Giancarlo Gentilini

Giancarlo Gentilini
Giancarlo Gentilini nel 2006.

Sindaco di Treviso
Durata mandato5 dicembre 1994 –
10 giugno 2003
PredecessoreElio Giannuzzi
(commissario prefettizio)
SuccessoreGian Paolo Gobbo

Vicesindaco di Treviso
Durata mandato10 giugno 2003 –
10 giugno 2013
Vice diGian Paolo Gobbo
PredecessoreRomano Nani
SuccessoreRoberto Grigoletto

Dati generali
Partito politicoDC (fino al 1989)
LV/LN (1989-2018)
Lista Gentilini (2008-2018)
Titolo di studioLaurea in giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Padova
ProfessioneAvvocato

Giancarlo Gentilini (Vittorio Veneto, 3 agosto 1929) è un politico italiano, sindaco di Treviso dal 1994 al 2003.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato nel borgo di Serravalle, nella città di Vittorio Veneto, da una famiglia locale impegnata nel commercio delle granaglie[1], in giovane età divenne dipendente della banca locale Cassamarca. Laureatosi in giurisprudenza, concluse la carriera come responsabile dell'ufficio legale dello stesso istituto. Svolse il servizio militare negli Alpini, cui è rimasto particolarmente affezionato.

Nel 1962 ha sposato Teresina Pini di San Vendemiano, dalla quale ha avuto i figli Stefano e Antonio. Rimasto vedovo nell'ottobre 2017, il 26 maggio 2018, all'età di 89 anni, nel municipio di Viano, si è unito in matrimonio con Maria Assunta Pace[2][3][4].

Ideologia politica[modifica | modifica wikitesto]

Già elettore della Democrazia Cristiana, Gentilini ha poi aderito alla Lega Nord di Umberto Bossi, condividendo le posizioni del partito in materia di federalismo. Si è tuttavia dichiarato «federalista convinto, ma federalista italiano», dissociandosi nettamente dalla svolta secessionista del 1996, anche in virtù della propria esperienza negli alpini.[5] Egli ha in seguito dichiarato che, se questa posizione "antisecessionista" lo avesse portato in contrasto con la linea politica impressa da Bossi, si sarebbe dichiarato fuori dal partito, rifiutandosi di portare «il cervello all'ammasso come facevano i comunisti nel '48». Nella stessa intervista ha dichiarato: «Sia chiaro. Sempre odiato i comunisti io. Li chiamo ancora bolscevichi. Anche in consiglio comunale. Gli ho detto: se siete seri "cavate" la falce e martello».[5]

Gentilini ha detto di considerare la secessione come extrema ratio «solo se proprio lasciano l'Italia in mano alla barbarie meridionale. Allora vedremo. Sennò no».[5] Egli sostiene l'idea della devoluzione[6], chiedendo più potere ai sindaci in materia di ordine pubblico.[7] Si è più volte dichiarato fautore della cosiddetta "tolleranza zero"[8][9] e, in particolare, è un forte oppositore dell'immigrazione clandestina, dello spaccio di droga e della tratta organizzata della prostituzione.[10]

Esperienza da sindaco[modifica | modifica wikitesto]

Il primo mandato (1994-1998)[modifica | modifica wikitesto]

Gentilini è stato eletto per la prima volta sindaco di Treviso il 5 dicembre 1994, sconfiggendo al ballottaggio il candidato del centrosinistra Aldo Tognana.[11] In questo ruolo, almeno dal 1996, si fa conoscere con l'appellativo de «il scerifo» per il suo modo di amministrare all'insegna di un duro profilo incentrato su "legge e ordine" («Io faccio il scerifo proprio come al cinema»).[12] Sin dall'ottobre 1997 è in evidenza nelle cronache nazionali per la sua lotta alla presenza degli immigrati clandestini. In quel periodo, ad esempio, il sindaco aveva ordinato la rimozione delle panchine dei giardini davanti alla stazione con l'obiettivo di eliminare di conseguenza la presenza extracomunitaria.

