Walther Rathenau

Walter Rathenau

Ministro degli esteri della Germania
Durata mandato1º febbraio –
24 giugno 1922
PresidenteFriedrich Ebert
Capo del governoJoseph Wirth
PredecessoreJoseph Wirth (facente funzioni)
SuccessoreJoseph Wirth (facente funzioni)

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico Tedesco

Walther Rathenau (Berlino, 29 settembre 1867Berlin-Grunewald, 24 giugno 1922) è stato un politico e imprenditore tedesco, Ministro degli Esteri della Repubblica di Weimar dal 1º febbraio 1922 fino al 24 giugno dello stesso anno quando venne ucciso da terroristi di estrema destra, contrari alla sua politica estera.

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Walter Rathenau nel 1921

Rathenau nacque a Berlino, figlio di Emil Rathenau, un importante uomo d'affari di origini ebraiche, fondatore della società Deutsche Edison-Gesellschaft, trasformata poi, nel 1887, in Allgemeine Elektrizitäts-Gesellschaft (AEG) e di Mathilde Nachmann, figlia di un banchiere di Francoforte. Studiò fisica, chimica e filosofia a Berlino e Strasburgo, per poi continuare negli studi di ingegneria meccanica e chimica al Politecnico di Monaco. Nel 1892 Rathenau lavorò come ingegnere alla Aluminium-Industrie AG in Svizzera.

Nel 1893, in qualità di amministratore delegato, è messo a capo dello sviluppo di una società elettromeccanica che il gruppo AEG aveva appena fondato, la Elektrochemischen Werke Bitterfeld. Nel 1899 entra nel consiglio di amministrazione della AEG, diventando un industriale di punta dell'ultimo periodo dell'Impero tedesco e dell'inizio della Repubblica di Weimar. Rathenau viene considerato l'ispiratore del personaggio di Arnheim, l'industriale tedesco de L'uomo senza qualità di Robert Musil.

Carriera politica[modifica | modifica wikitesto]

Rathenau fu uno dei principali propositori della politica di assimilazione degli ebrei tedeschi. Egli sostenne che gli ebrei dovevano opporsi sia al sionismo che al socialismo, e che dovevano invece integrarsi nella corrente principale della società tedesca. Questo, disse, avrebbe finalmente portato alla scomparsa dell'antisemitismo. La sua posizione non gli evitò di diventare una figura odiata, messa in caricatura come l'archetipo del capitalista ebreo, dai militanti dei movimenti antisemiti tedeschi.

Agli inizi della prima guerra mondiale Rathenau creò e diresse il KRA, acronimo del Kriegsrohstoffsabteilung (Dipartimento per l'approvvigionamento delle materie prime per uso bellico) presso il Ministero della guerra; poco dopo divenne presidente della AEG, alla morte del padre nel 1915. Egli giocò un ruolo chiave nel mettere in marcia l'economia tedesca per la produzione bellica, permettendo alla Germania di continuare lo sforzo bellico per quattro anni, nonostante l'acuta penuria di forza lavoro e di materie prime.

Dopo la guerra Rathenau, politicamente un liberale moderato, fu uno dei fondatori del Partito Democratico Tedesco (DDP). Egli respinse l'ondata di pensiero socialista che spazzò la Germania dopo lo shock della sconfitta e della rivoluzione, opponendosi alla statalizzazione dell'industria e sostenendo una maggiore partecipazione degli operai nella gestione delle imprese. Le sue idee furono influenti nei governi del dopoguerra.

Ritratto di Rathenau, a opera di Hermann Burte

Nel 1921 Rathenau venne nominato Ministro della Ricostruzione, e nel 1922 divenne Ministro degli Esteri. La sua insistenza sulla necessità che la Germania adempisse agli obblighi del Trattato di Versailles, lavorando al tempo stesso per una revisione dei suoi termini, fece infuriare i nazionalisti tedeschi. Questi si infuriarono ulteriormente quando Rathenau negoziò con l'Unione Sovietica il Trattato di Rapallo. I capi dell'ancora oscuro Partito Nazista e di altri movimenti di estrema destra sostennero che facesse parte di una «cospirazione giudaico-comunista».

Le poste tedesche hanno onorato la memoria di Rathenau con l'emissione di una serie di francobolli a lui intitolata

Pensiero politico[modifica | modifica wikitesto]

Renzo De Felice lo considerò un precursore del movimento fascista[1]. Il politico britannico Robert Boothby scrisse di lui: «Fu qualcosa che solamente un ebreo tedesco poteva essere simultaneamente: un profeta, un filosofo, un mistico, uno scrittore, uno statista, un magnate dell'industria del più alto ordine e grado, e il pioniere di quella che è diventata nota come razionalizzazione industriale».

