Girolamo Cantelli

Girolamo Cantelli

Ministro della pubblica istruzione del Regno d'Italia
Durata mandato27 ottobre 1867 –
18 novembre 1867
Capo del governoLuigi Federico Menabrea
PredecessoreMichele Coppino
SuccessoreEmilio Broglio

Durata mandato6 febbraio 1874 –
27 settembre 1874
Capo del governoMarco Minghetti
PredecessoreAntonio Scialoja
SuccessoreRuggiero Bonghi

Ministro dell'interno del Regno d'Italia
Durata mandato10 settembre 1868 –
13 maggio 1869
Capo del governoLuigi Federico Menabrea
PredecessoreCarlo Cadorna
SuccessoreLuigi Ferraris

Durata mandato10 luglio 1873 –
25 marzo 1876
Capo del governoMarco Minghetti
PredecessoreGiovanni Lanza
SuccessoreGiovanni Nicotera

Ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia
Durata mandato27 ottobre 1867 –
5 gennaio 1868
Capo del governoLuigi Federico Menabrea
PredecessoreAntonio Giovanola
SuccessoreLodovico Pasini

Durata mandato10 settembre 1868[1] –
13 maggio 1869
Capo del governoLuigi Federico Menabrea
PredecessoreLodovico Pasini
SuccessoreAntonio Mordini

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato4 dicembre 1865 –
7 dicembre 1884
Legislaturadalla IX (nomina 8 ottobre 1865) alla XV
Tipo nominaCategorie: 2, 3, 21
Incarichi parlamentari
Cariche
  • Vicepresidente (11 gennaio 1873 - 19 ottobre 1873)

Commissioni

  • Membro della Commissione per l'esame del disegno di legge sui provvedimenti relativi all'esercito (9 giugno 1870)
Sito istituzionale

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato27 febbraio 1861[2] –
7 settembre 1864[3]
LegislaturaVIII
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioParma II
Incarichi parlamentari
    • Questore (9 marzo 1861 - 21 maggio 1863)
    • Vicepresidente (26 maggio 1863 - 7 settembre 1865)
Sito istituzionale

Deputato del Regno di Sardegna
Durata mandato2 aprile 1860 –
17 dicembre 1860
LegislaturaVII
Gruppo
parlamentare
Destra
CollegioParma II
Sito istituzionale

Dati generali
Prefisso onorificoNobile dei conti di Rubbiano
Professione
  • Possidente
  • Funzionario amministrativo

Girolamo Giuseppe Maria Gaspare Cantelli (Parma, 22 giugno 1815Parma, 7 dicembre 1884) è stato un patriota e politico italiano, senatore e ministro del Regno d'Italia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Suddito del Ducato di Parma e Piacenza, nel 1845 fu scelto dagli elementi liberali podestà di Parma, incarico che resse sotto Maria Luisa e, dopo la morte della duchessa (17 dicembre 1847), sotto Carlo Ludovico. Durante i moti del 1848, fu membro della reggenza (20-29 marzo 1848) e poi Presidente del Governo provvisorio del Ducato di Parma (11 aprile-14 maggio 1849), favorevole all'annessione del Ducato di Parma nel Regno di Sardegna. Ritornato il nuovo duca Carlo III, il 14 maggio 1849 Cantelli subì il sequestro dei beni e si recò in esilio a Genova. Poté tornare in patria dopo la morte di Carlo Ludovico (1854). Nel 1859 fu eletto presidente dell'Assemblea dei rappresentanti del popolo del Ducato di Parma ed ebbe una parte importante nell'annessione di Parma al Piemonte (1859), opponendosi sia ai reazionari che ai repubblicani mazziniani.

Nel nuovo Regno d'Italia, il 14 luglio 1861 Cantelli fu nominato commissario civile presso il luogotenente del re (Enrico Cialdini) nelle province dell'ex Regno delle Due Sicilie. Cantelli entrò in urto con Cialdini il quale, pur di stroncare la resistenza dei fautori dell'ex regno borbonico, aveva scelto di venire a patti con la sinistra e poter attuare azioni repressive e spesso il ricorso a misure di durissima rappresaglia[4]. Cantelli si oppose a Cialdini per essersi appoggiato alla sinistra, anziché ai moderati. Il battibecco fu poco gradito da Ricasoli a Torino: Cialdini il 16 agosto 1861 rassegnò le dimissioni da luogotenente (salvo riassumerle quando furono respinte) e Cantelli fu sostituito da Giovanni Visone (regio decreto del 25 agosto 1861)[5] e nominato prefetto di Firenze (7 settembre 1864), incarico che resse fino al 3 novembre 1867 (giorno in cui avvenne la battaglia di Mentana). L'atteggiamento di Cantelli nei confronti degli ex sudditi del Granducato di Toscana fu poco amichevole in quanto, a suo parere, poco favorevoli alla politica del governo centrale[6]

