Carlo Lodovico Morozzo

Carlo Lodovico Morozzo

Carlo Lodovico Morozzo, marchese di Bianzè (Torino, 5 agosto 1743Collegno, 12 luglio 1804), è stato un chimico e naturalista italiano. Conte di Morozzo e Marchese di Bianzè, apparteneva all'illustre famiglia dei Morozzo Della Rocca (il padre Giuseppe Francesco fu riformatore dell'Università e sindaco di Torino dal 1747 al 1748).

Attivo nell'epoca che vide il tramonto della teoria del flogisto a favore delle teorie di Lavoisier, Morozzo fu un personaggio discusso, sul quale gli storici diedero giudizi contrastanti: sono discordanti perfino le opinioni sulla sua adesione alle nuove teorie.[1]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

All'età di sedici anni entrò nelle scuole di artiglieria, dove fu allievo di Lagrange. Parallelamente alla carriera militare (nel 1800 divenne consigliere nel Regio Consiglio Supremo di governo) coltivò gli interessi scientifici nei campi più vari, dalle scienze naturali alla fisica e alla chimica. Particolare eco ebbe una relazione presentata nel 1786 all'Accademia delle Scienze sull'esplosione avvenuta presso un fornaio, nella quale analizzava le possibili cause dell'accaduto.[2] Altro lavorio pionieristico fu la memoria presentata su un'analisi svolta da Domenico Morichin sul tessuto di un dente molare fossile ritrovato durante un'escursione.[1]

Fu presidente perpetuo dell'Accademia delle Scienze di Torino.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b ChimicoItaliano¥cop4/2004 Archiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive.
  2. ^ Carlo Lodovico Morozzo, Relation d'un violente détonation, ristampa a cura del Politecnico di Torino, 1996, http://books.google.com/books/about/Relation_d_un_violente_d%C3%A9tonation.html?id=1ggyAgAACAAJ
  3. ^ I presidenti dell'Accademia delle Scienze, su accademiadellescienze.it. URL consultato l'11 luglio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN313241135 · ISNI (EN0000 0004 4426 6126 · SBN TO0V258426 · CERL cnp00355950 · LCCN (ENnb2002000762 · GND (DE104171405 · BNE (ESXX1473264 (data) · BNF (FRcb16266139b (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nb2002000762