Battaglione alpini "Edolo"

Battaglione alpini "Edolo"
Battaglione alpini "Edolo"
Descrizione generale
Attiva1886 - 1943
1946 - 30 settembre 2004
NazioneBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Servizio Regio esercito
Esercito Italiano
TipoFanteria
RuoloTruppe da montagna
Guarnigione/QGCaserma Rossi, Merano (Bz)
Motto"Dür per dürà"[1]
Anniversari15 dicembre, commemorazione della battaglia di Dushar in Grecia 15 dicembre 1940
Parte di
18º Reggimento alpini
Reparti dipendenti
  • Compagnia comando e servizi
  • 50ª compagnia
  • 51ª compagnia
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

Il Battaglione alpini "Edolo" era un reparto alpino dell'Esercito Italiano con sede a Merano (Bolzano). Il battaglione prende nome da Edolo, in Val Camonica (Provincia di Brescia).

Simbolo[modifica | modifica wikitesto]

Scudo[modifica | modifica wikitesto]

Inquartato, nel primo di rosso, la torre con le spade incrociate è lo stemma di Edolo; nel secondo d'azzurro l'aquila che sovrasta il cervo simboleggia la Valle Camonica. Nel terzo le montagne al naturale ricordano i combattimenti della prima guerra mondiale e infine l'ultimo quarto dello scudo riproduce una palma, memoria della campagna di Libia del 1911. Il "capo" dello scudo, dorato a memoria della medaglia d'oro guadagnata, riporta il tridente d'Ucraina per ricordare le gesta in Russia nel 1941-43 e una filettatura d'argento e d'azzurro a simboleggiare la Campagna di Grecia.

Ornamenti esteriori[modifica | modifica wikitesto]

Sullo scudo corona tinta d'oro, accompagnata sotto da tre nastri, annodati nella corona scendenti e svolazzanti in sbarra e in banda ai lati dello scudo, di cui due d'azzurro filettato d'oro, uno d'azzurro filettato d'argento. Nastro dai colori dell'Ordine Militare d'Italia accollato alla punta dello scudo, su lista bifida d'oro, svolazzante, concavità rivolta verso l'alto, il motto Dür per dürà.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Alpini sull'Adamello, in Val Camonica

Formato a Milano nel 1886, inquadra tre compagnie, la 50ª (detta "la Balda"), la 51ª("la Veloce") e la 52ª ("la Ferrea"). Una parte del battaglione partecipa nel 1896 alla guerra d'Eritrea e nello stesso anno viene impiegato in attività di ordine pubblico a Torino.

Monumento al battaglione Edolo, a Edolo

Viene inviato nel 1911 in Libia, dove resta fino al 1914, e per il valore dimostrato riceve una medaglia d'argento al valore militare. Mobilitato per la prima guerra mondiale, nel 1915 è nella zona del Passo del Tonale, in Val Daone e nella Conca del Montozzo. Nel 1916 opera in alta quota sull'Adamello e al Tonale e nel maggio 1918 assieme ai battaglioni "Mandrone" e "Cavento" conquista la Cima Presena. Partecipa nello stesso anno alle azioni di Passo del Monticello-Presena per il quale riceve una citazione nel Bollettino di Guerra n. 1098 del 27 maggio 1918, ore 13.

Dopo la fine della guerra, nel 1921 è inquadrato nel 6º Reggimento alpini per tornare nel 1934 al 5º Reggimento Alpini, assieme al Tirano e al Vestone. Viene inviato nel 1939 in Spagna, ma vi arriva a conflitto concluso. Tornato in Italia partecipa alle operazioni del fronte occidentale e nel 1940 è inviato in Grecia nella zona del Ponte di Perati e gli viene conferita una medaglia d'oro al valor militare. Nel luglio del 1942 è trasferito al seguito del 5º reggimento sul fronte russo, dove con la Brigata alpina "Tridentina" è ingaggiato nella difesa di Bassowka.
Alto è stato il sacrificio in vite umane del battaglione nella fase della ritirata, nelle battaglie di Nikitowka e Nikolajewka, e anche in questo caso riceve una medaglia d'oro al valor militare. Rientrato in Italia si posiziona in Trentino-Alto Adige, dove il 10 settembre 1943 viene sciolto, e molti dei reduci vengono fatti prigionieri dai tedeschi e internati nei campi di concentramento in Germania.

