Nicolas Bataille

L'apocalisse di Angers

Nicolas Bataille (Parigi, 1330 circa – 1399 circa) è stato un artista, artigiano e mercante francese, il più stimato arazziere della sua epoca[1][2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

L'apocalisse di Angers

Bataille fu il più celebre tra gli arazzieri parigini del XIV secolo e forniva regolarmente la corte. Realizzò, secondo i documenti scritti giunti sino ad oggi, circa un centinaio di opere e questo fa ritenere che fosse anche un abile imprenditore ed un gestore di laboratori.[1][3][4] Secondo altre fonti, più che un artigiano Bataille è considerato un importante mercante: egli viene infatti citato nel 1363 come fermier dell'arazzeria di Parigi.[5]

Di tutte le sue opere è sopravvissuto nel tempo solo un ciclo di arazzi che grazie alla sua qualità alle sue dimensioni è considerato una specie di emblema dell'attività tessile medioevale.[1]

L'opera d'arte è la serie dell'Apocalisse di Angers (nota anche come l'Apocalisse di San Giovanni), che fu richiesta dal duca Luigi I d'Angiò nel 1378 e lavorata su materiale di Hennequin de Bruges, ispirata da un codice miniato conservato nella biblioteca del regno.[2][4]

In base alle rassomiglianze tecniche con l'Apocalisse, si attribuisce alla bottega di Bataille una serie di Nove Prodi, con l'arme del duca di Berry, ora conservati a New York al The Cloisters e risalenti al 1385-1395 ca.[6][2]

Apocalisse di S.Giovanni[modifica | modifica wikitesto]

Originariamente il lavoro era composto da sette panni di un'altezza di sei metri e di una larghezza di ventiquattro, raffiguranti scene religiose e contenenti anche una scrittura didascalica in caratteri gotici. Nei primi quattro panni i colori sono disposti a scacchiera mentre negli altri gli sfondi sono caratterizzati da temi araldici o floreali.

Nel 1474 gli arazzi furono donati alla cattedrale di Angers.

I secoli seguenti, per gli arazzi, furono caratterizzati da peripezie e vicende strane, ma in qualunque caso nel 1843, il vescovo di Angers ritrovò gli arazzi, seppur mancanti di un panno e parzialmente rovinati, e provvide al restauro e a consegnarli al Museo cittadino.[1]

Questi famosi arazzi si contraddistinguono per la trama molto rada, per la brillantezza dei colori e per la qualità artistica delle scene.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, pp. 113-114.
  2. ^ a b c Nicolas Bataille, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 28 maggio 2018.
  3. ^ (EN) Nicolas Bataille, su britannica.com. URL consultato il 28 maggio 2018.
  4. ^ a b Storia. vol. 1 Dall’XI secolo al 1650, su books.google.it. URL consultato il 28 maggio 2018.
  5. ^ BATAILLE, Nicolas, su treccani.it. URL consultato il 28 maggio 2018.
  6. ^ AA. VV., Dizionario della pittura e dei pittori, diretto da Michel Laclotte con la collaborazione di Jean-Pierre Cuzin; edizione italiana diretta da Enrico Castelnuovo e Bruno Toscano, con la collaborazione di Liliana Barroero e Giovanna Sapori, vol. 1-6, Torino, Einaudi, 1989-1994, ad vocem, SBN IT\ICCU\CFI\0114992..

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (ES) John Fleming e Hugh Honour, Diccionario de las artes decorativas, Madrid, 1987.
  • (ES) Henry de Morant, Historia de las artes decorativas, Madrid, 1980.
  • (FR) J. Guiffrey, Nicolas Bataille, tapissier parisien du XIVe siècle, Parigi, 1884.

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Controllo di autoritàVIAF (EN96439452 · ISNI (EN0000 0000 7015 5092 · BAV 495/223078 · ULAN (EN500102174 · WorldCat Identities (ENviaf-96439452
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