Commissione Sindona
La Commissione parlamentare di inchiesta sul caso Sindona e sulle responsabilità politiche ed amministrative ad esso eventualmente connesse, detta comunemente Commissione Sindona, è stata una commissione bicamerale costituita nell'arco della VIII legislatura.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
La proposta di istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività di Michele Sindona viene presentata alla Camera il 21 settembre 1979, cioè nel periodo in cui - dopo l'omicidio di Giorgio Ambrosoli, - il bancarottiere siciliano, latitante negli Stati Uniti, sta simulando il proprio rapimento per poter entrare clandestinamente in Italia. L'inchiesta deve indagare sul "sospetto che oscuri e vastissimi interessi di origine criminale e mafiosa abbiano tenuto fin dall'inizio le fila di tutto l'affare".[1]
La proposta viene approvata e promulgata nella legge 22 maggio 1980, n. 204 (Istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sul caso Sindona e sulle responsabilità politiche ed amministrative ad esso eventualmente connesse)[2], che all'art. 1 da alla Commissione il compito di accertare:
- se l'avvocato Michele Sindona, personalmente o per tramite di società da lui direttamente o indirettamente controllate o di società ad esse collegate, o comunque per tramite di terzi, abbia mai erogato somme di denaro o altri beni, o abbia comunque procurato vantaggi economici, a partiti politici, ad esponenti di partiti politici, a membri del Governo, a dipendenti della pubblica amministrazione, ad amministratori o dipendenti di enti pubblici, o di società a partecipazione pubblica, o ad organizzazioni, enti e società in cui i predetti soggetti fossero direttamente o indirettamente cointeressati; se esponenti politici o membri del Governo, dipendenti della pubblica amministrazione, amministratori o dipendenti di enti pubblici, o di società a partecipazione pubblica, ovvero organizzazioni, enti e società in cui i predetti soggetti fossero direttamente o indirettamente cointeressati, si siano avvalsi dell'intermediazione dell'avvocato Sindona, o di società da questi direttamente o indirettamente controllate o di società ad esse collegate, per compiere operazioni finanziarie sull'interno e sull'estero e se eventuali operazioni di tale natura siano avvenute in violazione di leggi, regolamenti o disposizioni amministrative;
- se esponenti di partiti politici, membri del Governo, dipendenti della pubblica amministrazione, amministratori o dipendenti di enti pubblici o di società a partecipazione pubblica, abbiano direttamente o indirettamente favorito, o tentato di favorire, sostenuto, o tentato di sostenere, anche con comportamenti omissivi, attività svolte in violazione di leggi, regolamenti o disposizioni amministrative o in contrasto con l'interesse pubblico, dall'avvocato Michele Sindona, da società da questi direttamente o indirettamente controllate o da società ad esse collegate; in particolare se vi siano stati interventi di tale natura in relazione a richieste di autorizzazione di aumenti di capitale di società direttamente o indirettamente controllate dall'avvocato Michele Sindona o di società collegate alle predette;
- se, dopo la dichiarazione di fallimento della Banca privata italiana, e al di fuori delle ordinarie procedure in materia, siano avvenuti rimborsi a creditori e depositanti della medesima banca; con quali modalità tali rimborsi siano stati operati; quale soggetto li abbia operati; quale sia stato l'ammontare dei rimborsi e quali ne siano stati i beneficiari;
- se siano state avanzate proposte nei confronti della Banca d'Italia o degli organi preposti alle procedure concorsuali per ottenere l'estinzione o la remissione dei debiti del Sindona, o la loro traslazione in capo ad enti pubblici o privati; quale sia stata la natura di tali proposte e chi le abbia avanzate;
- se da parte di pubblici dipendenti siano stati tenuti comportamenti tali da impedire o ritardare o comunque ostacolare l'estradizione dell'avvocato Sindona o tali da intralciare lo svolgimento delle indagini della magistratura sulle sue attività; se esponenti politici o membri del Governo siano direttamente o indirettamente intervenuti per sollecitare o favorire i comportamenti indicati.
Regolamento e termine dei lavori[modifica | modifica wikitesto]
La commissione è composta da 20 deputati e 20 senatori scelti dai presidenti delle due camere in proporzione alla rappresentanza dei gruppi parlamentari. I due presidenti scelgono di comune accordo il presidente tra i membri della commissione stessa; i due vice-presidenti e i due segretari sono invece eletti nella seduta d'insediamento. I suoi poteri sono stabiliti all'art. 4:
- procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri dell'autorità giudiziaria.
- nell'inchiesta, che concerne fatti eversivi dell'ordine costituzionale, non è opponibile il segreto di Stato, salvo i casi espressamente previsti dalla legge di riordino dei servizi segreti (24 ottobre 1977, n. 801).
- non possono essere oggetto di segreto fatti eversivi dell'ordine costituzionale di cui si è venuti a conoscenza per ragioni della propria professione, salvo per quanto riguarda il rapporto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato.
- qualora venga eccepito il segreto d'ufficio, la commissione, se ritiene indispensabili ai fini dell'inchiesta la deposizione del teste e l'esibizione dei documenti, dispone che il teste deponga e ordina il sequestro dei documenti richiesti.
- in nessun caso è opponibile il segreto bancario.
La commissione può avvalersi dell'opera di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria e delle collaborazioni che ritenga necessarie.
Il termine per la conclusione dei lavori è fissato in nove mesi dalla pubblicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale (22 maggio 1980). Viene successivamente prorogato al 25 marzo 1982 (legge 23 giugno 1981, n. 315)
Relazioni[modifica | modifica wikitesto]
Al termine dei lavori la Commissione ha presentato otto relazioni:
- Relazione di maggioranza, sottoscritta dai commissari di DC, PSI, PSDI, PRI, PLI.
- Relazioni di minoranza dei commissari del PCI, del MSI-DN e del Partito Radicale.
Presidenti[modifica | modifica wikitesto]
- Francesco De Martino (deputato PSI) - dal 18.09.1980 al 27.10.1982
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Proposta di legge n. 591 del 21 settembre 1979 (PDF), su legislature.camera.it, camera.it. URL consultato il 22 ottobre 2015.
- ^ Gazzetta Ufficiale n.150 del 3 giugno 1980
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Proposta di legge per l'istituzione della commissione (PDF), su legislature.camera.it.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Composizione della Commissione, su storia.camera.it.
- Stenografici delle sedute, su senato.it.
- Relazione di maggioranza, su senato.it.
- Relazioni di minoranza, su senato.it.