Umberto Nobile

Umberto Nobile

Deputato dell'Assemblea Costituente
Gruppo
parlamentare
Partito Comunista Italiano
CollegioLazio[1]
Incarichi parlamentari
  • Membro della commissione per la costituzione
  • Membro della seconda sottocommissione
  • Membro della prima commissione per l'esame dei disegni di legge
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoindipendente
Titolo di studiolaurea in ingegneria meccanica
UniversitàUniversità degli Studi di Napoli "Federico II"
Professionegenerale dell'Aeronautica Militare
docente universitario
Umberto Nobile
Umberto Nobile nel 1920
NascitaLauro, 21 gennaio 1885
MorteRoma, 30 luglio 1978
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armata Regia Aeronautica
CorpoCorpo del genio aeronautico
Grado Generale di divisione aerea
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Umberto Nobile (Lauro, 21 gennaio 1885Roma, 30 luglio 1978) è stato un generale, esploratore e ingegnere italiano.

Fu docente di costruzioni aeronautiche dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II" per oltre trent'anni, nonché direttore dello Stabilimento militare di costruzioni aeronautiche a Roma dal 1919 al 1928 e generale del Corpo del genio aeronautico ruolo ingegneri dell'Aeronautica Militare. Nobile è stato uno dei pionieri e delle personalità più elevate della storia dell'aeronautica italiana; divenne famoso al grande pubblico per le sue due trasvolate in dirigibile del Polo nord, compiute nel 1926 a bordo del dirigibile Norge e nel 1928 a bordo del dirigibile Italia, quest'ultima conclusasi in tragedia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli studi[modifica | modifica wikitesto]

Figlio degli ebolitani Vincenzo e Maria La Torraca, nacque a Lauro, in provincia di Avellino, dove il padre era dipendente del locale ufficio del registro e dove il giovane Umberto frequentò i primi anni di scuola. Conseguita la maturità classica nel 1902 presso il liceo Giambattista Vico di Napoli, si laureò all'Università di Napoli nel 1908 in ingegneria industriale meccanica con il massimo dei voti. Lo stesso anno conseguì un diploma in elettrotecnica. Nel 1911 vinse un concorso e fu ammesso a frequentare, a Roma, un corso di costruzioni aeronautiche presso il battaglione del genio militare, dal quale nascerà in seguito la Regia Aeronautica.

La progettazione militare[modifica | modifica wikitesto]

Nobile si affaccia dal Norge alla partenza da Spitzbergen, 1926

Dal 15 giugno 1915, durante la prima guerra mondiale, venne assegnato, come collaboratore del Genio, allo Stabilimento militare di Costruzioni ed Esperienze Aeronautiche lavorando con l'ing. Rodolfo Verduzio per la realizzazione del V.2, quando il modello precedente (V.1) venne abbattuto. In questi stabilimenti nel 1916 progettò un nuovo dirigibile per l'esplorazione del mare, denominato O. Nel 1919 venne nominato comandante dello stabilimento in cui prestava servizio; questa carica venne conservata fino al 1927, periodo nel quale perfezionò la progettazione dei dirigibili semirigidi per eliminarne i gravi difetti.

Umberto Nobile si occupò, oltre che della progettazione di dirigibili, anche di numerose altre questioni aeronautiche. Benché al tempo interamente assorbito dai dirigibili, progettò nel 1918 tre diversi tipi di paracadute, tra cui uno di tipo collettivo, che consentiva il lancio dell'intero equipaggio di un pallone aerostatico[2], e nel 1922 promosse, con l'ingegnere Gianni Caproni, la costruzione del primo aeroplano metallico in Italia, il Ca 73. Nel periodo in cui fu comandante dello Stabilimento militare di Costruzioni Aeronautiche di Roma sviluppò il progetto dello sfortunato dirigibile Roma, destinato al servizio aereo dell'esercito degli Stati Uniti e andato distrutto in un incidente a pochi mesi dall'inizio dei voli.

