Li Zicheng

Li Zicheng
Imperatore della Cina
In carica25 aprile 1644 –
1645
PredecessoreChongzhen (Dinastia Ming)
SuccessoreShunzhi (Dinastia Qing)
Imperatore della Dinastia Shun
In carica8 febbraio 1644 –
1645
Predecessoretitolo creato
SuccessoreLi Zijinh
Nome completo
  • personale: Li Zicheng (李自成)
  • niánhào: Yǒngchāng (永昌)
Nome templareChuǎng Wáng (闖王)
Nomi postumiYung Chang (永昌)
Nascita22 settembre 1606
MorteShaanxi, 1645
Casa realeDinastia Shun

Li Zicheng[1] (22 settembre 1606Shaanxi, 1645) fu imperatore della Cina, unico regnante dell'effimera dinastia Shun.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Li nacque nel distretto di Mizhi (米脂縣), a Yan'an, durante l'ultimo periodo di regno della dinastia Ming. Inizialmente pastore di professione, iniziò ad imparare ad andare a cavallo ed a tirare con l'arco già dall'età di 20 anni lavorando successivamente sia in un negozio di vini che presso un fabbro.

Secondo la cultura popolare, nel 1630, Li venne posto alla pubblica gogna perché non aveva pagato i propri debiti ad un magistrato pubblico usuraio, Ai. Quest'ultimo in particolare si era attirato l'odio popolare quando aveva colpito una guardia che aveva offerto a Li un po' di acqua, e fu così che un gruppo di contadini lo liberò proclamandolo loro capo. I contadini erano però armati solo di bastoni, ma Li riuscì ad assaltare un gruppo di armati inviati per arrestarlo, ottenendo così le loro prime vere armi.

Nello stesso tempo, la regione di Shanxi venne colpita da una grande carestia e la popolazione si risentì con il governo dei Ming, totalmente indifferente al fatto. Nel giro di tre anni, sfruttando anche occasioni come questa, Li riuscì a raccogliere dalla sua parte 20.000 persone, con i quali attaccò ed uccise i principali magistrati della regione come Sun Chuanting, e altri nelle province di Henan, Shanxi e Shaanxi. Li divenne noto col soprannome di "Dashing King" (闖王).

Li promosse lo slogan "dividere la terra equamente ed abolire la tassa sul grano" che ebbe molto successo tra i contadini.

L'inondazione del 1642 causata dallo straripamento del Fiume Giallo,[2] pose fine tragicamente all'assedio di Kaifeng ed uccise 300.000 dei 378.000 residenti.[3] Dopo le battaglie di Luoyang e Kaifeng, il governo Ming non era stato ancora in grado di fermare l'avanzata della ribellione di Li dal momento che gran parte dell'esercito era impegnato a nord contro i nemici della Manciuria che avevano sfruttato l'occasione per attaccare l'Impero cinese. Li si dichiarò Imperatore di una nuova dinastia, la dinastia Shun a Xi'an, Shaanxi.[4]

Nell'aprile 1644, i ribelli saccheggiarono la capitale Ming di Pechino, e l'Imperatore Chongzhen si suicidò con la figlia. Li venne a quel punto accettato a tutti gli effetti come nuovo imperatore della Cina. Dopo che le armate di Li vennero sconfitte il 27 maggio 1644 nella Battaglia di Shanhai dalle forze combinate del generale Wu Sangui e della Manciuria, Li si spostò alla sua base di Shaanxi abbandonando Pechino. Dopo un gran numero di sconfitte, Li scomparve misteriosamente all'età di 40 anni. Alcuni suggeriscono che si fosse suicidato impiccandosi mentre altri sostengono che sia stato ucciso durante la sua fuga. Secondo una tradizione popolare Li sarebbe riuscito a scappare divenendo poi monaco per il resto della sua vita.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nell'onomastica cinese il cognome precede il nome. "Li" è il cognome.
  2. ^ Lorge, Peter Allan War, Politics and Society in Early Modern China, 900-1795 Routledge; 1 edition (27 Oct 2005) ISBN 978-0415316910 p.147 [1]
  3. ^ Xu, Xin The Jews of Kaifeng, China: history, culture, and religion Ktav Pub Inc (Feb 2003) ISBN 978-0881257915 p.47
  4. ^ Li Zicheng, su beijingtouree.com. URL consultato il 26 novembre 2008 (archiviato dall'url originale il 9 dicembre 2008).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Capo della dinastia Shun Successore
Titolo inesistente 1643-1645 Titolo abolito
Predecessore Imperatore della Cina Successore
Chongzhen 1643-1645 Shunzhi
Controllo di autoritàVIAF (EN53029630 · ISNI (EN0000 0000 6340 4097 · CERL cnp00548226 · LCCN (ENn82052397 · GND (DE119138646 · J9U (ENHE987007349658305171 · NDL (ENJA001205559 · WorldCat Identities (ENlccn-n82052397