Riccardo III (Shakespeare)

Riccardo III
Dramma storico in cinque atti
David Garrick nei panni di Riccardo III, di William Hogarth
AutoreWilliam Shakespeare
Titolo originaleThe Life and Death of King Richard III
Lingua originaleInglese
Composto nel1591 - 1592
Personaggi
  • Re Edoardo IV d'Inghilterra
  • Edoardo, Principe di Galles, , figlio del re, successivamente Edoardo V
  • Riccardo, Duca di York, figlio del re
  • Giorgio, Duca di Clarence, fratello del re
  • Riccardo, Duca di Gloucester, , fratello del re, successivamente re Riccardo III
  • Edoardo, Conte di Warwick, figlio cadetto di Clarence
  • Enrico, Conte di Richmond, successivamente Re Enrico VII
  • Cardinale Thomas Bourchier, Arcivescovo di Canterbury
  • Tommaso Rotherham, Arcivescovo di York
  • Giovanni Morton, Vescovo di Ely
  • Duca di Buckingham (Henry Stafford)
  • Duca di Norfolk (John Howard)
  • Conte di Surrey, suo figlio (Thomas Howard)
  • Conte Rivers (Antony Woodville), fratello della Regina Elisabetta
  • Marchese di Dorset (Thomas Grey), figlio della Regina Elisabetta
  • Lord Richard Grey, figlio della Regina Elisabetta
  • Conte di Oxford (John de Vere)
  • Lord Hastings (William Hastings)
  • Lord Stanley (Thomas Stanley), successivamente Conte di Derby
  • Lord Lovel (Francis Lovell)
  • Sir Thomas Vaughan
  • Sir Richard Ratcliffe
  • Sir William Catesby
  • Sir James Tyrrel
  • Sir James Blount
  • Sir Walter Herbert
  • Sir William Brandon
  • Sir Robert Brackenbury, Luogotenente della Torre
  • Cristoforo Urswick, un prete
  • Un altro prete
  • Hastings, un credente
  • Tressel e Berkeley, gentiluomini in attesa di Lady Anna
  • Custode della Torre
  • Lord Mayor di Londra (Sir Edmund Shaa)
  • Sceriffo del Wiltshire
  • Elisabetta Woodville, Regina di Edoardo IV
  • Margherita d'Anjou, vedova di Enrico VI
  • Duchessa di York (Cecilia Neville), madre di Re Edoardo IV, Clarence, e Gloucester
  • Lady Anna Neville, vedova di Edoardo, Principe di Galles (figlio di Enrico VI), successivamente sposata con Gloucester
  • Margherita Plantageneta, Contessa di Salisbury, figlia minore di Clarence
  • fantasmi, lord, gentiluomini, cittadini, ecc.
 

Riccardo III (The Life and Death of King Richard III, Vita e morte di re Riccardo III) è l'ultima di quattro opere teatrali nella tetralogia minore di William Shakespeare sulla storia inglese: conclude un racconto drammatico cominciato con Enrico VI, parte 1 e continuato con Enrico VI, parte 2 e Enrico VI, parte 3. Dopo Amleto, questa è l'opera teatrale più lunga di Shakespeare.

L'intera tetralogia è stata composta verso l'inizio della carriera di Shakespeare: il periodo più probabile di composizione è tra il 1591 e il 1592.

Culminando con la sconfitta del malvagio re Riccardo III di York nella battaglia del campo di Bosworth alla fine dell'opera, Riccardo III è una drammatizzazione degli eventi storici recenti per Shakespeare, conclusi nel 1485, dopo la guerra tra le due famiglie dei Lancaster e degli York (Guerra delle due rose) e la presa di potere definitiva dei Tudor. Il monarca Riccardo III è descritto in modo particolarmente negativo.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

David Garrick come Riccardo III visto da John Dixon, 1772.

Il dramma ha inizio con Riccardo che elogia il fratello, re Edoardo IV d'Inghilterra, il maggiore dei figli di Riccardo, Duca di York.

«Ormai l'inverno del nostro scontento
s'è fatto estate radiosa ai raggi di questo sole di York»

Da notare come nella traduzione italiana si perda la consonanza fra il termine sole (sun) e figlio (son). Il monologo rivela l'invidia e l'ambizione di Riccardo, in quanto suo fratello Edoardo regna sul paese con successo. Riccardo è un orrendo gobbo, che descrive se stesso come

«plasmato da rozzi stampi" e "deforme, monco", privo della minima attrattiva per "far lo sdilinquito bellimbusto davanti all'ancheggiar d'una ninfa".»

Egli risponde all'angoscia della sua condizione affermando la sua volontà:

«Ho deciso di fare il delinquente
E odiare gli oziosi passatempi di questa nostra età.»