Dopoguerra[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º gennaio 1946 rinasce inquadrato nel 6º Reggimento alpini a Brunico e il 15 marzo 1953 ritorna a far parte del 5º Reggimento, della Brigata Alpina Orobica. Composto dalle storiche 3 compagnie, dal 1952 si aggrega la 110ª compagnia mortai. Nel 1975, con la riforma dell'esercito, rimane battaglione indipendente di addestramento reclute della Brigata Orobica. Nel 1991, con lo scioglimento della Brigata Orobica, passa alla Tridentina e il 13 settembre 1997 viene elevato a reggimento con la denominazione di 18º Reggimento Addestramento Reclute "Edolo", nella cerimonia di febbraio 1998 (comandante di reggimento Col. Peratoner e comandante di battaglione T. Col. Schenk). Alle dirette dipendenze del Comando Truppe Alpine, il reggimento inquadra due compagnie, la 50^ e 51^, ereditate dal battaglione.
Come per gli altri reggimenti dedicati all'addestramento truppe, le reclute venivano addestrate per un mese, dopo di che avveniva il giuramento in piazza, a Merano, sede del reparto.

Il 30 settembre 2004 con la conclusione del regime di leva il 18º Reggimento viene sciolto presso la caserma Rossi di Maia Bassa di Merano ed anche il battaglione Edolo dopo 100 anni di storia cessa di esistere, con l'ultimo comandante il colonnello Walter Segata.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Alla bandiera[modifica | modifica wikitesto]

  • 1 Croce di Cavaliere Ordine Militare d'Italia (all'arma di Fanteria, 5 giugno 1920)
Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«In sette mesi di durissima campagna sul fronte russo si dimostrava granitica e potente unità di guerra, saldissimo fascio di indomite energie, di ferree volontà e di leggendario ardimento. Durante una difficilissima manovra di ripiegamento dal fronte del Doti, sempre vittoriosamente tenuto, i suoi battaglioni "Morbegno", "Tirano", "Edolo", malgrado le eccezionali avverse condizioni di clima e di elementi, le asperrime estenuanti marce lungo le sterminate distese di neve, la mancanza assoluta di ogni rifornimento, davano continue fulgidissime prove delle loro fiere qualità guerriere. Operando con rara abilità in territorio insidiosissimo, pur spossati dalle più aspre fatiche e privazioni, superando ogni umana possibilità di resistenza fisica e morale, a Scererjb, a Scheljakino, a Wawarowka, a Nikitowka, a Nikolajewka ed in altri numerosi durissimi combattimenti, troncavano sempre nuove soverchianti forze nemiche appoggiate da potenti mezzi corazzati e con furore leonino rompevano il cerchio di ferro e di fuoco in cui l’avversario, rabbiosamente deciso di annientarli, si illudeva di averli ormai chiusi. Col loro intrepido valore e con la loro travolgente irruenza, in nobile gara di abnegazione, di arditezza e di irresistibile slancio con i battaglioni del reggimento gemello, travolgevano il nemico, ne contenevano e ne arginavano l'irruente avanzata, creando la indispensabile premessa alla ripresa ed aprivano la via della salvezza a numerose unità. Primi nell’offerta, nella sofferenza e nel sacrificio, i tre ferrei battaglioni, sempre fedeli alla loro antica tradizione, hanno superato con più che leggendario valore il loro eroico passato di guerra.[2]»
— Fronte russo: Bassowka - Schererjb - Scheljakino - Nikitowka - Nicolajewka, agosto 1942 - febbraio 1943

