Regioni del Perù

Regioni del Perù

Le regioni del Perù (in spagnolo: regiones) costituiscono la suddivisione territoriale di primo livello del Paese e sono pari a 25, cui si aggiunge la provincia di Lima. La regione di Callao, inoltre, è formalmente definita come provincia costituzionale.

Istituite nel 2002 in luogo dei precedenti 24 dipartimenti, si suddividono a loro volta in province, pari nel loro complesso a 196.

Lista[modifica | modifica wikitesto]

Localizzazione Stemma Codice
UBIGEO
Regione Capoluogo Popolazione
(2007)
Superficie
(km2)
1 Amazonas Chachapoyas 375 993 39 249
2 Ancash Huaraz 1 063 459 35 826
3 Apurímac Abancay 404 190 20 896
4 Arequipa Arequipa 1 152 303 63 344
5 Ayacucho Ayacucho 612 489 43 815
6 Cajamarca Cajamarca 1 387 809 33 248
7 Callao Callao 876 877 147
8 Cusco Cusco 1 171 403 71 892
9 Huancavelica Huancavelica 454 797 22 131
10 Huánuco Huánuco 762 223 36 887
11 Ica Ica 711 932 21 328
12 Junín Huancayo 1 225 474 44 410
13 La Libertad Trujillo 1 617 050 25 515
14 Lambayeque Chiclayo 1 112 868 14 213
15 Lima Huacho 839 469 32 137
26 Lima Lima 7 605 742 2 665
16 Loreto Iquitos 891 732 368 852
17 Madre de Dios Puerto Maldonado 109 555 85 183
18 Moquegua Moquegua 161 533 15 734
19 Pasco Cerro de Pasco 280 449 25 320
20 Piura Piura 1 676 315 35 891
21 Puno Puno 1 268 441 70 003
22 San Martín Moyobamba 728 808 51 253
23 Tacna Tacna 288 781 16 076
24 Tumbes Tumbes 200 306 4 669
25 Ucayali Pucallpa 432 159 102 411

Evoluzione storica[modifica | modifica wikitesto]

Sin dall'indipendenza del 1821, il Perù è stato diviso in dipartimenti (departamentos) ma dovette far fronte al problema di una crescente centralizzazione del potere politico ed economico della sua capitale, Lima. Il numero di dipartimenti fu gradualmente elevato, passando dagli 11 del 1822 ai 24 del 2002.

Mentre il potere economico e politico si concentrava progressivamente nella capitale, Lima, diversi governi fecero tentativi di decentramento amministrativo ma con scarso successo[1]. La costituzione approvata nel 1979 conteneva disposizioni per il decentramento del potere attraverso la creazione di regioni autonome che non vennero mai implementate[2]. Alla fine del mandato presidenziale di Alan García (1985–1990), il governo si trovò di fronte alla prospettiva di perdere le elezioni presidenziali del 1990 a causa di una vasta crisi economica che colpì il Perù e di un sempre minore consenso elettorale.

Le elezioni presidenziali del 1990 furono caratterizzate dalla mancanza di fiducia verso i partiti tradizionali, fatto reso ancora più evidente dalla vittoria del candidato indipendente Alberto Fujimori. Fujimori rifiutò i finanziamenti ai governi regionali e il 29 dicembre 1992 li rimpiazzò con i Consejos Transitorios de Administración Regional designati dal governo. Dopo aver sciolto il Congresso, durante la crisi costituzionale del 1992, Fujimori convocò nuove elezioni per formare un'Assemblea costituente che approvasse una nuova Costituzione. In questo nuovo testo, approvato nel 1993, erano previsti i finanziamenti per la creazione di regioni con governi autonomi ed eletti ma anche in questo caso non vennero mai utilizzati. Una nuova legge sul decentramento, Ley Marco de Descentralización, approvata il 30 gennaio 1998, confermò la permanenza dei consigli transitori, sottoposti alla supervisione del Ministero della Presidenza.[3]

