Sicofante

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Sicofante, (in greco συκοφάντης) nell'antica Atene, indicava un soggetto prezzolato per sostenere denuncia, anche falsamente.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una parola greca (σῦκον, fico, e φαίνειν indicare), che, secondo l'etimologia più accreditata, si riferiva in origine a chi denunciava gli esportatori di fichi dall'Attica (o anche chi rubava i fichi sacri)[1]. Esportare fichi voleva dire sottrarre l'alimento principale della gente particolarmente povera, e perciò era un'attività vietata dalle leggi annonarie. Il sicofante in quest'ottica era colui che non esitava nel denunciare il furto di oggetti senza valore[2]. Una diversa interpretazione ne vuole la derivazione dai ladri dei fichi sacri[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In origine non aveva la forte valenza negativa che, viceversa, assunse quando cominciò a indicare chi di mestiere faceva l'accusatore[2]. Nel sistema giuridico ateniese qualunque cittadino poteva sostenere l'accusa e il processo era un fatto corale di tutta la città. In caso di vittoria del processo, l'accusatore percepiva parte della multa versata dalla difesa[4].

L'abuso delle accuse fatte solo per ragioni politiche o economiche ne fece dunque mutare il significato. I sicofanti erano agli occhi della società coloro che lanciavano accuse e denunce non in uno spirito civico, ma per guadagno: questa deviazione dal ruolo originario rese il termine ingiurioso nell'Antichità, tanto che Demostene li definiva "cani del popolo"[5].

Il sistema ateniese introdusse in seguito delle sanzioni per limitare il diffondersi delle attività dei sicofanti: grosse multe venivano assegnate a coloro che lanciavano accuse infondate e gli accusatori la cui azione non era approvata da almeno un quinto dell'Eliea venivano privati del diritto di lanciare accuse[6]. Malgrado ciò, il mestiere di sicofante rimase fonte di notevole lucro.

Menzioni letterarie[modifica | modifica wikitesto]

La menzione più celebre è nel Critone di Platone, ma altri passi famosi sono nelle commedie di Aristofane:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lorenzo Rocci, Vocabolario greco-italiano, Società editrice Dante Alighieri.
  2. ^ a b (DE) August Böckh, Die Staathaushaltung der Athener, 13, 56.
  3. ^ (FR) Sycophante: Définition de Sycophante, su cnrtl.fr. URL consultato il 26 agosto 2018.
  4. ^ (FR) Michel Humbert, Institutions politiques et sociales de l’Antiquité, collana Précis, 8ª ed., Dalloz, 2003, pp. 165-166.
  5. ^ Demostene, Contro Aristogitone, I, 40.
  6. ^ (EN) Mogens Herman Hansen, Apagoge, Endeixis and Ephegesis against Kakourgoi, Atimoi and Pheugontes: A Study in the Athenian Administration of Justice in the Fourth Century B.C., vol. 8, Odense University Classical Studies, 1976, ISBN 978-8774921677.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti secondarie

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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