«Era domenica e ho visto nella zona della stazione decine di negri seduti sulle spallette del ponte, altri extracomunitari seduti sulle panchine e sacchetti e zaini attaccati penzoloni ai rami degli alberi. Il giorno dopo sono andato dal prefetto perché non tollero che Treviso diventi una terra di occupazione.[13]»

L'iniziativa aveva suscitato le proteste delle opposizioni e della Curia di Treviso, che denunciava il «degrado morale del sindaco»[13]. Qualche settimana dopo tremila persone mobilitate dall'opposizione di sinistra scesero in piazza contro il provvedimento.[14] Seguirono poi numerose altre decisioni inconsuete, come quella di disegnare sull'asfalto delle strade degli enormi teschi per segnalare gli incroci più pericolosi.[15][16][17]

Il secondo mandato (1998-2003)[modifica | modifica wikitesto]

Il 14 dicembre 1998 è stato rieletto superando al ballottaggio Domenico Luciani, candidato del centrosinistra.[18] Nel 1999 ai musulmani, che richiedevano un luogo di sepoltura destinato esclusivamente ai seguaci della loro religione, dato che i defunti di religione islamica non potevano essere sepolti in promiscuità con defunti di altre religioni, Gentilini rispose che la domanda sarebbe stata ripresa in vista di un prossimo ampliamento del cimitero comunale.[19] Nel 2001 il sindaco stabilì multe elevate per chi avesse gettato a terra la gomma da masticare che deturpa il selciato, in particolare nel centro storico, e causa ingenti spese di ripulitura.[20][21]

A seguito di una disastrosa stagione che era culminata con la retrocessione del Treviso Calcio in serie C1 e costellata di cori razzisti da parte di una frangia di ultras all'indirizzo del giocatore di colore Akeem Omolade, i compagni di squadra, spesso accusati di indifferenza nei confronti del proprio compagno, scelsero di giocare l'ultima partita di stagione con i volti "colorati" di nero in segno di solidarietà. Gentilini, che già in precedenza aveva preso le distanze dai cori razzisti degli ultras[22], interpellato al termine della partita disapprovò l'iniziativa antirazzista dei giocatori:

«Hanno scelto il colore giusto, quello della vergogna: quando la politica entra nello sport è la fine dello sport».[22]»

Tale intervento ha suscitato poche approvazioni ma numerose polemiche per le opinioni espresse da Gentilini.[23]

Durante la campagna elettorale per le elezioni politiche del 2001, in occasione del tour elettorale di Francesco Rutelli, candidato premier del centrosinistra, a Treviso, il sindaco affermò durante un comizio: «Quelli della sinistra sono nel braccio della morte. Aspettano solo il colpo sulla coppa come si fa coi conigli»[23], simulando il gesto con il quale vengono uccisi i conigli. Il Ministero dell'Interno lo ha invitato «ad atteggiamenti confacenti al decoro», pena «spiacevoli conseguenze».[24][25]. Gentilini specificò dopo: «Ho usato un'immagine molto colorita e molto forte, ma parlavo di morte politica».[24].

In merito alla proposta di alcuni insegnanti di educazione fisica di insegnare «tiro al bersaglio» durante l'orario scolastico, Gentilini ha dichiarato:

«Saper maneggiare le armi è una virtù. Quando in un ambiente sicuro impari a conoscere un'arma capisci anche quali possano essere i rischi che corri se non la sai usare. E poi credete che sia meglio che i ragazzi giochino in strada con le pistole simulando la guerra o che sparino a un bersaglio con spirito esclusivamente agonistico?.[26]»

Nel 2002 Umberto Bossi riferì durante un comizio che il sindaco leghista era stato minacciato da presunti membri delle BR tramite una telefonata giunta alla questura di Treviso.[27]: a seguito dell'episodio gli verrà assegnata una scorta 24 ore su 24[28][29].

Vice sindaco di Treviso (2003-2013)[modifica | modifica wikitesto]

Alle elezioni amministrative del 25 maggio 2003, non potendosi ricandidare come sindaco per la terza volta consecutiva, è stato eletto consigliere comunale, conseguendo 3.235 preferenze personali (l'8,32% dei voti dati ai membri del consiglio). Dopo il ballottaggio dell'8 giugno successivo, fu eletto sindaco Gian Paolo Gobbo[30] e Gentilini venne nominato vicesindaco[31], mantenendo ancora un ruolo di rilievo nell'amministrazione pubblica trevigiana.[32] La situazione è stata riconfermata con le elezioni del 2008[33][34], sebbene avesse più volte espresso l'intenzione di ritornare a fare il primo cittadino.[35][36]

