Almirante Latorre (DLH-14)

Almirante Latorre
Descrizione generale
TipoCacciatorpediniere
Numero unità4
Proprietà Armada de Chile
IdentificazioneDLH-14
CantiereVickers-Armstrongs, Newcastle upon Tyne
Entrata in servizio1 ottobre 1986
Radiazione30 dicembre 1998
Destino finaleaffondata durante il traino l'11 agosto 2005
Caratteristiche generali
Dislocamento6.270
Stazza lorda6.800[1] tsl
Lunghezza158,7 m
Larghezza16,5 m
Pescaggio6,3 m
PropulsioneCOSAG
Due caldaie Babcock & Wilcox accoppiate due turbine a vapore a ingranaggi AEI e 4 turbine a gas G6
60.000 shp (44.740 kW)
2 assi
Velocità30 nodi (55,56 km/h)
Autonomia4.000 mn a 28 no[1]
Equipaggio438 (34 ufficiali)[1]
Equipaggiamento
Sensori di bordo
  • 1 Radar Marconi Type 965M di scoperta aerea
  • 1 Radar Marconi Type 992Q di scoperta aerea e designazione bersagli
  • 1 Radar Marconi Type 901 guidamissili per il sistema Sea Slug
  • 2 Radar Type 904 guidamissili per il sistema Sea Cat
  • 1 Radar Type 278M altimetrico
  • 1 Radar Kelvin Hughes Type 1006 di navigazione e guida elicotteri
  • 1 Sistema MRS-3 per il controllo del tiro dei cannoni da 114 mm
  • 1 Sistema per l'elaborazione automatica dei dati da combattimento Ferranti ADAWS 1[2]
  • 2 Lancia chaff a 8 canne Vickers Corvus
  • 2 Lancia chaff a 12 canne Wallop Barricade
  • 1 Sistema Type 667 di intercettazione e guerra elettronica
  • 1 Sonar di scafo Graseby Type 184M
  • 1 Sonar di attacco Type 170B
  • 1 sistema di inganno siluri Type 182
  • 1 telefono subacqueo Type 185
Armamento
Armamento
Mezzi aerei1 elicottero Aérospatiale SA-318 Alouette III
dati tratti da War Machine. Tecnica e impiego delle armi moderne, Vol. 2, fascicolo 36.[3][N 1]
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Il Almirante Latorre (pennant number DLH-14) è stato un cacciatorpediniere della Marina Militare del Cile, in servizio dal 1986 al 1998. Fu costruito originariamente per la Royal Navy nel 1962, e dopo 20 anni di servizio fu venduto alla marina cilena, ed intitolato all'Ammiraglio Juan José Latorre, eroe della guerra con il Perù e uno dei protagonisti della battaglia di Angamos (8 ottobre 1879).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Costruito originariamente per la Royal Navy con il nome di Glamorgan presso il cantiere navale Vickers-Armstrongs[4] di Newcastle upon Tyne tra il 1962 e il 16 novembre 1964, entrò ufficialmente in servizio il 14 ottobre 1966. L'armamento originale si componeva di quattro pezzi Vickers Mk.6 da 114/45 mm suddivisi in due impianti binati, 2 lanciamissili quadrupli per missili superficie-aria Short GWS.21 Sea Cat, 1 lanciamissili binato per missili superficie-aria Hawker Siddeley GWS.2 Seaslug Mk.2, 2 complessi trinati per siluri ASW[1] e un elicottero antisommergibile Westland Wessex HAS Mk.3.[4] Tra il 1971 e il 1973[5] l'unità fu sottoposta a lavori di modifica che comportarono lo sbarco della torre B da 114/45, sostituita da quattro contenitori-lanciatori per missili antinave superficie-superficie Aérospatiale MM-38 Exocet.[1][6] Verso la metà degli anni settanta la Royal Navy si rese conto che la versione GWS.2 Seaslug Mk.2 sviluppata dalla Hawker Siddeley, che aveva anche limitate capacità antinave, non garantiva più una buona protezione antiaerea alle unità di superficie, e l'unità fu ammodernata nel sistema di comando e controllo[N 2] Il Glamorgan prese parte alle operazioni di riconquista delle isole Falkland (19 maggio-14 giugno 1982) dove fu gravemente danneggiato da un missile MM.38 Exocet lanciato da una improvvisata batteria costiera argentina.

