Bino Sanminiatelli

Bino Sanminiatelli

Bino Sanminiatelli (Firenze, 7 maggio 1896Greve in Chianti, 10 gennaio 1984) è stato uno scrittore e disegnatore italiano. Il suo vero nome di battesimo era Fabio.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Originario di una ricca famiglia di possidenti agricoli avente sede a Perignano, in provincia di Pisa, Sanminiatelli fu un produttore di vini "prestato", come diceva lui, "alla letteratura". Collaborò alla rivista L'Italia futurista e, con Enrico Prampolini, nel 1917 fondò la rivista Noi.[1] Si laureò in Giurisprudenza a Siena.

Le sue opere sono impregnate di un forte lirismo autobiografico e molto legate alla sua terra, la Toscana (e le Colline Pisane di Lari in particolare), dalla quale si staccò solo di rado, per compiere alcuni viaggi, le cui note confluirono nei suoi pregevolissimi diari e in alcuni saggi, nei quali egli diede prova di un raro rigore documentario. Fu anche noto per la sua attività di disegnatore. Ebbe ruoli direttivi nella Società Dante Alighieri.

La sua produzione letteraria comprende romanzi, diari, elzeviri. Quanto più la sua scrittura si va allontanando dal bozzettismo delle prime opere, tanto più riesce a esprimere «le disposizioni alla inquietudine, alla rivolta, alla insoddisfazione che caratterizzano l'uomo del medio Novecento.»[2] Ciò appare più chiaro ed esplicito nelle opere d'impronta diaristica e, in particolare, nei diari Il Permesso di vivere (1963) e Quasi un uomo (1968). Anche i romanzi migliori riflettono peraltro un dissidio evidente, come quello che logora il personaggio Gianni Macchia, l'inibito epperò lucido protagonista del romanzo Le proibizioni (1954).

Non mancano i giudizi limitativi, se non negativi, della critica. Ad esempio, secondo Giorgio Bàrberi Squarotti, il suo «compiaciuto gusto della lingua finisce spesso per determinare una certa monotonia di ritmo narrativo.»[3]

Sanminiatelli vinse nel 1933 il Premio Viareggio per Giochi da ragazzi[4] e nel 1980, con La vita in campagna, il Premio Selezione Campiello[5]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Sposò Elena Castelbarco Albani e da lei ebbe tre figli: Donatella, Carla Aurora, Ranieri.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi e racconti[modifica | modifica wikitesto]

  • Le pecore pazze, Firenze, Vallecchi, 1920
  • Bocca Mariana, Firenze, Bemporad, 1927
  • Il mondo di Mustafà, Firenze, Vallecchi, 1929
  • L'urto dei simili, Milano, Garzanti, 1930
  • Giochi da ragazzi, Firenze, Vallecchi, 1933
  • Arnaccio, Firenze, Vallecchi, 1935
  • Notte di baldoria, Firenze, Vallecchi 1936
  • Fiamme a Monteluce, Firenze, Vallecchi, 1938
  • Le signore di Montegioia, 1938
  • Palazzo Alberino, Firenze, Vallecchi, 1939
  • L'omnibus del Corso, Firenze, Vallecchi, 1941
  • Cervo in Maremma, Roma, Tumminelli, 1942
  • Il cavallo chinino, 1942
  • I fratelli incantati, Roma, Astrolabio, 1951
  • Gente in famiglia, Firenze, Vallecchi, 1951
  • Le proibizioni, Firenze, Vallecchi, 1954
  • La mora, 1961
  • La vita in campagna, 1980,
  • Gli irregolari, 1982
  • Via della Micia 3 (postumo), 1985

Diari[modifica | modifica wikitesto]

  • Mi dico addio, Firenze, Vallecchi, 1959
  • Il permesso di vivere, Milano, Bompiani, 1963
  • Quasi un uomo, Milano, Rizzoli, 1968
  • Ultimo diario, 1973
  • Ultimo tempo, 1977

Saggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Il viaggiatore sedentario, Firenze, Vallecchi, 1953.
  • Pisa e la sua terra, Pisa, EPT, 1960.
  • Vita di Michelangelo, Roma, Canesi, 1965.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fonte: Dizionario biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia italiana.
  2. ^ Guido Di Pino, Bino Sanminiatelli, in Letteratura italiana - I Contemporaneivolume terzo, Milano, Marzorati, 1973, p. 246.
  3. ^ Giorgio Bàrberi Squarotti, in Grande dizionario enciclopedico, volume undicesimo, Torino, UTET, p. 414.
  4. ^ Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2014).
  5. ^ Premio Campiello, opere premiate nelle precedenti edizioni, su premiocampiello.org. URL consultato il 24 febbraio 2019.
  6. ^ https://archivio.quirinale.it/archivio//GIOVANNI_COLLI/SCATOLA_8/186_DIPLOMI_ONORIFICENZE_E_DECORAZIONI_DI_COLLI_1934_1980.pdf

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pietro Pancrazi, in Corriere della Sera, 16 novembre 1977.
  • Giuseppe Ravegnani, in La Stampa, 8 maggio 1929.
  • Giuseppe Antonio Borgese, in Corriere della sera, 1º gennaio 1930.
  • Guido Piovene, in Il Convegno, febbraio 1931.
  • Leone Repaci, in La Gazzetta del popolo, 7 agosto 1933.
  • Goffredo Bellonci, in Il Giornale d'Italia, 20 agosto 1933.
  • Luigi Fallacara, in Il Frontespizio, luglio 1938.
  • Arnaldo Bocelli, in Enciclopedia italiana, Appendice seconda, 1939-1948.
  • Emilio Cecchi, in L'Europeo, 19 agosto 1951.
  • Carlo Bo, in La Fiera letteraria, 7 ottobre 1951.
  • Enrico Falqui, in Il tempo, 30 maggio 1954.
  • Giuseppe De Robertis, in Il Tempo(settimanale), 26 ottobre 1959.
  • Giovanni Grazzini, in Il Giornale di Sicilia, 12 ottobre 1961.
  • Luigi Maria Personé, in Il Piccolo, 18 marzo 1964.
  • Guido Di Pino, in Letteratura italiana - I Contemporanei, volume terzo, Milano, Marzorati, 1973, pp. 235-248.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN68986571 · ISNI (EN0000 0000 6633 2455 · SBN CFIV000590 · BAV 495/318281 · LCCN (ENn81149613 · GND (DE119039389 · BNF (FRcb12258761w (data) · J9U (ENHE987007273183205171 · CONOR.SI (SL26537571 · WorldCat Identities (ENlccn-n81149613