Nell'estate del 1922 Nobile si recò negli Stati Uniti, chiamato a collaborare alla costruzione di un'aeronave militare. Tornato in Italia, nel 1923 realizzò il dirigibile N1, modello impiegato anni dopo nella prima trasvolata al Polo Nord. Lo stesso anno venne promosso tenente colonnello del Genio aeronautico. Nel 1925 continuò la consulenza all'estero per la costruzione di nuovi modelli di dirigibili. In quell'anno stabilì i primi contatti con l'esploratore norvegese Roald Amundsen.

La trasvolata del Polo Nord[modifica | modifica wikitesto]

La prima spedizione[modifica | modifica wikitesto]

Umberto Nobile e la cagnetta Titina, 1926

Alle ore 9:30 del 10 aprile 1926 il dirigibile Norge, comandato da Umberto Nobile, iniziò il suo volo da Ciampino, facendo tappa a Pulham (Inghilterra), Oslo, Leningrado e Vadsø (Norvegia) e giungendo il 7 maggio alle isole Svalbard. Da qui, saliti a bordo anche l'esploratore norvegese Roald Amundsen e lo sponsor statunitense Lincoln Ellsworth, il Norge riprese il volo il giorno 11 maggio e giunse sopra il Polo Nord il 12 maggio, alle 1:30, ora di Greenwich. Proseguirono come programmato verso l'Alaska e atterrarono due giorni dopo a Teller, invece che a Nome, per le avverse condizioni atmosferiche, compiendo una traversata di oltre 5300 km di volo ininterrotto.

Questo viaggio sfocerà in una controversia tra Nobile e Amundsen su a chi andasse il merito e il credito per la spedizione.

Il Norge parte da Ciampino

L’impresa ebbe una vasta risonanza internazionale: in Italia PNF riteneva l'impresa di Nobile una buona pubblicità anche oltreoceano, mentre i norvegesi reclamavano il merito maggiore, visto che l'idea era loro, così come l'acquisto del dirigibile; Amundsen era inoltre una vera celebrità internazionale e attirò molta più attenzione mediatica rispetto al quasi sconosciuto Nobile. Una volta tornato in Italia, Nobile fu promosso da Mussolini a maggior generale del Genio Aeronautico.[senza fonte][3]

Sempre nel 1926, Nobile istituì il gabinetto di Costruzioni Aeronautiche all'Università di Napoli "Federico II".

La seconda spedizione[modifica | modifica wikitesto]

Due anni dopo l’impresa del Norge, Nobile ritornò al Polo Nord come comandante del dirigibile Italia. Questa nuova spedizione, dal carattere marcatamente scientifico, ebbe inizio il 15 aprile 1928. Alla spedizione partecipò anche, con funzioni di supporto, un gruppo di alpini al comando del capitano Gennaro Sora, che avrebbe poi preso parte alle operazioni di soccorso conseguenti il disastro del dirigibile Italia.

Partito da Milano, dopo aver attraversato le Alpi, l'Austria, la Cecoslovacchia, la Germania e la Svezia l'Italia raggiunse Kingsbay, base norvegese nelle isole Svalbard. Dopo aver effettuato un primo viaggio di esplorazione a oriente delle Svalbard, l'Italia partì per il Polo Nord il 23 maggio 1928. L'ambito limite geografico fu raggiunto alle 00:24 del 24 maggio: dalla verticale del punto furono lanciate una croce benedetta da Pio XI e una bandiera dell'Italia. Il dirigibile non poté effettuare un atterraggio come previsto a causa delle avverse condizioni climatiche e dopo due ore sopra il polo iniziò il viaggio di ritorno.

La Tenda Rossa[modifica | modifica wikitesto]

Il generale Nobile affacciato al portello della cabina dell'Italia appena giunto a Stolp, in Pomerania, durante il viaggio verso il Polo Nord nell'aprile 1928. In basso a destra la cagnetta del generale, Titina

A tragitto quasi del tutto completato, ormai in vista delle isole Svalbard, il dirigibile Italia si schiantò sui ghiacci per cause mai completamente accertate. La cabina di comando rimase incastrata sul ghiaccio con dieci uomini (Nobile, Zappi, Mariano, Viglieri, Biagi, Behounek, Malmgren, Cecioni, Trojani, Pomella morto nell'impatto) e Titina, la cagnetta del generale, mentre il resto del dirigibile (l'involucro con l'idrogeno e la grande trave chiglia sottostante contenente gran parte del carico), reso più leggero, riprendeva quota portando con sé altri membri dell'equipaggio destinati a scomparire per sempre (Pontremoli, Arduino, Ciocca, Lago, Alessandrini e Caratti). Nobile riportò gravi ferite a un braccio e a una gamba, al punto da dover essere sistemato in un sacco a pelo, dove rimase fino all'arrivo dei soccorsi.

