Albolafia

Albolafia
Localizzazione
StatoBandiera della Spagna Spagna
LocalitàCordova
Coordinate37°52′36.4″N 4°46′47.99″W / 37.876779°N 4.779998°W37.876779; -4.779998
Informazioni generali
CondizioniIn uso

L'Albolafia, noto anche come Mulino dell'Albolafia, è una noria (o ruota idraulica) che si trova sul fiume Guadalquivir nel centro storico di Cordova nei pressi del Ponte romano e dell'Alcázar de los Reyes Cristianos.

Sebbene le sue origini esatte siano incerte, si ritiene che risalga al periodo della dominazione islamica[1] e che avesse lo scopo di raccogliere e convogliare l'acqua del fiume in un acquedotto che forniva acqua alla città e al vicino Alcázar[2]. L'Albolafia è uno dei numerosi mulini ad acqua storici di Cordova.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo lo studioso spagnolo Felix Hernández Giménez, il nome Albolafia era l'equivalente in arabo dell'augurio "buona fortuna" o "buona salute"[3] e derivava da un architetto chiamato Abu l-Afiya che ristrutturò e migliorò la noria nel XII secolo[4]. La parola noria, a sua volta, deriva dall'arabo nā'ūra (ناعورة), che deriva dal verbo arabo che significa "gemere" o "grugnire", in riferimento al suono che emetteva quando si girava[3][4].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Veduta della noria dal lato della città: l'arco a ferro di cavallo alla sinistra è ciò che resta dell'acquedotto che portava l'acqua dalla ruota all'Alcázar.

Anche se è noto che le norie erano una caratteristica comune della tecnologia idraulica in gran parte del mondo storico islamico[3][5], le origini esatte della noria non sono certe[6] e potrebbe avere fondamenta romane poiché si ritiene che qui esistessero quattro mulini romani collegati da uno sbarramento che aiutava a controllare l'acqua e dirigerla verso i mulini[2].

Alcuni autori citano le origini dell'Albolafia già nel IX secolo all'epoca di Abd ar-Rahman II[2][7], che fu responsabile del miglioramento dei giardini dell'Alcázar e dell'approvvigionamento idrico della città[8]. In particolare, lo scrittore del XVI secolo Ambrosio de Morales affermò che la ruota idraulica esisteva già all'inizio del IX secolo, ma non è chiaro quali prove avesse a sostegno di questa ipotesi[1]. Fonti del X secolo menzionano l'esistenza di mulini ad acqua[4] e anche lo storico marocchino Ibn Idhari nel 1306 affermò che una grande noria era stata costruita nel X secolo (presumibilmente durante il periodo di Abd ar-Rahman III)[9].

Lo studioso del XX secolo Torres Balbás ha invece citato precedenti affermazioni di Lévi-Provenzal secondo cui la noria fu costruita nel 1136-37 da Tashfin, il governatore almoravide di Cordova durante il regno di Ali ibn Yusuf[1], e questa ipotesi è considerata una delle più plausibili[6]. Ricardo Córdoba de la Llave, tuttavia, sostiene che le fonti storiche musulmane non sono chiare e che la muratura dell'edificio e delle vicine strutture medievali suggerisce che l'edificio attuale sia stato costruito nel XIV secolo, sebbene potesse esser stato ricostruito su una precedente noria islamica[1]. La noria era chiaramente presente in alcuni sigilli del consiglio di Cordova del XIV secolo che raffigurano la riva del fiume della città insieme alla moschea-cattedrale[1][3].

Nel 1492 la ruota della noria venne smantellata per ordine della regina Isabella, che si lamentava del rumore che faceva mentre giaceva malata all'interno dell'Alcázar[3][4], ma è plausibile che la creazione di nuovi approvvigionamenti idrici l'avesse resa superflua[1]. Nel XVI o XVII secolo la noria venne trasformata in un mulino che rimase operativo fino al XX secolo[1][6]. Tra il 1904 e il 1910 venne costruita una diga intorno all'area del mulino per contenere le piene del fiume, comportando la demolizione di una parte dell'edificio storico del mulino e la demolizione di due dei tre archi restanti dell'acquedotto che trasportava l'acqua dalla ruota alla città[1].

Negli anni '60 l'architetto e studioso Felix Hernández Giménez venne incaricato dal consiglio comunale di restaurare la noria con una ricostruzione della sua ruota idraulica medievale. Nei decenni successivi la ruota in legno iniziò a deformarsi e tra il 1993 e il 1994 venne nuovamente sostituita con una replica esatta[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Ricardo Córdoba de la Llave, La noria fluvial en la provincia de Córdoba. Historia y tecnología, in Meridies, vol. 4, Facultad de Filosofía y Letras, Departamento de Ciencias de la Antigüedad y Edad Media, Universidad de Córdoba, 1997, pp. 149–190.
  2. ^ a b c Headworth, H. G., Early Arab Water Technology in Southern Spain, vol. 18, 2004, DOI:10.1111/j.1747-6593.2004.tb00519.x.
  3. ^ a b c d e Jose Roldan e Maria Fatima Moreno, Water engineering and management in Al-Andalus, in Cabrera (a cura di), Water Engineering and Management through Time: Learning from History, CRC Press, 2010, ISBN 9780203836736.
  4. ^ a b c d Castro-García, Miguel; Rojas-Sola, José Ignacio; de la Morena-de la Fuente, Eduardo, Technical and functional analysis of Albolafia waterwheel (Cordoba, Spain): 3D modeling, computational-fluid dynamics simulation and finite-element analysis, vol. 92, 2015, DOI:10.1016/j.enconman.2014.12.047.
  5. ^ Marianne Barrucand e Achim Bednorz, Moorish architecture in Andalusia, Taschen, 1992, pp. 35, ISBN 3822896322.
  6. ^ a b c Albolafia (2 o 2) - Alcazar of the Christian Monarchs, su alcazardelosreyescristianos.cordoba.es. URL consultato il 20 febbraio 2021.
  7. ^ (EN) Noria de la Albolafia, su Lonely Planet. URL consultato il 9 ottobre 2020.
  8. ^ M. Bloom (a cura di), Córdoba, in The Grove Encyclopedia of Islamic Art and Architecture, Oxford University Press, 2009, ISBN 9780195309911.
  9. ^ Adriana de Miranda, Water Architecture in the Lands of Syria: The Water-wheels, L'Erma di Bretschneider, 2007, pp. 55, ISBN 9788882654337.

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