Micone

Le complesse scene di battaglia del coevo Pittore dei niobidi, sarebbero secondo la critica ispirate ai perduti dipinti di Micone[1]

Micone, figlio di Fanomaco (in greco antico: Μίκων?, Míkon; ... – ...; fl. V secolo a.C.), è stato un pittore e scultore greco antico di origine ateniese e attivo interno alla metà del V secolo a.C.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Micone decorò il tempio dei Dioscuri di Atene, dipingendovi il Ritorno degli Argonauti.[2] In collaborazione con Polignoto decorò il Theseion con scene della vita di Teseo e sempre in collaborazione con Polignoto e Paneno partecipò alla decorazione della Stoà Pecile, dove dipinse una Maratonomachia e una Amazzonomachia; gli Ateniesi gli inflissero una multa di trenta mine per aver rappresentato i Persiani più grandi dei Greci.

I temi affrontati sono tipici dell'età cimoniana, soggetti caratterizzati dal movimento e dall'azione, dove Micone sembra aver portato alcune innovazioni compositive nella disposizione delle figure e negli elementi paesistici. Si servì per le sue opere dei quattro colori tradizionali (nero, bianco, rosso e giallo).

Dell'attività di Micone quale bronzista riferisce Plinio il Vecchio (Nat. hist., XXXIV, 88, 2): gli sono attribuite una statua del campione olimpico Callia, vincitore del pancrazio nel 472 a.C., e una statua equestre dedicata sull'acropoli di Atene, della quale resta parte della base con iscrizione, datata intorno al 440 a.C.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giorgio Bejor, Marina Castoldi e Claudia Lambrugo, Arte greca, Mondadori Università, 2008, p. 260.
  2. ^ Pausania, Periegesi della Grecia, I, 18, 1.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti secondarie

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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