Jean Guillaume Moitte

Erodoto (1806), Parigi, facciata ovest della Cour Carrée del Palazzo del Louvre .

Jean-Guillaume Moitte (Parigi, 11 novembre 1746Parigi, 2 maggio 1810[1]) è stato uno scultore francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Era il figlio del pittore e incisore Pierre-Étienne Moitte (1722-1780). Fu successivamente allievo degli scultori Jean-Baptiste Pigalle e Jean-Baptiste Lemoyne. Vinse il Prix de Rome in scultura del 1768 con Davide che porta in trionfo la testa di Golia. Entrò quindi nella Regia scuola degli allievi protetti e quindi iniziò il suo soggiorno romano presso Villa Medici che interruppe per motivi di salute. Copiò modelli di armature, armi, elmi e altri oggetti d'antiquariato compresi i bassorilievi della Colonna Traiana[2].

Lavorò per Henri Auguste, orafo del re, e partecipò a lavori decorativi per i monumenti di Parigi. Eseguì ordini per statue di generali morti in combattimento, come la statua di Adam Philippe de Custine per il museo di Versailles, la tomba di Louis Charles Antoine Desaix al Grand Saint-Bernard e quella di Charles Victoire Emmanuel Leclerc al Pantheon di Parigi. Per quest'ultimo edificio, progettò e completò, nel 1793, durante la Rivoluzione francese, la decorazione del suo frontone sul tema de La Patrie che incorona le virtù civili ed eroiche[3]. Moitte fu, insieme allo scultore Philippe-Laurent Roland, l'autore principale delle decorazioni esterne scolpite nell'Hôtel de Salm a Parigi.

Fu membro dell'Institut de France, fu insignito dell’onorificenza di cavaliere dell'ordine della Legion d'onore e divenne professore all'École nationale supérieure des beaux-arts, il 20 dicembre 1809, in sostituzione di Augustin Pajou. Gli succedette Jean-Baptiste Stouf l'8 settembre 1810.

Opere in collezioni pubbliche[modifica | modifica wikitesto]

Disegni[modifica | modifica wikitesto]

Sculture[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Eugène Piot, État civil de quelques artistes français : extrait des registres des paroisses des anciennes archives de la Ville de Paris, p. 88, Librairie Pagnerre, Paris, 1873 (online)
  2. ^ Didier Rykner, op.cit
  3. ^ Questa decorazione venne eliminata dalla Restaurazione e sostituita da un altorilievo di David d'Angers.
  4. ^ Online
  5. ^ Didier Ryckner, La Tribune de l'Art 16 dicembre 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Dictionnaire Bénézit
  • Simone Hoog, (prefazione di Jean-Pierre Babelon, con la collaborazione di Roland Brossard), Musée national de Versailles. Les sculptures. I- Le musée, Réunion des musées nationaux, Paris, 1993.
  • Pierre Kjellberg, Le Nouveau guide des statues de Paris, La Bibliothèque des Arts, Paris, 1988.
  • Catalogue d’exposition, Skulptur aus dem Louvre. Sculptures françaises néo-classiques. 1760 - 1830, Paris, musée du Louvre, 23 maggio - 3 settembre 1990.
  • Didier Rykner, Deux terres cuites de Moitte acquises par le Metropolitan Museum, sul sito de La Tribune de l'Art, 16 dicembre 2013

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