Ipermnestra

Ipermnestra
Ipermnestra nel De mulieribus claris di Boccaccio
SagaEneide
Nome orig.Ὑπερμνήστρα
Caratteristiche immaginarie
Epitetogrande sposa
Sessofemmina

Ipermnestra (in greco antico: Ὑπερμνήστρα?, Hypermnḕstrā) o Ipermestra[1] è un personaggio della mitologia greca, moglie di Linceo gli diede il figlio Abante che divenne l'eponimo del popolo degli Abanti[2].

Figlia di Danao e della moglie Pieria è una delle cinquanta Danaidi[2].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'etimologia del nome ci rimanda a hypae (in latino scoperto, privo di) = "senza"; "hypate"= "corda della lira dal tono più grave" e mne = "moneta" "mnemosynum" = "dono fatto per ricordo" e "Mnemosyne" = "Dea della Memoria" quindi Ipermnestra dovrebbe significare "A memoria di";"Affinché Danao possa ricordare" .[senza fonte]

Mitologia[modifica | modifica wikitesto]

Rifiutando di sposare i propri cugini, figli di Egitto, Ipermnestra, le sue sorelle e suo padre fuggirono ad Argo, dove però furono raggiunte da essi e costrette al matrimonio.[3]

In realtà, Ipermnestra accettò volentieri di sposare suo cugino Linceo e quando Danao ordinò alle sue figlie di assassinare i propri mariti, lei fu l'unica a non obbedire.

In seguito Linceo vendicò i fratelli morti uccidendo tutte le Danaidi, tranne Ipermnestra[2].

La strage delle Danaidi è ricordata nell' Eneide (X, 495-500), incisa sul cinturone strappato a Pallante da Turno, lontano discendente da Ipermnestra, attraverso Danae e Pilunno.[4]

Somiglianze con Amimone[modifica | modifica wikitesto]

A volte viene identificata con Amimone, che ha nella parte del proprio mito quella coincidente al nome dello sposo un egittide (Linceo) ed il fatto di non averlo ucciso.

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Ipermestra", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  2. ^ a b c Igino, Fabulae, 170
  3. ^ IPERMNESTRA, su ilcrepuscolo.altervista.org. URL consultato il 20 giugno 2021.
  4. ^ Hederich: Gründliches mythologisches Lexikon (1770) (JPG), su images.zeno.org.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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