Val Fondillo

Val Fondillo
La val Fondillo con in fondo la Serra delle Gravare
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regioni  Abruzzo
Province  L'Aquila
Località principaliOpi
FiumeFondillo
Altitudinemedia: 1500 m s.l.m.
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Val Fondillo
Val Fondillo
 Bene protetto dall'UNESCO
Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni dell'Europa
 Patrimonio dell'umanità
TipoNaturale
Criterio(ix)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2017
Scheda UNESCO(EN) Ancient and Primeval Beech Forests of the Carpathians and Other Regions of Europe
(FR) Scheda

La val Fondillo è una valle montana situata nel territorio comunale di Opi (AQ), in Abruzzo. Nel 2017 è stata riconosciuta patrimonio dell'umanità dell'UNESCO unitamente alle faggete vetuste del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise in seno alle foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d'Europa.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Una sorgente della val Fondillo
Veduta del monte Marsicano dalla valle

La valle montana è situata nell'area protetta del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise nel territorio montano di Opi, sul versante marsicano dell'Alto Sangro, in Abruzzo. L'anfiteatro naturale si apre tra il monte Marsicano, il monte Amaro, il monte Dubbio e la catena montuosa di Serra delle Gravare[1], caratterizzata da evidenti tracce dell'ultimo glacialismo durante il periodo del Quaternario. L'altitudine varia dai 1084 ai 1960 m s.l.m.

L'area si caratterizza per la presenza di radure, piccole caverne e di alcuni torrenti come il Fondillo, che sgorga nei pressi della grotta delle Fate, e le sorgenti Franatara e Tornareccia[2]. Le faggete di Cacciagrande e di valle Jancino, che compongono i cinque nuclei di faggete vetuste ricadenti in una superficie di oltre 1000 ettari inclusa tra i comuni di Opi, Lecce nei Marsi (Selva Moricento), Pescasseroli (Coppo del Principe e Coppo del Morto) e Villavallelonga (Val Cervara, nei pressi dell'Aceretta), sono in parte databili intorno ai 560 anni. Sono state riconosciute patrimonio dell'umanità, nel contesto delle foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d'Europa. Rappresentano il primo riconoscimento UNESCO della regione Abruzzo deciso a Cracovia il 7 luglio 2017[3]. La faggeta della val Fondillo si è sviluppata su dolomia risalente al Giurassico inferiore (Lias inferiore).

La valle è popolata da animali protetti o a rischio di estinzione come l'orso bruno marsicano, il lupo appenninico, il camoscio d'Abruzzo e la salamandra pezzata. La vegetazione è caratterizzata oltre che dai faggi, da pini neri e da piante endemiche come l'Iris marsica e le orchidee scarpetta di Venere e Epipogio[2][4][5]. Nei locali dell'ex segheria è ospitato il museo della foresta e dell'uomo, incentrato sul rapporto uomo-natura nell'area del parco nazionale. L'esposizione è stata inaugurata grazie all'ente gestore dell'area protetta e alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio dell'Abruzzo[6].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Tribù nomadi provenienti probabilmente dall'area prossima al lago Fucino hanno frequentato l'area del contemporaneo territorio opiano e dell'alta valle del Sangro. La grande necropoli localizzata all'imbocco della val Fondillo, databile tra il VII e V secolo a.C., attesta che le popolazioni divenute stanziali praticavano l'agricoltura e l'allevamento[7]. Alcuni reperti sono esposti nella sezione archeologica del museo naturalistico del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise a Pescasseroli.

Presumibilmente chiamata Fontilli per via delle numerose sorgenti[8], l'area ha rappresentato in epoca preromana e romana un'importante via di comunicazione tra i popoli italici dei Marsi, dei Volsci e dei Sanniti-Pentri. Per lunghi secoli è stata una frequentata via tratturale praticata dai pastori abruzzesi che nei periodi più freddi raggiungevano la Capitanata oppure, attraversando il valico dell'Orso, la valle di Comino.

Le mutate condizioni socio-economiche verificatesi tra il XIX e l'inizio del XX secolo hanno relegato all'isolamento le aree dell'entroterra abruzzese e in particolare la zona altosangrina, facilitando al contempo la tutela dell'ambiente naturale e delle specie animali. La val Fondillo, unitamente alla Camosciara e alle aree montane del versante marsicano, essendo stata inclusa nella Riserva reale Alta Val di Sangro nel 1873, rappresenta il nucleo antesignano del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, ufficialmente istituito nel 1923. Nel 2017 le faggete vetuste della val Fondillo sono state riconosciute patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO[3][9].

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

In questa valle sono state girate alcune scene della commedia-drammatica Un mondo a parte di Riccardo Milani con Virginia Raffaele e Antonio Albanese[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Val Fondillo (Opi) - Valico Passaggio dell'Orso, su parcoabruzzo.it, Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. URL consultato il 7 aprile 2020.
  2. ^ a b La valle Fondillo e la grotta delle Fate, su parcoabruzzo.it, Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. URL consultato il 7 aprile 2020.
  3. ^ a b Riconoscimento UNESCO delle faggete vetuste abruzzesi, su bura.regione.abruzzo.it, Regione Abruzzo. URL consultato il 7 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2017).
  4. ^ Il battito della foresta. Storie delle faggete vetuste appenniniche, su forestbeat.it. URL consultato il 7 aprile 2020.
  5. ^ Il battito della foresta, su parcoabruzzo.it, Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. URL consultato il 7 aprile 2020.
  6. ^ Il Museo della Foresta e dell'Uomo, su parcoabruzzo.it, Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. URL consultato il 7 aprile 2020.
  7. ^ Boccia, p. 13.
  8. ^ Origine del nome, su valfondillo.it. URL consultato il 7 aprile 2020.
  9. ^ Roberto Copello, La val Fondillo, tesoro di Opi, su bandierearancioni.it. URL consultato il 7 aprile 2020.
  10. ^ Un mondo a parte, su comingsoon.it. URL consultato il 7 aprile 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Davide Boccia, Il territorio del Parco Nazionale d'Abruzzo dalla Preistoria al Medioevo: Pescasseroli, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena e Barrea, Torino, Tipografia Monti, 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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