Ha fatto un certo scalpore un'ordinanza, emessa nel giugno 2004 dal consiglio comunale e sollecitata proprio da Gentilini, con cui si vietava buona parte del centro storico ai cani[37][38]. Fortemente contestata[39], è stata poco dopo sospesa dal TAR[40]; il comune ha quindi presentato ricorso al consiglio di Stato[41] che lo ha però respinto.[42] Sempre nel 2004 è stato fortemente criticato dall'ANPI perché il gonfalone della città di Treviso era assente alle manifestazioni per il 60º anniversario del rastrellamento nazifascista sul Cansiglio. Il comune si è così giustificato:

«È stata una scelta precisa contro le ultime prese di posizione dell'Anpi [...] si prestano a posizioni politiche di parte, strumentalizzano le vicende di 60 anni fa per attacchi politici, e soprattutto non tendono alla riappacificazione, ma continuano a creare divisioni e a fomentare l'odio.[43]»

In conseguenza all'accusa di «fomentare l'odio» l'ANPI ha querelato Gobbo e Gentilini.[44]

Altri motivi di contestazione sono giunti in relazione alla manifestazione enogastronomica Ombralonga, della quale è stato grande promotore. La manifestazione, nata per promuovere il folklore e l'enogastronomia locale e cancellata nel 2008, si era alla fine caratterizzata per l'uso smodato di alcool ed i conseguenti problemi di ordine pubblico.[45] Ciò ha provocato attriti anche con esponenti del suo stesso partito, come l'allora presidente della provincia Luca Zaia[46], particolarmente impegnato nella sicurezza stradale, e lo stesso sindaco Gobbo.[47]

Di recente Gentilini è entrato in conflitto con il partito Lega Nord per il rifiuto di sciogliere il gruppo consiliare Lista Gentilini, creato dopo le elezioni.

La sconfitta elettorale del 2013[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2012 si ricandida nuovamente a sindaco della città, in vista delle amministrative dell'anno successivo, e alludendo al ventennio mussoliniano dichiara:

«Voglio arrivare al ventennio come ha fatto qualcun altro nella storia ma non voglio fare la sua stessa fine.[48]»

Ha ribadito la stessa affermazione durante un'intervista alla trasmissione radiofonica La Zanzara.

Tra le sue proposte elettorali spicca quella di riaprire le case di tolleranza con l'obiettivo di recuperare soldi allo Stato e di sottrarli alla criminalità che sfrutta la prostituzione:

«È un fiume di soldi esentasse che servono per la droga e per i traffici illeciti, in questo modo andrebbero allo Stato.[49]»

La sua candidatura fu appoggiata ufficialmente, oltre che dalla sua lista civica, anche da PdL e dalla Lega Nord.[50][51] Al primo turno ottenne circa il 35% dei voti accedendo al ballottaggio ma poi fu sconfitto con il 44,50% delle preferenze. Fu eletto Giovanni Manildo, candidato del centrosinistra, che ottiene il 55,50% dei voti al secondo turno.[52][53]

Pur avendo annunciato il suo ritiro dalla scena politica dopo la sconfitta elettorale, Gentilini ricoprì ancora l'incarico di consigliere comunale di opposizione.[54][55][56]

Sviluppi successivi[modifica | modifica wikitesto]

Flavio Tosi, segretario regionale della Lega Nord, ha dichiarato, un mese dopo le amministrative, di considerare come «ineccepibile» l'ipotesi che Gentilini possa diventare il nuovo segretario della Lega.[57]

Il ritorno alle elezioni del 2018[modifica | modifica wikitesto]

In occasione delle elezioni amministrative del 2018, che vedevano coinvolto il comune di Treviso, Gentilini ha sostenuto la candidatura di Mario Conte presentando una lista in tandem con il governatore del Veneto Luca Zaia, di nome "Lista Civica Zaia Gentilini". Il 10 giugno ha quindi ottenuto l'11,39% delle preferenze, eleggendo 5 consiglieri comunali, tra cui lui stesso.