Data conferimento:9 giugno 1948

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Sul fronte greco in cinquanta giorni di lotta senza tregua contro un nemico più forte di numero, di artiglierie, di armi automatiche, il 5º Reggimento Alpini, con suoi battaglioni "Morbegno", "Tirano"ed "Edolo", fusi in un blocco granitico di forze spirituali e materiali, superando asprissime difficoltà di clima e di terreno, teneva testa eroicamente all’avversario, contestando il terreno a palmo a palmo e con contegno risoluto ed aggressivo. Malgrado le fortissime perdite che lo avevano ridotto ad un pugno di eroi, continuava ostinatamente a combattere per l’onore della Patria e perché così vuole la forte tradizione alpina. Successivamente, su altro importante settore montano, fermo ed incrollabile sulle posizioni affidategli, riaffermava con gloriose tenaci difese e con vittoriosi ardimenti offensivi, senza mai contare i sacrifici, la sua fama di preclaro valore guerriero. Magnifico esempio, nei capi e nei gregari, di altissime virtù militari.[3]»
— Alture di Morava - Dushar - Varri Lamit - Cuka e Liquerit - Cuka e Greves - Guri i Prer - Bregu i Math - Sqimari, 14 novembre -30 dicembre 1940; Pupait - Guri i Topit, gennaio - aprile 1941.

Decorati[modifica | modifica wikitesto]

  • Achilli Raoul, sergente maggiore, 50 compagnia battaglione "Edolo" del 5º Reggimento alpini.

Morto il 26 gennaio 1943 all'età di 22 anni nella battaglia di Nikolajewka, durante la ritirata dal fronte russo[4].

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Saldamente addestrata al cimento la sua squadra esploratori, chiedeva ed otteneva di impegnarla in azioni rischiose che in più riprese affrontava con perizia, audacia, elevato sprezzo dei pericolo, riuscendo a conseguire tangibili successi in ardito colpo di mano compiuto oltre le linee nemiche. Durante un aspro combattimento, ferito mentre alla testa della sua valorosa squadra assaltava munite posizioni, manteneva imperterrito il suo posto di dovere e persisteva audacemente nell’impari strenua lotta malgrado tre successive ferite. Indomito, non si abbatteva e trovava ancora la forza per guidare l’ultimo audace assalto. Colpito in pieno da una raffica di mitragliatrice ad obbiettivo raggiunto con tanto nobile sacrificio e singolare valore, cadeva sul campo dell’onore. Luminoso esempio di salde virtù militari. — Fronte russo, 15-26 gennaio 1943.[5]»

Comandanti[modifica | modifica wikitesto]

  • Gastone Gambara
  • Gennaro Sora
  • Giorgio Dotti
  • Franco Delli Ponti
  • Fulvio Quinto
  • Adolfo Rivoir
  • Arnaldo Mascarello
  • Stefano Russo
  • Salvatore Buzzurro
  • Eligio Lattanzi
  • Giuseppe Carniel
  • Giuseppe Mariano
  • Amerigo Lantieri de Paratico
  • Paolo Perlini
  • Roberto Peratoner
  • Roberto Filipazzi
  • Giovanni Apicelli
  • Rocco Tornifoglia
  • Goffredo Pogliani
  • Walter Segata
  • Carlo Calenco
  • Giuseppe Treboldi

Persone legate al Battaglione[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ovvero "duro per durare" in dialetto bresciano della Val Camonica.
  2. ^ Quirinale Scheda - vista 28 gennaio 2009.
  3. ^ Quirinale Scheda - vista 28 gennaio 2009.
  4. ^ [1] Archiviato il 4 novembre 2011 in Internet Archive. - visto 25 gennaio 2011.
  5. ^ Quirinale - scheda - visto 12 dicembre 2008.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]