Dopo essere stata riparata l'unità riprese servizio attivo con armamento modificato in quanto i lanciatori per missili Sea Cat, vennero rimpiazzati da due impianti singoli per cannoni antiaerei Bofors L60 da 40/60 mm ad azionamento elettrico. Il 1 ottobre 1986 il Glamorgan venne trasferito all'Armada de Chile,[4] ricevendo la designazione di DLG-14 e il nome di Almirante Latorre.[4] Arrivato in Cile i cannoni da 40/60 furono rimpiazzati da due Bofors Mk.9 da 40/56 in quanto sul territorio nazionale non esisteva munizionamento per il precedente tipo. Dopo la cessione al Cile dei similari Capitán Prat e Almirante Cochrane avvenuta nel 1982-1984, nel 1985 fu avviato un programma congiunto anglo-cileno che comprendeva la cessione al Cile di tutti i missili Sea Slug in carico alla Royal Navy, la sostituzione dei motori dei missili, e l'introduzione di migliorie al sistema di guida.[7]

Nel corso degli anni novanta del XX secolo l'unità fu sottoposta a lavori di ammodernamento presso il cantiere navale ASMAR (AStilleros y Maestranzas de la ARmada) di Talcahuano. Al posto dei cannoni da Bofors Mk.9 da 40/56 furono installati due lanciatori verticali a 8 celle per missili superficie-aria IAI Barak 1[N 3] associati al radar di tiro Elta EL/M 22R AMDR (Automatic Missile Detection Radar),[7] un sistema di comando e controllo SIS-DFA SP-100,[N 4] un sistema ESM di provenienza israeliana Elisra 9003[N 5] un radar di scoperta aerea Marconi Type 966 in sostituzione del precedente Type 965, un sonar d'attacco ad alta frequenza Kelvin Hughes Type 162M al posto del precedente Type 170, e un sistema di inganno siluri SLQ-25 Nixie.[7]

Il cacciatorpediniere D 19 Glamorgan in navigazione nell'Oceano Atlantico nel gennaio 1972

Il 30 dicembre 1998 l'unità fu posta in riserva[N 6] e poi definitivamente radiata e venduta per la demolizione. A causa delle precarie condizioni dello scafo il cacciatorpediniere affondò durante le operazioni di rimorchio l'11 agosto 2005.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I dati dell'armamento e dell'elettronica sono riferiti all'entrata in servizio.
  2. ^ I fondi a disposizione garantivano l'ammodernamento di solo tre unità del secondo lotto della Classe County, fu deciso di escludere dai lavori il Norfolk.
  3. ^ Si trattava di un missile superficie-aria supersonico a corto raggio con guida semiattiva (SAHR).
  4. ^ Costruito in Cile dal compartimento elettronico dei cantieri navali ASMAR con l'assistenza della ditta inglese Ferranti.
  5. ^ Vennero anche apportate migliorie all'impianto binato da 114/45 mm, ai contenitori-lanciatori per missili Exocet, resi capaci di operare con i più leggeri MM.40 imbarcati sulle fregate Classe Leander, e ai lanciasiluri trinati, ora equipaggiati solamente con siluri Honeywell Mk 46.
  6. ^ Secondo alcune fonti l'unità fu posta in riserva per problemi strutturali dovuti ai danni subiti nel 1982, secondo altre solo per problemi di bilancio.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Chant 2014, p. 210.
  2. ^ La sigla significa Automatic Data Automation Weapon System.
  3. ^ Drago, Boroli 1992-94, p.15.
  4. ^ a b c d Colledge, Warlow 2006, p. 141.
  5. ^ Anthony Cooke, Emigrant ships: the vessels which carried migrants across the world, 1946–1972, Carmania Press, 1992, ISBN 0-9518656-0-9, p. 32.
  6. ^ Bernard Fitzsimmons, The Illustrated Encyclopedia of 20th Century Weapons and Warfare 7. Columbia House, New York, 1978, p. 749.
  7. ^ a b c Da Frè 2000, p.65.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Arthur D. Baker III, The Naval Institute Guide to Combat Fleets of the World 2002-2003, Annapolis, Naval Institute Press, 2002.
  • (EN) Christopher Chant, A Compendium of Armaments and Military Hardware, Abingdon, Routledge, 2014, ISBN 1-134-64668-2.
  • Marco Drago e Pietro Boroli, Classe County, in War Machine. Tecnica e impiego delle armi moderne, vol. 2, n. 36, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1992-1994, ISBN non esistente.
  • Marco Drago e Pietro Boroli, Sea Slug, in War Machine. Tecnica e impiego delle armi moderne, vol. 5, n. 66, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1992-1994, ISBN non esistente.
  • (EN) J.J. Colledge e Ben Warlow, Ships of the Royal Navy: The Complete Record of all Fighting Ships of the Royal Navy, London, Chatham Publishing, 2006, ISBN 978-1-86176-281-8.
  • (EN) Jean Couhat, Combat Fleets of the World 1982/83, Annapolis, Naval Institute Press, 1982.
  • (EN) Leo Marriott, Royal Navy Destroyers since 1945, London, Ian Allan Ltd., 1989, ISBN 0-7110-1817-0.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuliano Da Frè, L'Armada de Chile nel XXI secolo, in Rivista Italiana Difesa, n. 6, Chiavari, Giornalistica Cooperativa Riviera s.r.l., giugno 2000, pp. 64-71.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]