Controversie[modifica | modifica wikitesto]

Gentilini ha acquistato una certa fama per certe sue dichiarazioni xenofobe, omofobe, anti-meridionali e contro la dignità delle donne. Più volte queste dichiarazioni, note anche a livello internazionale[58][59], hanno provocato le reazioni degli avversari politici[60] e del clero[61][62], ma anche richiami da esponenti della stessa Lega.[60]

Dichiarazioni xenofobe[modifica | modifica wikitesto]

Ha tra l'altro dichiarato:

«Io gli immigrati li schederei a uno a uno. Purtroppo la legge non lo consente. Errore: portano ogni tipo di malattia: TBC, AIDS, scabbia, epatite...[63]»

«Non voglio vedere nessun burqa per la città: non si sa se chi sta sotto è un uomo o una donna. [...] Non c'è nessuna legge italiana che permetta di portare il burqa. Non ci possono essere "mascherate" perché la religione o la tradizione non possono andare contro le leggi dello Stato.[64][65][66]»

«Agli extracomunitari che si fermano in Italia andrebbero prese non solo le impronte delle dita della mano, ma dei piedi e anche del naso se occorre.[67]»

«Questa è gente che a casa sua era inseguita dalle gazzelle e dai leoni, la nostra civiltà è superiore a quella del deserto, a Treviso non vogliamo la casbah, gli immigrati annacquano la nostra civiltà, gli stranieri rovinano la razza Piave, dietro i marocchini c' è una cospirazione bolscevica.[68]»

In occasione della festa della Lega del 14 settembre 2008, Gentilini ha tenuto un comizio in cui ha affermato:

«Voglio la rivoluzione contro la magistratura. Ad applicare le leggi devono essere i giudici veneti[69]

«Voglio la rivoluzione nei confronti dei nomadi, degli zingari. Io ho distrutto due campi di nomadi a Treviso. E adesso non ce n'è più neanche uno. Voglio eliminare i bambini degli zingari che vanno a rubare agli anziani. Se Maroni ha detto tolleranza zero, io voglio la tolleranza doppio zero.[69]»

In particolare, parlò di "perdigiorno extracomunitari", dicendo che:

«Bisognerebbe vestirli da leprotti per fare pim pim pim col fucile.[70]»

Riguardo all'immigrazione clandestina dichiarò:

«Bisogna sparare sui gommoni e sulle carrette del mare, logicamente non quando sono ancora piene di clandestini, ma sugli scafisti, anche con un colpo di bazooka, i gommoni vanno distrutti, perché, a un certo punto, bisogna puntare ad altezza d'uomo.[70]»

La polemica non ha risparmiato nemmeno gli animali; nel maggio 2008, in occasione della presentazione delle unità cinofile del Corpo Forestale in piazza dei Signori a Treviso, ha così difeso gli esemplari di "razza padana":

«Questi sì che vanno bene, sono gli animali dei nostri progenitori. Dobbiamo dire no, invece, a quei cani stranieri che non sono rispettosi dell'ecoflora nostrana e del nostro ambiente.[71][72]»

Dichiarazioni omofobe[modifica | modifica wikitesto]

Nell'agosto del 2007, in riferimento ai fenomeni di incontri sessuali di omosessuali che nei mesi precedenti si erano diffusi presso l'area dell'ospedale di Treviso, Gentilini si rende protagonista di alcune affermazioni, dichiarando:

«darò immediatamente disposizioni alla mia comandante (dei vigili urbani) affinché faccia pulizia etnica dei culattoni, i culattoni devono andare in altri capoluoghi di regione che sono disposti ad accoglierli. Qui a Treviso non c'è nessuna possibilità per culattoni o simili.[73]»

Ha poi aggiunto, dopo le numerose critiche e prese di posizioni a proposito:

«Io non ho nulla contro i gay, le prostitute, le lesbiche: ognuno è arbitro del proprio corpo. Non tollero però che queste esibizioni amorose, o altro, avvengano nella provincia di Treviso. Pulizia etnica quindi significa tabula rasa.[70]»

In relazione a tali dichiarazioni è stato indagato per istigazione all'odio razziale dalla Procura della Repubblica di Treviso.[74]

In una sua intervista presso La Zanzara, su Radio24, avvenuta poco prima del Pride di Treviso del 2016 dichiarò:[75][76]

«Gay Pride a Treviso? Io sarei per interventi drastici: manganelli e olio di ricino. È un mio sogno da balilla. Ma non è possibile, perché la legge è dalla parte dei gay. Quindi, dobbiamo metterci il manganello in tasca e buttar via l’olio di ricino [...] Veder baciarsi gay e lesbiche mi fa venire il voltastomaco. È una cosa contro natura. Molti gay sono pedofili. Ormai la grande immagine della Treviso gentiliniana, che era conosciuta in tutto il mondo, avrà un grande sfregio con questa manifestazione.»

