Marsa Scirocco

Marsa Scirocco
consiglio locale
Marsaxlokk
Marsa Scirocco – Stemma
Marsa Scirocco – Bandiera
Marsa Scirocco – Veduta
Marsa Scirocco – Veduta
Forte di San Luciano
Localizzazione
StatoBandiera di Malta Malta
RegioneSudorientale
Amministrazione
SindacoEdric Micallef (MLP)
Data di istituzione30 giugno 1993
Territorio
Coordinate35°50′21.79″N 14°32′42.76″E / 35.839386°N 14.545211°E35.839386; 14.545211 (Marsa Scirocco)
Altitudinem s.l.m.
Superficie4,7 km²
Abitanti3 660 (2019)
Densità778,72 ab./km²
Altre informazioni
Cod. postaleMXK
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2MT-28
Nome abitantixlukkajr (m), xlukkajra (f), xlukkajri (pl)
PatronoMadonna di Pompei
Cartografia
Marsa Scirocco – Localizzazione
Marsa Scirocco – Localizzazione

Marsa Scirocco (in maltese Marsaxlokk[1] [2][3], pronuncia marsa-sc-loch, in italiano contemporaneo anche Marsaslocca[4]) è un centro abitato, già villaggio di pescatori, situato nella zona sud-est di Malta, attorno alla baia omonima[5][6]. Il nome significa "porto dello scirocco", ovvero situato a sud-est, in maltese. La patrona di Marsa Scirocco è la Madonna di Pompei.

Sino al 1934, il toponimo ufficiale in lingua italiana del centro è stato Marsa Scirocco[7][8][9], più raramente Marsascirocco[10]. Per il toponimo Marsaslocca, pur essendo utilizzato anche in sedi ufficiali[4], non si riscontra alcuna menzione storica: esso costituisce un moderno tentativo di re-italianizzazione del toponimo in lingua maltese Marsaxlokk, attualmente ufficiale.

Marsa Scirocco è uno dei porti più caratteristici, ed è anche uno dei mercati più ricchi dell'isola; da qui infatti giungono le maggiori quantità di pescato vendute sull'isola. In particolare il pesce spada, il tonno e la lampuga sono catturati in abbondanza nel periodo tra primavera e autunno. Durante la settimana il pescato viene venduto a La Valletta, la domenica direttamente nel porto.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa parrocchiale di Nostra Signora di Pompei
Il porto
Il mercato del pesce

A nord del golfo di Marsa Scirocco si trova la collina di Tas-Silġ; questo sito archeologico ospita i resti dei templi megalitici risalenti alla fase di Tarscen, inoltre nella zona circostante vennero trovati reperti dell'Età del bronzo.

Il periodo più importante del sito va comunque dalla fine del VI secolo a.C. fino al I secolo a.C. La collina venne impiegata come sito religioso, con un tempio dedicato ad Astarte/Era. Vennero trovati infatti numerosi segni di culto sia sotto la dominazione fenicia sia greca.

Luzzo, imbarcazione tipica

Il sito di Tas-Silġ venne utilizzato nuovamente nel IV secolo a.C., quando venne adattato al Cristianesimo e utilizzato probabilmente come monastero.

La popolazione attuale del paese è di circa 4000 abitanti, di cui una parte dedita alla pesca; in passato questo numero era comunque di gran lunga superiore.

Marsa Scirocco è conosciuta principalmente per le tradizionali imbarcazioni "con gli occhi", i luzzi: la tradizione crede che questi occhi (di origine egiziana) proteggano l'imbarcazione dalla sventura.

È in questo "Golfo dello Scirocco" che i primi Fenici giunsero nell'isola, durante il IX secolo a.C., ed è sempre qui che i Turchi attraccarono durante il periodo di saccheggio.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Marsa Scirocco è gemellata con:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lonely Planet 2010
  2. ^ TCI 2007
  3. ^ 2017a, 2017b, 2017c, 2017d Archiviato il 7 novembre 2017 in Internet Archive., 2016a, 2016b, 2016c
  4. ^ a b Parlamento europeo
  5. ^ Treccani
  6. ^ Cfr. "Marsa Scirocco" in Jacques Anglès, Guida ai mari di Italia meridionale, Malta e Tunisia, Zanichelli, Ozzano dell'Emilia (BO), 1997, p. 229.
  7. ^ Pietro Brunelli, Rivista marittima del Lloyd Austriaco, Lloyd, 1855. URL consultato il 18 gennaio 2021.
  8. ^ (EN) Whitworth Porter, Malta and Its Knights, Pardon and Son, 1871. URL consultato il 18 gennaio 2021.
  9. ^ (EN) Mediterranean Pilot, U.S. Government Printing Office, 1917. URL consultato il 18 gennaio 2021.
  10. ^ Antonio Zarb, Storia di Malta dalla caduta dell'ordine gerosolmitano sino alla resa della Republica francese, Tip. Francesco Cumbo, 1856. URL consultato il 18 gennaio 2021.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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