Giacomo IV di Scozia

Giacomo IV di Scozia
Copia di un perduto ritratto di Giacomo IV, disegno di Jaques Le Boucq, XVI secolo
Re di Scozia
Stemma
Stemma
In carica11 giugno 1488 –
9 settembre 1513
Incoronazione24 giugno 1488
PredecessoreGiacomo III
SuccessoreGiacomo V
Nome completoJames Stewart
TrattamentoSua Grazia
NascitaCastello di Stirling, 17 marzo 1473
MorteNorthumberland, 9 settembre 1513 (40 anni)
DinastiaStuart
PadreGiacomo III di Scozia
MadreMargherita di Danimarca
ConsorteMargherita d'Inghilterra
FigliGiacomo
Arturo
Giacomo
Alessandro
ReligioneCattolicesimo

Giacomo IV di Scozia (Stirling, 17 marzo 1473Northumberland, 9 settembre 1513) è stato re di Scozia dal 1488 al 1513. Tradizionalmente ricordato come il più illustre esponente degli Stuart che sedette sul trono di Scozia, venne ucciso alla battaglia di Flodden Field divenendo l'ultimo monarca dell'isola a venire ucciso in battaglia.

L'ascesa al trono[modifica | modifica wikitesto]

Giacomo Stuart nacque il 17 marzo 1473 da Giacomo III di Scozia, Steward di Scozia, e da Margherita di Danimarca probabilmente al Castello di Stirling. In qualità di erede legittimo al trono di Scozia egli venne creato Duca di Rothesay già alla nascita. Nel 1474 suo padre lo fidanzò con Cecilia di York una delle figlie di Edoardo IV d'Inghilterra[1], suo padre purtroppo non era un re popolare tanto che dovette fronteggiare due ribellioni durante il suo regno, i negoziati per il matrimonio e per il pagamento della dote portarono alla Cattura di Berwick, nel 1482, da parte di suo zio Alexander Stewart, da tempo in combutta con gli inglesi e Riccardo di Gloucester. In quella stessa occasione gli uomini di Giacomo III si ribellarono contro di lui e gli inglesi riuscirono ad arrivare a Edimburgo. All'età di quindici anni Giacomo venne nominato capo nominale della nazione e quando infine suo padre morì l'11 giugno 1488 nella battaglia di Sauchieburn, Giacomo gli succedette formalmente con il nome di Giacomo IV di Scozia e fu incoronato il 24 di quello stesso mese a Scone. Quando Giacomo realizzò l'indiretto ruolo giocato nella morte del padre decise di fare ammenda dei propri peccati e da quel momento scelse di indossare un cilicio.[2]

Il regno di scontri e cultura[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante la giovane età Giacomo si dimostrò un re capace. Nel 1489 riuscì a reprimere un'altra rivolta, decise di prendere parte attiva nell'amministrazione della giustizia e nel 1493 pose il Signore delle Isole sotto il controllo della corona. Quando Perkin Warbeck fece la sua comparsa asserendo di essere uno dei figli perduti di Edoardo IV, Giacomo all'inizio lo appoggiò tanto da arrivare a invadere l'Inghilterra nel 1496 e l'anno seguente pose sotto assedio il Castello di Norham. Nondimeno Giacomo capì che la pace era proficua per entrambe le nazioni e dunque abbandonò la politica paterna di ostilità verso l'Inghilterra, appena uscita dalla trentennale Guerra delle due rose. Per questo nel 1491 stipulò con il re inglese Enrico VII d'Inghilterra una tregua quinquennale, al termine della quale, nel 1497, negoziò la pace con l'antico avversario, essendo ben più gravi le questioni di potere sorte all'interno dello stesso regno di Scozia. La nuova alleanza fu suggellata dal matrimonio, avvenuto nel 1503, con Margherita Tudor, figlia di Enrico VII Tudor, matrimonio che fece guadagnare agli Stuart il diritto di successione al trono inglese.

