Canto per un altro Natale

Canto per un altro Natale
Titolo originaleA Carol for Another Christmas
PaeseStati Uniti
Anno1964
Formatofilm TV
Generefantastico
Durata84 min
Lingua originaleinglese
Dati tecniciB/N
Crediti
RegiaJoseph L. Mankiewicz
SoggettoCharles Dickens (racconto Il canto di Natale)
SceneggiaturaRod Serling
Interpreti e personaggi
FotografiaArthur J. Ornitz
MontaggioNathan Greene
Robert Lawrence
MusicheHenry Mancini
ProduttoreJoseph L. Mankiewicz
Produttore esecutivoEdgar Rosenberg
Casa di produzioneABC
Telsun Foundation Inc.
Xerox Corporation
Prima visione
Dal28 dicembre 1964
Rete televisivaABC

Canto per un altro Natale (A Carol for Another Christmas) è un film per la televisione del 1964 diretto da Joseph L. Mankiewicz, tratto dal racconto Il canto di Natale di Charles Dickens, adattato e modernizzato da Rod Serling.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Daniel Grudge, un ricco industriale e feroce misantropo amareggiato per la perdita di suo figlio durante la seconda guerra mondiale, riceve la visita di tre fantasmi alla vigilia di Natale che lo portano a riconsiderare il suo atteggiamento nei confronti dei suoi simili.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Canto per un altro Natale fu il primo di una serie di speciali televisivi prodotti per promuovere le Nazioni Unite ed educare il pubblico circa i suoi scopi umanitari.[1] Originariamente trasmesso dal network televisivo American Broadcasting Company (ABC) il 28 dicembre 1964,[1][2] non andò più in onda per 48 anni, fino alla trasmissione da parte di Turner Classic Movies (TCM) avvenuta il 16 dicembre 2012.[3][4]

Il film fu l'unica produzione televisiva diretta da Joseph L. Mankiewicz,[5] ed include la prima apparizione di Peter Sellers dopo il periodo di convalescenza dovuto a una serie di infarti quasi mortali che lo avevano colpito nell'aprile 1964. Il film vede la partecipazione anche di Sterling Hayden, che aveva recitato in precedenza con Sellers ne Il dottor Stranamore - Ovvero: come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare la bomba[6] e Britt Ekland, all'epoca moglie di Sellers.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la sua trasmissione originale nel 1964, le recensioni furono contrastanti. Mentre alcuni critici ritennero che lo stile didattico del programma fosse appropriato per trasmettere il suo messaggio a un pubblico televisivo di massa,[7][8] altri lo trovarono presuntuoso, prolisso o noioso.[9] Variety descrisse il programma come "generalizzato all'estremo" e in definitiva "una delusione".[1] Il Los Angeles Times in maniera simile espresse "disappunto per la trama noiosa",[10] lamentandosi che la scena d'apertura tra Grudge e Fred "sembrava una discussione sulla North Hollywood High School" e doveva essere costata allo spettacolo molti spettatori annoiati che spensero la televisione."[11] Jack Gould del The New York Times si spinse anche oltre, definendo il film "un esercizio pretenzioso e logorante di loquace inettitudine, una delle delusioni televisive più sconcertanti di sempre."[12] Dopo aver ricevuto lettere di spettatori in disaccordo con la sua recensione, Gould scrisse un secondo articolo definendo il film "condiscendente, pretenzioso e noioso", "propaganda banale" e "un esercizio di sermoni pesanti sul fatto che le Nazioni Unite fanno del bene a noi tutti."[13] Il The Washington Post recensì favorevolmente il programma, ma scrisse che il film "aveva fallito il suo scopo principale" perché "dalla maggior parte del pubblico... la lezione che veniva sottolineata era già stata appresa". Nonostante abbiano espresso insoddisfazione per il programma in generale, i critici elogiarono comunque le interpretazioni di alcuni attori, in particolare Sellers, Lawrence e Hingle.[1][11]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Thomas Vinciguerra, Marley Is Dead, Killed in a Nuclear War, in The New York Times, New York, 20 dicembre 2007, p. G12. URL consultato il 21 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2015).
  2. ^ Radio-TV, in Jet, Chicago, Illinois, Johnson Publishing Company, 31 dicembre 1964, p. 66. URL consultato il 15 dicembre 2015.
  3. ^ TCM.com, Carol For Another Christmas, A (1964) – Overview, su tcm.com, Turner Classic Movies. URL consultato il 21 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2012).
  4. ^ Mitchell Hadley, Carol For Another Christmas TVparty.com, su tvparty.com, TVparty!. URL consultato il 21 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2013).
  5. ^ Phil Hall, The Bootleg Files: Carol For Another Christmas, su Filmthreat.com, Film Threat. URL consultato il 21 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2010).
  6. ^ Lorraine LoBianco, Carol For Another Christmas TCM.com, su tcm.com, Turner Classic Movies. URL consultato il 21 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2015).
  7. ^ Critic's Corner: Excerpted Reviews on Recent TV Shows, in Independent Press-Telegram, Long Beach, California, 3 gennaio 1965, p. Tele-Vues 10. URL consultato il 30 dicembre 2015. Ospitato su Newspapers.com.
  8. ^ Goodman Ace, Top of My Head: Cleopatra for Another Christmas, in Saturday Review, New York, McCall Corporation, 30 gennaio 1965, p. 10.
  9. ^ Robert Lewis Shayon, TV and Radio: Warm Scrooge, Cold Grudge, in Saturday Review, New York, McCall Corporation, 16 gennaio 1965, p. 39.
  10. ^ Cecil Smith, The TV Scene: A Look Forward to 'Hamlet' Sunday, in Los Angeles Times, Los Angeles, California, 31 dicembre 1964, p. B14.
  11. ^ a b Cecil Smith, The TV Scene: U.N. Drama Off on Wrong Foot, in Los Angeles Times, Los Angeles, California, 30 dicembre 1964, p. C10.
  12. ^ Jack Gould, TV: Weak Premiere of U.N. Series: A.B.C. Offers 'Carol for Another Christmas', in The New York Times, New York, 29 dicembre 1964, p. 39.
  13. ^ Jack Gould, Criticism: The Critic's View, in The New York Times, New York, 10 gennaio 1965, p. X15.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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