Cordova

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Cordova
comune
(ES) Córdoba
Cordova – Stemma
Cordova – Bandiera
Cordova – Veduta
Cordova – Veduta
Il ponte romano e la moschea-cattedrale
Localizzazione
StatoBandiera della Spagna Spagna
Comunità autonoma Andalusia
Provincia Cordova
Amministrazione
AlcaldeJosé María Bellido

Roche (PP) dal 2019

Territorio
Coordinate37°53′N 4°46′W / 37.883333°N 4.766667°W37.883333; -4.766667 (Cordova)
Altitudine120 m s.l.m.
Superficie1 253 km²
Abitanti319 515 (2022)
Densità255 ab./km²
Comuni confinantiAdamuz, Almodóvar del Río, Bujalance, Cañete de las Torres, La Carlota, El Carpio, Castro del Río, Espejo, Fernán-Núñez, Guadalcázar, Montemayor, Obejo, La Rambla, La Victoria, Villafranca de Córdoba, Villaviciosa de Córdoba
Altre informazioni
Cod. postale14001 - 14014
Prefisso(+34) 957
Fuso orarioUTC+1
Codice INE14021
TargaCO
Nome abitanticordovani[1]
PatronoSan Aciscolo, Santa Vittoria da Surp
Giorno festivo17 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Spagna
Cordova
Cordova
Sito istituzionale

Cordova (AFI: /ˈkɔrdova/[2]; in spagnolo Córdoba; in latino Cordŭba) è un comune spagnolo di 319.515 abitanti situato nella comunità autonoma dell'Andalusia, sulla riva del Guadalquivir e ai piedi della Sierra Morena.

Fu la capitale di al-Andalus e, durante l'epoca d'oro islamica, fu trasformata in un centro mondiale d'istruzione ed apprendimento,[3][4] dando i natali ad importanti filosofi e scienziati come Averroè, Ibn Hazm e Abu al-Qasim al-Zahrawi e diventando la città più grande d'Europa, superando Costantinopoli.[5] Fu conquistata dal Regno di Castiglia durante la Reconquista nel 1236.

 Bene protetto dall'UNESCO
Centro storico di Cordova
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(i) (ii) (iii) (iv)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal1984
Scheda UNESCO(EN) Historic Centre of Córdoba
(FR) Scheda

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Córdoba si trova nel sud della penisola iberica, nella depressione formata dal fiume Guadalquivir, che taglia la città in direzione est-nord-est fino a ovest-sud-ovest. Si estende su un'area di 1.254,25 km2, ed è il comune più grande dell'Andalusia e il quarto più grande della Spagna.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Cordova[6] Mesi Stagioni Anno
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic InvPriEst Aut
T. max. media (°C) 13,415,718,822,225,431,936,435,630,824,218,313,914,322,134,624,423,9
T. min. media (°C) 4,65,57,910,313,117,120,019,717,312,98,65,45,210,418,912,911,9
Precipitazioni (mm) 796992604712232071708723519917161612

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il significato etimologico del nome della città è sempre stato molto discusso e non esiste attualmente un'ipotesi accettata da tutti. La prima versione conosciuta del nome è "Corduba", utilizzata tra la fondazione romana della città e il I secolo a.C., ma considerata ancora più antica. Siccome la prima attestazione di Cordova in testi antichi fa riferimento a un insediamento commerciale fenicio nelle vicinanze della attuale città, si è ipotizzata un'origine semitica del toponimo. In questo modo, secondo alcuni esso verrebbe da Qorteba, dal significato di "mulino dell'olio",[7] oppure, secondo altri, da Qart-tuba ("buona città").[8] Altre etimologie fanno riferimento all'esistenza di un insediamento iberico anteriore all'arrivo dei fenici: considerando che il suffisso "-uba" era ampiamente diffuso nella Spagna romana col significato di collina oppure fiume,[9] considerato Oba un antico nome del fiume Guadalquivir, allora Qart-Oba significherebbe "città dell'Oba".

