Amin Maalouf

Amin Malouf

Segretario perpetuo dell'Académie française
Durata mandato28 settembre 2023 –
in carica
PredecessoreHélène Carrère d'Encausse

Amin Maalouf (in arabo: أمين معلوف; Beirut, 25 febbraio 1949) è un giornalista e scrittore libanese naturalizzato francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Maalouf nasce a Beirut, in Libano, il 25 febbraio del 1949 da una famiglia di religione cristiana (il padre, Rushdi Maalouf, giornalista ed insegnante, era un cattolico greco-melchita, mentre la madre, Odette, apparteneva ad una comunità maronita)[1].

Ha studiato prima presso la scuola francese gesuitica e poi presso l'università di Beirut[2]. All'università studia economia e sociologia, intraprendendo successivamente la professione di giornalista. Il campo di applicazione è quello della politica internazionale, che lo porta a lavorare, come inviato, in diversi paesi del mondo.

Nel 1976 diviene collaboratore del quotidiano libanese Al-Nahar, ma lascia l'incarico per il trasferimento in Francia, dovuto alla guerra civile che vede coinvolto il popolo del Libano. A Parigi, dove si stabilisce a vivere e lavorare, diviene redattore capo di Jeune Afrique. Dagli anni ottanta inizia l'attività di scrittore, dando alle stampe opere che ricevono numerosi riconoscimenti.

Nel 1993 ha vinto il premio Goncourt per il romanzo Col fucile del console d'Inghilterra (Le Rocher de Tanios)[3] e nel 2004 ha vinto il Premio Mediterraneo con Origines. Nel 2010 ha vinto il premio Principe delle Asturie per la letteratura, nel 2019 il Premio Aujourd'hui con Le naufrage des civilisations[4] e nel 2020 il Premio Malaparte[5].

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

Saggistica[modifica | modifica wikitesto]

  • Le Crociate viste dagli Arabi (Les Croisades vues par les Arabes, 1983), trad. di Z. Moshiri Coppo, Torino, Società Editrice Internazionale, 1989, ISBN 978-88-050-5050-5; Collana I Fari n.71, Milano, La Nave di Teseo, 2020, ISBN 978-8-834-60148-8.
  • L'identità (Les Identités meurtrières, 1998), trad. di F. Ascari, Collana Passaggi, Milano, Bompiani, 1999, ISBN 978-88-452-4205-2; Nuova introduzione dell'Autore, Collana Tascabili n.951, Milano, Bompiani, 2005, ISBN 978-88-452-3448-4.
    • Identità assassine. La violenza e il bisogno di appartenenza, Collana Le onde, Milano, La nave di Teseo, 2021, ISBN 978-88-346-0905-7.
  • Notte senza fine. Amore, tradimento, incesto, con Tahar Ben Jelloun e Hanif Kureishi, a cura di Elisabetta Sgarbi, Collana AsSaggi, Milano, Bompiani, 2004, ISBN 978-88-452-3322-7.
  • Origini (Origines, 2004), trad. di E. Volterrani, Collana Narratori stranieri, Milano, Bompiani, 2004, ISBN 978-88-452-1364-9; Collana I Delfini n.15, Milano, La nave di Teseo, 2016, ISBN 978-88-934-4050-9.
  • Un mondo senza regole (Le Dérèglement du monde, 2009), trad. di F. Ascari, Collana Saggi, Milano, Bompiani, 2009, ISBN 978-88-452-6346-0.
  • Una poltrona sulla Senna. Quattro secoli di storia di Francia (Un fauteuil sur la Seine : Quatre siècles d'histoire de France, 2016), traduzione di Anna Maria Lorusso, Collana I Fari, Milano, La nave di Teseo, 2016, ISBN 978-88-934-4035-6.
  • Il naufragio delle civiltà (Le Naufrage des civilisations, 2019), trad. di Anna Maria Lorusso, Collana I Fari n.55, Milano, La nave di Teseo 2019, ISBN 978-88-93-44927-4

Lauree[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[6][modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze francesi[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze accademiche[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Antonella Emina, Histoire et Mémoire dans les Origines d'Amin Maalouf, RiMe : rivista dell'lstituto di Storia dell'Europa Mediterranea : 11, 2 1, 2013 (Cagliari : ISEM - Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea).
  2. ^ (EN) Biografia di Amin Maalouf Archiviato il 29 settembre 2008 in Internet Archive., dal sito kirjasto.sci.fi
  3. ^ Lista dei libri che hanno vinto il prix Goncourt, su bellevillenews.it. URL consultato il 27 giugno 2023.
  4. ^ (FR) Amin Maalouf lauréat du prix Aujourd'hui, su lefigaro.fr, 5 giugno 2019. URL consultato il 3 settembre 2019.
  5. ^ Mariano Della Corte, Capri, il Premio Malaparte 2020 allo scrittore libanese Amin Maalouf, su ilmattino.it, 25 agosto 2020. URL consultato il 16 dicembre 2020.
  6. ^ Sito web dell'Accademia: dettaglio membro.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore vincitori Premio Goncourt Successore
Patrick Chamoiseau 1993 Didier Van Cauwelaert
Predecessore Seggio 29 dell'Académie française Successore
Claude Lévi-Strauss dal 2011 -
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