Roberto Eduardo Viola

Roberto Eduardo Viola
Viola in abiti civili nel 1981

Presidente a vita dell'Argentina
42º Presidente dell'Argentina nominato dalla Giunta militare dell'Argentina
Durata mandato29 marzo 1981 –
10 dicembre 1981
PredecessoreJorge Rafael Videla
(come Presidente dell'Argentina)
SuccessoreCarlos Alberto Lacoste
(ad interim)

Dati generali
Partito politicoIndipendente
UniversitàColegio Militar de la Nación
Istituto dell'emisfero occidentale per la cooperazione alla sicurezza
FirmaFirma di Roberto Eduardo Viola
Roberto Eduardo Viola Prevedini
Viola in uniforme
NascitaBuenos Aires, 13 ottobre 1924
MorteBuenos Aires, 30 settembre 1994
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Argentina Argentina
Bandiera dell'Argentina Argentina militare
Forza armata Esercito argentino
Anni di servizio1942 - 1979
GradoTenente generale
GuerreGuerra sporca
Comandante diEsercito argentino
(Comandante in capo 1978-1979)
Capo dello stato maggiore generale dell'Esercito argentino
DecorazioniGran Maestro dell'Ordine del liberatore San Martín
Gran Maestro dell'Ordine di Maggio
Altre carichePolitico
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Roberto Eduardo Viola Prevedini (Buenos Aires, 13 ottobre 1924Buenos Aires, 30 settembre 1994) è stato un generale e politico argentino, 43º presidente del suo Paese dal 29 marzo al 18 dicembre 1981, durante il regime militare conosciuto come Processo di riorganizzazione nazionale. Dopo la restaurazione dell'ordine costituzionale, fu uno degli imputati per violazione dei diritti umani nel processo alla Giunta Militare Argentina del 1983, e venne condannato a diciassette anni di prigione.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Buenos Aires figlio di Angelo Viola e Rosa Maria Prevedini, ambedue italiani, più precisamente di Casatisma in provincia di Pavia.[1] Poco si sa della sua vita fino a quando divenne presidente. Fu a capo del colpo di Stato che il 29 marzo 1981 depose Jorge Rafael Videla, nominandosi successivamente presidente a vita. Pur allontanando immediatamente i principali collaboratori di Videla, ne proseguì il regime terroristico, torturando e uccidendo gli oppositori politici. Il 18 dicembre fu deposto da Leopoldo Galtieri.

Nel 1983 è stato processato per i crimini commessi durante il suo governo e, due anni dopo, è stato condannato a diciassette anni di carcere. Venne però liberato nel 1990 grazie all'indulto concesso dal presidente Carlos Menem. Morì il 30 settembre 1994, all'età di 69 anni.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Copia archiviata, su cairomontenotte.com. URL consultato il 17 giugno 2019 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2019).

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Presidente dell'Argentina Successore
Jorge Rafael Videla 29 marzo 1981 - 11 dicembre 1981 Carlos Alberto Lacoste
Predecessore Comandante in capo dell'Ejército Argentino Successore
Jorge Rafael Videla (Comandante generale) 31 luglio 1978-28 dicembre 1979 Leopoldo Fortunato Galtieri
Controllo di autoritàVIAF (EN77837156 · ISNI (EN0000 0000 2782 8300 · LCCN (ENn87830211 · GND (DE1147219397 · J9U (ENHE987007439676005171 · WorldCat Identities (ENlccn-n87830211