Senza molte pretese di accuratezza cronologica (che egli professa di disprezzare), Riccardo cospira affinché suo fratello Giorgio, che lo precede come erede al trono, sia condotto nella Torre di Londra come sospettato di assassinio; Riccardo, per riuscire nel suo intento, corrompe un indovino per confondere il re sospettoso.

Successivamente Riccardo entra nelle grazie di Lady Anna, la vedova di un Lancaster, Edoardo di Westminster, il principe di Galles. Riccardo si confida con il pubblico:

«Prenderò per moglie la figlia più giovane di Warwick.
Sì, le ho ucciso marito e padre, ma che importa?»

Nonostante il pregiudizio di lei nei confronti di Riccardo, Anna è vinta dal suo corteggiamento e accetta di sposarlo. Riccardo, in collaborazione con il suo amico Buckingham, Enrico Stafford, secondo duca di Buckingham, trama per la successione al trono, e si presenta agli altri signori come un uomo devoto e modesto, senza alcuna pretesa di grandezza. Riesce così a convincerli a sceglierlo come re alla morte di Edoardo IV - la morte del quale, ironicamente, non vede Riccardo coinvolto in alcun modo - finendo con l'ignorare le rivendicazioni dei giovani nipoti innocenti, i due principi nella Torre.

Riccardo si assicura attivamente il possesso della corona. Egli assassina chiunque si frapponga ad esso nella scalata al potere, inclusi il giovane principe, Lord Hastings, il suo precedente alleato Buckingham, e addirittura sua moglie ed i figli. Questi crimini non passano inosservati, e quando Riccardo perde ogni tipo di appoggio, egli si trova ad affrontare il conte di Richmond, Enrico VII d'Inghilterra nella battaglia di Bosworth Field. Prima della battaglia, Riccardo riceve la visita dei fantasmi delle persone che ha ucciso (tra cui Enrico VI e suo figlio Edoardo di Lancaster, entrambi assassinati in Enrico VI, parte III), i quali gli dicono

«Dispera e muori!»

Si sveglia implorando Gesù di aiutarlo, e lentamente comprende di essere rimasto solo nel mondo che egli stesso odia. Nonostante il combattimento inizialmente sembri procedere per il verso giusto, Riccardo si ritrova presto solo in mezzo al campo di battaglia, e urla sconsolato il verso sovente citato "Un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo!". Riccardo viene quindi sconfitto in seguito ad un combattimento corpo a corpo con Richmond, che lo trafigge con la spada.

In termini drammatici, forse la caratteristica più importante (e, opinabilmente, la più divertente) è l'improvviso cambiamento del personaggio di Riccardo. Nella prima parte del dramma, infatti, appare come una sorta di anti eroe, che provoca violenza e si compiace per questo:

«Io mi sono ingannato fino ad oggi sopra la mia figura;
S'ella mi trova, al contrario di me,
Un uomo di straordinario fascino. M'accollerò, costi quel che costi, la spesa d'uno specchio;»

Quasi immediatamente dopo l'incoronazione, comunque, la sua personalità e le sue azioni prendono una piega oscura. Egli tradisce il fedele Buckingham ("Non sono in vena oggi!"), e cade vittima dell'insicurezza ("Sono così corroso dal sangue, che peccato richiamerà peccato"); ora egli vede ombre dove non ve ne sono e il suo destino che verrà. ("Dispera e muori!").

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

La fonte primaria a cui attinse Shakespeare per la sua opera furono le cronache di Raphael Holinshed, ma sembra plausibile che si sia servito del lavoro di Tommaso Moro, autore dell'incompleta 'Storia di Riccardo III', pubblicata da John Rastell dopo la morte di Moro. Rastell, fratellastro di Moro, compilò il testo da due manoscritti in via di scrittura, uno in inglese e uno in latino, in diversi stadi di composizione. Il lavoro di Moro non è storico nel senso moderno della parola. È un resoconto letterario molto variopinto che contiene (discutibilmente) dettagli storici e inventati in egual misura. Moro ebbe molte fonti a disposizione per il suo resoconto (molte delle quali, come il suo protettore, il Cardinale John Morton, altamente ostili al vecchio regime), ma come per Shakespeare la fonte principale fu la sua propria immaginazione: più di un terzo del testo consiste in discorsi inventati.

Composizione e stampa[modifica | modifica wikitesto]

Contesto storico[modifica | modifica wikitesto]

Riccardo III

Il ritratto shakespeariano di re Riccardo e del suo "regno del terrore" offre un'immagine del tutto negativa del personaggio. La verità storica, secondo i maggiori storici contemporanei, è molto diversa. Secondo e ultimo monarca della casa di York, regnò per poco più di due anni, e il suo breve regno non fu più crudele o ingiusto dei suoi predecessori o di coloro che lo seguirono.