Infatti, nonostante il suo desiderio di cooperazione economica e politica tra la Germania e l'Unione Sovietica, Rathenau rimase scettico nei confronti dei metodi sovietici. Nel suo Kritik der dreifachen Revolution (Critica della tripla rivoluzione), egli annotava:

«Non possiamo usare i metodi della Russia, in quanto essi provano al meglio e solamente, che l'economia di una nazione agraria può essere rasa a zero; i pensieri della Russia non sono i nostri pensieri. Essi sono, com'è nello spirito dell'intellighenzia cittadina russa, afilosofici e altamente dialettici; sono una logica appassionata, basata su supposizioni non verificate. Essi assumono che un singolo bene, la distruzione della classe capitalista, pesi più di tutti gli altri beni, e che povertà, dittatura, terrore e crollo della civiltà, debbano essere accettati per assicurarsi tale bene.»

«Se dieci milioni di persone devono morire per liberarne altri dieci dalla borghesia, questa sarà una dura ma necessaria conseguenza. L'idea russa è quella della felicità obbligatoria, nello stesso senso e con la stessa logica dell'introduzione forzata della cristianità e dell'inquisizione»

Celebre la sua risposta agli azionisti della Norddeutscher Lloyd, i quali avanzavano lamentele sul fatto di non aver conseguito gli utili sperati dal loro investimento azionario:

«la società non esiste per distribuire dividendi a lorsignori, ma per far andare i battelli sul Reno»

Da allora l'espressione "i battelli del Reno" ha assunto il significato di interesse sociale, in una concezione di oggettivizzazione della impresa dove l'interesse degli azionisti è qualche cosa di distinto, e qualche volta contrapposto, all'interesse dell'impresa in sé.

Singolari le sue opinioni sulla purezza della razza espresse nel libro Nei giorni a venire dove sostiene che la preminenza della nobiltà si esercitava fra l'altro in virtù di una superiore bellezza fisica e che la decadenza della classe aristocratica nonché la caduta dell'Impero Romano erano state causate (anche?) dalla mescolanza fra le razze dei dominatori con quelle dei soggetti ("la mescolanza del ceppo razziale"; di lì in poi, venne la commistione delle razze e la caduta del potere romano"). In un altro passo definisce la condizione del moderno proletariato urbano come la "condizione primitiva in cui si trovano le razze inferiori che popolano le nostre frenetiche grandi città".

La bara di Rathenau al di fuori del Reichstag, in occasione dei suoi funerali

Tra le soluzioni più strettamente economiche al malessere dei tempi moderni, il Rathenau propone la fine dell'idea di ereditarietà dei beni e una tassazione fortissima sui generi di lusso ("In alcuni settori queste tasse devono essere praticamente proibitive")[2].

L'assassinio di Walter Rathenau[modifica | modifica wikitesto]

Il 24 giugno 1922 Rathenau venne assassinato da due ex ufficiali dell'esercito tedesco, Erwin Kern e Hermann Fischer[3]. Essi erano terroristi legati all'estrema destra più reazionaria e militarista, contraria alla politica estera di Rathenau. Una lapide commemorativa sulla Königsallee a Berlino-Grünewald ricorda il crimine. Un ruolo nell'organizzazione dell'assassinio lo ebbe un ex militare dei Freikorps, Ernst von Salomon, in seguito scrittore, che contesta il fatto che l'antisemitismo abbia avuto una benché minima parte in questo assassinio[4].

L'assassinio di Rathenau potrebbe aver influenzato significativamente lo sviluppo politico ed economico a lungo termine dell'Europa. Fu certamente un primo segno dell'instabilità e della violenza che avrebbero infine distrutto la Repubblica di Weimar. Lo scrittore britannico Morgan Philips Price scrisse:

«Nel giugno 1922 Walter Rathenau, un grosso industriale ebreo ed economista progressista, venne assassinato da scagnozzi dell'estrema destra, che erano il cuore e l'anima dei Freikorps. Ero presente alla cerimonia commemorativa al Reichstag e notai uno straordinario scoppio di entusiasmo tra gli operai di Berlino, come espresso dai capi dei loro sindacati e partiti socialisti, per la Repubblica ed il presidente Ebert. La base dei social-democratici di maggioranza era ora estremamente eccitata... Prima i comunisti, quindi i socialisti, ed ora un grande industriale vennero assassinati per le loro idee liberali e, nell'ultimo caso, per essere un ebreo. La situazione in Germania diventava sempre più sinistra.»