L'8 ottobre 1865 Cantelli fu nominato senatore del Regno (categorie II, III e XXI). Fu Ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia nei Governi Menabrea I e Menabrea II e Ministro dell'interno nei Governi Menabrea II e Minghetti II; nel secondo Ministero Minghetti, a seguito delle dimissioni di Antonio Scialoja assumerà ad interim l'incarico di Ministro della pubblica istruzione. L'attività più controversa fu quella di ministro degli interni, che ha portato Alessandro Galante Garrone a definire la politica di Cantelli "stolida persecuzione"[7]. L'avversione per i repubblicani lo spinse a far arrestare per cospirazione, e incarcerare nella rocca di Spoleto, i repubblicani di Forlì (fra cui Aurelio Saffi e Alessandro Fortis) che il 2 agosto 1874 partecipavano a un convegno a Villa Ruffi. Fu un'azione dannosa anche per i monarchici (i repubblicani di Romagna, fino allora fedeli alla dottrina mazziniana, si erano riuniti per decidere la partecipazione alle elezioni politiche): i repubblicani arrestati peraltro vennero prosciolti in istruttoria[7]. Pochi mesi dopo, il 5 dicembre 1874, Cantelli, assieme al guardasigilli Vigliani presentò un progetto di legge teso a mettere fuori legge le opposizioni, prevedendo per gli oppositori il domicilio coatto da uno a cinque anni "per decreto del ministro dell'interno sulla proposta del prefetto, inteso il parere di una Giunta locale presieduta dal prefetto stesso e composta del presidente e del procuratore del Re del tribunale del capoluogo della provincia e del comandante dei reali carabinieri della provincia medesima"[7]. Dopo la caduta della Destra (1876) il nuovo ministro dell'interno Giovanni Nicotera attaccherà in Senato Cantelli non solo per la sua politica autoritaria, ma anche per gli illeciti interventi nelle elezioni e per i finanziamenti accordati ad alcuni giornali. Negli ultimi anni Cantelli si dedicò alla vita amministrativa di Parma (assessore comunale e presidente del consiglio provinciale di Parma).

Tra il 1876 ed il 1883 fu Presidente della Società Editrice della Gazzetta di Parma.

Morì a Parma nel 1889 e venne inumato nella Basilica di Santa Maria della Steccata.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dal 10 settembre fino al 23 ottobre 1868 soltanto ad interim.
  2. ^ Elezione in corso di legislatura.
  3. ^ Cessazione per nomina a prefetto di Firenze.
  4. ^ Giuseppe Monsagrati, «CIALDINI, Enrico». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Volume XXV, Roma: Istituto della Enciclopedia Italiana, 1981
  5. ^ Alfonso Scirocco, Governo e paese nel Mezzogiorno nella crisi dell'unificazione (1860-61), Milano: Giuffré, 1963, pp. 262 e ad indicem'
  6. ^ Giovanni Spadolini, Firenze capitale; con documenti inediti e un'appendice di saggi su Firenze nell'unità, Firenze: Le Monnier, 1967, pp. 201-206
  7. ^ a b c Alessandro Galante Garrone, «Cantelli ministro dell'Interno, nel contesto della crisi economico-sociale e politica del 1873-74». In: Alessandro Galante Garrone, I radicali in Italia (1849-1925), Milano: Garzanti, 1973, pp. 133 e segg., 140, 155

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro dell'interno del Regno d'Italia Successore
Carlo Cadorna 10 settembre 1868 - 13 maggio 1869 Luigi Ferraris I
Giovanni Lanza 10 luglio 1873 - 25 marzo 1876 Giovanni Nicotera II
Controllo di autoritàVIAF (EN88859179 · ISNI (EN0000 0000 6233 8171 · SBN SBLV206453 · BAV 495/155626 · WorldCat Identities (ENviaf-88859179