Nel novembre del 2000 Fujimori fu costretto a dimettersi dalla presidenza con l'accusa di corruzione e violazione dei diritti umani[4]. Dopo un governo ad interim guidato da Valentín Paniagua, venne eletto Presidente Alejandro Toledo (2001–2006) che nel suo programma prevedeva anche la creazione di governi regionali[5]. La nuova amministrazione approvò il 19 novembre 2002 una legge, Ley de Bases de la Descentralización, per la nuova suddivisione amministrativa dello Stato. Il 20 novembre del 2002 furono eletti i nuovi governi regionali, uno per ciascuno dei vecchi dipartimenti e della Provincia Constitucional di Callao. La provincia di Lima, contenente la capitale, venne esclusa da questo processo poiché non faceva parte di nessuna regione.

Con il nuovo assetto, i 24 dipartimenti e la provincia di Callao sono diventati circoscrizioni regionali. La provincia di Lima è stata esclusa da questo processo e non fa parte di nessuna regione. A differenza dei dipartimenti, le regioni sono rette da un consiglio i cui membri sono eletti dagli abitanti della regione e, all'interno della loro giurisdizione, possiedono un ampio ventaglio di prerogative e responsabilità. Con la legge del 2002, Ley Orgánica de Gobiernos Regionales, lo Stato centrale trasferisce alcune delle sue funzioni alle regioni. Nel 2005 si è tenuto, senza successo, un referendum che aveva lo scopo di diminuire il numero di dipartimenti. Nelle elezioni del 2002, gran parte dei governi regionali andarono a partiti dell'opposizione. Dodici andarono all'APRA e solo uno a Perù Possibile, il partito del presidente Toledo.[6] La combinazione di un'opposizione forte nelle regioni e di un governo centrale debole fece temere una nuova crisi politica. Timori che furono superati quando si capì che i governi regionali erano concentrati sui problemi locali piuttosto che su iniziative politiche di carattere nazionale.[7]

In considerazione del fatto che le cirsocrizioni territoriali che i governi regionali avevano ereditato dai vecchi dipartimenti erano considerate troppo piccole, la Ley de Bases de la Descentralización contemplò la possibilità di fusioni tra dipartimenti se la maggioranza delle popolazioni coinvolte avessero espresso la loro approvazione a diventare una nuova regione unita.[8] Il primo referendum di questo tipo si tenne il 30 ottobre 2005 con le seguenti proposte di fusione:

Tutte queste proposte furono rigettate dall'elettorato di tutti i dipartimenti coinvolti eccetto quello di Arequipa, ma ciononostante non venne portata avanti nessuna fusione.[9]

Nuove elezioni per i governi regionali si tennero il 19 novembre 2006; questa volta molte regioni andarono a movimenti politici locali piuttosto che a partiti nazionali. L'ARPA, che aveva vinto le elezioni presidenziali del 4 giugno 2006, riuscì a vincere in due sole regioni e tutti gli altri partiti di rilevanza nazionale fecero persino peggio.[10]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Schönwälder, Linking civil society, p. 94.
  2. ^ O'Neill, Decentralizing the State, p. 197.
  3. ^ Schönwälder, Linking civil society, pp. 195–196.
  4. ^ BBC News, "Fujimori: Decline and fall". Retrieved on December 1, 2007.
  5. ^ The New York Times, "Opposition Party Makes Strong Showing in Peru Election". Retrieved on December 1, 2007.
  6. ^ Oficina Nacional de Procesos Electorales, Resultados regionales Archiviato il 28 luglio 2007 in Internet Archive.. Retrieved on February 28, 2008.
  7. ^ Monge, "Los gobiernos regionales", p. 34.
  8. ^ Ley Nº 27783, Ley de Bases de la Descentralización, Articles Nº 29.
  9. ^ Oficina Nacional de Procesos Electorales, Referendum para la Integracion y Conformacion de Regiones 2005 Archiviato il 26 marzo 2008 in Internet Archive.. Retrieved on March 2, 2008.
  10. ^ Oficina Nacional de Procesos Electorales, Elecciones Regionales y Municipales 2006 Archiviato il 24 marzo 2009 in Internet Archive.. Retrieved on March 2, 2008.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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