Per poi commentare la recente strage di Orlando in Florida (in cui in un night club morirono 49 omosessuali in un mass shooting ad opera del terrorista dello Stato Islamico Omar Mateen):[77][75][78]

«Se la sono cercata. Se invece di fare questa ostentazione ognuno resta coi propri difetti fisici, forse dalla nascita, forse non sarebbe successo... non c’è la necessità di fare club e cortei. A Treviso non c'è il rischio che succeda la stessa cosa...ma non si può escludere nulla.»

Altre dichiarazioni o avvenimenti contestati[modifica | modifica wikitesto]

Si è dichiarato «disposto a tornare ai vagoni piombati» per gli immigrati clandestini.[63]

Il 25 settembre 2005, durante la partita di Serie A tra Treviso e Milan, si rivolse al dirigente rossonero Adriano Galliani con l'espressione «Ladri!» accompagnata da un gesto dell'ombrello[79]: la società veneta si scusò con lo stesso Galliani e con il club milanese[80], mentre Gentilini dichiarò di aver compiuto involontariamente il gesto offensivo.[81]

In più occasioni propose lo sterminio dei cigni stanziati lungo le rive del fiume Sile[82], imputando a questi ultimi una possibile minaccia ambientale.[83]

Nel settembre 2007, dopo aver dichiarato di ritenere i fatti avvenuti a Gorgo al Monticano — in cui due coniugi vennero brutalmente uccisi da tre stranieri — passibili dell'esecuzione capitale[84], affermò inoltre[60]:

«A Gorgo hanno violentato una donna con uno scalpello davanti e didietro. E io dico a Pecoraro Scanio che voglio che succeda la stessa cosa a sua sorella e a sua madre.[60][85]»

Nel 2008 è stata pubblicata la notizia che nella prima amministrazione Gobbo (vicesindaco Gentilini) i primi assegnatari di case di edilizia agevolata a Treviso sono stati un consigliere comunale leghista e il padre di un altro [86].

«Io applico il fascismo e il cattolicesimo. Ho imparato dal fascismo l'ordine e la disciplina, insegnamenti che poi ho applicato durante i miei due mandati da sindaco. Fui educato alla mistica fascista, l'amore per il tricolore, le leggi e il prossimo.[87]»

Nel 2010 ha dichiarato in merito al fenomeno dello "sciacallaggio" (ossia di quelle persone che depredano la proprietà altrui in occasione di catastrofi o altri eventi eccezionali):

«Nessuna pietà per gli sciacalli: andrebbero fucilati sul posto come succedeva in tempo di guerra.[88]»

Il saluto fascista in Consiglio Comunale[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2012 ha effettuato il saluto fascista durante una riunione del Consiglio Comunale, suscitando numerose polemiche da parte dell'opposizione, che lo ha accusato di «apologia del fascismo» e di aver compiuto, quindi, un reato[89][90]. Per tale motivo è stato espulso dalla Lega nel 2017, dopo venti anni di militanza.[91]

Procedimenti giudiziari[modifica | modifica wikitesto]

Istigazione all'odio razziale (Venezia, 2008)[modifica | modifica wikitesto]

  • La procura di Venezia ha aperto un fascicolo su Gentilini a seguito di alcune dichiarazioni fatte alla festa della Lega Nord a Venezia, il 14 settembre 2008 con l'ipotesi di reato di istigazione all'odio razziale per frasi rivolte verso i frequentatori musulmani di phone center e verso gli insegnanti «neri, marroni o grigi».[92][93] Inoltre ha affermato di non volere «più vedere queste genìe che girano per le strade di giorno e di notte» e di volere «eliminare i bambini dei zingari che rubano dai nostri anziani»[70]
  • Il 26 ottobre 2009 Gentilini è stato riconosciuto colpevole di «istigazione alla violenza razziale» ed è stato condannato, con rito abbreviato, dal Tribunale di Venezia, a non poter sostenere pubblici comizi per 3 anni e al pagamento di 4.000 euro di multa.[94] Nelle motivazioni della sentenza si sottolinea che Gentilini ricercava, con quel discorso, il consenso per un programma «di sostanziale pulizia etnica, razziale e religiosa... e lo ha fatto davanti ad una folla plaudente, coesa, adesiva e pertanto suggestionabile, pronta all'acoglienza di un siffatto verbo non certo come una metafora, ma in concretezza».[95]
  • La condanna viene confermata dalla Corte d'Appello di Venezia nell'aprile 2013.[96]
  • A seguito della condanna in appello, l'avvocato di Gentilini ha annunciato che ci sarà ricorso in Cassazione.[97][98]
  • Nel maggio 2014 la Corte di Cassazione ha confermato la decisione precedente, condannando Gentilini in via definitiva.[99][100]

