Marcello Soleri

Marcello Soleri

Sindaco di Cuneo
Durata mandato1912 –
1913
PredecessoreLuigi Fresia
SuccessoreMarco Cassin Prosindaco

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaXXIV, XXV, XXVI, XXVI, XXVII
Sito istituzionale

Ministro delle finanze
Durata mandato4 luglio 1921 –
26 febbraio 1922
PresidenteIvanoe Bonomi
PredecessoreLuigi Facta
SuccessoreGiovanni Battista Bertone

Ministro della guerra
Durata mandato1 agosto 1922 –
31 ottobre 1922
PresidenteLuigi Facta
PredecessorePietro Lanza di Scalea
SuccessoreArmando Diaz

Ministro del tesoro
Durata mandato12 dicembre 1944 –
20 giugno 1945
PresidenteIvanoe Bonomi

Durata mandato21 giugno 1945 –
22 luglio 1945
PresidenteFerruccio Parri

Marcello Soleri (Cuneo, 28 aprile 1882Torino, 22 luglio 1945) è stato un politico e ufficiale degli Alpini italiano. Insieme a Giovanni Giolitti, Benedetto Croce e Luigi Einaudi, è considerato il quarto grande liberale italiano del Novecento.[senza fonte]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Suo padre, Modesto Soleri, nativo di Dronero e ingegnere capo presso la Provincia, subisce nel 1894, nell'ambito della repressione dei democratici da parte del governo Crispi, la condanna al confino, da scontare a Taggia, per sospetta cospirazione socialista. Il padre inculca nei figli, Marcello ed Elvio, un forte sentimento del dovere, sentimento fondato anche sulle letture dei "Doveri degli uomini" di Silvio Pellico e dei "Doveri dell'uomo" di Giuseppe Mazzini.

Marcello rimane orfano presto e solo con l'aiuto di alcuni amici può continuare gli studi e laurearsi in giurisprudenza. Tra questi c'è Giovanni Giolitti, di padre sandamianese e deputato del collegio di Dronero e Valle Maira.

Nel 1912 diventa sindaco di Cuneo a capo del partito liberaldemocratico e sostiene la costruzione della nuova stazione ferroviaria sull'altipiano e del grande viadotto all'ingresso della città, dedicato a suo nome in occasione della ricostruzione dopo il secondo conflitto mondiale. Nel 1913 è eletto deputato.

Fece parte della Massoneria[1].

Prima guerra mondiale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1914 e 1915 vive il dramma dell'ingresso in guerra dell'Italia. Giolitti è contrario. Soleri, invece, ha molti amici interventisti anche nelle terre irredente, tra i quali Cesare Battisti. Alla fine, da deputato, sceglie di arruolarsi come volontario e il 19 maggio 1917 subisce una grave ferita che gli vale la Medaglia di bronzo al valor militare.

Il 20 ottobre 1918 a San Damiano Macra, da deputato al Parlamento e capitano degli Alpini, pronuncia il discorso, nella circostanza dell'intitolazione della ex strada della Confraternita, in memoria del capitano Aldo Beltricco, caduto sul Pasubio il 10 settembre 1916 e decorato di medaglia d'oro al V. M.

Il Ventennio[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1919 è sottosegretario alla Marina e poi all'Industria, con delega agli approvvigionamenti e ai consumi alimentari, nel primo governo Nitti. Nel novembre dello stesso anno è rieletto deputato, insieme a Giolitti. Nitti lo riconferma nel suo secondo ministero. Giolitti nel governo dal giugno 1920 fino al luglio del 1921 lo incarica di abolire il prezzo politico del pane, abolizione molto impopolare, ma necessaria a risanare il bilancio dello Stato. Nel 1921, nel governo Bonomi, è ministro delle finanze e nel 1922, nel secondo governo Facta, è ministro della guerra, il più giovane tra i ministri. In tale veste scrive, nell'ottobre del 1922, la proclamazione dello stato d'assedio che avrebbe permesso di bloccare i fascisti, ma il Re non lo firma, anzi chiama Mussolini a formare il nuovo governo. Nelle elezioni del 1924 viene nuovamente confermato deputato. Non aderisce agli "aventiniani", ma neppure si fa cooptare dal fascismo. Preferisce dimettersi e vivere in dignitoso isolamento.

Dal 1943 al 1945[modifica | modifica wikitesto]

È tra gli uomini consultati dal Re alla vigilia del rovesciamento di Mussolini nel luglio del 1943. L'8 giugno 1944, Ivanoe Bonomi, capo del governo subentrato a Badoglio, lo nomina ministro del tesoro, carica che gli viene confermata l'anno seguente da Ferruccio Parri, presidente del Consiglio.

Marcello Soleri nella carica di ministro del tesoro, nel dopoguerra si trova a collaborare con un altro grande il cui padre era di San Damiano Macra e cioè Luigi Einaudi, governatore della Banca d'Italia e futuro presidente della Repubblica. Insieme furono due europeisti convinti.

Marcello Soleri oltre all'impegno politico, fu tra quegli alpini che anche in tempo di guerra cercò di mantenere viva l'Associazione Nazionale Alpini e dal 4 giugno 1944 al 22 luglio 1945 ne fu Presidente.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Trovandosi in prima linea, mentre per ragioni del suo ufficio, si spostava lungo la linea attraversando con calma e sprezzo del pericolo zone intensamente battute dalle mitragliatrici, veniva gravemente ferito alla spalla. Rifiutava di recarsi al posto di medicazione, e sempre calmo e sereno rimaneva sulla linea di fuoco, finché vedeva la nostra occupazione fortemente rafforzata sulla posizione conquistata. Quota 652-Vodice, 18-19 maggio 1917


Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Memorie, Torino, Einaudi, 1949
  • La politica tributaria del ministero Bonomi, Roma, Direzione della Nuova antologia, 1922

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luca Irwin Fragale, La Massoneria nel Parlamento. Primo novecento e Fascismo, Morlacchi Editore, 2021, p. 222.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Raimondo Collino Pansa, Marcello Soleri, Milano, Garzanti, 1948
  • Duccio Chiapello, Marcia e contromarcia su Roma. Marcello Soleri e la resa dello Stato liberale, Roma, Aracne, 2012

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro delle finanze del Regno d'Italia Successore
Luigi Facta 4 luglio 1921 - 22 febbraio 1922 Giovambattista Bertone
Predecessore Ministro della guerra del Regno d'Italia Successore
Pietro Lanza di Scalea 1º agosto 1922 - 28 ottobre 1922 Armando Diaz
Predecessore Ministro del tesoro del Regno d'Italia Successore
Quinto Quintieri 18 giugno 1944 - 22 luglio 1945 Federico Ricci
Controllo di autoritàVIAF (EN50829788 · ISNI (EN0000 0000 8230 8607 · LCCN (ENn89614706 · BNF (FRcb169243640 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n89614706