Dopo il banchetto

Dopo il banchetto
Titolo originaleUtage no ato
AutoreYukio Mishima
1ª ed. originale1960
Genereromanzo
Lingua originalegiapponese
AmbientazioneGiappone anni cinquanta
ProtagonistiKazu
CoprotagonistiNoguchi

Dopo il banchetto (宴のあと, Utage no Ato) è un romanzo dello scrittore giapponese Yukio Mishima pubblicato per la prima volta nel 1960; è edito in Italia dalla Giangiacomo Feltrinelli Editore.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il romanzo è ispirato al politico Hachirō Arita, che nel secondo dopoguerra era una figura molto nota nel paese[1]. Dopo la sua pubblicazione, avvenuta nel 1960, Arita denumciò Mishima per violazione della privacy. La Corte distrettuale di Tokyo si espresse a favore di Arita nel 1963, con una sentenza che in Giappone fu la prima a riconoscere la tutela del diritto alla riservatezza per una personalità pubblica.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Kazu, una donna oramai di mezza età e fino ad allora rimasta irrimediabilmente zitella, è la proprietaria di un ristorante di lusso frequentato spesso anche da molti tra gli uomini politici più in vista del momento. Un giorno incontra Noguchi, ambasciatore sulla via della pensione; la sua forza di carattere e piglio idealista immediatamente attirano le simpatie della donna: iniziano così a frequentarsi ed infine si sposano.

Per Kazu questo matrimonio rappresenta l'ultimo baluardo per difendersi dalla solitudine a cui sembrava destinata, e anche dall'oblio dopo la morte: ora infatti le viene assicurato un posto in una tomba di famiglia relativamente prestigiosa. Da questo punto in poi il romanzo esplora approfonditamente i conflitti che via via esplodono tra i due, persone di carattere e stili di vita radicalmente in antitesi.

Incoraggiato dalla moglie, Noguchi entra in politica, per cercare di attuare almeno parzialmente le idee progressiste da anni coltivate: Kazu si impegna con entusiasmo sempre crescente nella campagna elettorale del marito. Spende milioni di yen per fargli una degna pubblicità, presiede riunioni di lavoro dei simpatizzanti e non esita a far leva sulle sue origini popolari per accattivarsi il cuore degli elettori.

Ma nonostante la messa in ipoteca del ristorante, le risorse finanziarie impiegate si rivelano del tutto insufficienti a contrastare la macchina elettorale dei partiti di destra: Noguchi esce sconfitto e fallisce l'obiettivo che si era prefisso. Il fallimento è tanto più amaro per Kazu, che è stata costretta a vendere il ristorante; insieme decidono di ritirarsi in campagna a vivere come vecchi pensionati.

Ma la donna non riesce a rassegnarsi alla vita sedentaria e monotona che lui le propone, quasi sollevato dal fatto di non esser riuscito a farsi eleggere: Kazu si rivolge così a figure eminenti del partito conservatore nel tentativo di riscattare e riappropriarsi così del ristorante. Noguchi lo viene a sapere e, non accettando il fatto che la moglie possa chiedere aiuto a quelli che son stati fino a ieri i suoi più acerrimi avversari, le impone d'abbandonare i suoi propositi.

Kazu non accetta e sceglie il divorzio: alla fine ha scelto in modo definitivo l'indipendenza accompagnata alla solitudine.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Henry Scott Stokes, The four rivers, in The Life and Death of Yukio Mishima, Cooper Square Press, 2000, p. 129. URL consultato l'11 giugno 2020.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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