Istigazione all'odio razziale e diffamazione (Treviso, 2007)[modifica | modifica wikitesto]

  • La procura di Treviso, nel 2007, ha aperto un fascicolo relativo al reato di «istigazione all'odio razziale» e, in seguito, anche del reato di «diffamazione» a carico di Gentilini per aver inneggiato alla «pulizia etnica contro i gay».[101][102][103]
  • Un anno dopo la Procura di Treviso, considerando le esternazioni dello sceriffo solo frasi «di pessimo gusto», ma non tali da sollevare ipotesi di reato, ha chiesto l'archiviazione delle indagini a carico del vicesindaco leghista.[104]
  • Sulla richiesta di archiviazione doveva esprimersi il GUP (che ha facoltà sia di ordinare la prosecuzione delle indagini sia confermare la richiesta di archiviazione della Procura).[105]
  • Il GUP si espresse per l'archiviazione (in via definitiva), in quanto Gentilini «non ha esaltato un fatto in modo da provocare la violazione di norme penali, ma si è limitato a fare riferimento a istruzioni che avrebbe dato alla polizia locale, espressioni prive della concreta capacità di provocare l'immediata esecuzione di delitti».[106]

Istigazione all'odio razziale (Treviso, 1999)[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel 1999 il sindaco risulta indagato dalla Procura di Treviso per una frase razzista.[107]
  • In seguito il Procuratore di Treviso chiese il rinvio a giudizio per Gentilini con l'accusa di «istigazione all'odio razziale».[108]
  • Il Tribunale di Treviso, successivamente, ha assolto Gentilini dal reato di «istigazione all'odio razziale» poiché «il fatto non sussiste».[109]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Casa Gentilini, su viacaprera.it. URL consultato il 19 luglio 2018.
  2. ^ Treviso, è morta Teresina Pini la moglie di Gentilini, in la Tribuna di Treviso, 14 ottobre 2017. URL consultato il 4 maggio 2018.
  3. ^ Seconde nozze a 89 anni per l'ex sindaco di Treviso Giancarlo Gentilini, in la Tribuna di Treviso, 3 maggio 2018. URL consultato il 4 maggio 2018.
  4. ^ Gentilini e Maria Assunta, sì davanti ai figli: «Amo le donne», in Corriere del Veneto, 26 maggio 2018. URL consultato il 19 luglio 2018.
  5. ^ a b c Gian Antonio Stella, «Ma io la disobbedienza non la faccio», in Corriere della Sera, 4 giugno 1996. URL consultato il 17 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  6. ^ Brenno Zuccarello, Siluro alla devolution, l'ira di Gentilini, in la Tribuna di Treviso, 26 aprile 2006. URL consultato il 17 gennaio 2010 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2013).
  7. ^ Francesca Venturelli, Treviso, i respingimenti si fanno porta a porta, in il Giornale, 30 maggio 2009. URL consultato il 5 luglio 2013 (archiviato il 5 luglio 2013).
  8. ^ Gentilini agli immigrati: «Tolleranza zero», in la Repubblica, 26 agosto 2002. URL consultato il 5 luglio 2013 (archiviato il 5 luglio 2013).
  9. ^ La Procura di Venezia indaga su Gentilini, in la Tribuna di Treviso, 2 ottobre 2008. URL consultato il 5 luglio 2013 (archiviato il 5 luglio 2013).
  10. ^ Gabriella Bianchi, «Una città senza clandestini e prostitute è anche merito delle mie ronde», in la Repubblica, 11 febbraio 2009. URL consultato il 5 luglio 2013 (archiviato il 5 luglio 2013).
  11. ^ Fabio Felicetti, A Treviso Tognana junior contro Tognana senior: lei coi lumbard, lui è sconfitto, in Corriere della Sera, 6 dicembre 1994. URL consultato il 16 gennaio 2010 (archiviato il 5 luglio 2013).
  12. ^ Sandro Viola, Scomparsa la DC è l'ora degli sceriffi, in la Repubblica, 28 marzo 1996. URL consultato il 17 gennaio 2010 (archiviato il 5 luglio 2013).
  13. ^ a b Piero Colaprico, Fa togliere le panchine: «Le usano gli immigrati», in la Repubblica, 15 ottobre 1997. URL consultato il 16 gennaio 2010 (archiviato il 5 luglio 2013).
