Movistar TV

Movistar TV
Stato Bandiera dell'Argentina Argentina
Bandiera del Cile Cile
Bandiera della Colombia Colombia
Bandiera della Costa Rica Costa Rica
Bandiera del Guatemala Guatemala
Bandiera del Perù Perù
Tipologia IPTV, Satellite
Trasmissione Pay TV
Gruppo Telefónica
Data di lancio 14 giugno 2006
Slogan Compartida, la vida es más.
(it. Condivisa, la vita è più.)
Dati tecnici
Lingua spagnolo
Standard Streaming
Linea Cavo / Fibra / Satellite

Movistar TV è una piattaforma di pay TV, proprietà di Telefónica. È disponibile in Argentina, Cile, Colombia, Costa Rica, Guatemala e Perù. In Spagna, questo servizio si è fuso con la piattaforma satellitare Canal+, dando vita ad una nuova piattaforma, Movistar Plus+.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Spagna[modifica | modifica wikitesto]

Il servizio è stato avviato come test pilota commerciale nella città di Alicante nel 2001 e successivamente esteso ad alcune grandi città come Madrid e Barcellona nell'aprile 2004 con il nome Movistar Imagenio, poi cambiato nel 2013 in Movistar TV[1][2].

Nel 2006, la copertura non ha ancora raggiunto l'intero territorio spagnolo. Sono coperte le grandi città e i capoluoghi di provincia, ma non le aree rurali e le città minori.

Il 7 luglio 2015, in seguito all'acquisto di Canal+ da parte di Telefónica, inizia la fusione del marchio acquistato con Movistar TV, concluso con la fondazione di una nuova piattaforma, Movistar+.

America meridionale[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 giugno 2006, Movistar TV fa il suo debutto in America Latina, venendo lanciato ufficialmente in Cile e Perù. In Perù, viene lanciato dopo la fusione tra le aziende Telefónica TV Digital (TTD) e Cable Mágico; quest'ultima proprietaria di un servizio di TV via cavo omonimo.

Ad inizio febbraio 2007, il servizio di pay TV viene rilasciato anche in Colombia.

Nel 2012, la piattaforma viene attivata anche in Venezuela.

Nel 2017, Movistar TV raggiunge Nicaragua, Guatemala ed El Salvador e l'anno successivo anche la Costa Rica e Argentina; quest'ultima grazie alla riforma delle telecomunicazioni attuata durante il governo di Mauricio Macri, che ha permesso alle compagnie telefoniche e agli operatori di pay TV di offrire servizi di telefonia e via cavo o via satellite, precedentemente vietati[3].

L'anno successivo, Telefónica Nicaragua disattiva il servizio in terra nicaraguense a causa della vendita della piattaforma all'azienda Millicom[4].

Il 30 aprile 2021, Movistar TV cessa di operare anche in El Salvador per via del mancato rinnovo con l'azienda SES S.A. per l'utilizzo del satellite SES 10 per la trasmissione dei canali[5].

In seguito, nel 2022, Telefónica Venezolana annuncia che Movistar TV sarebbe stato disponibile in Venezuela fino al dicembre dello stesso anno e che il servizio sarebbe stato ceduto all'azienda Inter Satelital[6][7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Telefónica ya ofrece televisión por ADSL en Madrid y Barcelona, su www.elmundo.es. URL consultato il 23 maggio 2023.
  2. ^ (ES) Telefónica ofrece televisión por ADSL en Madrid y Barcelona, su ComputerWorld, 19 aprile 2004. URL consultato il 23 maggio 2023.
  3. ^ CanalAR www.canal-ar.com.ar, Por decreto, el Gobierno habilitó el cuádruple play y espera nuevas inversiones, su www.canal-ar.com.ar. URL consultato il 23 maggio 2023.
  4. ^ (ES) Santiago Millán Alonso, Telefónica cierra la venta de su filial de Nicaragua por 390 millones, su Cinco Días, 16 maggio 2019. URL consultato il 23 maggio 2023.
  5. ^ (ES) Hernán Amaya, El Salvador: Telefónica deja de operar su servicio de TV Satelital, su TAVI, 25 gennaio 2021. URL consultato il 23 maggio 2023.
  6. ^ (ES) Telefónica desactiva su servicio de TV por suscripción en Venezuela – bancaynegocios.com, su Banca y Negocios, 2 luglio 2022. URL consultato il 23 maggio 2023.
  7. ^ (ES) Santiago Millán Alonso, Telefónica relanza las inversiones en Venezuela tras una década de parón, su Cinco Días, 14 novembre 2022. URL consultato il 23 maggio 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]