Deianira

Disambiguazione – Se stai cercando l'asteroide Deianira, vedi 157 Dejanira.
Deianira
Deianira, olio su tela di Evelyn De Morgan.
Nome orig.Δηϊάνειρα
Caratteristiche immaginarie
SessoFemmina
Luogo di nascitaCalidone
Professioneprincipessa di Calidone

Deianira o Deianeira (in greco antico: Δηϊάνειρα?, Dēiáneira), è un personaggio della mitologia greca. Fu una principessa di Calidone.

Genealogia[modifica | modifica wikitesto]

Eracle e Deianira, incisione francese del XVIII secolo tratta da I Modi di Pietro Aretino e Marcantonio Raimondi.

Figlia di Oineo[1] o di Dioniso[1] e di Altea,[1] sposò Eracle[2][3] e fu madre di Illo,[2] Ctesippo,[2] Gleno,[2][4] Onites[2] e Hodites.[4]

Secondo Igino, il padre di Deianira fu Dessameno;[5] ma dello stesso mito da lui raccontato, se confrontato con quello di un autore Greco, il nome corretto della donna in questione corrisponde a Mnesimache.[6]

Mitologia[modifica | modifica wikitesto]

Fu notata da Ercole che s'innamorò di lei e che combatté contro Acheloo per averla e sposarla.[2][3]

La tunica di Nesso[modifica | modifica wikitesto]

Tre anni dopo[7] ed esiliati da Calidone, durante il viaggio giunsero sulla sponda del fiume Eveno e per attraversarlo si fidarono del traghettatore (il centauro Nesso) che, dopo aver traghettato prima Ercole, quando fu il turno di Deianira cercò di violentarla.
Lei chiamò l'aiuto del marito che colpì al cuore il centauro con una freccia e questi, sul punto di morte le parlò dicendole che se avesse voluto possedere uno strumento d'amore con cui tenere l'amore del marito solo per sé, doveva raccogliere il sangue che gli sgorgava dal cuore e dalla punta della freccia ed aggiungerci il seme che aveva lasciato cadere[2] (oppure di mescolare sangue e seme con dell'olio d'oliva e di ungere il chitone di Eracle).[7]
Deianira lo fece e tenne il segreto per sé.[2][7]

Deianira e Nesso, di Howard Pyle.
Nesso e Deianira, di Enrique Simonet.

Giunti in Tessaglia, Deianira seppe da Lica che Eracle aveva imprigionato la principessa Iole[2] e dell'amore che provava per lei[8] e quando le disse che Eracle desiderava avere le vesti che era solito indossare per le celebrazioni[8] prese il sangue di Nesso e (pensando che fosse un incantesimo d'amore), lo cosparse sulla tunica del marito[2][8] senza però sapere che quel sangue era in realtà la vendetta di Nesso contro la vita di Ercole.[8]

La veste, nota anche come tunica di Nesso, una volta indossata dal marito rilasciò il suo veleno che incominciò ad irritare la sua pelle ed a penetrargli nel corpo debilitandolo, fino a quando lui la tolse e si vide la sua malattia.
Deianira, resasi conto di ciò che aveva fatto, disperata si impiccò.[2][8]

La versione di Igino[modifica | modifica wikitesto]

Igino (che era un latino) nelle Favole ripercorre lo stesso mito già descritto da Apollodoro e Diodoro Siculo ma durante la narrazione aggiunge un episodio dove Deianira (qui figlia di Dessameno il re di Oleno), viene amata da Eracle e dopo la sua partenza viene desiderata anche da un centauro che chiama Eurizione. Questa versione si conclude con l'uccisione del centauro ed il ritorno della vita di Deianira al fianco di Eracle.[5]

Della stessa vicenda però, negli scritti di Apollodoro si legge che il nome della figlia di Dessameno è Mnesimache.[6]

Anche tra gli scritti di Diodoro Siculo e di Pausania viene citato l'interagire tra Dessameno ed Euritione durante la presenza a corte di Eracle.[9][10]

Deianira nell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Musica[modifica | modifica wikitesto]

Pittura[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Apollodoro, Biblioteca, I, 8.1, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
  2. ^ a b c d e f g h i j k (EN) Apollodoro, Biblioteca, II, 7.5 e seguenti, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
  3. ^ a b (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca storica, IV, 34.1 - IV, 32.1 e 2, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
  4. ^ a b (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca storica, IV, 37.2, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
  5. ^ a b Igino, Favole, 33.
  6. ^ a b (EN) Apollodoro, Biblioteca, II, 5.5, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
  7. ^ a b c (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca storica, IV, 36.2 e seguenti, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
  8. ^ a b c d e (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca storica, IV, 37.5 e seguenti, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
  9. ^ (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca storica, IV, 33.1, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.
  10. ^ (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia, VII, 18.1, su Theoi.com. URL consultato il 10 luglio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti antiche
Fonti moderna

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN52489225 · CERL cnp00543911 · LCCN (ENn2016065297 · GND (DE118977164 · BNF (FRcb15082648n (data) · J9U (ENHE987011339851505171 · WorldCat Identities (ENviaf-52489225
  Portale Mitologia greca: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di mitologia greca