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I reperti archeologici preistorici trovati risalgono al paleolitico inferiore chelleano e le stratificazioni si susseguono senza interruzione fino all'epoca storica. Nell'epoca dei metalli la vicinanza dei giacimenti di rame, piombo argentifero ed anche ferro favorì che fosse zona di commercio e d'imbarco grazie alla grande arteria fluviale. Nell'età del bronzo e all'inizio di quella del ferro si ritiene che Cordova fosse la "capitale politica" del sud della Spagna, infatti, secondo i primi storici, qui i capi delle varie tribù celebravano le loro assemblee e riunioni. Le prime notizie storiche di Cordova risalgono all'epoca cartaginese e citano i cordovani che seguirono Annibale nella spedizione contro Roma. I Romani la conquistarono nel 206 a.C. e circa trent'anni dopo il pretore Marco Claudio Marcello la edificò secondo le usanze romane, le diede il nome di Cordŭba e la fece capitale dell'Hispania Ulterior. La vita culturale di Cordova raggiunse un notevole sviluppo e quando i Romani la dichiararono Colonia Patrizia si ebbero diverse unioni fra le famiglie locali e quelle patrizie romane. Nel 45 a.C., durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo, la città, che parteggiava per Gneo Pompeo Magno, venne assediata e poi presa dall'esercito di Gaio Giulio Cesare.

La città non subì l'invasione barbarica e rimase romana sotto l'egida di Bisanzio fino a quando l'ultimo invasore visigoto ariano Leovigildo la conquistò alla fine del VI secolo d.C. e si fece cristiano. Quando nel 756 d.C. gli Arabi entrarono a Cordova trovarono una capitale monumentale e bella con una cattedrale dedicata a San Vincenzo di Saragozza, le fortificazioni migliori di tutto il sud della Spagna. La trovarono anche contornata da molti cenobi e monasteri. Nel 1236 Cordoba fu riconquistata dai cristiani spagnoli. L'ultimo re dei Visigoti Roderico morì nella battaglia del Guadalete contro gli Arabi e suo cugino Pelagio fuggì sui monti delle Asturie da dove partì la Reconquista contro i musulmani invasori che finirà solo nel 1492 con la loro cacciata definitiva dalla Spagna.

Dopo un cinquantennio di dominazione dell'impero arabo di Damasco un membro della dinastia degli Omayyadi di nome ʿAbd al-Raḥmān b. Muʿāwiya scampato alla strage Abbasidi giunse a Cordova dove fondò il califfato di Cordova, un regno che durerà circa due secoli e mezzo, e sul quale regneranno i suoi successori, uno dei quali ʿAbd al-Raḥmān III si proclamerà califfo nel 928 e trasformerà la città nella grande capitale del mondo di quel tempo. Nel X secolo Cordova superò il mezzo milione di abitanti che raggiungeranno il milione alla fine dello stesso secolo.

Nei secoli undicesimo e dodicesimo la città decadde in seguito alle invasioni degli Almoravidi e degli Almohadi e del disfacimento del califfato, divenendo un centro secondario. È però solo nel 1236 che Domenico Munoz dos Hermanas, capostipite della famiglia De Cordoba, riuscì a conquistare la città per conto del re cattolico Ferdinando III di Castiglia, ciò che le ridiede una funzione strategica per la lotta contro i Nasridi del sultanato di Granada.

Nella città antica vi sono importanti resti architettonici di quando Cordova era la prospera capitale dell'Emirato di al-Andalus, poi trasformatosi in Califfato fino alla sua caduta alla fine del terzo decennio dell'XI secolo.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Resti del tempio romano di Cordova
Interno della Grande moschea di Cordova

