Ducato di Gheldria

Ducato di Gheldria
Ducato di Gheldria – Bandiera
Ducato di Gheldria - Stemma
Dati amministrativi
Nome completoDucato di Gheldria
Nome ufficiale(NL) Hertogdom Gelre
(DE) Herzogtum Geldern
Lingue parlatetedesco, olandese
CapitaleGheldria (1096-1347)
Nimega (1347-1543)
Dipendente da Sacro Romano Impero
Dipendenze Contea di Zutphen
Politica
Forma di StatoMonarchia feudale
Forma di governoDucato
Nascita1339 con Rinaldo II di Gheldria [1]
Fine1543
CausaTrattato di Venlo
Territorio e popolazione
Bacino geograficoRenania Settentrionale-Vestfalia, Gheldria, Limburgo
Religione e società
Religioni preminenticattolica
Evoluzione storica
Succeduto da Paesi Bassi spagnoli
Ora parte diBandiera dei Paesi Bassi Paesi Bassi
Bandiera della Germania Germania
Ducato di Gheldria
Provincia
Informazioni generali
Nome ufficialeHertogdom Gerle
Dipendente da Paesi Bassi spagnoli
Repubblica delle Sette Province Unite
Evoluzione storica
Inizio1543
Fine1795

Il Ducato di Gheldria (Hertogdom Gelre in olandese; Herzogtum Geldern in tedesco) è stato un ducato storico del Sacro Romano Impero.

Il Ducato, sorto come Contea di Gheldria fino al 1339, prese il nome dalla città di Geldern, che in epoca moderna è in Germania. La provincia di Gheldria nei Paesi Bassi comprende gran parte dell'area formale del ducato.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

La Contea ed il Ducato di Gheldria consistevano non solo nelle attuali province olandesi di Gheldria e Limburgo ma anche in parte dell'attuale stato tedesco della Renania Settentrionale-Vestfalia.

Il ducato venne diviso in quartieri:

La capitale fu inizialmente Gheldria, mentre nel 1347 si spostò a Nimega.

Mappa dei Paesi Bassi nel 1477, i futuri Paesi Bassi borgognoni; il Ducato di Gheldria corrisponde al n° 13

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La contea di Gheldria fu istituita verso la fine dell'XI secolo; il primo documento che attesta l'esistenza della contea è datato 1096, ed è il documento caput LXVII della Opera diplomatica et historica, tomus primus di Auberti Miraei, scritto dalla contessa di Boulogne, Ida di Lorena, figlia di Goffredo il Barbuto e madre di Goffredo di Buglione, che fu controfirmato dal primo conte di Gheldria, Gerardo (Gerardi comitis de Gelre)[2]; Gerardo era signore di Wassenberg, signoria iniziata con Gerardo ''flamens'', citato, come testimone in un documento del Veterum scriptorum et monumentorum historicorum dell'Imperatore del Sacro Romano Impero, Corrado II il Salico[3] e poi, ancora come testimone del documento n° 38 del Urkunden und Abhandlungen zur Geschichte des Niederrheins und der Niedermaas, datato 1042, dell'imperatore, Enrico III il Nero[4]; la signoria fu creata circa alla metà del secolo XI: infatti all'inizio degli Annales Rodenses, viene ricordato, senza precisare l'anno, che l'Imperatore del Sacro Romano Impero (obsequio Romani imperatoris) affidò a Gerardo la signoria di Wassenberg (locavit Gerardum aput Wasenberch)[5].

La Gheldria fu spesso in guerra con la Contea d'Olanda e con il Principato vescovile di Utrecht, sin quando i duchi di Borgogna non conquistarono l'intera area.

Dopo la morte della duchessa, Maria la Ricca, il marito, Massimiliano I d'Asburgo, futuro Imperatore del Sacro Romano Impero, nel 1484, inglobò il Ducato di Gheldria nei Paesi Bassi borgognoni, comprendenti diversi ducati e contee, corrispondenti all'incirca all'attuale Benelux, più alcuni dipartimenti francesi.

Quando i Paesi Bassi si rivoltarono al governo di Filippo II di Spagna nel XVI secolo, egli dovette concedere l'autonomia alla Repubblica delle Sette Province Unite e il Ducato Gheldria subì una divisione. I tre quartieri a nord, detti anche Bassa Gheldria, entrarono a far parte della Repubblica delle Sette Province unite, mentre il quartiere meridionale dell'Alta Gheldria rimase parte dei Paesi Bassi spagnoli. All'interno della Repubblica delle Sette Province Unite, la provincia costituita dai tre quartieri settentrionali continuò a chiamarsi Ducato di Gheldria.

Stemmi di Gheldria[modifica | modifica wikitesto]

Gli stemmi della regione nei secoli.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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