Vickers VC.1 Viking

Vickers VC.1 Viking
Un Viking 1B, con le insegne della Eagle Airways.
Descrizione
TipoAereo di linea
Equipaggio4 o 5 persone
ProgettistaReginald K. Pierson
CostruttoreBandiera del Regno Unito Vickers-Armstrongs
Data primo volo22 giugno 1945
Utilizzatore principaleBandiera del Regno Unito British European Airways
Altri utilizzatoriBandiera dell'Argentina Aerolíneas Argentinas
Bandiera del Regno Unito British Overseas Airways Corporation
Bandiera dell'Irlanda Aer Lingus
Esemplari163
Sviluppato dalVickers Wellington
Altre variantiVickers Valetta
Vickers Varsity
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza19,86 m (65 ft 2 in)
Apertura alare27,20 m (89 ft 3 in)
Altezza5,94 m (19 ft 7 in)
Superficie alare81,94 ( 882 ft²)
Peso a vuoto10 546 kg (23 250 lb)
Peso max al decollo15 354 kg (33 850 lb)
Passeggerifino a 36 passeggeri
Propulsione
Motoredue motori radiali Bristol Hercules 634, a 14 cilindri, raffreddati ad aria
Potenza1 690 hp
(1 260 kW)
Prestazioni
Velocità di crociera338 km/h (210 mph)
Autonomia 837 km ( 520 mi), con carico utile massimo
Tangenza7 240 m (23 750 ft)
Notedati riferiti alla versione 1B

Dati tratti da Enciclopedia l'Aviazione[1]

voci di aerei civili presenti su Wikipedia

Il Vickers VC.1 Viking (Vichingo, in inglese) era un aereo di linea, bimotore e ad ala media, costruito dalla britannica Vickers-Armstrongs (Aircraft) Ltd a partire dal 1945.

Il velivolo non è da confondere con il quasi omonimo Vickers Viking, anfibio realizzato dalla Vickers nei primi anni venti.

Il progetto del Viking derivava da quello del bombardiere Vickers Wellington e fu uno dei velivoli commerciali britannici di maggior successo nell'immediato dopoguerra[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Il Vickers Viking nacque nel 1944 sulla base di una richiesta del Minister of Aircraft Production che prevedeva, nell'immediato dopoguerra, la realizzazione di un velivolo commerciale che sfruttasse la maggior parte possibile di componenti già in produzione per il bombardiere Vickers Wellington[2].

Il progetto della Vickers ebbe la sigla interna Type 491 VC.1 ("VC" sta per Vickers Commercial) cui venne associata solo in un secondo momento la denominazione Viking.

Il nuovo velivolo combinava l'ala, ed il carrello del Wellington alla fusoliera interamente originale, nella quale potevano trovare posto 3 membri d'equipaggio, una hostess e 21 passeggeri. Il primo volo del prototipo ebbe luogo il 22 giugno 1945 e dopo poco meno di un anno il Viking ricevette l'omologazione che consentì alla BEA di effettuare il primo volo operativo tra Londra e Copenaghen il 1º settembre 1946[1].

I primi esemplari prodotti (complessivamente 19) appartenevano alla versione Viking IA; seguirono 31 macchine nella versione Viking I (modificata nelle ali e negli impennaggi) ed infine 113 esemplari della versione Viking IB dotati di fusoliera allungata di 71 cm al fine di aumentare la capacità di trasporto a 24 passeggeri.

Il Viking fu il primo velivolo commerciale britannico a compiere un volo con soli motori a reazione: il 107º esemplare costruito, a titolo sperimentale, venne equipaggiato con una coppia di Rolls-Royce Nene e venne portato in volo per la prima volta il 6 aprile 1948. Poco più di tre mesi dopo, il 25 luglio, il velivolo (matricola G-AJPH) volò tra Londra e Parigi in 34 minuti e 7 secondi, che per l'epoca rappresentò il minor tempo di percorrenza sulla tratta. Lo stesso esemplare venne convertito in tempi successivi in un esemplare della serie 1B e acquistato dalla compagnia charter Cunard Eagle[2].

Descrizione tecnica[modifica | modifica wikitesto]

La prima versione del Viking (Viking IA) ereditava dal bombardiere Wellington le ali (comprese le gondole per i motori ed il carrello), con la loro caratteristica struttura disposta secondo criteri geodetici, rivestite in tela. La fusoliera era invece frutto di un progetto completamente nuovo, realizzata con i criteri del rivestimento lavorante. Il carrello era di tipo triciclo posteriore.

Già nella seconda versione (Viking I) anche le ali vennero modificate e realizzate con la tecnica del rivestimento lavorante.

La terza, ed ultima, versione prodotta (Viking IB) venne modificata con l'allungamento del tronco anteriore della fusoliera, al fine di poter incrementare il numero di passeggeri trasportati.

