Victor Francen

Victor Francen con la terza moglie, l'attrice Mary Marquet (1934)

Victor Francen, nato Victor Franssens (Tienen, 5 agosto 1888Saint-Cannat, 18 novembre 1977), è stato un attore belga.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Tienen (Belgio), figlio di un commissario di polizia, Victor Francen studiò arte drammatica a Parigi sotto la direzione di Paul Mounet e debuttò sui palcoscenici francesi all'inizio degli anni venti, recitando in opere di Henri Bernstein, Georges Bataille ed Edmond Rostand, che lo videro calcare anche le scene della Comédie Française.

Nello stesso periodo Francen apparve anche in alcuni film muti, ma continuò a privilegiare il teatro, che lo portò a girare l'Europa e ad andare in tournée in Canada e in Sudamerica. La sua carriera cinematografica riprese all'inizio degli anni trenta, con il ruolo del Profeta nel film La fine del mondo (1931) di Abel Gance, pellicola che inaugurò per Francen un decennio di intensa attività sul grande schermo.

Alla vigilia dell'occupazione nazista in Francia, nel 1940 Francen decise di rifugiarsi negli Stati Uniti per intraprendere una nuova carriera[1]. Con la sua capacità di parlare correntemente l'inglese, e grazie all'interessamento dell'attore Charles Boyer, Francen si assicurò il ruolo di Van Den Luecken, un celebre professore universitario di Bruxelles, nel film La porta d'oro (1941)[1]. Il regista Julien Duvivier, con cui aveva già lavorato in Francia nel film I prigionieri del sogno (1939), gli affidò un ruolo nella pellicola a episodi Destino (1942), prodotta dalla Twentieth Century Fox[1].

Ma fu l'anno successivo che Francen si affermò definitivamente sugli schermi americani come eccellente attore caratterista[1], specializzato in ruoli di elegante villain e di ambiguo gentiluomo. Il personaggio di un procuratore della repubblica sovietica in Mission to Moscow (1943), gli fece ottenere un contratto di sette anni con la casa produttrice Warner Brothers, di cui l'attore divenne una delle vedette[1].

Il 1944 fu un anno d'oro per Francen: sperando di replicare il grande successo di Casablanca (1942), la Warner Bros. produsse I cospiratori (1944), una pellicola che riprendeva il tema della lotta tra nazisti e antinazisti, ambientandola a Lisbona e utilizzando nuovamente Paul Henreid, Peter Lorre e Sydney Greenstreet nel cast e Michael Curtiz alla regia[1]. Francen fu diretto da Curtiz anche nel successivo Il giuramento dei forzati (1944), altra pellicola di propaganda in cui l'attore vestì l'uniforme del capitano Patain Malo, comandante del cargo Ville de Nancy, antagonista di un omologo capitano favorevole invece alla Repubblica di Vichy, interpretato ancora una volta dall'imponente Greenstreet. Nel film apparvero altri attori reduci da Casablanca, il protagonista Humphrey Bogart, Claude Rains, Helmut Dantine e nuovamente Peter Lorre. Francen, Greenstreet e Lorre apparvero poi insieme in un'altra pellicola noir della Warner, La maschera di Dimitrios (1944). Francen recitò ancora con Lorre in Il mistero delle 5 dita (1946), e con Greenstreet in Appassionatamente (1946).

Durante il suo fortunato periodo a Hollywood, Francen continuò a lavorare in teatro, recitando in francese in Canada e in inglese sulle scene di Broadway, con lavori quali The Walking Gentleman e The Strong Are Lonely[1]. Nel 1948 fece ritorno in Francia, dove girò il suo ultimo film per la Warner, La donna del traditore (1948), accanto a Viveca Lindfors. Durante gli anni cinquanta Francen rallentò l'attività e si concesse poche e selezionate apparizioni sul grande schermo, prevalentemente in produzioni americane girate in Europa[1], come Operazione mistero (1954) di Samuel Fuller, e Addio alle armi (1957), con Rock Hudson, Jennifer Jones e Vittorio De Sica. Lavorò inoltre con Fritz Lang in due avventure esotiche, La tigre di Eschnapur (1959) e Il sepolcro indiano (1959).

Ormai settantenne, all'inizio degli anni sessanta Francen fece ancora un'apparizione di rilievo in Fanny (1961), nei panni del fratello più anziano di Panisse (Maurice Chevalier), e in La Grande frousse (1964) di Jean-Pierre Mocky, nelle vesti del dottor Chabert. La sua carriera si concluse con il ruolo di Don Federico in un episodio della serie televisiva Le spie (1966).

Sposato tre volte, con Eleanor Kreutzer, con Renée Corciade, e l'ultima nel 1934 con l'attrice francese Mary Marquet, Victor Francen morì nel 1977, all'età di ottantanove anni, a Saint-Cannat (Provence-Alpes-Côte d'Azur).

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Victor Francen è stato doppiato da:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Dominique Lebrun, Paris-Hollywood. Les français dans le cinema américain, Editions Hazan , 1987, pag. 183

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