Perarolo di Cadore

Perarolo di Cadore
comune
Perarolo di Cadore – Stemma
Perarolo di Cadore – Bandiera
Perarolo di Cadore – Veduta
Perarolo di Cadore – Veduta
Veduta del centro con la chiesa
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Belluno
Amministrazione
SindacoPier Luigi Svaluto Ferro (lista civica Insieme per guardare avanti) dall'8-6-2009 (3º mandato dal 27-5-2019)
Territorio
Coordinate46°23′44″N 12°21′23″E / 46.395556°N 12.356389°E46.395556; 12.356389 (Perarolo di Cadore)
Altitudine532 m s.l.m.
Superficie43,94 km²
Abitanti364[1] (31-1-2024)
Densità8,28 ab./km²
FrazioniCaralte, Fontanelle, Macchietto, Peron
Comuni confinantiCimolais (PN), Erto e Casso (PN), Ospitale di Cadore, Pieve di Cadore, Valle di Cadore
Altre informazioni
Cod. postale32010
Prefisso0435
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT025037
Cod. catastaleG442
TargaBL
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona F, 3 550 GG[3]
Nome abitantiperarolesi
Patronosan Nicolò
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Perarolo di Cadore
Perarolo di Cadore
Perarolo di Cadore – Mappa
Perarolo di Cadore – Mappa
Posizione del comune di Perarolo di Cadore nella provincia di Belluno
Sito istituzionale

Perarolo di Cadore (Peraruò[4] o Pararuò[5], oggi Peraròl in ladino) è un comune italiano di 364 abitanti[1] della provincia di Belluno in Veneto.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Perarolo è situato all'estremità sud-ovest della gola attraverso la quale scorre il Piave dopo la diga di Pieve di Cadore, dove il torrente Boite confluisce nel Piave. Nel territorio comunale è compresa anche la valle del torrente Valmontina, dichiarata area wilderness dal 1994. A nord del torrente si trova il Colle Svalut.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Perarolo di Cadore.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Perarolo nel 1941: in evidenza la confluenza di Piave e Boite

Era da quest'area che partivano le zattere per il trasporto del legname diretto alla Repubblica di Venezia per via fluviale, traffico che fu per molti secoli, a partire dalla seconda metà del XIV, alla base dell'economia di questo territorio, a prevalenza boscoso.

Nei primi del Novecento, anche per l'arrivo nella valle della ferrovia (1913), il secolare modello economico basato sullo sfruttamento del legname decadde e con esso lo strategico ruolo di Perarolo come porto fluviale. Negli anni ottanta la costruzione del nuovo tratto della statale Alemagna del viadotto del Ponte Cadore declassa la strada Cavalera, sino ad allora unico collegamento praticabile con mezzi motorizzati tra Longarone e Cortina d'Ampezzo. Il centro di Perarolo si trovò così fortemente isolato rispetto alle nuove direttrici della mobilità, condizione che pregiudicherà lo sviluppo turistico in crescita in quegli anni su tutte le Dolomiti.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa parrocchiale di San Nicolò[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Nicolò Vescovo (Perarolo di Cadore).

La chiesa parrocchiale di Perarolo nacque nel 1515 e fu intitolata a San Nicolò, patrono degli zattieri, la cui attività era al centro dell'economia perarolese. Curata dal 1604, la chiesa divenne parrocchiale solo nel 1857. Nel 1862 l'edificio di culto venne ricostruito ma, a seguito delle piene del torrente Boite del 1882, si formarono delle lesioni talmente profonde che si dovette demolire la nuova chiesa già nel 1897. Si gettarono quindi le fondazioni per la nuova Parrocchiale, che già dopo pochi mesi mostrarono segni di cedimento verso il torrente, rendendo quindi impossibile realizzare la costruzione in muratura[6].

Chiesa di San Rocco[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Rocco è importante in quanto luogo tizianesco, dove operò Francesco Vecellio, fratello maggiore di Tiziano. Qui infatti egli lascia la pala (a lui attribuita) rappresentante Madonna con Bambino tra i santi Rocco e Sebastiano, della prima metà del XVI secolo[7].

Museo del cìdolo e del legname[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo del cìdolo e del legname è stato fondato nel 2005 per avvalorare l'importante storia economica di Perarolo. Centrale nell'organizzazione del museo è, appunto, il vecchio cìdolo[8] di località Sacco (smantellato nel secondo XX secolo): tale tipo di struttura, presente solo nel Cadore, faceva da barriera ai tronchi che scendevano per via fluviale, senza impedire però il passaggio regolare delle acque e permettendo di rifornire le numerose segherie vicine con regolarità[9].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[10]

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
2 luglio 1985 28 maggio 1990 Giovanni Boni PSDI Sindaco [11]
21 giugno 1990 24 aprile 1995 Pier Luigi Svaluto Ferro PSI Sindaco [12]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Pier Luigi Svaluto Ferro indipendente Sindaco [13]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Pier Luigi Svaluto Ferro lista civica Sindaco [14]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Ruggero Lollato lista civica Sindaco [14]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Pier Luigi Svaluto Ferro lista civica Insieme per guardare avanti Sindaco [15]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Pier Luigi Svaluto Ferro lista civica Insieme per guardare avanti Sindaco [16]
27 maggio 2019 in carica Pier Luigi Svaluto Ferro lista civica Insieme per guardare avanti Sindaco [17]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

La denominazione del comune fino al 1955 era Perarolo.[18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 481, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Archivio ladino-cadorino di Venas di Cadore, su archivioladin-venas.blogspot.it. URL consultato il 30 settembre 2012.
  6. ^ Informazioni tratte dalla relazione dell'istituto sperimentale delle FF.SS. sulle condizioni geognostiche del terzo tronco Perarolo-Calalzo-Pieve di Cadore (Roma, Maggio 1914) «Dalle informazioni assunte sul posto risulterebbe che la Chiesa di Perarolo costruita nel 1862 mostrò dopo le piene del 1882 lesioni assai gravi che continuando ad aumentare venne nel 1897 demolita. Si fecero nuove fondazioni raggiungendo cogli scavi la formazione gessifera attraverso la quale agevolmente penetrarono le palificazioni, e su queste venne stesa la platea di calcestruzzo e l'mbasamento in pietra per l'appoggio della Chiesa, incontrandosi per questo lavoro una spesa di L. 35.000. Ma pochi mesi dopo tutto questo imbasamento si mosse assumendo una posizione inclinata verso il fiume, onde si dovette rinunciare a costruire la Chiesa in muratura. Anche il piazzale circondato da colonnette s'abbassò verso il fiume.»
  7. ^ Lungo le vie di Tiziano, pp.99-101
  8. ^ Vedi anche: Pagina dedicata ai cìdoli in cidolo.it[collegamento interrotto]
  9. ^ Lungo le vie di Tiziano, pp. 94-96.
  10. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  11. ^ Eletto il 12 maggio.
  12. ^ Eletto il 6 maggio.
  13. ^ Eletto il 23 aprile.
  14. ^ a b Eletto il 13 giugno.
  15. ^ Eletto il 7 giugno; unico candidato.
  16. ^ Eletto il 25 maggio; unico candidato.
  17. ^ Eletto il 26 maggio; unico candidato.
  18. ^ Fonte: ISTAT - Unità amministrative, variazioni territoriali e di nome dal 1861 al 2000 - ISBN 88-458-0574-3

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AAVV, Lungo le vie di Tiziano, a. c. di M. Mazza, Skira editore, 2007, pp. 94–96.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Il Duranno, la Cima Frati e la Cima dei Preti

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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