Il matrimonio però non fu certo felice: Giacomo era un amante delle belle donne e tradiva continuamente la moglie, che mal soffrendo l'infedeltà coniugale del marito, scriveva di continuo al padre lamentandosi della sua situazione. Riuscì a dare alla luce sei figli, dei quali solo uno sopravvisse, il futuro Giacomo V di Scozia. Dal punto di vista culturale Giacomo era un vero principe del Rinascimento con un interesse particolare per le materie scientifiche. Egli donò una concessione reale all'Incorporation of Surgeons and Barbers di Edimburgo nel 1506 e trasformò il Castello di Edimburgo in una delle più famose fonderie di armi e l'anno dopo fu ben felice di veder installata la prima stampatrice scozzese. Giacomo rimodernò il Falkland Palace e i castelli di Stirling ed Edimburgo[3]. Egli era anche un patrono delle arti, comprese diverse figure letterarie scozzesi fra cui diversi Makar (termine scozzese che indica poeti o bardi che spesso lavoravano a corte) le cui opere trasmettono un vivido quadro della vita culturale di quel periodo. Fra gli uomini posti sotto la sua protezione si ricordano William Dunbar, Walter Kennedy, Robert Henryson e Gavin Douglas, il primo a tradurre l'Eneide in lingua inglese. Giacomo era anche un discreto conoscitore delle lingue straniere e fu l'ultimo sovrano conosciuto a parlare il gaelico scozzese.

Nel maggio 1493 John Islay, Conte di Ross, Signore delle Isole, venne destituito dal Parlamento di Scozia e il re in persona si recò al Castello di Dunstaffnage dove i capi dell'ovest gli sottomisero, anche John si arrese e venne portato a corte prima di andare a vivere presso l'Abbazia di Paisley. A quel punto le Highlands e le relative Isole ricaddero sotto il diretto controllo del nipote di John, Domhnall Dubh, egli quale possibile pretendente alla Signoria era pacifico, ma l'altro nipote, Alexander MacDonald, invase il Ross prima di essere ucciso nel 1497[4]. Nell'ottobre 1496 il concilio reale decise che i capi clan sarebbero stati ritenuti direttamente responsabili dei crimini avvenuti sulle isole, tale provvedimento però era destinato a essere senza utilità e dopo che l'Atto di revocazione del 1498 andò a minare l'autorità dei capo clan la loro resistenza al governo centrale aumentò. Nell'estate di quell'anno Giacomo attese presso il castello di Kilkerran, al Campbeltown Loch, per ridare gli statuti ai capiclan, ma furono in pochi a presentarsi[5]. All'inizio fu dato incarico ad Archibal Campbell, II conte di Argyll (morto 9 settembre 1513), di riempire il vuoto di potere e di rafforzare l'autorità regia, ma i suoi successi vennero limitati dagli scontri che lo videro coinvolto con il cognato Torquil MacLeod. A Torquil venne ordinato di consegnare Domnhall Dubh al sovrano presso Inverness nel 1501, ma egli non si presentò mai.

Dopo questa sfida le sue terre vennero date ad Alexander Gordon, III conte di Huntly (morto 1524) che raccolse un esercito nella regione del Lochaber e si affrettò a ripulire le terre ereditate dai precedenti proprietari per rimpiazzarli con altri di sua fiducia[5]. Dopo il parlamento del 1504 una flotta salpò dall'Ayr per recarsi ad attaccare il castello di Cairnburgh dove si pensava che una parte del clan MacLean stesse tenendo Dubh in custodia[5]. Giacché l'assedio andava per le lunghe Giacomo spedì il maestro d'armi presso la nave di Robert Barton (morto 1540) e poi da James Hamilton, I conte di Arran con più provviste e artiglieria. Alla fine il castello cadde in quello stesso anno, ma Dubh rimase libero[5]. Nel settembre 1507 Torquil venne catturato presso il villaggio di Stornoway, Dubh venne preso e tenuto in prigione per il resto della vita, mentre Torquil morì in esilio nel 1511. Il conte di Huntly venne largamente ripagato per i disturbi che si era preso, eventualità cui Giacomo era pronto[5].