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • 1902 Impressionen;
  • 1908 Reflexionen;
  • 1912 Zur Kritik der Zeit;
  • 1913 Zur Mechanik des Geistes;
  • 1917 Von kommenden Dingen;
  • 1918 An Deutschlands Jugend;
  • 1919 Die neue Wirtschaft;
  • 1919 Die neue Gesellschaft;
  • 1919 Der neue Staat;
  • 1919 Der Kaiser;
  • 1919 Kritik der dreifachen Revolution;
  • 1920 Was wird werden;
  • 1924 Gesammelte Reden;
  • 1926 Briefe, 2 volumi;
  • 1927 Neue Briefe;
  • 1928 Nachegelassene Schriften, 2 volumi;
  • 1929 Politische Briefe;
  • 1929 Gesammelte Schriften, 6 volumi.

Traduzioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

  • L'Economia Nuova a cura di G. Luzzatto, Bari 1919 (nuova ed. con introduzione di L. Villari, Torino 1976)
  • La realtà della società per azioni, in "Rivista delle società", 1960, con una presentazione di L. Mengoni e A.Mignoli
  • La meccanizzazione del mondo, trad. parz. di Zur Kritik der Zeit in T. Maldonado, Tecnica e cultura. Il dibattito tedesco fra Bismark e Weimar, Milano 1979
  • Lo Stato Nuovo, La Società Nuova, Lavoro in W. Rathenau, Lo Stato Nuovo e altri saggi, a cura di R. Racinaro, Napoli 1980
  • Cosa accadrà?, Sviluppo democratico, Politica della produzione, L'apice del capitalismo, in M. Cacciari, W. Rathenau e il suo ambiente. Con una antologia di scritti e discorsi politici 1919-1921, Bari 1979
  • Scritti talmudici, a cura di V. Valbonesi, in "Quaderni di Studi Indo-Mediterranei", 2 (2009)
  • Meccanica dello spirito, a cura di Vincenzo Pinto, Torino, Nino Aragno, 2021

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ R. De Felice, Intervista sul Fascismo, Laterza, Bari, 1975, pag. 36
  2. ^ Il libro Nei giorni a venire di Walter Rathenau è disponibile gratis in inglese qui.
  3. ^ Stokes, Lawrence D. "Modern Europe -- Der Rathenaumord: Rekonstruktion einer Verschworung gegen die Republik von Weimar by Martin Sabrow." Canadian Journal of History, vol. 30, no. 3 (Dec 1995), p. 520.
  4. ^ Ernst von Salomon. Le Questionnaire, A, question 24. « De sa voix trainante, Ernst Junger me demanda : « Pourquoi n’avez-vous pas eu le courage de dire que Rathenau fut tué parce qu’il était juif ? » ; j’ai reçu des lettres même de Palestine où l’on me posait la même question. Chaque fois, j’ai répondu : « Parce que ce n’est pas vrai. ».

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Saggi in italiano[modifica | modifica wikitesto]

Il pensiero di Rathenau ha conosciuto un certo revival d'interesse in Italia negli anni '70, quando se ne sono occupati eminenti studiosi come L. Villari, T. Maldonado, M. Cacciari, R. Racinaro (v. sopra paragrafo relativo alle traduzioni). Si segnala inoltre un ulteriore filone d'interesse nell'ambito degli studi giuridici d'impresa, a partire da vari interventi di L. Mengoni, A. Mignoli, Bruno Visentini e, più recentemente, di Guido Rossi e Giulio Tremonti.

L'unica monografia dedicatagli in italiano è:

  • V. Valbonesi (a cura), Dall'economia dell'anima all'anima dell'economia. Saggi su Walther Rathenau, Unipress, Padova 1992 (con ampia bibliografia ragionata) che contiene i seguenti contributi: Vally Valbonesi, Deutschtum e Judentum in W. Rathenau; Carlo Accenso, Dall'economia di guerra al Capitale-Piano. Il "governo dell'economia" negli scritti di W. Rathenau tra la Grande Guerra e la ricostruzione, fondamentale per la ricostruzione del pensiero economico.

Si segnala inoltre:

  • C. Saccone, Economia e Stato in W. Rathenau, dissert., Università di Padova 1987
  • C. Luigi Saccone, Il Capitale-Piano, da Rathenau a Lenin, Centro Essad Bey, Centro Essad Bey - CreateSpace IPP, Charleston 2015 (1ª ed. ebook, Amazon - Kindle Edition, 2012).

Biografie[modifica | modifica wikitesto]

  • H. Kessler, Walther Rathenau, trad. it., Mulino, Bologna 1995

Walther Rathenau nella cultura[modifica | modifica wikitesto]

Si segnala anche il grande interesse che la figura di Rathenau ha esercitato su vari scrittori, a titolo di esempio si vedano i romanzi seguenti, recentemente riproposti dall'editoria italiana:

  • R. Musil, L'uomo senza qualità, trad. it., Einaudi, Torino 2005
  • G. Morselli, Contro-passato prossimo, Adelphi, Milano 2005

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro degli esteri tedesco Successore
Joseph Wirth 1922 Joseph Wirth
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