Giacinto Avenati

Giacinto Avenati
NascitaFeletto, 15 agosto 1809
MorteTorino, 17 marzo 1876
Dati militari
Paese servito Regno di Sardegna
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataArmata Sarda
Regio Esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1819-1865
GradoTenente generale
GuerrePrima guerra d'indipendenza italiana
Seconda guerra d'indipendenza italiana
CampagneCampagna piemontese in Italia centrale
BattaglieBattaglia di Santa Lucia
Battaglia di Novara
Battaglia di San Martino
Battaglia di Castelfidardo
Decorazionivedi qui
dati tratti da L'investimento e la presa di Ancona[1]
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Giacinto Avenati (Feletto, 15 agosto 1809Torino, 17 marzo 1876) è stato un generale italiano, veterano della prima e della seconda guerra d'indipendenza, decorato con due Medaglie d'argento al valor militare, la Croce di Commendatore dell'Ordine militare di Savoia e la Croce di Commendatore della Legion d'onore francese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Attacco finale alle alture di San Martino da parte dell'Esercito Piemontese con la 2ª, la 3ª e la 5ª Divisione, avvenuto alla 19.30 del 24 giugno 1859.

Nacque a Feletto il 15 agosto 1809, figlio del senatore Brunone e di Luigia Nizia, ed entrò a soli 17 anni nell'Armata Sarda, assegnato alla Brigata "Cuneo". Combatte nel corso della prima guerra d'indipendenza, sia nella campagna del 1848 che in quella del 1849, distinguendosi nella battaglia di Santa Lucia e poi in quella di Novara,[2] e venendo decorato con due Medaglie d'argento al valor militare.[3] Per le ferite riportate nei combattimenti venne costretto a passare nel corpo degli invalidi e dei veterani di guerra con la promozione a maggiore. Venne quindi destinato alla carica di vicedirettore del collegio per i figli dei militari a Racconigi, del quale dal 1856 assunse la direzione.

Promosso colonnello, venne richiamato in servizio attivo nel 1859,[4] ottenendo il comando del 12º Reggimento fanteria, Brigata "Casale",[4] appartenente alla 5 ªDivisione al comando del generale Domenico Cucchiari, col quale prese parte alla Battaglia di San Martino,[4] dove fu decorato con la Croce di Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia, nonché con la Legione d'Onore francese conferitagli per mano dell'imperatore Napoleone III sul campo.

Nel 1860 fu promosso maggiore generale, comandò la Brigata Regina della 4ª Divisione[1] durante la battaglia di Castelfidardo, meritandosi la Croce di Commendatore dell'Ordine militare di Savoia[1] per aver assunto direttamente il comando del 9º Reggimento e aver passato il corso del fiume Aspio.[1] Nel 1860 fu inviato a espugnare la cittadella di Messina, la quale però si arrese solo il 12 marzo 1861 dopo mesi di resistenza da parte dell'esercito borbonico.

Promosso tenente generale nel 1862, assunse il comando della Divisione militare territoriale di Salerno, partecipando con la 16ª Divisione alla repressione del brigantaggio in Basilicata.[5] Nel 1865 venne posto a capo della Divisione militare territoriale di Ancona ma poco dopo venne costretto a rifiutare questo incarico per motivi di salute, ottenendo di essere collocato a riposto a soli 57 anni.

Morì a Torino il 17 marzo 1876. Una via di Feletto porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze italiane[modifica | modifica wikitesto]

Onorificenze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Coltrinari 2010, p. 48.
  2. ^ Vi partecipò come capitano in forza al 5º Reggimento fanteria dalla 4ª Divisione.
  3. ^ La prima per la battaglia di Mortara.
  4. ^ a b c La guerra del 1859 per l'indipendenza d'Italia, Ministero della Guerra, Comando del Corpo di Stato Maggiore, Ufficio Storico, Vol. II, Roma, 1912, pag. 162-66, 169.
  5. ^ Cesari 2002, p. 116.
  6. ^ a b Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Tito Battaglini, Il crollo militare del Regno delle Due Sicilie, Modena, Società tipografica modenese, 1938.
  • Tito Battaglini, L’organizzazione militare del Regno delle Due Sicilie: da Carlo III all'impresa garibaldina, Modena, Società tipografica modenese, 1940.
  • Cesare Cesari, Il brigantaggio e l'opera dell'esercito italiano dal 1860 al 1870, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 2002, ISBN 978-8-82711-941-9.
  • Massimo Coltrinari, L'investimento e la presa di Ancona, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2010, ISBN 8-86134-503-4.
  • Piero Pieri, Storia militare del Risorgimento; guerre e insurrezioni, Torino, Einaudi, 1962.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]