Ultima resistenza

L'ultima resistenza del 44º Reggimento a Piedi britannico durante la ritirata da Kabul (1898)

Ultima resistenza (o ultima difesa) indica, in ambito militare, la situazione per cui una forza poco consistente, spesso sistemata in posizione difensiva vantaggiosa, affronta un nemico molto superiore in termini numerici o tecnologici.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il concetto di "ultima resistenza" è noto fin dall'età antica, e già Sun Tzu lo tratta in dettaglio ne L'arte della guerra (VI-V secolo a.C.). Per lo stratega cinese i soldati, quando intrappolati in una posizione senza più vie di fuga, di fronte alla possibilità di una morte certa combatteranno sempre al massimo della loro forza, ottenendo risultati sorprendenti e spesso insperati.[2] Nel mondo anglosassone il corrispettivo last stand è molto utilizzato, anche come modo di dire, già a partire dal XVII secolo, rintracciato per la prima volta in un commentario biblico del teologo John Trapp.[1]

L'ultima resistenza era un fenomeno frequente nelle guerre dei secoli anteriori al XX secolo, poiché spesso in combattimento si lottava senza quartiere e i prigionieri non venivano risparmiati, incentivando quindi i combattenti a resistere fino all'ultimo uomo. Ciò portò, alla convenzione dell'Aia del 1907, a bandire e rendere illegale il massacro dei prigionieri e la lotta senza quartiere con l'articolo 23.[3]

Ultime resistenze più note[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito alcune delle ultime resistenze più note della storia:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Last stand, su en.oxforddictionaries.com. URL consultato il 15 settembre 2023 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2018).
  2. ^ (EN) Sun Tzu, XI, 23-25, in The Art of War.
  3. ^ (EN) Laws of War: Laws and Customs of War on Land (Hague IV); October 18, 1907 - Article 23, 18 ottobre 1907.