Alvise Pasqualigo

Alvise Pasqualigo, talvolta indicato come Luigi Pasqualigo[1], (Venezia, 29 dicembre 15361576) è stato uno scrittore italiano, vissuto nel XVI secolo ai tempi della Serenissima.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Paqualigo, figlio di Vincenzo e Elisabetta Sanuto di Francesco, era discendente di una famiglia magnatizia di Venezia che per generazioni è restata al vertice del governo lagunare. Della folta schiera di figli avuti dai genitori, si contano sette fratelli e un numero imprecisato di sorelle, non risultano esserci state altre figure di scrittori, né di attivi in altri campi culturali, eccetto lui. Da ricerche effettuate e dallo studio delle opere dell'autore non è risultato che egli abbia frequentato l'ateneo padovano, né tanto meno che ivi conseguisse la laurea, pur tuttavia gli si riconosce una notevole preparazione sia in campo letterario che nel diritto.

Della carriera politica è accertato che entrò a far parte del Consiglio dei Pregadi, infatti è attestato la nomina senatoria del Paqualigo, oltre a svolgere lontano dalla Patria compiti di tipo militare. Dell'esperienza maturata nei luoghi dei conflitti che lo vedono protagonista lascia traccia nei suoi scritti, nei quali descrive la tragedia della guerra. È accertato il suo coinvolgimento nel conflitto passato alla storia col nome di Battaglia di Lepanto, durante il quale avrebbe patito la perdita di un fratello assieme al quale stava combattendo, senonché prove successive hanno messo in dubbio che il caduto fosse il parente; sembra infatti che possa trattarsi di un omonimo, probabilmente della stessa dinastia ma appartenente ad un ramo collaterale dei Paqualigo.

Nel 1570 abbiamo notizia di un suo pubblico encomio al capitano, il partenopeo don Gasparro Toraldo, di una galea chiamata Il Passero da lui armata, che si trovò ad affrontare la marina ottomana e nell'autunno seguente la stessa nave è impegnata in prima linea nello scontro che porto alla vittoria della Lega Santa sui turchi.

La scompara di Pasqualigo, confermata da un congiunto di nome Domenico, avvenne nel 1576. La morte fu causata dalla peste che in quell'anno imperversava in Europa. Il corpo fu tumulato a Venezia nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo.

Attività letteraria[modifica | modifica wikitesto]

L'autore che non si mai impegnato a valorizzare le proprie opere, ottenne un buon gradimento da parte dei contemporanei e la fama prosegui fino ai primi anni del XVII secolo d.C., infatti i suoi lavori furono più volte dati alle stampe. Il suo primo impegno letterario intitolato Delle lettere amorose libri due è una raccolta del 1563 inizialmente pubblicata anonima, ma ebbe l'onore di essere presentata dal Sansovino. Il nome del letterato fu rivelato solo in occasione di una successiva edizione edita in quattro tomi.

Altra opera, in questo caso una commedia teatrale con tratti autobiografici che ebbe tre edizioni di cui l’ultima nel 1606, del Pasqualigo è lI Fedele mandata in stampa a Venezia l'anno della scomparsa. Della commedia il drammaturgo francese Pierre de Larivey trasse un'opera derivativa dal titolo Le Fidèle nel 1611.[2] Se il giudizio della critica su questi primi due primi lavori sono positivi, ne vien riconosciuta una certa originalità e in merito al Fedele anche una raggiunta maturità artistica, invece sono ritenute più tradizionali i successivi.

Infatti dopo la morte venne invece pubblicata, ad opera di Evangelista Ortense, Gl'intricati, un dramma pastorale, mentre la pubblicazione delle Rime è da ascrivere al fratello Filippo.

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Paqualino pur sollecitato con insistenza dai congiunti non sembra aver mai contratto matrimonio, tuttavia questo non gli impedì di avere un erede di cui accenna in alcune epistole.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Delle lettere amorose libri due, 1563, Venezia;
  • Il Fedele, 1756, Venezia;
  • Gl'intricati, 1581, Venezia;
  • Rime, Venezia, 1605.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luigi Pasqualigo, su treccani.it. URL consultato il 23 febbraio 2024.
  2. ^ Biografia e bibliografia su Pierre de Larivey, saggio su Les Jaloux (PDF), su itl.auth.gr.

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Controllo di autoritàVIAF (EN45152464 · ISNI (EN0000 0001 1026 0023 · BAV 495/239281 · CERL cnp01374974 · LCCN (ENn81032277 · GND (DE121246035 · BNF (FRcb14312780b (data) · J9U (ENHE987007273770305171 · WorldCat Identities (ENlccn-n81032277