Vladimir Viktorovič Adoratskij

Adoratskij con la moglie e la figlia nel 1907

Vladimir Viktorovič Adoratskij (in russo Владимир Викторович Адоратский?; Kazan', 19 agosto 1878Mosca, 5 giugno 1945) è stato un filosofo russo.

Archivista nazionale dal 1920, fu membro dell'Accademia russa delle scienze dal 1923. Fu uno degli esponenti di spicco del marxismo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un funzionario di basso livello che vantava un titolo nobiliare, si laureò in giurisprudenza all'Università di Kazan' e nel 1904 aderì alla fazione bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo[1]. Arrestato l'anno seguente e deportato nella provincia di Astrakhan[2], dopo la sua liberazione si recò in esilio a Ginevra: proseguì poi la sua peregrinazione a Parigi, Londra (dove fu in contatto con Sidney e Beatrice Webb), Berlino e Monaco di Baviera; tornò in Russia nel 1918.

Dal 1920 al 1928 fu vicedirettore dell'Archivio Centrale di Stato, dal 1928 al 1931 vicedirettore dell'Istituto Lenin e dal 1932 membro dell'Accademia delle scienze dell'URSS. Negli anni Venti curò volumi di scritti filosofici di Marx, Engels e Lenin e scrisse una serie di opere sulla teoria marxista dello Stato e del diritto e sulla filosofia e la storia del marxismo[3].

Nel dicembre 1929, durante la celebrazione del 50º compleanno ufficiale di Josif Stalin (in realtà, aveva 51 anni), i principali accademici sovietici avrebbero dovuto produrre articoli che elogiassero il contributo del leader alle loro discipline. Il capo dell'Istituto Marx-Engels David Riazonov e il più importante filosofo sovietico, Abram Deborin, non vollero esaltare l'uomo d'acciaio in alcun modo; tuttavia Adoratsky fece pubblicare un articolo Izvestia in cui lodava Stalin come un grande teorico marxista.

Nel 1931 l'Istituto Marx-Engels e l'Istituto Lenin vennero fusi e Adoratskij divenne il direttore di questa nuova struttura unitaria. Diresse anche il Dipartimento di Filosofia dell'Accademia Comunista dal 1931 al 1936 e l'Istituto di Filosofia dell'Accademia delle Scienze dell'URSS dal 1936 al 1939[1]. Non venne coinvolto nelle purghe staliniane, ma nel 1939 fu costretto a dimettersi da tutti gli incarichi per motivi di salute; il suo posto da direttore dell'Istituto Marx-Engels-Lenin venne preso da Mark Borisovič Mitin.

Nel luglio del 1941, quando l'Istituto venne evacuato in concomitanza con l'avanzata nazista verso Mosca, Adoratsky dichiarò di essere troppo malato per viaggiare in un vagone merci: a causa di questo diniego fu espulso dall'istituto e gli venne negato lo stipendio. Sua figlia lanciò un appello a Mitin affinché intervenisse, ma quest'ultimo si rifiutò. Adoratsky fu quindi evacuato con altri membri dell'Accademia delle scienze ad Alma Ata, dove si ammalò gravemente. Una volta dimesso dall'ospedale, gli venne assegnata una casa popolare dove poté lavorare in cucina. Tornò nella capitale sovietica nel 1943 e vi morì all'circa due anni dopo[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Большой Русский Альбом - Галерея, su rusalbom.ru. URL consultato il 9 giugno 2021.
  2. ^ O.Yu. (chief editor) Bukharin, N.I. et al (eds) Schmidt, Большая советская энциклопедиа volume 1, Mosca, 1926, p. 615.
  3. ^ Lenin: 242. TO V. V. ADORATSKY
  4. ^ Владимир Викторович Адоратский, su Москва Новое Донское кладбище. URL consultato il 25 luglio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vladimir Adoratsky, Dialectical Materialism: The Theoretical Foundation of Marxism-Leninism, New York: International Publishers, 1934.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN1458772 · ISNI (EN0000 0001 1019 9285 · SBN IEIV006705 · LCCN (ENn85263519 · GND (DE123390443 · BNF (FRcb113303995 (data) · J9U (ENHE987007257443605171 · NDL (ENJA00519450 · WorldCat Identities (ENlccn-n85263519