Reynaldo Bignone
Reynaldo Benito Antonio Bignone Ramayón | |
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Reynaldo Bignone in abiti civili durante una parata militare | |
44º Presidente dell'Argentina (Giunta militare dell'Argentina) | |
Durata mandato | 1º luglio 1982 – 10 dicembre 1983 |
Predecessore | Alfredo Oscar Saint-Jean |
Successore | Raúl Ricardo Alfonsín |
Dati generali | |
Partito politico | Indipendente |
Firma |
Reynaldo Benito Antonio Bignone Ramayón | |
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Reynaldo Bignone in uniforme | |
Nascita | Buenos Aires, 21 gennaio 1928 |
Morte | Buenos Aires, 7 marzo 2018 |
Dati militari | |
Paese servito | Argentina |
Forza armata | Esercito argentino |
Anni di servizio | 1950 - 1981 |
Grado | Generale di divisione |
Guerre | Guerra sporca |
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Reynaldo Benito Antonio Bignone Ramayón (Buenos Aires, 21 gennaio 1928 – Buenos Aires, 7 marzo 2018) è stato un generale e politico argentino, dittatore del suo Paese dal 1º luglio 1982 al 10 dicembre 1983.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nato nel 1928 da una famiglia piccolo-borghese di origini italiane, tedesche, spagnole e francesi, appoggiò il colpo di Stato di Jorge Rafael Videla il 24 marzo 1976 che portò all'instaurazione del Processo di riorganizzazione nazionale in Argentina e partecipò alla repressione attuata da Videla. Fu vice comandante della base militare di Campo de Mayo utilizzata come centro per torturare i prigionieri[1].
Il 18 giugno 1982, dopo la fallita invasione delle Isole Malvine, sostituì Leopoldo Galtieri ed il 1º luglio assunse la presidenza per un periodo di due anni con l'obiettivo di gestire una transizione democratica. Incontrò tuttavia crescenti opposizioni e nell'ottobre del 1983 fu costretto a indire libere elezioni, che si svolsero il 10 dicembre e dalle quali uscì eletto il radicale Raúl Ricardo Alfonsín.
Non coinvolto inizialmente nei processi alle giunte militari del 1985 e 1986, nell'ottobre del 2006 Bignone fu messo agli arresti domiciliari. Il 20 aprile 2010 venne condannato da un tribunale di Buenos Aires a 25 anni di reclusione per crimini contro l'umanità, tra i quali 56 omicidi, sequestri e torture di prigionieri politici.[1]. Il 5 luglio 2012 venne condannato a 15 anni di reclusione per rapimento e sottrazione di identità perpetrati nei confronti dei figli dei desaparecidos[2]. Insieme a lui sono stati condannati Jorge Rafael Videla (50 anni) e Jorge Eduardo Acosta, detto "el Tigre" (30 anni)[2].
Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Argentina, pena dura per Bignone, su repubblica.it, 21 aprile 2010. URL consultato il 7 settembre 2017.
- ^ a b Omero Ciai, Argentina, Videla condannato a 50 anni per il rapimento dei figli dei desaparecidos, su repubblica.it, 5 luglio 2012. URL consultato il 7 settembre 2017.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Reynaldo Bignone, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 63223459 · ISNI (EN) 0000 0000 3177 4210 · LCCN (EN) n93081896 · GND (DE) 115431474X · WorldCat Identities (EN) lccn-n93081896 |
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