I motori erano i radiali a 14 cilindri, raffreddati ad aria, Bristol Hercules nelle versioni 630 e 634.

Impiego operativo[modifica | modifica wikitesto]

Un Viking della Central African Airways all'aeroporto di Heathrow.

Il Viking entrò in servizio nell'autunno del 1946 e per la fine dell'anno successivo la BEA aveva sostituito tutti i DC-3 fino ad allora impiegati sulle principali rotte continentali. La stessa compagnia britannica, nel corso degli anni, adottò una serie di modifiche ai propri velivoli al fine di incrementare fino a 36 passeggeri la capacità di trasporto: questa soluzione ebbe il vantaggio di rendere più economica la gestione dei velivoli e consentì l'applicazione di tariffe agevolate sulle tratte di competenza[2].

La carriera del Viking nella BEA terminò alla fine del 1954 per lasciare spazio ai più moderni Airspeed Ambassador e Vickers Viscount; ebbe così inizio la seconda vita del Viking che venne impiegato presso innumerevoli compagnie minori sia britanniche che straniere. La maggior parte dei velivoli venne definitivamente radiata entro la prima metà degli anni sessanta.

Versioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Viking: designazione assegnata ai tre prototipi costruiti; questi velivoli erano equipaggiati con una coppia di motori Bristol Hercules 130 da 1 675 hp (1 250 kW).
    • Viking IA: prima versione di produzione; dotata di ali con struttura geodetica e motori Hercules 630 da 1 690 hp (1 261 kW).
    • Viking I: seconda versione; modificata nelle ali (realizzate come il resto della struttura con la soluzione del rivestimento lavorante) ed equipaggiata con motori Hercules 634 (di potenza invariata rispetto ai precedenti).
    • Viking IB: ultima versione prodotta; aveva il tronco anteriore della fusoliera più lungo (di 71 cm) e poteva alloggiare fino a 24 passeggeri.

Sviluppi correlati[modifica | modifica wikitesto]

Del Viking furono realizzate anche due versioni impiegate a dalla Royal Air Force:

  • Vickers Valetta: variante da trasporto, irrobustita nel pavimento e dotata di ampi portelloni di carico. Equipaggiata con motori Bristol Hercules 230 da 1 975 hp. Prodotto in 3 versioni (di cui una per addestramento dei navigatori), in oltre 250 esemplari.
  • Vickers Varsity: variante da addestramento, sostituì nei reparti i Wellington T.10. Dotata di apertura alare maggiorata, carrello di tipo triciclo anteriore e vano bombe. Prodotto in una sola versione, in 160 esemplari.

Utilizzatori[modifica | modifica wikitesto]

Militari[modifica | modifica wikitesto]

Un Viking IB con le insegne della Arab Legion Air Force.
Bandiera dell'Argentina Argentina
Bandiera dell'Australia Australia
Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Bandiera della Giordania Giordania
Bandiera del Pakistan Pakistan

Civili[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera dell'Argentina Argentina
Bandiera dell'Austria Austria
  • Aero Transport
Bandiera della Danimarca Danimarca
Bandiera dell'Egitto Egitto
Bandiera della Francia Francia
Bandiera della Germania Germania
  • Aero Express Flug
  • Aerotour
  • Colombus Luftreederei
  • Condor Flugdienst
  • Deutsche Flugdienst
  • LTU International
  • Transavia Flug
Bandiera dell'India India
Bandiera dell'Iraq Iraq
Bandiera dell'Irlanda Irlanda
Bandiera del Kuwait Kuwait
Bandiera del Messico Messico
  • Bernado Pasquelle
  • Government of Mexico
Bandiera del Portogallo Portogallo
  • Transportes Aéreos da Índia Portuguesa
Bandiera del Regno Unito Regno Unito
Bandiera della Rhodesia Meridionale Rhodesia Meridionale
Bandiera del Sudafrica Sudafrica
Bandiera della Svizzera Svizzera
Bandiera di Trinidad e Tobago Trinidad e Tobago

Velivoli comparabili[modifica | modifica wikitesto]

Bandiera della Francia Francia
Stati Uniti
Bandiera dell'Unione Sovietica Unione Sovietica
Bandiera della Svezia Svezia

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Achille Boroli, Adolfo Boroli, L'Aviazione (Vol.12), Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983, pp. p.196-7.
  2. ^ a b c d Enzo Angelucci, Paolo Matricardi, Guida agli Aeroplani di tutto il Mondo (Vol.5), Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979, pp. p.114-5.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Enzo Angelucci, Paolo Matricardi, Guida agli Aeroplani di tutto il Mondo (Vol.5), Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979, pp. p.114-5.
  • Achille Boroli, Adolfo Boroli, L'Aviazione (Vol.12), Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983, pp. p.196-7.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàLCCN (ENsh85143336 · J9U (ENHE987007539088705171