Max Manus

Max Manus

Max Manus, vero nome Maximo Guillermo Manus (Bergen, 9 dicembre 1914Bærum, 20 settembre 1996), è stato un partigiano norvegese.

Comparse in uniforme tedesca marciano nelle strade di Oslo durante le riprese del film Max Manus

La resistenza[modifica | modifica wikitesto]

Manus combatté nell'esercito norvegese durante l'invasione tedesca della Norvegia della seconda guerra mondiale, fuggì in Inghilterra dopo la sconfitta ed entrò a far parte col grado di løytnant (tenente) delle forze armate norvegesi in esilio, nella Kompani Linge, o 1st independent company (Norway) (Prima compagnia indipendente norvegese); terminato l'addestramento venne paracadutato di nuovo in Norvegia dove insieme a Gunnar "Kjakan" Sønsteby, detto anche N.24[1] formò il cosiddetto gruppo di Oslo (Oslogjengen, letteralmente gang di Oslo), detto anche Distaccamento di Oslo della Kompani Linge e guidato da Manus e Sønsteby, che fu attivo dal marzo 1944 al maggio 1945 con una serie di eclatanti sabotaggi ai danni delle truppe occupanti[2]; le operazioni del gruppo, formato da dieci persone in tutto, vennero dirette anche verso le strutture amministrative che avrebbero dovuto gestire nel maggio 1944 la chiamata delle classi 1921, 1922 e 1923 al "dovere lavorativo nazionale"[3], ed in precedenza a fronte di un tentativo di chiamata alle armi di 75.000 norvegesi da inviare sul fronte russo [4]. Il gruppo decise di opporsi, distruggendo i macchinari per la catalogazione e l'ordinamento delle schede il 18 maggio 1944 ed il 17 giugno 1944, e devastando l'ufficio anagrafe al Akersgaten 55 di Oslo. Nel 2008 venne girato un film, Max Manus, dedicato alle imprese della Oslogjengen[5].

Altra iniziativa fu il tentativo di assassinare Heinrich Himmler e Joseph Goebbels durante una loro visita ad Oslo; per l'efficacia del suo lavoro divenne molto ricercato dalla Gestapo tedesca. Durante un corso di addestramento nel Regno Unito acquisì le capacità di incursore subacqueo e le mise a frutto in due attentati nel porto di Oslo che portarono all'affondamento di due navi tedesche cariche di armi e truppe, una delle quali, la SS Donau era anche utilizzata per la deportazione degli ebrei in Germania. All'atto della resa tedesca lui e la Oslogjenge divennero la forza di protezione del principe Olav V di Norvegia, quando questi rientrò ad Oslo.

Il dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Manus credeva nella pacificazione nazionale e dopo la guerra avviò un'attività imprenditoriale, la Clausen og Manus nell'autunno 1945, e tra le attività iniziali vi fu l'importazione di macchine dagli Stati Uniti; in questa iniziativa assunse anche norvegesi che durante la guerra si erano schierati con i tedeschi, dopo aver discusso approfonditamente con queste persone; tra essi Walter Fyrst, regista norvegese che girò dei film di propaganda filotedeschi durante il conflitto[6] Manus era animato da spirito di riconciliazione, oltre che da stima professionale[7]. Nel 1952, l'azienda si scisse nella Sophus Clausen AS e nella Max Manus AS, che divenne distributore dei marchi Olivetti e Philips di macchine da ufficio. L'azienda esiste a tutto il 2016[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (NO) Sito biografico dedicato a Sønsteby, su no24.no. URL consultato il 17 settembre 2013.
  2. ^ (NO) Lars, Dahl, Hjeltnes, Nøkleby, Ringdal, Sørensen Borgersen, Norsk krigsleksikon 1940-45 - Oslogjengen, su mediabase1.uib.no, Oslo, Cappelen, 1995, 319. URL consultato il 9 settembre 2013.
  3. ^ (NO) Voksø, Per, Krigens Dagbok - capitolo=Registrering av tre årskull møter motstand; Sabotasje mot registreringen, Oslo, Det Beste, 1984, p. 424, ISBN 82-7010-166-4.
  4. ^ (NO) Sverre Riisnæs, ristampato in Kraglund, Ivar; Moland, Arnfinn: Norge i Krig. 6. Hjemmefront, in PM, 17 gennaio 1944, p. 181.
  5. ^ (NO) Aksel Hennie skal spille Max Manus, in Dagbladet, 3 dicembre 2007. URL consultato il 18 dicembre 2008.
    (NO) Joakim Thorkildsen, Disse skal lage norsk krigsfilm til 50 mill., in Dagbladet, 6 febbraio 2008. URL consultato il 18 dicembre 2008.
  6. ^ Walter Fyrst: Min sti, Self-published 1981 ISBN 82-990753-0-0, page 274-276
  7. ^ Max Manus ansatte nazister etter krigen, Dagbladet 19. desember 2008
  8. ^ Max Manus AS Norway, su maxmanus.no. URL consultato il 4 ottobre 2013 (archiviato dall'url originale il 23 maggio 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (NO) Det vil helst gå godt – 1945
  • (NO) Det blir alvor - 1946 (sequel to Det vil helst gå godt)
  • (NO) Sally Olsen : Fangenes engel i Puerto Rico - 1975 (biography on social worker and missionary Sally Olsen)
  • (NO) Mitt liv – 1995

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