I superstiti, fortunatamente, si trovarono circondati di materiali caduti con l'impatto o gettati eroicamente da Arduino dall'aeronave, tra i quali cibo, una radio e la famosa Tenda Rossa (che in realtà era di color argento, colorata di rosso con dell'anilina, sostanza usata per le rilevazioni altimetriche[4]), entro la quale si adattarono a vivere per sette settimane.

Fortunatamente un radioamatore russo riuscì a captare dalla città di Arcangelo un segnale radio di soccorso lanciato dai superstiti; venne così lanciata una vasta spedizione internazionale di soccorso polare, finché un idrovolante pilotato da Umberto Maddalena avvistò la Tenda Rossa. Poco meno di un mese dopo l'incidente, Nobile fu il primo superstite a essere portato in salvo con un piccolo aereo svedese comandato dal tenente svedese Lundborg. Quando il pilota ritornò a prendere gli altri, precipitò egli stesso, rimanendo a sua volta imprigionato tra i ghiacci. In totale perirono otto persone dell'equipaggio dell'Italia; lo stesso Amundsen morì, scomparendo per sempre, mentre volava su quelle gelide isole per prendere parte alle ricerche dei dispersi. Solo il 12 luglio 1928 il rompighiaccio sovietico Krassin raggiunse gli altri superstiti e li trasse in salvo. A capo della squadra di soccorso era Rudol'f Lazarevič Samojlovič.

Le accuse[modifica | modifica wikitesto]

Nobile fu accusato di imperizia e di comportamento vile per aver abbandonato i suoi uomini e richiese un'inchiesta della Regia Aeronautica. Un giurì d'onore, convocato su richiesta dello stesso Nobile, non si pronunciò sulle cause tecniche ma espresse un giudizio di severa censura sulla scelta di Nobile di essere evacuato per primo. La figura umana e professionale di Nobile, soggetto anche a una violenta e spesso ingenerosa campagna stampa, ne uscì severamente compromessa. Come raccontò anni dopo in un'intervista televisiva[5], l’esploratore si rivolse direttamente a Benito Mussolini perché la sua reputazione fosse ristabilita[6]. Mussolini lo ricevette e, come Nobile raccontò successivamente a sua figlia, si trovò ad alzare la voce davanti al Duce, per la volontà di difendersi e per proprio carattere. Mussolini, senza rispondere in alcun modo, lo congedò e Nobile non lo rivide mai più. La stessa Regia Aeronautica, che aveva nel ministro Italo Balbo un dichiarato nemico degli ormai obsoleti dirigibili, lo abbandonò di fatto al suo destino. Il comandante Nobile, dal canto suo, passò il resto della sua lunga vita a giustificare con decisione la correttezza del suo operato.

Gli anni in URSS e USA[modifica | modifica wikitesto]

Amareggiato dall'atteggiamento italiano nei suoi confronti, Nobile si dimise dall'Aeronautica nel 1929 e, ormai in disgrazia, abbandonò l'Italia nel 1931 per partecipare alla spedizione artica del rompighiaccio Malyghin, per trasferirsi l'anno dopo in Unione Sovietica dove collaborò al progetto di dirigibile URSS W6 OSOAVIAKHIM (schiantatosi nel febbraio 1938).

Rientrato nel novembre 1936, nel 1939 emigrò negli Stati Uniti, dove le sue capacità di progettista vennero ampiamente utilizzate e dal febbraio 1943 fu in Spagna. Rientrò in Italia solo dopo la caduta del fascismo.

Deputato della Costituente[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1945 chiese e ottenne di rientrare nei ranghi dell'Aeronautica Militare e fu promosso al grado di maggior generale del genio aeronautico.