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

  • Giardini della Vittoria. All'interno dei giardini si trovano due strutture recentemente ristrutturate, l'antica Caseta del Círculo de la Amistad, oggi Caseta Victoria, e il Kiosko de la música, oltre a una piccola fontana modernista dell'inizio del XX secolo. La parte settentrionale, chiamata Jardines del Duque de Rivas, presenta un pergolato di stile neoclassico, progettato dall'architetto Carlos Sáenz de Santamaría; è utilizzato come sala espositiva e bar-caffetteria.
  • Jardines de la Agricultura, situati tra i Jardines de la Victoria e il Paseo de Córdoba: comprende numerosi sentieri che convergono radialmente verso una piazza rotonda sulla quale si trova un laghetto. Questo è conosciuto come il laghetto delle anatre e, al centro, ha un'isola con un piccolo edificio in cui vivono questi animali. Sparse nel giardino ci sono numerose sculture come la scultura in memoria di Julio Romero de Torres, la scultura al compositore Julio Aumente e il busto di Mateo Inurria. A nord c'è un roseto a forma di labirinto.
  • A diretto contatto con la città, nel fiume Guadalquivir (tra il ponte romano e il ponte di San Rafael), è situata la piccola riserva naturale di Sotos de la Albolafia, dove nidificano oltre cento specie di uccelli.
  • Sotos de la Albolafia

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Moneta dedicata alla Grande Moschea

La città è un sito Patrimonio dell'umanità UNESCO. Nel 2010 la zecca spagnola ha dedicato una moneta commemorativa da 2 euro alla Grande Moschea di Cordova.

Gastronomia[modifica | modifica wikitesto]

Piatti tipici sono il salmorejo (una zuppa fredda di pomodoro), la minestra di malmones, le uova alla como salgan, gli asparagi alla cazuela, lo stufato di coda di toro (rabo de toro), il flamenquin (involtino di carne fritto) e il gazpacho cordovano (con aggiunta di uovo sodo). Vi sono inoltre un'infinita varietà di tapas (piccole porzioni di pietanze, una sorta di antipasto) e la tortilla (frittata di uova e patate). La regione di Cordova produce anche vini di buona qualità secchi e di buona gradazione, soprattutto nelle zone di Montilla e Moriles: le più accreditate qualità sono fino, amontillado, oloroso e pedro ximénez. A maggio si svolge la cata del vino, dove si ha la possibilità di assaggiare i vini tipici della regione.

Feste popolari[modifica | modifica wikitesto]

Plaza de la Corredera

Sentitissima come in tutta l'Andalusia è la Semana Santa, la settimana di Pasqua durante la quale le vie della città sono attraversate dalle processioni delle varie hermandades (confraternite). A maggio è quindi la volta del Festival dei cortili (Festival de los Patios) e della fiesta de Las Cruces che si celebra ai primi del mese e in occasione della quale vengono poste delle croci composte di fiori in varie piazze della città, attorno alle quali si raduna la gente suonando musiche tipiche.

La festa di Cordova per eccellenza è quella della Madonna della Salute, che si celebra dal 25 al 31 maggio, in cui si mangia nelle casetas e popolata da persone in costume tipico e musica.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Cordova è gemellata con:

Nel dicembre del 2003 è stato sottoscritto un protocollo di collaborazione commerciale, culturale e istituzionale con la città di Marcianise.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cordovano, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 29 dicembre 2016.
  2. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Cordova", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  3. ^ Simon Barton, A History of Spain[collegamento interrotto], Macmillan International Higher Education, 30 giugno 2009, pp. 44–5, ISBN 978-1-137-01347-7.
  4. ^ Francis Preston Venable, A Short History of Chemistry, Heath, 1894, p. 21.
  5. ^ (EN) Idris El Hareir e Ravane Mbaye, The Spread of Islam Throughout the World, UNESCO, 1º gennaio 2011, ISBN 978-92-3-104153-2. URL consultato il 22 aprile 2023.
  6. ^ https://it.climate-data.org/location/121/
  7. ^ (ES) Manuel González Llana, Crónica de la provincia de Córdoba http://books.google.es/books?id=CTxyRcG6qqMC&source=gbs_navlinks_s, Rubio y Compañía, 1867.
  8. ^ (ES) Luis María Ramírez y de las Casa-Deza, Indicador cordobés, ó sea Manual histórico-topográfico de la ciudad de Córdoba http://books.google.es/books?id=YAoIAAAAQAAJ&source=gbs_navlinks_s, Imprenta, librería y litografía del Diario de Córdoba, 1867.
  9. ^ (ES) Francisco Villar, Indoeuropeos y no indoeuropeos en la Hispania prerromana http://books.google.es/books?id=G7zC8UCvmo0C&source=gbs_navlinks_s, Universidad de Salamanca, 2000.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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