Paolo Todeschini

Paolo Todeschini
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 182 cm
Peso 71 kg
Calcio
Ruolo Allenatore (ex centrocampista)
Termine carriera 1955 - giocatore
1982 - allenatore
Carriera
Giovanili
Milan
Squadre di club1
1939-1943Milano72 (4)
1943Foggia12 (0)
1945-1946Bologna23 (2)
1946-1948Atalanta56 (0)
1948-1949Lazio15 (0)
1949-1952Napoli94 (14)
1952-1953Palermo23 (0)
1953-1954Monza11 (1)
1954-1955Mantova24 (7)
Nazionale
????Bandiera dell'Italia Italia B? (?)
Carriera da allenatore
1954-1955Mantova
1955Modena
1956-1957Salernitana
1957-1959Pro Vercelli
1959Varese[1]
1959-1960Vigevano[2]
1960Bandiera dell'Italia Italia olimpica[3]
1960-1961Milan[4]
1961-1962Lazio
1962-1964Cosenza
1964-1966Pro Patria
1966Entella
1967-1968Bandiera dell'Italia Italia U-21
1968-1969Messina
1969-1970Sorrento
1970-1972Entella Chiavari
1972-1973Sorrento
1981-1982Bandiera dell'Italia Italia femminile
Palmarès
 Giochi del Mediterraneo
Oro Tunisia 1967
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Paolo Todeschini (Milano, 22 settembre 1920Milano, 30 marzo 1993) è stato uno scultore, allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo centrocampista[5].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Cresce tra le file del Milan, con cui esordisce in Serie A a 19 anni. Con la maglia rossonera disputa cinque campionati, al termine dei quali passa per una stagione al Bologna.

Successivamente si trasferisce all'Atalanta dove disputa due stagioni, e poi alla Lazio, sempre in Serie A, dove rimane per una sola stagione senza poter giocare con grande continuità per malanni fisici che sarebbero stati risolti solo a Napoli dal medico sociale ed ex calciatore Athos Zontini[6].

Scende in Serie B con il trasferimento al Napoli, contribuendo al ritorno nella massima serie dei partenopei: ceduto per problemi di tachicardia accentuata derivanti da un problema di tonsille che ne acceleravano il battito cardiaco e lo spossavano fu operato e nella sua prima stagione s'impose segnando 9 reti[6], tra cui due decisive per battere in entrambi i casi in casa e per 1-0 il Legnano, diretto avversario nella lotta per la promozione, il 2 aprile 1950 ed il Vicenza il 18 giugno 1950[7]. Disputò quindi altre due stagioni nel massimo campionato, segnando nella sua ultima stagione in Campania la rete della momentaneo pareggio dei partenopei nella sconfitta casalinga del 2 dicembre 1951 per 2-1 contro il Palermo[8] a cui fu ceduto a fine stagione. Dopo un anno in Sicilia passa al Monza (Serie B), per poi concludere la carriera al Mantova, in IV Serie, dove svolge la duplice mansione di allenatore e giocatore[9].

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Todeschini in veste di allenatore.

Una volta appesi gli scarpini al chiodo, continuò la carriera di allenatore con il Modena[10] e successivamente con la Salernitana nella stagione 1956-1957.[11]

Qualche anno più tardi, dopo aver allenato la Nazionale olimpica con Nereo Rocco,[12] approda alla società che lo lanciò nel calcio, ossia il Milan, condotto nella stagione 1960-1961 ad un secondo posto in campionato[13] in coppia con Giuseppe Viani (anche con gli azzurrini).

Nella stagione successiva viene chiamato sulla panchina della Lazio, in Serie B, per poi essere esonerato.

In seguito trascorse annate sulle panchine di Cosenza[14] e Pro Patria[15] e negli anni settanta Entella[16] con altrettante retrocessioni.

Tra il 1967 e il 1968 fu di nuovo alla guida dell'olimpica[17] con cui vinse il torneo calcistico dei V Giochi del Mediterraneo[18], anche se non centrò la qualificazione a quello delle olimpiadi di Città del Messico 1968.

Allenò anche il Messina nella stagione 1968-1969, in Serie C[19], il Sorrento e per due anni, tra il 1981 ed il 1983, si sedette sulla panchina della Nazionale femminile.[20]

Scultore[modifica | modifica wikitesto]

È da segnalare, tra le attività extra-calcistiche, la passione per la scultura, come testimoniano alcune sue opere raffiguranti sportivi; diplomatosi in Belle Arti a Milano a 40 anni fu autore infatti, tra le altre opere, della statua raffigurante la testa di Fausto Coppi posta poi sul Ghisallo[6][21].

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Giocatore[modifica | modifica wikitesto]

Allenatore[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ «Stampa Sera», 2 marzo 1959, p. 4.
  2. ^ «La Gazzetta dello Sport», 9 settembre 1959, p. 3.
  3. ^ Insieme al direttore tecnico Giuseppe Viani e all'allenatore Nereo Rocco.
  4. ^ Insieme al direttore tecnico Giuseppe Viani.
  5. ^ http://www.enciclopediadelcalcio.it/Todeschini.html
  6. ^ a b c Mimmo Carratelli, La grande Storia del Napoli, Gianni Marchesini Editore, pagina 107, ISBN 978-88-88225-19-7
  7. ^ Mimmo Carratelli, La grande Storia del Napoli, Gianni Marchesini Editore, pagina 91, ISBN 978-88-88225-19-7
  8. ^ Mimmo Carratelli, La grande Storia del Napoli, Gianni Marchesini Editore, pagina 100, ISBN 978-88-88225-19-7
  9. ^ Tutti i presidenti e gli allenatori del Mantova Archiviato il 13 dicembre 2007 in Internet Archive. Gransito.com
  10. ^ La storia del Modena F.C. 1912 Archiviato il 7 dicembre 2009 in Internet Archive. modenafc.tifonet.it
  11. ^ I grandi allenatori della Salernitana Archiviato il 30 novembre 2012 in Internet Archive. salernitana.com
  12. ^ è morto Todeschini
  13. ^ Statistiche su Magliarossonera.it
  14. ^ Albo d'oro del Cosenza Cosenzacalcio1914.com
  15. ^ Scheda di Luciano Re Cecconi alla Pro Patria Bustocco.it
  16. ^ Piazzamenti Entella calciodieccellenza.it
  17. ^ Enzo Caretto, Gli Olimpionici azzurri bloccano l'Arsenal: 1 a 1, in La Stampa, 2 agosto 1967, p. 8. URL consultato il 2 dicembre 2017.
  18. ^ I calciatori azzurri a Tunisi vincono i giochi (per sorteggio), in Stampa Sera, 18 settembre 1967, p. 8. URL consultato il 2 dicembre 2017.
  19. ^ Serie C: adesso si presentano così, da Corriere dello Sport, 173 (IL), 29 luglio 1968, p. 10
  20. ^ Statistiche su Messinastory
  21. ^ È morto Todeschini, in Corriere della Sera, 31 marzo 1993, p. 43. URL consultato il 2 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 20 aprile 2014).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]