Luigi Gui

Luigi Gui

Ministro del lavoro e della previdenza sociale
Durata mandato18 gennaio 1954 –
8 febbraio 1954
PredecessoreLeopoldo Rubinacci
SuccessoreEzio Vigorelli
CoalizioneFanfani I

Ministro della pubblica istruzione
Durata mandato12 febbraio 1962 –
28 giugno 1968
PredecessoreGiacinto Bosco
SuccessoreGiovanni Battista Scaglia
CoalizioneFanfani IV, Leone I, Moro I, Moro II, Moro III

Ministro della difesa
Durata mandato24 giugno 1968 –
23 marzo 1970
PredecessoreRoberto Tremelloni
SuccessoreMario Tanassi
CoalizioneLeone II, Rumor I e Rumor II

Ministro della sanità
Durata mandato7 luglio 1973 –
14 marzo 1974
PredecessoreRemo Gaspari
SuccessoreVittorino Colombo
CoalizioneRumor IV

Ministro dell'interno
Durata mandato23 novembre 1974 –
12 febbraio 1976
PredecessorePaolo Emilio Taviani
SuccessoreFrancesco Cossiga
CoalizioneMoro IV

Ministro per l'organizzazione della pubblica amministrazione e per le Regioni
Durata mandato14 marzo 1974 –
3 ottobre 1974
PredecessoreSilvio Gava
(Organizzazione della pubblica amministrazione)
SuccessoreFrancesco Cossiga
CoalizioneRumor V

Deputato dell'Assemblea Costituente
Gruppo
parlamentare
Democratico Cristiano
CollegioIX (Verona)
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaI, II, III, IV, V, VI, VIII
Gruppo
parlamentare
DC
CollegioVerona-Padova
Incarichi parlamentari
  • Segretario della IX Commissione (Agricoltura e alimentazione) 1948-51
  • Presidente dell'VIII Commissione (Istruzione e belle arti) 1972-73
Sito istituzionale

Senatore della Repubblica Italiana
LegislaturaVII
Gruppo
parlamentare
DC
CircoscrizioneEste
Incarichi parlamentari
  • Presidente della 1ª Commissione permanente (Affari costituzionali)
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoDemocrazia Cristiana
Titolo di studioLaurea in Filosofia
Professioneinsegnante

Luigi Gui (Padova, 26 settembre 1914Padova, 26 aprile 2010) è stato un politico e partigiano italiano. Esponente della Democrazia Cristiana, fu membro dell'Assemblea Costituente e poi deputato, senatore e ministro. È considerato uno dei padri della Repubblica.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Vincitore di una borsa di studio nel collegio Augustinianum, si laureò in Filosofia nel 1937 presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Fece parte della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI). Subito prima della guerra insegnò per qualche tempo storia e filosofia presso il Liceo scientifico Paleocapa di Rovigo.

Nella seconda guerra mondiale fa parte del contingente di alpini inviati sul fronte russo, nel Battaglione alpini Val Cismon rientrato in Italia, l'8 settembre si trova a Gorizia, guida il suo battaglione fino a Feltre dove dà il rompete le righe.
Si reca quindi sul monte Grappa, ospite del suo attendente, e inizia clandestinamente a prendere parte alle attività della resistenza, ritirandosi dal Sacro Monte dopo aver registrato la disorganizzazione, le divisioni e il caos regnante tra le file partigiane[senza fonte]. Dopo il bombardamento della casa paterna, ritorna a Padova e ripara con i genitori a Brusadure di Bovolenta ospiti del parroco Bruno Cremonese, anche lui impegnato nella resistenza.[1]

Partecipa a Padova in modo attivo assieme a Stanislao Ceschi e Marcello Olivi, alla preparazione politica. Con l'aiuto di monsignor Giovanni Nervo dell'Istituto Barbarigo, distribuisce un suo scritto: La politica del buon senso. È tra le ragazze che operano al Barbarigo per aiutare ex internati, che incontra quella che poi diventerà sua moglie, Alessandra Volpi.

Impegno politico nel dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Eletto deputato all'Assemblea Costituente, è stato ministro della pubblica istruzione, ministro della difesa, ministro della sanità[2] e ministro dell'interno[3].

