Eduardo Asquerino García

Eduardo Asquerino García (Barcellona, 26 aprile 1826Sanlúcar de Barrameda, 30 settembre 1881) è stato un drammaturgo, giornalista e politico spagnolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Eduardo Asquerino García nacque a Barcellona il 26 aprile 1826,[1]figlio di Antonio Asquerino Martínez Llorente, originario di Madrid, luogotenente in pensione, e di María García Ramírez, nativa di Utiel.[2][3]

Eduardo Asquerino García nacque nel Decennio nefasto spagnolo (1823-1833), durante il quale Ferdinando VII di Spagna ristabilì la monarchia assoluta.[2]

All'età di dieci anni Eduardo Asquerino García si trasferì con la sua famiglia a Madrid, dove effettuò gli studi secondari.[2]

Negli anni quaranta sviluppò la sua creatività e il suo stile poetico e drammaturgico, dai drammi storici alle commedie di costume, e cominciò a collaborare con giornali di sinistra e di tendenza repubblicana.[2]

Successivamente, partecipò alla rivoluzione del 1848, per la quale fu perseguitato e bandito.[2]

Durante la sua carriera politica aderì all'area progressista, sia come deputato sia come senatore.[1][4]

Dal 1853 iniziò una vita dinamica, fatta di viaggi e cariche importanti. In quell'anno si recò a Cuba, in Messico, in Argentina, in Cile e in Perù, dove continuò a dedicarsi alla poesia.[2]

Durante biennio progressista (1854-1856), Asquerino García svolse un ruolo importante con la nomina di incaricato d'affari e di console generale in Cile, oltre che con la fondazione della prestigiosa rivista La América: Crónica Hispanoamericana (1857-1886), che annoverò numerosi collaboratori prestigiosi.[2]Diresse inoltre la rivista El Universal (1867).[1][4]

Nel 1868, Eduardo Asquerino García è stato nominato Ministro plenipotenziario a Bruxelles, rimanendo in carica per tre anni e in seguito rappresentò la Spagna a L'Aia. Quell'anno ricevette la Gran Croce di Isabella la Cattolica e la Croce al Merito Militare.[2]

Come scrittore si mise in evidenza con Ore perdute (Horas perdidas, 1842), raccolta di leggende in versi; Saggi poetici (Ensayos poéticos, 1849) e Echi del cuore (Ecos del corazón, 1853).[1][4]

Insieme a suo fratello Eusebio si dedicò al teatro, realizzando numerose opere in collaborazione, distinguendosi soprattutto per i drammi di argomento storico:[5] L'ebreo di Toledo (La judía de Toledo, 1843); Sposato, vergine e martire (Casada, virgen y mártir, 1843); Spagnolo in particolare (Españoles sobre todo, 1844); I tesori del re (Los tesoros del rey, 1850); Eulalia (1851); Donna Urraca (Doña Urraca, 1865).[1][4]

Nel 1863 pubblicò il Canzoniere della guerra d'indipendenza (El cancionero de la Guerra de la Independencia).[2]

Visse nel periodo di diffusione del Romanticismo, ma nonostante questo fatto, Asquerino García non fu molto influenzato dall'atmosfera a lui contemporanea e si dimostrò un autore di transizione, realizzando opere teatrali che ancora oggi conservano un certo interesse.[5]

Eduardo Asquerino García si sposò con Peregrina La Cave Domínguez.[1][4]

Eduardo Asquerino García morì a Sanlúcar de Barrameda il 30 settembre 1881.[2]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Poesia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ore perdute (Horas perdidas, 1842);
  • Saggi poetici (Ensayos poéticos, 1849);
  • Echi del cuore (Ecos del corazón, 1853).

Teatro[modifica | modifica wikitesto]

  • L'ebreo di Toledo (La judía de Toledo, 1843);
  • Sposato, vergine e martire (Casada, virgen y mártir, 1843); *Spagnolo in particolare (Españoles sobre todo, 1844);
  • I tesori del re (Los tesoros del rey, 1850);
  • Eulalia (1851);
  • Donna Urraca (Doña Urraca, 1865).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (ES) Eduardo Asquerino García, su fernando-sabido-andalucia.blogspot.com. URL consultato il 2 marzo 2019.
  2. ^ a b c d e f g h i j (ES) Eduardo María Marcelino Asquerino García, su dbe.rah.es. URL consultato il 2 marzo 2019.
  3. ^ (ES) Angel F. Sanchez Escobar, Vida y obra de Eduardo Asquerino, un escritor comprometido con su tiempo, Siviglia, 2002, p. 189.
  4. ^ a b c d e (ES) Eduardo Asquerino García, su poetassigloveintiuno.blogspot.com. URL consultato il 2 marzo 2019.
  5. ^ a b Eduardo Asquerino García, in le muse, I, Novara, De Agostini, 1964, p. 415.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (ES) S. García Castañeda, Las ideas literarias en España entre 1840-1950, University of California Press, 1971.
  • (ES) T. Gies, El teatro en la España del siglo XIX, Cambridge, Cambridge University Press, 1996.
  • (ES) P. Menarini, El teatro romántico español (1830-1850). Autores, obras, bibliografía, Bologna, Atesa, 1982.
  • (ES) Ricardo Navas Ruiz, El Romanticismo español, Madrid, Cátedra, 1982.
  • (ES) M. Ovilio y Otero, Manual de biografía y de bibliografía de los escritores españoles del siglo XIX, Parigi, Rosa y Bouret, 1859.
  • (ES) A. de la Portilla, Apuntes biográficos de Eduardo Asquerino, in Ecos del Alma. Obras originales del poeta español D. Eduardo Asquerino, Città del Messico, Establecimiento Tipográfico de Andrés, 1856.
  • (ES) A. F. Sánchez Escobar, Vida y obra de Eduardo Asquerino (1824-1881): un escritor comprometido con su tiempo, Madrid, Fundación Universitaria Española, 2003.
  • (ES) D. L. Shaw, Historia de la literatura española. El siglo XIX, Barcellona, Crítica, 1973.

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