Dal giugno 1946 al gennaio 1948 fu deputato all'Assemblea Costituente, eletto come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano[7][8], dove fu eletto nel Lazio con 33 373 preferenze, secondo solo al segretario generale Palmiro Togliatti[9]. Durante i lavori dell'Assemblea Costituente Nobile fu autore, assieme a Gustavo Colonnetti e a Giuseppe Firrao, dell'emendamento che porterà all'affermazione, nell'articolo 9 della Costituzione, che la Repubblica promuove la ricerca scientifica e tecnica[10].

Gli ultimi anni[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il 1948 riprese l'attività di docente di Aerodinamica presso l'Università di Napoli e direttore dell'istituto di Costruzioni aeronautiche fino al 1960, dedicandosi anche ai suoi studi e alla pubblicazione di libri e memorie.

Fu autore di numerosissimi scritti tecnici oltre che di diverse memorie storiche riguardo alle due trasvolate polari. La storia della tragica spedizione è raccontata in alcuni libri scritti dallo stesso Nobile. Nobile passò infatti tutti gli ultimi anni della sua vita a raccogliere la memoria storica delle sue spedizioni. Sposò nel 1959 la seconda moglie Gertrude Stolp, che gli fu costantemente al fianco sino alla morte avvenuta il 30 luglio 1978, nella sua casa di Roma in via Monte Zebio n. 28.

Venne sepolto con inumazione in terra nel Cimitero Flaminio di Roma: la sua tomba si trova nella zona dei Cipressi, riquadro 10, di viale degli Uffici.

Nella cultura[modifica | modifica wikitesto]

Alla spedizione del dirigibile Norge si è ispirato il film d'animazione norvegese del 2022 Titina, mentre dal dramma della successiva spedizione del dirigibile Italia è stato tratto il film del 1969 La tenda rossa con Sean Connery nei panni di Amundsen e Peter Finch in quelli di Nobile.

Una nuova struttura scientifica italiana, la Amundsen-Nobile Climate Change Tower installata a Ny-Ålesund, porta il suo nome, affiancato a quello di Roald Amundsen.