La fine in battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Energico e colto, Giacomo IV contribuì al progresso del regno, ma nel 1509, con l'ascesa al trono di Enrico VIII la sua posizione si indebolì enormemente, e pertanto decise di riportare in auge l'Auld Alliance con la Francia. Quando nel 1513 infatti il re inglese, in ottemperanza agli accordi della Lega di Cambrai, in chiave anti - francese, partì per una campagna militare in Francia, Giacomo IV, per preservare gli interessi del re Luigi XII di Francia, approfittando dell'assenza del re, invase l'Inghilterra con 30.000 uomini. Il casus belli fu fornito dall'uccisione di Robert Kerr, un guardiano del confine scozzese orientale, ucciso nel 1508 da John Heron detto Il bastardo. Le forze scozzesi furono affrontate il 9 settembre nella battaglia di Brankston Hill, presso Flodden, dall'esercito inglese guidato da Thomas Howard, conte di Surrey, forte di 26.000 soldati. La vittoria arrise agli inglesi e provocò la sconfitta di Giacomo, che cadde sul campo di battaglia. In seguito i suoi abiti insanguinati furono inviati da Caterina d'Aragona, moglie di Enrico VIII e reggente in sua assenza, al marito impegnato in Francia con la notizia della vittoria. Alla sua morte gli succedette il figlio primogenito Giacomo V.

Il matrimonio e i figli[modifica | modifica wikitesto]

Il 10 dicembre 1502 presso la Cattedrale di San Mungo Giacomo sposò Margherita Tudor, i due ebbero:

  • James, duca di Rothesay (21 febbraio 1507 – 27 febbraio 1507)
  • una figlia (nata e morta 15 luglio 1508)
  • Arthur, duca di Rothesay (20 ottobre 1509 – 14 luglio 1510)
  • Giacomo V di Scozia
  • una figlia (nata e morta novembre 1512)
  • Alexander, Duca di Ross (30 aprile 1514 – 18 dicembre 1515)

Giacomo ebbe anche diverse amanti e da loro ebbe diversi figli:

da Marion Boyd nacquero:

da Margaret Drummond:

da Janet Kennedy (1480 circa – 1545 circa) ebbe:

  • James Stuart, I conte di Moray (1499 circa – 1544)
  • Margaret Stuart, morta bambina
  • Jane Stuart, morta bambina

da Isabel Stuart, figlia di James Stewart, I conte di Buchan ebbe:

Ascendenza[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Giacomo I di Scozia Roberto III di Scozia  
 
Annabella Drummond  
Giacomo II di Scozia  
Giovanna Beaufort John Beaufort, I conte di Somerset  
 
Margaret Holland  
Giacomo III di Scozia  
Arnoldo di Egmond Giovanni II di Egmond  
 
Maria di Arkel  
Maria di Gheldria  
Caterina di Kleve Adolfo I di Kleve  
 
Maria di Borgogna  
Giacomo IV di Scozia  
Dietrich di Oldenburg Cristiano V di Oldenburg  
 
Agnes di Holstein  
Cristiano I di Danimarca  
Helvig di Schauenburg Gerardo IV, conte di Holstein  
 
Caterina Elisabetta di Brunswick-Lüneburg  
Margherita di Danimarca  
Giovanni l'Alchimista Federico I di Brandeburgo  
 
Elisabetta di Baviera-Landshut  
Dorotea di Brandeburgo-Kulmbach  
Barbara di Sassonia-Wittenberg Rodolfo III di Sassonia-Wittenberg  
 
Barbara di Legnica  
 

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Rosa d'Oro - nastrino per uniforme ordinaria
— 1491

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marshall, Rosalind K. (2003). Scottish Queens, 1034–1714. Tuckwell Press
  2. ^ Lindsay of Pitscottie, Robert, The History of Scotland, Robert Freebairn, Edinburgh (1778)
  3. ^ Dunbar, John G., Scottish Royal Palaces, Tuckwell (1999)
  4. ^ Mackie, R.L., James IV, (1958)
  5. ^ a b c d e MacDougall, Norman, James IV, (1997)

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Re degli Scozzesi Successore
Giacomo III 1488-1513 Giacomo V
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