Diodorus Tuldenus

Ritratto di Tuldenus in una incisione di Pieter de Jode (II) ripresa da Antoon van Dyck, da Icones principum vivorum doctorum (1648)

Theodoor van Tulden, latinizzato come Diodorus Tuldenus ('s-Hertogenbosch, 1590 circa – Malines, 16 novembre 1645), è stato un giurista olandese, cittadino dei Paesi Bassi spagnoli; fu regius professor di diritto civile all'Università di Lovanio.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Tuldenus nacque a 's-Hertogenbosch in una data imprecisata alla fine del XVI secolo, figlio di Nicolas van Tulden, un avvocato che prestò servizio nel consiglio cittadino.[1] Frequentò l'Università di Lovanio, dove studiò filosofia morale e politica sotto Ericio Puteano[1] e successivamente diritto. Laureatosi nel 1615, tornò alla nativa 's-Hertogenbosch ed entrò nell'amministrazione cittadina.[1] Nel 1620[1] ottenne la cattedra di diritto civile all'università, con dispensa per la sua mancanza di dottorato. Conseguì il dottorato in giurisprudenza nel 1633.[1] Nel 1645 fu nominato al Gran consiglio di Malines, la più alta corte d'appello nei Paesi Bassi spagnoli.[1] Morì a Malines il 16 novembre 1645, solo quattro mesi dopo avere assunto la carica.[1]

Era sposato con Catherine-Claire van Grevenbroeck, da cui ebbe tre figli; l'unico figlio maschio, Florent Tuldenus (nato intorno al 1633), fu a sua volta avvocato fiscale del Gran consiglio e in seguito consigliere del sovrano Carlo II.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Commentarius ad Codicem iustinianeum, 1712

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Paul Bergmans, Tulden (Théodore Van) (PDF), in Biographie Nationale de Belgique, vol. 25, Brussels, 1932, pp. 833-835.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paul Bergmans, Tulden (Théodore Van) (PDF), in Biographie Nationale de Belgique, vol. 25, Brussels, 1932, pp. 833-835.

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