Giovanni Giustino Ciampini

Pier Leone Ghezzi, Ritratto di Giovanni Ciampini, dall'edizione dei Vetera Monimenta del 1747.

Giovanni Giustino Ciampini (Roma, 13 aprile 1633Roma, 12 luglio 1698) è stato uno storico, matematico, giornalista, archeologo e scienziato italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Antiporta dei Vetera monimenta di Giovanni Giustino Ciampini (1690).

Figlio del cittadino romano di origine valtellinese Antonio Ciampini e di Margherita Taglietti, già all'età di dodici anni sviluppa una precoce passione per le lettere e la storia. Tale passione diventa, in seguito alla morte in pochi mesi dei due genitori, enorme e smodata tanto da portarlo alla malattia. In seguito alla guarigione si dedica allo studio delle materie legali, che però non lo soddisfano. Decide di dedicarsi agli uffici della Cancelleria Apostolica dove svolge un lavoro scrupoloso.

Nel 1656, in seguito alla peste, si trasferisce a Macerata, ove si laurea in diritto. Segue il ritorno a Roma dove inizia un periodo di intensi studi e collaborazioni con altri studiosi, tra cui Michel Antoine Baudrand.

Dal 1675 al 1681 dirige una nuova edizione del Giornale de' Letterati, la prima rivista italiana specializzata in argomenti letterari, fondata nel 1668 dall'abate Francesco Nazzari. Nel 1669 viene nominato Direttore dei Brevi di Grazia e Prefetto dei Brevi di Giustizia e veste l'abito prelatizio.

Negli anni seguenti il Ciampini amplia e diversifica i suoi studi. Si dedica ai resti dell'antica Roma e ai suoi monumenti, traduce e spiega scritte, iscrizioni, emblemi. I suoi interessi includono anche lo studio antropologico di molti popoli, le loro usanze e il loro ordinamento giuridico e religioso. Si dedica anche con successo allo studio della Meccanica.

Nel 1671 fonda l'Accademia Ecclesiastica detta in seguito dei Concili, che si occupa di argomenti legati alla Morale, agli studi di storia ecclesiastica e allo studio della religione.

Nel 1677 fonda l'Accademia Fisico-matematica per lo studio delle scienze naturali e della matematica e la dota dei più avanzati strumenti dell'epoca come microscopi, cannocchiali, telescopi, che permetteranno ai suoi membri di ricavarne ottimi risultati.

Escono molte pubblicazioni sia del Ciampini sia di altri studiosi, tra i quali Giovanni Antonio Borrelli, Raffaele Fabretti, Luca Antonio Porzio.

Seguono molti anni di studi e ricerche, le sue pubblicazioni aumentano notevolmente e spaziano in molti campi della scienza.

Ciampini si occupa molto assiduamente anche di archeologia, continuando la scuola di ricerca archeologica iniziata da Onofrio Panvinio e Antonio Bosio e proseguita da Fabretti, Boldetti e Bottari. Verso la fine del secolo Ciampini dedicò alla figura di Costantino il Grande quale costruttore e fondatore di chiese una sintesi storica ricchissima di materiale e illustrata con calcografie, completa di tutte le chiese di costruzione costantiniana non solo a Roma, ma in tutte le zone dell'Impero Romano, in cui si tiene anche conto dell'ampia tradizione letteraria riferita a Costantino il Grande: De sacris aedificiis a Constantino Magno constructis. Synopsis historica, Romae 1693.[1]

Nel 1698 in seguito ad un esperimento, si espone ai fumi del mercurio. Muore dopo alcuni giorni di agonia il 12 luglio.

Proprietario di un casale in località Ad Decimum ai piedi dei Castelli romani, alla sua morte sulle mappe catastali viene indicato come Il casale di Ciampino e il vasto territorio agricolo nei suoi pressi viene indicato con il nome di Vigna Ciampini. Da lì, l'agglomerato urbano prende il nome di Ciampino, oggi cittadina ai piedi dei castelli romani e confinante con Roma.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Opere maggiori[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Rolf Quednau, Architettura e iconografia costantiniana a Roma fra Rinascimento e moderno, in Enciclopedia costantiniana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN35240487 · ISNI (EN0000 0000 6141 7919 · SBN UBOV120617 · BAV 495/36118 · CERL cnp01891255 · LCCN (ENnr00032521 · GND (DE117688185 · BNE (ESXX888313 (data) · BNF (FRcb14323561z (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nr00032521