  14. ^ Sandro Russello, Treviso contro il sindaco sceriffo, in Corriere della Sera, 9 novembre 1997. URL consultato il 16 gennaio 2010 (archiviato il 5 luglio 2013).
  15. ^ R. I, Treviso, si cambierà la segnaletica stradale: un teschio per indicare gli incroci pericolosi, in Corriere della Sera, 3 agosto 1998. URL consultato il 16 gennaio 2010 (archiviato il 5 luglio 2013).
  16. ^ Treviso contro il sindaco sceriffo, in Corriere della Sera, 9 novembre 1997. URL consultato il 16 gennaio 2010 (archiviato il 5 luglio 2013).
  17. ^ Treviso, teschi dipinti agli incroci, in Corriere della Sera, 20 agosto 1998. URL consultato il 16 gennaio 2010 (archiviato il 5 luglio 2013).
  18. ^ Roberto Bianchin, Treviso: il facile bis del sindaco-sceriffo, in la Repubblica, 14 dicembre 1998. URL consultato il 16 gennaio 2010 (archiviato il 5 luglio 2013).
  19. ^ Alessandro Russello, Il sindaco di Treviso dice no al cimitero per i musulmani, in Corriere della Sera, 11 ottobre 1999. URL consultato il 14 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
  20. ^ Il sindaco di Treviso dice no al cimitero per i musulmani, in Corriere della Sera, 11 ottobre 1999. URL consultato il 14 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
  21. ^ Multe salate per chi getta il chewing gum a terra, in Corriere della Sera, 5 ottobre 2001. URL consultato il 14 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
  22. ^ a b Alessandro Russello e Luca Valdiserri, Squadra in C1, il sindaco leghista boccia i giocatori: «Hanno scelto il colore della vergogna», in Corriere della Sera, 4 giugno 2001. URL consultato il 15 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
  23. ^ a b Gian Antonio Stella, I colori della vergogna, in Corriere della Sera, 5 giugno 2001. URL consultato il 15 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
  24. ^ a b Andrea di Nicola, "A Rutelli ho promesso l'esilio", sindaco leghista scatena la bufera, in la Repubblica, 10 febbraio 2001. URL consultato il 15 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
  25. ^ Gentilini, censura dal Viminale, in Corriere della Sera, 15 febbraio 2001. URL consultato il 15 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
  26. ^ Alessandro Russello, Treviso, proposta dei professori: «Gli alunni al poligono di tiro», in Corriere della Sera, 14 ottobre 2002. URL consultato il 15 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
  27. ^ «Il sindaco Gentilini minacciato dalle Br», in Corriere della Sera, 31 agosto 2002. URL consultato il 15 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
  28. ^ «Il sindaco Gentilini minacciato dalle Br», in Corriere della Sera, 31 agosto 2002. URL consultato il 15 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
  29. ^ Il sindaco Gentilini sotto scorta dopo le minacce di sedicenti Br, in Corriere della Sera, 1º settembre 2002. URL consultato il 15 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
  30. ^ Elezioni Treviso, Campagner: «Gobbo sia sindaco di tutti», in Adnkronos, 9 giugno 2003. URL consultato il 5 luglio 2013 (archiviato il 5 luglio 2013).
  31. ^ Elezioni: Treviso, Gobbo: «Gentilini sarà capitano», in Adnkronos, 9 giugno 2003. URL consultato il 14 luglio 2013 (archiviato il 14 luglio 2013).
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Predecessore Sindaco di Treviso Successore
Elio Giannuzzi (Commissario prefettizio) 5 dicembre 1994 - 9 giugno 2003 Gian Paolo Gobbo
Predecessore Vicesindaco di Treviso Successore
Romano Nani 10 giugno 2003 - 9 giugno 2013 Roberto Grigoletto
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