Il portale web dell'Aeronautica Militare ha proposto una pagina, intitolata "I grandi aviatori", dove vengono citate le maggiori personalità storiche dell'aviazione italiana, ponendo Nobile tra di esse.[11]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Il consumo di gas idrogeno nei palloni dirigibili in relazione alla forza ascensionale, Roma, Tip. del Genio Civile, 1917.
  • L'elica aerea propulsiva, Roma, Tip. del Genio Civile, 1917.
  • L'aviazione. Fondamenti sperimentali e teorici, Roma, Stab. tipo-litografico del Genio Civile, 1918.
  • Il volo transpolare, Roma, Stabilimento tipo-litografico del Genio civile, 1925.
  • In volo alla conquista del segreto polare. Da Roma a Teller attraverso il Polo Nord, Milano, A. Mondadori, 1928.
  • L'esplorazione polare dell'Italia, Milano, Il Rotary, 1928.
  • La tenda rossa, come Nemo, Parma-Milano, Studio editoriale della stamperia bodoniana, 1928.
  • L'«Italia» al Polo Nord, Milano, A. Mondadori, 1930.
  • La preparazione e i risultati scientifici della spedizione polare dell'«Italia», a cura di, Milano, A. Mondadori, 1938.
  • Corso di macchine
I, Macchine idrauliche, Padova, Cedam, 1938; 1941; 1944.
II, Elementi di termodinamica teorica e applicata. Caldaie a vapore, Padova, Cedam, 1940; 1945; 1949.
III, Motori a vapore, Padova, Cedam, 1942; 1944.
IV, Motori a combustione interna
I, Tipi fondamentali e loro Teoria. Cinematica e dinamica del motore, Padova, Cedam, 1948.
II, Parti costitutive dei motori a combustione interna, Padova, Cedam, 1951.
  • Posso dire la verità. Storia inedita della spedizione polare dell'«Italia», Milano, A. Mondadori, 1945.
  • Quello che ho visto nella Russia sovietica, Roma, Atlantica, 1945.
  • Perché sono a fianco dei comunisti, Roma, Latinia, 1946.
  • Lezioni di costruzioni aeronautiche. Costruzioni grafiche per la Ricerca degli elementi caratteristici di volo, Napoli, R. Pironti e Figli, 1947.
  • L'umanità al bivio, Milano, A. Mondadori, 1947.
  • Addio Malyghin! Con i russi, fra i ghiacci della terra Francesco Giuseppe. Seguìto da una nota storica sulla scoperta ed esplorazione di quella terra, Milano, A. Mondadori, 1948.
  • Il grado di sicurezza dei cavi portanti-traenti nei trasporti aerei monofuni, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1950.
  • Le resistenze passive nei trasporti aerei monofuni. Considerazioni ed esperienze preliminari, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1950.
  • Nuovi sistemi di trasporti aerei monofuni a moto continuo per persone. Il sistema Oehler con veicoli agganciabili automaticamente a pendoli di sospensione permanentemente fissati sulla fune, Roma, Istituto poligrafico dello Stato, 1951.
  • Elementi di aerodinamica
I, Teoremi fondamentali del moto di un fluido perfetto; Correnti incompressibili; Effetti della compressibilità; Propulsione ad elica, con un'appendice sulla propulsione a reazione, Roma, Libreria dello Stato, 1954.
II, Correnti supersoniche; correnti superaerodinamiche o meccanica dei gas rarefatti, Roma, Libreria dello Stato, 1954.
  • Gli italiani al Polo Nord, Milano, A. Mondadori, 1959.
  • Storia aggiornata della spedizione polare dell'«Italia». L'epilogo del dramma, Roma, Tip. A. Staderini, 1962.
  • La tenda rossa. Memorie di neve e di fuoco, Milano, A. Mondadori, 1969.
  • Macchine a fluido per gli istituti tecnici industriali, con Francesco Nobile, 2 volumi, Padova, Cedam, 1973-1977.
  • Ali sul Polo. Storia della conquista aerea dell'Artide, Milano, Mursia, 1975.
  • La verità in fondo al pozzo, Milano, A. Mondadori, 1978.
  • L'Italia al Polo Nord. 1928: l'ultima epopea del dirigibile, Venezia, Marsilio, 1987. ISBN 88-317-5013-5.
  • Il destino di un uomo. Pagine autobiografiche, Milano, Mursia, 1988.
  • Sentieri azzurri. La conquista del Polo Nord. Una suggestiva pagina di storia inedita: la trascrizione integrale degli otto fogli sparsi annotati da Umberto Nobile durante il volo polare del Norge sul percorso Kingsbay (isole Svalbard)-Teller (Alaska), Garbagnate Milanese, Anthelios, 2000. ISBN 88-8394-096-2.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria
«Conferita con Regio Decreto n. 147 del 1926»
— 10 giugno 1926[12]
Grande Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 27 dicembre 1966[13]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di II classe dell'Ordine reale di Sant'Olav (Norvegia) - nastrino per uniforme ordinaria
«Per la partecipazione alla spedizione verso il Polo con il dirigibile Norge»
— 1926
Medaglia d'oro del Congresso - nastrino per uniforme ordinaria
— 29 maggio 1928[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ mininterno.it
  2. ^ Ovidio Ferrante, Umberto Nobile, Claudio Tatangelo Editore, Roma 1985.
  3. ^ Fra due totalitarismi Umberto Nobile e l’Unione Sovietica (1931–1936) Luciano Zani
  4. ^ La Tenda Rossa: 70º anniversario della spedizione del dirigibile Italia.
  5. ^ nell'ambito della trasmissione realizzata dal giornalista Gianni Bisiach.
  6. ^ Raccontò l'unica figlia Maria Nobile: "Mussolini chiamò mio padre per farsi raccontare dell'impresa. Il duce l'accolse affettuosamente e lui gli mostrò dati e documenti che spiegavano le ragioni per cui aveva accettato di lasciare per primo la tenda rossa. Ma, arrabbiato com'era, si lasciò trascinare dal suo carattere impetuoso: alzò la voce e fece impallidire Mussolini. Al duce bastò un cenno di capo perché il suo cameriere personale prendesse mio padre e lo accompagnasse alla porta".
  7. ^ I CANDIDATI COMUNISTI RAPPRESENTANTI DI TUTTO IL POPOLO PER IL RINNOVAMENTO DEL PAESE Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., in "l'Unità", 18/4/1946, p. 1.
  8. ^ La Suprema Corte ha concluso i suoi lavori Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive., in "l'Unità", 18/6/1946, p. 1.
  9. ^ Archivio Storico delle Elezioni| Assemblea costituente del 02/06/1946 | Area ITALIA | Circoscrizione ROMA-VITERBO-LATINA-FROSINONE | PCI.
  10. ^ La nascita della Costituzione - Articolo 9.
  11. ^ I grandi aviatori, su aeronautica.difesa.it. URL consultato il 31 maggio 2013.
  12. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  13. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
  14. ^ Riferimento fotografico.
  15. ^ https://fas.org/sgp/crs/misc/R45101.pdf , pagina 19

