Astarte

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Giulia Mesa in una moneta coniata a Sidone. Al rovescio, la dea Astarte.

Astarte (in greco antico: Αστάρτη?, Astártē) fu una dea venerata nell'area semitica nord-occidentale. Un'altra translitterazione è ‘Ashtart; nella lingua ebraica biblica il nome è Ashtoreth (עשתרת), in ugaritico Atirat (anche ‘Aṯtart o ‘Athtart; traslitterazioni derivate da ‘ṯtrt), e in accadico As-tar-tu.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Astarte era la Grande Madre fenicia e cananea, sposa di Adon, legata al cielo notturno, alla fertilità, alla fecondità ed alla guerra e connessa con l'Ištar babilonese. I maggiori centri di culto furono Sidone, Tiro e Biblo. Era venerata anche a Malta, a Tharros in Sardegna, ed Erice in Sicilia, dove venne identificata con Venere Ericina. Sempre in Sicilia, il nome Mistretta, un paese sui Nebrodi, deriva dal fenicio AM-ASHTART, ossia città di Astarte.

Astarte

Astarte entrò a far parte dalla XVIII dinastia egizia anche del pantheon religioso, dove venne identificata con Iside, Sekhmet ed Hathor. In epoca ellenistica fu accomunata alla dea greca Afrodite (Venere per i Romani), come Urania e Cipride (da Cipro, uno dei maggiori centri di culto di Astarte) e alla dea siriaca Atargatis (Syria per i Romani). Importante tributo le viene reso da un nobile etrusco di Kaisra (Cerveteri), assimilata alla dèa Uni, le viene dedicato un tempio a Pyrgi (Santa Severa nel Lazio). Il testo bilingue etrusco/fenicio recita così:

(PHN)

«lrbt l‘štrt 'šr qdš 'z 'š p‘l w'š ytn tbry wln mlk'l kyšry byrħ zbħ šmš bmtn 'bbt wbn tw k‘štrt 'rš bdy lmlky šnt šlš 3 by rħ krr bym qbr 'lm wšnt lm'š 'lm bbty šnt km hkkbm»

(IT)

«Per la signora Astarte. Questo è il luogo sacro che ha fatto e ha donato Thefaries Velianas che regna su Caere , durante il mese del sacrificio al Sole, come un dono nel tempio. Ed egli ha costruito un'edicola una cella perché Astarte lo ha richiesto durante il regno nell'anno terzo nel mese di KRR, nel giorno della sepoltura della divinità. Che gli anni a venire siano tanti e luminosi come le stelle per il cielo»

Suoi simboli erano il leone, il cavallo, la sfinge e la colomba. Nelle raffigurazioni compare spesso nuda ed in quelle egiziane con ampie corna ricurve, sull'esempio di Hathor. Il nome Astarte o Ashtoret compare spesso nell'Antico Testamento. La differenza di pronuncia nell'ebraico biblico (‘Aštōret invece di ‘Ašteret) deriverebbe dalla sostituzione delle vocali del nome della divinità fenicia con quelle del termine bōshet ("vergogna").[senza fonte] A volte, come in Giudici 10, 6[1], si incontra la forma plurale ‘Aštērōt, termine indicante probabilmente divinità femminili di origine straniera, come i "Ba‘alim" per Baal.

Per gli antichi ebrei, i quali erano circondati dai Cananei, essa era una divinità abominevole e la rappresentazione dell'idolo maligno nettamente in contrasto con Dio. Si legge nel Deuteronomio:

"Non pianterai alcun idolo d’Astarte, di qualsivoglia specie di legno, allato all’altare che edificherai all’Eterno, ch’è il tuo Dio." - Deuteronomio 16:21

Santuari[modifica | modifica wikitesto]

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

Letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Videogiochi[modifica | modifica wikitesto]

  • Astarte è un boss in Castlevania: Portrait of Ruin nell'area in stile egizio "Tomba Sabbiosa", qui è rappresentata e descritta come una donna di irresistibile bellezza, in grado di sedurre i personaggi maschili per aizzarli contro quelli femminili.
  • Astarte in EVE Online è una Command Ship, Battlecruiser Tech II appartenente alla fazione Gallente Federation.
  • Astarte in Divinity: Original Sin ricopre perfettamente il ruolo della dea madre, ha una parte fondamentale nella trama e risiede nell'ultima area della campagna single player: First Garden ("Giardino Originale").
  • Astarte è una "Persona" ottenibile in Persona 5 attraverso il raggiungimento del "Confidant Empress rank 10" con Haru. Nella versione ludica, la dea possiede una carnagione scura e indossa una mezzaluna in fronte, la restante parte della corporatura oltre il bacino è rappresentata da un cranio con tre volti differenti.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gerd Scherm, Brigitte Tast, Astarte und Venus. Eine foto-lyrische Annäherung (1996), ISBN 3-88842-603-0.
  • C. Bonnet, Astarté. Dossier documentaire et perspectives historiques (Contributi alla Storia della Religione fenicio-punica-II) (Collezione di Studi fenici, 37), Roma 1996.

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  1. ^ Giudici 10, 6, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.