iMesh

IMesh
software
GenerePeer-to-peer
Social network
SviluppatoreiMesh, Inc.
Data prima versionenovembre 1999
Ultima versione11
Sistema operativoMicrosoft Windows
LinguaggioC++
Licenza(licenza non libera)
Sito webwww.imesh.com (defunto)

iMesh era un software di file sharing che usava una rete P2P proprietaria e centralizzata (IM2Net), sviluppato dall'azienda statunitense iMesh, Inc. Nel 2009 è stato il terzo servizio musicale in abbonamento più popolare negli Stati Uniti.[1]

Nato inizialmente come un client P2P che consentiva anche lo scambio illegale di file, iMesh è diventato poi il primo servizio P2P approvato dalla RIAA, consentendo agli utenti residenti negli Stati Uniti e in Canada di scaricare contenuti previa sottoscrizione di un abbonamento mensile o in alternativa di pagare per i singoli brani.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La causa con la RIAA[modifica | modifica wikitesto]

Il 18 settembre 2003 la RIAA citò in giudizio iMesh per aver favorito la violazione di copyright.[2] iMesh giunse a un accordo 10 mesi dopo, il 20 luglio 2004. I termini dell'accordo erano che iMesh avrebbe dovuto risarcire loro 4,1 milioni di dollari, trasformando il software in un servizio legale a pagamento (iMesh 6.0); nel frattempo, avrebbe potuto continuare a operare normalmente.[3] iMesh acconsentì a rendere disponibile il servizio per la fine del 2004, ma diventò operativo solo verso la fine del 2005 a causa di problemi tecnici.[4][5] La nuova versione includeva anche funzionalità di rete sociale per connettersi con persone in base a nazionalità, età o gusti musicali e permetteva anche di accedere gratuitamente alla rete Gnutella per contenuti liberi o di artisti indipendenti.[5]

Chiusura[modifica | modifica wikitesto]

A settembre 2013 il servizio è stato violato e i dettagli di circa 50 milioni di account rubati. I dati includevano e-mail, indirizzi IP, nomi utente e hash MD5 con salt delle password. Nel 2016 tali informazioni sono state messe in vendita nella darknet.[6][7]

Il 9 giugno 2016 iMesh ha interrotto il servizio senza alcun preavviso.[8] La pagina di supporto indicava come causa i cambiamenti dell'industria musicale.[9]

Aspetti legali[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il rilancio, iMesh veniva pubblicizzato come un client P2P 100% legale, e riconosciuto come tale dalla RIAA.[10] Questo perché i download attraverso il client erano limitati a un database selezionato di 15 milioni di canzoni e video con licenza.[11]

Dalla versione 6 del client iMesh, infatti, il software era in grado di rilevare i tentativi di scaricare materiale protetto da copyright e di bloccarne il trasferimento, facendo uso dell'acoustic fingerprinting, fornito da Audible Magic.

Fu raggiunto un accordo anche con la MPAA. File video di dimensioni superiori a 50 MB e più lunghi di 15 minuti non sarebbero più potuti essere condivisi nella rete iMesh, impedendo la condivisione di filmati più lunghi, come i film.[12]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Per avviare una ricerca bastava inserire una parola chiave o anche file inerenti a una determinata categoria. iMesh analizzava il computer di altri utenti che lo avevano installato per la ricerca dei file.

iMesh era anche dotato di accorgimenti di sicurezza come:

  • potere di specificare la cartella o le cartelle alle quali gli altri utenti iMesh potevano accedere;
  • protezione con password scelta dall'utente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Patrick Smith, Indie Music Rights Agency Merlin Adds Tracks To P2P Network iMesh, su gigaom.com, 8 marzo 2009. URL consultato il 12 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2018).
  2. ^ (EN) Recording Industry Files Copyright Infringement Claims Against P2P Service, su riaa.com, 19 settembre 2003. URL consultato il 12 novembre 2018 (archiviato il 26 gennaio 2009).
  3. ^ (EN) Jim Welte, P2P service iMesh goes legit, su mp3.com, 11 febbraio 2009. URL consultato il 12 novembre 2018 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2009).
  4. ^ (EN) Martyn Williams, IMesh Looks to Go Legal, su PCWorld. URL consultato il 13 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2014).
  5. ^ a b (EN) John Borland, Legal P2P opens for business, in CNET, 26 settembre 2006. URL consultato il 13 novembre 2018.
  6. ^ (EN) Have I Been Pwned: Pwned websites, su haveibeenpwned.com. URL consultato il 12 novembre 2018.
  7. ^ (EN) Jason Murdock, iMesh hack: More than 51 million user records from former filesharing site for sale on dark web, in International Business Times UK, 13 giugno 2016. URL consultato il 12 novembre 2018.
  8. ^ (EN) iMesh, After many years of wonderful music, iMesh is no longer available. Thank you for listening with us. Stay tuned for our next adventure., su facebook.com, 9 giugno 2016. URL consultato il 12 novembre 2018.
  9. ^ (EN) iMesh Support and Knowledge Base, su support.imesh.com. URL consultato il 13 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2016).
    «Due to changes in the music industry we regret to inform you that iMesh will no longer be available for download, and will no longer sell subscriptions or music tracks.»
  10. ^ (EN) Legal Music Sites, su riaa.com. URL consultato il 13 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2007).
  11. ^ (EN) Where Can I Download Free Music Safe and Legal?, su legalfreemusicdownloads.com. URL consultato il 13 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2013).
  12. ^ (EN) Niall McKay, Peer-to-Peer Goes Legit, in Wired, 3 novembre 2005. URL consultato il 13 novembre 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Sito ufficiale, su imesh.com. URL consultato il 4 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2012).