Le opere teatrali di argomento 'storico' di Shakespeare, non sono, in ogni caso, da intendere come storicamente accurate, bensì come opere d'intrattenimento, il cui valore va oltre le persone descritte. In Riccardo III attraverso la storia del re crudele e ambizioso e della sua rovina Shakespeare descrive la sete umana di potere, e le conseguenze malsane di una smodata volontà di rivincita. Come con Macbeth, l'infamia di Riccardo è enfatizzata, resa un archetipo, anche allo scopo di aumentare l'effetto drammatico. Shakespeare, come in altri casi, approfitta di una letteratura precedente: il personaggio di Riccardo dipinto come il più vile farabutto della storia inglese era già stato descritto da numerosi scrittori in precedenza.

Per comprendere come mai Riccardo divenne simbolo di villania durante il periodo Elisabettiano, bisogna inserire il dramma nel suo contesto storico. Durante la vita di Shakespeare, era sul trono Elisabetta I, nipote di Enrico VII, il conte lancasteriano del Richmond, che sconfisse e uccise l'ultimo discendente dei Plantageneti, Riccardo III di York, dando così inizio alla dinastia Tudor. L'opera di Shakespeare, di cui la corte reale fu spesso committente, propone la versione storica dei Tudor-Lancaster, dipingendone a tinte fosche gli avversari ed esaltandone gli antenati (come nel caso dell'opera dedicata alla figura di Enrico V di Lancaster).

In realtà l'unica colpa di Riccardo Plantageneto, discendente di Edoardo III, poi duca di York, fu quella di aver preso parte alla guerra delle due rose, nella quale gli York, con il simbolo della rosa bianca si allearono con Richard Neville, Conte di Warwick per deporre il re Lancaster Enrico VI, ormai incapace e malato di mente. Nella fazione opposta le casate di Somerset e Suffolk si allearono con i Lancaster sotto il simbolo della rosa rossa, in difesa del monarca. La versione degli avvenimenti che si affermò nelle epoche successive fu, come si direbbe oggi, la storia dei vincitori.

In Enrico VI Parte III, Shakespeare aveva già iniziato il processo di costruzione del carattere di Riccardo come quello di un vile, anche se non avrebbe potuto essere stato coinvolto in nessuno degli eventi narrati. Egli difatti partecipa a battaglie quando storicamente è ancora un bambino.

Commento[modifica | modifica wikitesto]

Rappresentazioni e adattamenti[modifica | modifica wikitesto]

Trasposizioni cinematografiche[modifica | modifica wikitesto]

Una locandina del Riccardo III per un allestimento teatrale con Charles Kean

L'attore più famoso che interpretò questo ruolo in tempi recenti fu Sir Laurence Olivier nel suo film del 1955.

La sua esecuzione inimitabile è stata satirizzata da molti comici, tra cui Peter Cook e Peter Sellers (che aspirava ad interpretare il ruolo correttamente). La versione di Sellers di A Hard Day's Night fu messa in scena nello stile di Olivier come Riccardo III. La prima serie della commedia televisiva della BBC Blackadder è parodia in parte del film di Olivier, visualmente (come nel motif della corona), della performance di Peter Cook nella quale Riccardo è un giullare ed un monarca benevolo, ma nonostante ciò reduce dell'interpretazione di Olivier, che deforma i testi di Shakespeare ("Ormai l'estate della nostra contentezza s'è trasformata in duro inverno per causa di queste nuvole Tudor....").

Più recentemente, Riccardo III è stato portato sullo schermo da Sir Ian McKellen (1995) in una versione abbreviata ambientata in una Inghilterra fascista degli anni trenta, e da Al Pacino in un documentario del 1996, Looking for Richard (Riccardo III - Un uomo, un re). Nel film del 1976 Goodbye amore mio, il personaggio interpretato da Richard Dreyfuss è un attore che dà un'interpretazione memorabile di un Riccardo omosessuale in una versione gay dell'opera.

Filmografia
co-regia James Stuart Blackton e William V. Ranous
interpreti: William V. Ranous (Riccardo III); Florence Auer; Maurice Costello; Julia Swayne Gordon
USA (1908)
regia André Calmettes, James Keane
interpreti: Robert Gemp, Frederick Warde
USA (1912)
regia Laurence Olivier;
interpreti Laurence Olivier, Pamela Brown, John Gielgud, Claire Bloom.
GB, 1955, col.; durata: 157' - British Academy of Film and Television Arts 1955: miglior film, miglior film britannico
regia Richard Loncraine, sceneggiatura Ian McKellen, Richard Loncraine, da un adattamento di Richard Eyre;
interpreti Ian McKellen, Annette Bening, Kristin Scott-Thomas, Jim Broadbent
GB, 1995, col.; durata: 104'
regia Al Pacino;
interpreti Al Pacino, Harris Yulin, Penelope Allen, Kevin Spacey, Winona Ryder e con gli interventi di: Kenneth Branagh, Kevin Kline, Peter Brook, John Gielgud, Vanessa Redgrave
USA, 1996
"My Kingdom for a horse!" (vignetta satirica dal Riccardo III)

Traduzioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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