG24, 24 ottobre 2012. URL consultato il 27 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 26 ottobre 2012).
  3. ^ Parte la sfida della destra Pdl; «Fratelli d'Italia» punta al 7%, in il Giornale, 22 dicembre 2012.
  4. ^ Lega, Cav: «Siglata l'intesa», su lettera43.it. URL consultato il 19 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2013).
  5. ^ Maroni: «Il candidato della Lega è Tremonti», su lettera43.it. URL consultato il 19 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 15 marzo 2013).
  6. ^ La lista de La Destra è assente alla Camera nella circoscrizione Lombardia III La Destra: "La nostra lista sarà presente regolarmente alle elezioni in tutta Italia" - Riviera24.it Archiviato il 6 marzo 2014 in Internet Archive.
  7. ^ La lista di Fratelli d'Italia - Centrodestra Nazionale è assente alla Camera nella circoscrizione Trentino Alto Adige Rinuncia Fratelli d'Italia Trentino AA - ANSA.it
  8. ^ Torna Forza Italia e io sarò il numero uno. Il Giornale on line, 29 giugno 2013
  9. ^ Silvio Berlusconi: sarò ancora il numero 1 di Forza Italia, su tgcom24.mediaset.it. URL consultato il 16 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2013).
  10. ^ L'addio al Pdl (in frantumi), rinasce Forza Italia
  11. ^ Il gran rifiuto di Alfano: «Non aderiamo a Forza Italia, pronti i nuovi gruppi»
  12. ^ Berlusconi lancia Forza Italia E Alfano il Nuovo Centrodestra, su avvenire.it.
  13. ^ I dati fanno riferimento all'intera coalizione che si presentava come coalizione di liste, con leader Silvio Berlusconi.
  14. ^ I dati fanno riferimento all'intera coalizione.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]