Come ministro dell'Istruzione il suo più importante provvedimento riguardò l'attuazione della Costituzione con l'applicazione della norma che prevedeva l'istruzione obbligatoria per 8 anni, fino ai 14 anni d'età. Si devono a Luigi Gui in particolare la legge 31 dicembre 1962, n. 1859, che istituì la scuola media unica, e la legge 18 marzo 1968, n. 444, che istituì la scuola materna statale.

È morto a Padova il 26 aprile 2010[4].

Questioni giudiziarie[modifica | modifica wikitesto]

Insieme con Mariano Rumor e Mario Tanassi fu coinvolto, nella metà degli anni settanta[5], nel famoso scandalo Lockheed, ma dopo il processo[6] venne riconosciuto innocente dalla Corte costituzionale[7].

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

  • Il 26 aprile 2012 viene a lui intitolata la sala teatro del Collegio universitario don Nicola Mazza a Padova, in quanto "promosse politiche per rimuovere ostacoli di ordine economico e sociale e rendere effettivo ai capaci e meritevoli anche se privi di mezzi il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paolo Vigato, Luigi Gui: «Quel respiro di liberazione a Padova», in Il Mattino di Padova, 25 aprile 2002. URL consultato il 30 giugno 2021 (archiviato il 4 maggio 2009).
  2. ^ Italy plans to improve hygiene in the south. From Our Correspondent. The Times (London, England), Saturday, Sep 29, 1973; pg. 4; Issue 58900.
  3. ^ Concern at neo-fascist violence. From Peter Nichols. The Times (London, England), Friday, Jan 10, 1975; pg. 7; Issue 59290.
  4. ^ Padova: morto Luigi Gui, ministro DC negli anni '60 e '70, su corriere.it, Corriere della Sera. URL consultato il 27 aprile 2010.
  5. ^ Paul Betts. Lockheed Case. The Financial Times (London, England), Monday, January 31, 1977; pg. 4; Edition 27,184.
  6. ^ Lockheed bribes trial resumes in Rome. The Times (London, England), Wednesday, May 03, 1978; pg. 7; Issue 60291.
  7. ^ SENTENZA PRONUNCIATA DALLA CORTE COSTITUZIONALE IN COMPOSIZIONE INTEGRATA nel giudizio penale di accusa n. 1 del registro generale 1977, su giurcost.org, 2 agosto 1979. URL consultato il 13 ottobre 2020 (archiviato il 29 aprile 2019).
    «La Corte, visti gli artt. 28 e 34 l. 25 gennaio 1962 n. 20 e l'art. 479 c.p.p. assolve: Luigi Gui dall'imputazione del reato di corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio aggravato di cui al capo A) dell'atto di accusa per non aver commesso il fatto»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Cassandro, Luigi Gui, il Ministro della scuola media gratuita e per tutti. Alba, 2023,165 pag.
  • Luigi Gui, Cinquant'anni da ripensare 1943-1993. Autobiografia e documenti, Morcelliana, 2005, 256 pag.
  • Luigi Gui, Tra politica e cultura. Scuola, Europa, cattolici democratici, Studium, 1987, 268 pag.
  • Giovanni Lugaresi, Gui per l'Italia - Trentacinque anni di presidenza nella Federazione Padovana Combattenti e Reduci

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro della pubblica istruzione Successore
Giacinto Bosco 21 febbraio 1962 - 24 giugno 1968 Giovanni Battista Scaglia
Predecessore Ministro della difesa Successore
Roberto Tremelloni 1968 - 1970 Mario Tanassi
Predecessore Ministro della sanità Successore
Remo Gaspari 7 luglio 1973 - 14 marzo 1974 Vittorino Colombo
Predecessore Ministro dell'interno Successore
Paolo Emilio Taviani 23 novembre 1974 - 12 febbraio 1976 Francesco Cossiga
Controllo di autoritàVIAF (EN44311388 · ISNI (EN0000 0001 1471 4133 · SBN CFIV034543 · BAV 495/127589 · LCCN (ENn82102470 · GND (DE119336308 · BNE (ESXX885841 (data) · BNF (FRcb120205603 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n82102470