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Surdich, NOBILE, Umberto, in Dizionario biografico degli italiani, LXXVIII volume, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 23 novembre 2013.
  • Giuseppe Ciampaglia, Quando Umberto Nobile andava in ufficio da Prati a Ciampino in dirigibile, in Strenna dei Romanisti. Natale di Roma MMDCCLVII. 21 aprile 2004, Roma, RomaAmor, 2004, pp. 155–161.
  • Wilbur Cross, Disastro al Polo. La tragica spedizione di Nobile al Polo Nord con il dirigibile Italia, Milano, Corbaccio, 2001. ISBN 88-7972-445-2.
  • Ovidio Ferrante, Umberto Nobile, 2 volumi, Roma, Tatangelo, 1985.
  • Davide Giudici, Col "Krassin" alla Tenda Rossa, Milano, Moneta, 1928.
  • Paolo Gori, Umberto Nobile. Dagli anni giovanili al successo nella prima spedizione polare dell'aeronave Norge (1908-1926). I rapporti con gli ambienti politico-militari, Fornacette, L'Ancora, 2000. ISBN 88-87748-14-4.
  • Antonio G. Quattrini, Col «Norge» sulla via del Polo, Firenze, A. Quattrini, 1926.
  • Alfredo Viglieri, 48 giorni sul pack, Milano, Mondadori, 1929.
  • Giuseppe Biagi, Biagi racconta, i miracoli della radio nella tragedia polare, Milano, Mondadori, 1929.
  • R.Samoilovic, S.O.S. nel mare Artico, la spedizione di soccorso del Krassin, Firenze, Bemporad, 1930.
  • Francesco Behounek, Il naufragio della spedizione Nobile, Firenze, Bemporad, 1930.
  • Felice Trojani, La coda di Minosse. Vita di un uomo, storia di un'impresa, Milano, Mursia, 1964.
  • (EN) George Simmons, Target: Arctic. Men in the skies at the top of the world, Philadelphia, Chilton Books, 1965.
  • La tenda rossa. 70º anniversario della spedizione del dirigibile Italia, 1928-1998. L'organizzazione e l'uomo in imprese ad alto rischio: 1928 la spedizione polare di Umberto Nobile con il dirigibile Italia, con Cd-Rom, Milano, Syntagma, 1999. ISBN 88-87205-05-1.
  • Cesco Tomaselli, Diario dal Polo, Chiari (BS), Nordpress, 2003
  • Silvio Zavatti, Nobile e il Polo attraverso la Romagna. Lettere fra il generale Nobile e Luciano De Nardis, Fermo, Istituto Geografico Polare "Silvio Zavatti"-Comune di Fermo, 2005.
  • Luciano Zani, Fra due totalitarismi. Umberto Nobile e l'Unione Sovietica (1931-1936), Ariccia (RM), Aracne, 2005
  • Emilio Milisenda, Umberto Nobile e il volo transpolare del Norge, Vignola (MO), Vaccari, 2016.
  • Emilio Milisenda, Umberto Nobile e la spedizione polare del dirigibile Italia, Pescara, Milisenda, 2018.
  • Monica Kristensen, L'ultimo viaggio di Amundsen, Milano 2019, Iperborea.
  • Claudio Sicolo, Umberto Nobile e l'Italia al Polo Nord, Ariccia (RM), Aracne, 2020
  • Raffaele Migneco, "Più leggero dell'aria - Storia del Dirigibile" Paprint 2012. ISBN 978-88-96559-80-2

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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