Paolo Prodi

Paolo Prodi

Deputato della Repubblica Italiana
Durata mandato9 dicembre 1993 –
14 aprile 1994
LegislaturaXI
Gruppo
parlamentare
Movimento per la Democrazia: La Rete
CircoscrizioneTrento-Bolzano
Incarichi parlamentari
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoLa Rete
Titolo di studioLaurea in scienze politiche
UniversitàUniversità Cattolica del Sacro Cuore di Milano
ProfessioneDocente universitario

Paolo Prodi (Scandiano, 3 ottobre 1932Bologna, 16 dicembre 2016) è stato uno storico e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato il 3 ottobre 1932 a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, uno dei nove figli dell'ingegnere Mario e della maestra elementare Enrichetta, Paolo Prodi era fratello del politico, dirigente ed economista Romano Prodi, del professore e politico Vittorio Prodi, del fisico Franco Prodi, dell'oncologo Giorgio Prodi e del matematico Giovanni Prodi.[1]

Nel 1945, a 13 anni, vide uccidere il suo parroco, accusato dai partigiani di cooperazionismo con i tedeschi.[1]

Si è laureato in scienze politiche presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dopo essersi aggiudicato una borsa di studio presso il Collegio Augustinianum, per poi perfezionare gli studi presso l'Università di Bonn, da allievo di Hubert Jedin, di cui ha proseguito l'opera di approfondimento sul Concilio di Trento.[1]

Ha insegnato storia moderna presso l'Università di Trento (di cui è stato rettore dal 1972 al 1978, nonché preside della facoltà di lettere dal 1985 al 1988)[2], l'Università di Roma e l'Università di Bologna (della cui Facoltà di Magistero è stato preside dal 1969 al 1972). È stato anche Presidente della Giunta Storica Nazionale (già Giunta Centrale per gli Studi Storici)[3], membro dell'Accademia Austriaca delle Scienze e dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

È stato tra i fondatori dell'Associazione di cultura e politica "Il Mulino" (fondata nel 1965), con cui ha pubblicato diverse opere illustri quali: Giuseppe Dossetti e le Officine bolognesi, Il sacramento del potere. Il giuramento politico nella storia costituzionale dell’Occidente, Il Sovrano Pontefice. Un corpo e due anime, Il tramonto della rivoluzione, Settimo non rubare, Storia moderna o genesi della modernità?, Una storia della giustizia.[1]

Ritenuto uno dei massimi esperti in storia del diritto e della Chiesa, nel 1973 ha fondato, insieme al suo maestro, l'Istituto storico italo-germanico di Trento[4], istituto che ha diretto per più di due decenni. Nel 2007 è stato insignito del premio Alexander von Humboldt.[1][5]

Alle elezioni politiche del 1992 è stato candidato per il movimento politico La Rete di Leoluca Orlando; ha in seguito abbandonato tale movimento, in dissenso con la presa di posizione di Orlando a favore del "No" nel referendum elettorale del 1993[6][7].

È morto il 16 dicembre 2016 a 84 anni.[8]

Gli è stato intitolato il palazzo del dipartimento di lettere e filosofia dell'Università di Trento[9][10]. La famiglia ha donato il suo archivio all'ateneo.[11][12]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

È stato lungamente sposato alla moglie Adelaide, che gli è stata accanto fino al resto dei suoi giorni, e padre di quattro figli: Giovanni, Marta, Gabriele e Mario, che vivevano a Bologna.[1]

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri»
— 2 giugno 1975[13]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Altri riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Chi era Paolo Prodi, il fratello di Romano Prodi, su Donna Glamour, 31 ottobre 2021. URL consultato il 24 aprile 2022.
  2. ^ Storia dell'Ateneo, su UniTrento. URL consultato il 24 marzo 2020.
  3. ^ Sito della Giunta Storica Nazionale, su giunta-storica-nazionale.it. URL consultato l'11 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2009).
  4. ^ Home page dell'Isig
  5. ^ Notizia dal sito www.unibo.it
  6. ^ Segni: "Orlando, stai con Bettino". Nuovi consensi al governo del Sì, la Repubblica — 19 marzo 1993]
  7. ^ LA DOPPIA SCOMMESSA DI BOLOGNA LA ROSSA Repubblica — 1º aprile 1993
  8. ^ Antonio Carioti, Morto Paolo Prodi, lo storico che studiò il Concilio di Trento, su corriere.it, 16 dicembre 2016. URL consultato il 30 novembre 2019.
  9. ^ Le sedi, su unitn.it. URL consultato il 30 novembre 2019.
  10. ^ Trento, Facoltà di Lettere intitolata a Paolo Prodi, su ladige.it, 13 dicembre 2017. URL consultato il 30 novembre 2019.
  11. ^ L’archivio Paolo Prodi all’Università di Trento, su webmagazine.unitn.it, 27 marzo 2010. URL consultato il 30 novembre 2019.
  12. ^ L’archivio di Paolo Prodi donato al “suo” ateneo, su giornaletrentino.it, 28 marzo 2019. URL consultato il 30 novembre 2019.
  13. ^ Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
  14. ^ Medaglia ai benemeriti della cultura e dell'arte
  15. ^ Medaglia ai benemeriti della cultura e dell'arte
  16. ^ Albo d'oro, su premionazionaleletterariopisa.onweb.it. URL consultato il 7 novembre 2019.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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